di Gemma Nesti
Che cosa si intende per onore? Un nome che resiste all’oblio del tempo? Un soldato che dimostra il suo valore in battaglia?
L’onore è una forma di riconoscimento, che spesso tende a slittare dal piano morale a quello sociale. Questo è il gioco in cui si diletta Euripide nella tragedia Medea, in cui i personaggi principali ambiscono all’onore, dimenticando i propri principi morali. Così l’onore divampa in una lotta che non ha schieramenti di eserciti, i cui soldati sono un uomo opportunista e una donna capace di magia e d’inganno. Medea è una “leonessa”, vanta una strepitosa strategia di attacco e va dritta per la sua strada senza cedere al dubbio. Per amore fugge dalla terra di origine, la Colchide, e con lo sposo Giasone dà vita a una prole. Ma Medea è ben più di una madre. Si diverte infatti preparando pozioni mortifere e stronca la sua quotidianità di vita da principessa. Il suo passato parla chiaramente: per fuggire ha ucciso il fratello Apsirto, disperdendone le membra in mare, costringendo il padre Eeta al pietoso recupero dei resti straziati del figlio.
Così i due innamorati sono giunti a Iolco, patria di Giasone, nella quale regna Pelia, suo zio. Questo aveva commissionato al nipote il compito di recuperare il vello d’oro nella terra della Colchide, ma, come Medea, anche Giasone è un uomo ambizioso e le sue azioni sono sempre accompagnate da secondi fini: avrebbe infatti voluto riconquistare il trono, un tempo appartenente al padre Esone e a lui promesso dallo zio. Pelia non mantiene la parola data e così Medea convince le figlie del re a fare a pezzi il padre e gettarlo in un calderone, promettendo loro di farlo ringiovanire. I due fuggitivi si recano a Corinto dove si stabiliscono insieme ai figli. Adesso Giasone non può sedere al trono di Iolco, ma può ambire a quello di Corinto, sposando Glauce, figlia del re Creonte e assicurando una nobile esistenza a sé e ai suoi figli. Perciò Medea assiste ad un rovescio della sorte e, da traditrice della patria e dei cari, diviene tradita.
La protagonista discende dalla stirpe del Sole e la sua fierezza le impedisce di accettare il disonore arrecatole dal marito. Dietro alle crudeli azioni compiute da Medea nell’antefatto e nello svolgersi della tragedia si nasconde un personaggio rivoluzionario, che Euripide rappresenta nei panni di una donna assai anticonformista, ben diversa rispetto alla visione stereotipata che l’antichità ci consegna del femminile. Medea diviene artefice del proprio destino. Così la ratio e il pathos si scontrano, vagando nell’ego assoluto di questo personaggio, in cerca di un piano che permetta loro di privare il traditore dell’onore desiderato.
Che cosa si intende per onore?
Per Giasone l’onore risiede in un trono, un titolo, un’ascesa al potere. Per Medea il raggiungimento dell’onore diviene una lotta contro il disonore.
Per evitare lo scherno da parte dei promessi sposi, che rappresentano il nemico, si dedicherà ad un disegno strategico, intriso di magia e dolore, al quale nemmeno la nostra protagonista potrà scampare.