di Francesca Santi
Donare.
Un’unica parola che racchiude in sé tante sfumature: donare se stessi, l’ospitalità, la solidarietà, l’altruismo e l’ambiente come bene comune.
Ognuna di queste è stata approfondita come oggetto di singoli incontri ai Dialoghi sull’Uomo di Pistoia, significativo festival antropologico giunto ormai alla sua terza edizione.
La comunicazione è stato il fulcro di ogni evento: porsi delle domande e a seguito trarre delle risposte magari provvisorie.
Tra gli eventi in programmazione ci piace soffermare l’attenzione in modo particolare sui contributi di Salvatore Settis e Enzo Bianchi; poiché ambiente e ospitalità sono due parole chiave nel nostro comune sentire condiviso.
Salvatore Settis, professore presso La Scuola Normale Superiore di Pisa, parla dell’ambiente come bene comune per le generazioni future sottolineando che il paesaggio a cui fa riferimento non è quello che si vede, definito estetico, ma quello etico, ossia quello che viviamo e nel quale dobbiamo continuare a vivere in futuro.
“Il futuro sia per te la causa del presente”; così Settis motiva il partire dal futuro per riorganizzare il presente.
Evidenziando più volte le problematiche attuali, Settis sostiene ed afferma con convinzione che la sorte dei nostri posteri stia nelle nostre stesse mani; nostra la responsabilità del conseguente impegno e la totale consapevolezza che, come popolazione globale, non avremo niente in cambio.
Si sofferma sull’argomento del profitto dicendo che chi devasta l’ambiente lo fa solo per un profitto privato e personale.
“Non c’è bisogno di devastare il paesaggio per avere un‘economia più florida” sottolinea Settis.
Ne scaturisce così il lungo dibattito sull’Utopia, definita come “vagheggiamento di una società perfetta, puramente immaginaria, ove gli uomini vivano secondo un certo ideale politico e morale”.
L’autore così fa riferimento ad un’utopia parlando, ad esempio, della TAV, e dicendo, appunto, che è una menzogna che si debba continuare a costruire senza freno per recuperare l’economia e, nonostante sia da molto che lo Stato continua ad affermarlo, questo non ha prodotto significative conseguenze sul piano fatturale.
“Ci vuole un imperativo ecologico che deve dominare il futuro, e con esso, le generazioni future”.
Conclude citando la modifica fatta da Enzo Bianchi al comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso” con “amerai la Terra come te stesso”.
La religione diventa così un filo conduttore fra l’ambientalista Salvatore Settis e il religioso Enzo Bianchi.
Quest’ultimo nella sua “conversazione”, così definisce il suo intervento, tratta “Il dono dell’ospitalità” parlando della sempre più diffusa xenofobia, ovvero la paura dello straniero.
Questa fobia nei confronti del prossimo, in quanto differisce culturalmente, socialmente o religiosamente da noi, porterà sempre più ad una chiusura, una differenza ed un risultante avvicinamento alla sfera del privato.
“Poco importa” sottolinea Bianchi, “se lo straniero appartiene ad un’altra etnia, ad un’altra cultura: è un essere umano, e questo deve bastare affinché noi lo accogliamo”
Sta ormai diventando un’abitudine, secondo Bianchi, invitare ed ospitare qualcuno con il fine di avere un contraccambio.
Lo studioso conclude affermando che la bellezza del dono sta nella gratuità.
Così, dall’intervento di Settis e Bianchi, possiamo giungere a conclusione che fare qualsiasi tipo di volontariato è un dopo: si dona noi stessi per avere niente in cambio, se non la soddisfazione, appunto, di avere donato.
Moltissimi sono i modi per poter aiutare qualcuno facendo volontariato, anche per i più piccoli, basti pensare agli Scout , non per forza religiosi, oppure ai ragazzi che hanno partecipato come volontari a questo evento.
Insomma basta poco per donare, basta veramente poco.