#Basia1000/3

‘Passerotto non andare via’

a cura di Martina Castelli

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Ancora una volta, come già accadeva nel Carme 2, Catullo sceglie come protagonista del testo poetico il passer, che un tempo aveva alleviato Lesbia dalle pene d’amore e che adesso, al contrario, la rattrista, poiché passato a miglior vita.

Con l’imprecazione contro le divinità dell’oltretomba, il poeta dona importanza prendendo a modello l’epicedio della raffinata tradizione ellenistica, ovvero un componimento poetico funebre dedicato alla morte di un animale domestico.

È ben chiaro che i due amanti sono in una fase iniziale della loro love story, perciò Catullo descrive Lesbia come semplice e dolce fanciulla (mea puella) e questo ritratto non sembra affatto corrispondere alla donna maligna e corrotta dei disperati testi successivi.

Anche il linguaggio che utilizza è molto familiare, affettuoso e dona al carme un tocco di raffinata sensibilità.

Tuttavia Catullo, capace di una sapiente arte della retorica, riesce a velare il componimento di alcuni tratti di ironia che fanno sorridere il lettore.

sfy.co/qEtx 


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