#caramellineallafrutta Diario di una Vergine sbiadita#caramellineallafrutta Diario di una vergine sbiadita

Diario di una vergine sbiadita

Diario di una vergine sbiadita

‘Scartare’ #caramellineallafrutta, il Tweetbook di @sonouoma, è stato a tutti gli effetti un’esperienza estetica: l’irruzione improvvisa nel campo visivo di una realtà a lungo attesa, che mi ha sedotto ben oltre le aspettative. Ideato da U10 – piattaforma editoriale che si occupa di online publishing – e Segue Dibattito – progetto di arte contemporanea volto alla promozione della giovane creatività nazionale – e realizzato in collaborazione con la Pinacoteca di Città di Castello,  #caramellineallafrutta unisce l’eleganza formale di uno scrollbook alla suggestione senza tempo della poesia. I caratteri scarni e la circolarità essenziale della veste formale, ridotta a pura carta, liscia al tatto, paiono in effetti armonizzarsi tout court, fino fondersi sensualmente, con l’opulenza dei contenuti, affidati al talento narrativo di Sara Polverini. Prima di essere una sottile striscia di carta bianca, srotolabile come una piccola pergamena del futuro, #caramellineallafrutta è stato un diario digitale dell’anima, trasmesso su Twitter dall’account @sonouoma dal 4 all’8 Marzo, per cinque giorni consecutivi, a partire dalle ore 21. #caramellineallafruttaLa protagonista del racconto,  Uoma, è una figura femminile dai tratti fisici appena sbozzati, che snoda e consuma tra le pareti di una delle più prestigiose sale museali umbre un percorso esistenziale di disperazione e rinascita. Vedova poco più che trentenne e madre della piccola Dalia, Uoma ama fondersi con l’ambiente circostante, nella speranza di struggersi in modo indolore e incolore, fino a sparire. Nelle “solitudini chilometriche” delle panchine, dimenticate alla sera e vuote all’alba, ella consuma quel suo morire a piccole dosi, sostando inerme nei giardinetti pubblici in compagnia di un presente informe e privo di speranza. Prigioniera di un passato che non sa dimenticare, Uoma torna indietro con determinazione che sfiora il masochismo a frammenti di una felicità ormai perduta e rivive mille volte, nella tragicità composta dei suoi pensieri, l’addio definitivo al marito, che si è consumato nel tonfo secco di un incidente. Mentre Dalia disegna, con i tratti incerti dei pastelli, case che non hanno bisogno di un tetto, Uoma, per dimenticare la solitudine che la divora, stringe tra i denti proprio uno di quei colori. Si tratta di un gesto consueto: quel rumore secco le ricorda il sapore delle #caramellineallafrutta, che tanto le piacciono. Simile a un uovo bianco che oscilla avanti e indietro, priva di un equilibrio ormai venuto a mancare,  Uoma vaga senza pace all’interno della Pinacoteca, cercando tracce dell’antico amore in compagnia di un rimpianto niente affatto sorridente e le pare di intravedere, tra i fregi e gli affreschi, il volto del marito, che in quelle sale, tra le chine e i colori, trascorreva i suoi giorni. Il Limbo di Uoma è d’improvviso interrotto dall’arrivo di una creatura femminile dai sembianti angelici, non a caso insignita dell’evocativo nome di Laura. Sotto le mentite spoglie di una studentessa vestita di seta e appassionata del Vitelli, Laura –  un po’ visiting angel un po’ incarnazione delle nervose figure femminili illustrate un tempo dal marito – incrocia Uoma nei corridoi del suo Inferno di memorie, le porge un gladiolo e, subito prima di involarsi per sempre, le lascia in dono un biglietto.

#caramellineallafrutta

#caramellineallafrutta

In quel foglio, gettato svogliatamente in borsa e per caso ricordato poco prima di spegnere le candeline di Dalia, è nascosto un messaggio d’amore che viene da un Altrove per un momento a portata di mano: “La tua pelle è leggera come quella delle vergini del Cinquecento. Ti amerà sempre”. Nella rinascita che segue all’addio definitivo, Uoma , pacificata, stringe tra i denti uno di quei colori che hanno il sapore delle #caramellineallafrutta, pronta finalmente a mordere la vita. Elisa Lucchesi


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