di Alice Guerrini
Musica, cinque ragazzi pugliesi, un sogno, un vecchio furgone sgangherato, tanti chilometri da fare e poi puff… nebbia, orrore e morte.
Gli Snake Good Hunters si perdono, nel giorno più importante della loro vita, tra la nebbia dell’Oltrepò Pavese dove qualcuno – o qualcosa – miete morte, dove il terrore, quello vero, ha le sembianze di chi ti rassicura e l’orrore ti divora da dentro.
Tito Faraci cattura il lettore nelle viscere dell’anima, nella spirale della curiosità, lo spinge in un vortice potente quanto la sua musica – il metal – e lo lascia andare solo all’ultima frase del romanzo.
L’ossessione di Tito per la musica è la chiave che dà accesso al libro e detta i tempi dell’intera narrazione.
Personaggi cattivi, situazioni disgustose e il continuo trionfo del male spalancano l’immaginazione del lettore alla scena successiva, in un ritmo serrato e ipnotico.
Meglio non aggiungere altro: il resto alla vostra curiosità.
Il cervello alla fine é fritto, ma il gioco vale sicuramente la candela.
#DeathMetal #Soundtrack Iron Maiden – Fear of the Dark