#Basia1000/87

Bella senz’anima

a cura di Giovanni Albergucci, Matteo Bizzarri e Cosimo Santalmasi.

Guest star @IdeeXscrittori

A livello metrico e sintattico, il carme 87 è uno dei componimenti più brevi e sobri redatti dal poeta:

l’opera è costituita da due distici elegiaci, formati da periodi brevi e lineari.

Nonostante l’apparente semplicità ogni termine, accuratamente scelto, può essere spunto per profonde riflessioni.

Nell’opera, rivolgendosi a Lesbia, il poeta ribadisce ancora una volta la purezza e la fedeltà assoluta al suo patto d’amore: sostiene infatti che nessuna donna sia  mai stata amata tanto quanto lei e che nessun foedus sia mai stato rispettato tanto fedelmente quanto quello amoroso che legava i due amanti, da lui.

Questo componimento era stato in passato unito, dai critici, al carme 75, nel quale l’autore ammetteva con rammarico l’imprescindibilità del foedus con la donna, patto che ormai gli recava solo dolore.

In realtà, vi sono significative differenze tra le due opere: in questa infatti, la sua riflessione è più matura e cerca di analizzare la situazione in maniera più distaccata, nonostante nel primo distico le sue parole tradiscano sofferenza e all’ultimo verso l’aggettivo “tuo” rompa la neutralità che cercava di conseguire.

Un altro carme a questo molto vicino tematicamente è il 76, nel quale l’autore prega gli dei affinché lo liberino dalla sofferenza amorosa, poichè dispera ormai che Lesbia possa ricambiare il suo sentimento.

Il ritorno di Catullo su questo tema dà la sensazione di una sua fissità allucinata e sofferta.

Non pare in grado di superare il distacco da Lesbia e ormai la donna è divenuta per lui un’ossessione.

Nei due distici sono significative le allitterazioni di “nulla”, all’inizio di essi, e di “meast” (o “mea est”), alla loro chiusura: questi termini evidenziano la particolarità e unicità dell’esperienza catulliana.

Vere”, riferito ad “amatam”, viene collocato, grazie ad un enjambement in posizione enfatica, a sottolineare la profondità del sentimento provato dal poeta.

Tantum… quantum…” sono gli avverbi utilizzati per distinguere l’amore superficiale provato dai più, e quello sincero e travolgente che aleggia nel cuore di Catullo.

Fides” rappresenta la lealtà e l’onestà imprescindibili in un foedus.

A questo termine sono riferiti gli aggettivi “nulla” e “tanta”, che ne definiscono la peculiarità e l’importanza.

(in) foedere” di solito questo termine veniva usato per indicare i patti e gli accordi ufficiali, sia fra privati che fra popoli.

Qui il poeta lo usa per indicare il contratto amoroso che lo lega a Lesbia e al quale è totalmente votato e fedele.

Tuo”, collocato all’ultimo verso, rappresenta la caduta dal riflessione pacata all’interlocuzione diretta verso la destinataria dell’epigramma.

Inoltre “amore tuo” non è da intendersi come “il tuo amore (verso di me)”, ma come “(il mio) amore verso di te”, con il quale sottolinea l’unidirezionalità del suo sentimento, considerato sia sensuale che spirituale.

reperta est” ed altri elementi del testo sottolineano il rimpianto per un felice passato, ormai perduto.

Ecco il link allo storify:


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *