#Basia1000/51


L’Amore: dolceamara indomabile fiera

a cura di Chiara Bugelli, Stefano Martelli, Asia Pagliai, Ilaria Sichi

Guest star @ComePrincipe

“Mancamenti, brividi, agitazione e affanni”.

Se poteste chiedere a Catullo cosa abbia provato alla vista di Lesbia, vi risponderebbe così.

Non sono anche queste condizioni intrinseche all’Amore?

Il vortice emotivo più potente, al quale tutti sono soggetti, e del quale tutti devono accettare sia le gioie sia le sofferenze.

Sovrane di questo carme sono le trepidazioni e le esaltazioni del sentimento amoroso.

Catullo si sminuisce a confronto dello sconosciuto che dialoga con Lesbia; in quanto questo resta impassibile alla vista della sua amata, mentre lui, non appena la vede, si sente svenire.

È un carme d’amore, come dolce eppur potente tormento, che scuote e sfianca l’anima.

Porta in sé i tratti più disarmanti del sentimento amoroso e gli effetti psicologici che esso comporta sull’uomo.

Il testo è modellato su una celebre ode di Saffo, poetessa greca del VI secolo a. C. che per prima trattò l’amore con simile profondità, fino a definirne una vera e propria fenomenologia.

Catullo la venera e tenta di emularla attraverso il consueto procedimento di emulazione, proprio dell’arte antica.

Eppure il testo catulliano, identico all’originale nella traduzione, pur con lievi varianti legate al sentire tipicamente virile e tipicamente romano dell’autore (v.2 si fas est; v.3 identidem), mostra significative differenze nell’ultima strofa.

Il poeta fugge dal suo ormai troppo aspro desiderio e si rifugia ipocritamente nel mos maiorum, addossando la colpa al tanto professato otium.

Quando si è innamorati follemente come il poeta, si devono affrontare ostacoli indomabili per  l’animo umano.

Così Catullo continuerà ad amare e a soffrire immensamente, non ammettendo mai che il suo amore è in realtà autodistruzione.

sfy.co/sGPj


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