di Elisa Lucchesi
“Paladini di Francia”, spettacolo dedicato a “Che cosa sono le nuvole” di P.P.Pasolini, si apre con un tributo a “Le Nuvole” di F. De André.
Per “Le Nuvole”, F. de André spiegò di essersi ispirato all’opera omonima di Aristofane, geniale commediografo ateniese del V sec. a.C.
Nella commedia di Aristofane, le nuvole sono le nuove cangianti divinità dell’etere, pronte ad assumere forme diverse a seconda del momento.
Facile cogliere la straziante attualità del messaggio di Aristofane che vedeva nel repentino cangiare legato all’utile i segni di una crisi.
Una crisi morale ancor prima che politica, legata al dissolversi dei valori tradizionali di cui le divinità olimpie erano da sempre emblema.
Per questo il bersaglio polemico della controversa commedia di Aristofane è proprio Socrate che noi conosciamo di solito in ben altra veste.
Le parole di Socrate sono considerate pericolose in virtù della loro forza rivoluzionaria e sovversiva. Aristofane lo associa ai Sofisti.
Coloro che, a suo parere, sono in grado di rendere ingiusto ciò che è giusto e vice versa, in virtù della forza mistificatrice della parola.
Questa sorta di setta di cui Socrate è capo indiscusso abita e insegna in un buffo edificio detto “Pensatoio”, geniale creazione letteraria.
Ovvio che le divinità adorate dai signori della parola, i Sofisti, siano Le Nuvole, cioè le cangianti e mutevoli nuove divinità dell’etere.
Dopo un buon apprendistato il giovane Fidippide imparerà il Discorso Ingiusto, utile a cacciare i creditori del padre Strepsiade.
Per colpa di Socrate, complici le #Nuvole, Fidippide perderà il rispetto per il padre e la devozione verso le divinità olimpie.
Strepsiade, tormentato dai debiti e dal fallimento dell’educazione strampalata di Fidippide, darà fuoco furibondo al Pensatoio.
Una prospettiva cupa, certo non consueta agli eroi delle Commedie di Aristofane, vela Le #Nuvole di una sconcertante attualità.