“Father and Son”

13 Febbraio 2013

San Marcello Pistoiese, Italia

All’interno del libro VI dell’Eneide, il figlio di Venere e Anchise sbarca a Cuma, antica colonia
greca, presso la quale si trova l’oracolo della profetessa Sibilla.

Quest’ultima, già invasata da Apollo, suggerisce all’eroe di invocare la misericordia del dio, il cui tempio sorge in una zona limitrofa all’antro dove si trova collocato l’oracolo.

Enea, dopo aver pregato Febo, chiede alla veggente di accompagnarlo nel regno di morti per incontrare il padre Anchise.

La Sibilla illustra ad Enea le difficoltà dell’impresa e lo avvisa che non potrà ottenere ciò che desidera prima di aver compiuto alcune azioni simboliche a seguito delle quali potrà finalmente entrare negli Inferi con l’aiuto della sua guida.

Superate le prove imposte, Enea può dare inizio alla propria descensio ad Inferos. Dopo aver oltrepassato il vestibolo ed essere stato traghettato da Caronte al di là della palude Stigia, incontrerà alcune anime, tra cui quella corrucciata e ostile di Didone, suicidatasi proprio a causa sua (cfr. infra). Giungerà poi al cospetto del sospirato Anchise il quale, dopo le prime commoventi parole scambiate col figlio, lo tranquillizzerà sul destino della sua stirpe e sul futuro di Roma.

Nel libro VI dell’Eneide, l’incontro con i morti sancisce non solo un patto generazionale, ma anche la trasmissione di una egemonia e di un potere capaci di collegare il mito alla storia. Proprio in questo senso l’opera virgiliana si differenzia da Odissea XI , in cui viene illustrato esclusivamente un susseguirsi di generazioni che fonda una mitologia e insieme il senso comune di una civiltà basata su rapporti sociali e politici.

È proprio in questa prospettiva rinnovata che l’eroe compie un viaggio nell’aldilà alla ricerca del proprio padre e non più dell’indovino Tiresia. Sarà inoltre il padre di Enea, Anchise, e non la madre (come si verificava invece in Odissea XI, per Anticlea) a rivelare all’eroe non solo ciò che lo attende, ma anche quanto accadrà alla sua discendenza.

L’annuncio della gloria futura s’inscrive, quindi, in una continuità fra generazioni di tipo patrilineare.

La novità della profezia di Anchise consiste, inoltre, in un presagio politico all’interno del quale  non mancano importanti riferimenti storici.

I sentimenti privati di Enea , quali l’amore per il padre o il rimorso per il suicidio di Didone, si inseriscono così nella cornice di una storia collettiva e di un progetto politico.

L’apparizione stessa di Didone “aversa” e “inimica” (vv. 469 e 472) travalica la vicenda personale e allude alla vendetta cartaginese e a un confitto che insanguinerà il Mediterraneo per oltre un secolo.

Gloria Ceccarelli, Francesca Santi

Supervisione editoriale a cura di Elisa Lucchesi

February 13, 2013

San Marcello Pistoiese, Italy

In the VI book of Eneide, the son of Venus and Anchises get off Cuma, an ancient greek colony, where the oracol of Sibil, the prophetess, lies.

This one is deeply in love with Apollo and suggests the hero to invoke mercy of God who’s temple lies in a place near the cave. Aeneas, after invoking Phoebus, asks the prophetess to take him  to Hades to meet the father Anchises.

Sibil shows Aeneas the difficulty of the task and warns him that he cannot obtain what he wishes before placing some symbolic actions after which he will be allowed to enter the Hell with the help of his guide.

After overcoming the imposed actions, Aeneas can start his own descensio ad Inferos. After going past the vestibule and being carried by Caronte over the Stige’s swamp, he will meet some souls, including the one frown and hostile of Dido, who suicided herself precisely because of him (compares infra). Then, he will reach the coveted Anchises who, after the firsts crying words shared with the son, will calm him about the destiny of his descent and the Roman future.

So, In this book (Eneide VI), the encounter with the dead marks not only a generational deal, but also the transmission of an egemony and a power able to link myth to history. In fact, Virgil’s production differs from Odyssey, in which we can find only a succession of generations that founds a mythology and at the same time a sense of community based on social and political relations.

Just in this renewed prospective the hero undertakes an after-life trip searching for not a fortune-teller, but his own father (compares Odyssey XI).

Moreover, Anchises himself will reveal Aeneas what future deserves to him and his descendants, not his mother, as it happened in Odyssey XI. So, the announcement of future glory is evident in a continuity between patrilineal generations.

Besides, the novelty of Anchises’ prophecy consists of a political omen in which there are important historical references.

The private feelings of Enea (the love for his father, the remorse for the suicide of Dido) become part of a common historical frame and political project.The appearance itself a aversa (adverse) and inimica (inimical) Dido (vv. 469 and 472) goes beyond the personal vicissitude and alludes to the carthaginian revenge and to a conflict which will cover with blood the Mediterranean for over a century.

Gloria Ceccarelli, Francesca Santi

Editorial Supervisor: Elisa Lucchesi


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