Giugno, 2018
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“I Paesi dei Tuttiuguali”
La fiaba dei paesi dei TUTTIUGUALI è stata inventata dagli alunni della quinta di Maresca durante le ore di materia alternativa insieme all’insegnante.
Nella storia vengono affrontati i temi dell’inclusione, dell’uguaglianza, della diversità, del rispetto dell’altro nella convinzione che la diversità sia una ricchezza e un bene per l’umanità.
Il racconto è stato successivamente condiviso con il resto della classe e con la quarta. Con l’aiuto di tutti i bambini è stato rappresentato durante la festa di fine anno.
I paesi dei Tuttiuguali
Capitolo 1
Esordio
Un tempo esistevano al mondo i paesi dei Tuttiuguali.
In ognuno di questi paesi i bambini che nascevano erano uguali al loro genitore.
Un bambino/bambina poteva già vedere come sarebbe stata/o da adolescente, da adulto/a e da anziana/o perché era identico/a al fratello/sorella, al babbo/mamma e al nonno/nonna.
C’era il villaggio di “Moltomoltogrande”, quello di “Piedino”; c’era la città “Bianca” e la città “Quella”…
In ogni città tutti svolgevano lo stesso mestiere e vestivano nel medesimo modo.
Capitolo 2
I quattro paesi
Nel paese “Moltomoltogrande”, somigliante ad una città, si coltivava il Frutto del Tiritaka dal quale si raccoglievano pannocchie giganti e dalle quali si ricavavano i pop corn, il cibo nazionale del paese. Si praticava la FORMULA 10 e ci si vestiva in modo molto sportivo.
Nel paese di “Piedino”, sorto nella pianura ai piedi della montagna, si mangiava il “ Fangillo”, una pianta della quale si potevano utilizzare tutte le parti, dalle radici ai frutti. Era un paese nel quale si praticava la puntualità e si rispettavano assolutamente gli orari: ci si alzava alla 7.30, si pranzava alle 12.3 e, si faceva la merenda alle 17 in punto. La cena era esattamente alle 20.00, il cinema alle 10.00 e poi tutti andavano a letto alle 11.45.
Nella città “Bianca” nevicava sempre. Era molto freddo e lo sport principale era lo sci. Gli abitanti di questa città mangiavano sempre minestra calda, passavano le serate in gruppi davanti ai caminetti e gustavano grandi tazze di cioccolato caldo.
Nella città “Quella” era tutto costruito sul pendio di una montagna altissima. Ogni giorno alcune macchine estraevano dalle cave minerali. Nel frattempo gli abitanti si dedicavano al divertimento: andavano al cinema, facevano sport e ballavano.
Capitolo 3
Eguaglianza estrema
Col passare del tempo gli abitanti dei paesi iniziavano a stancarsi di tuta questa UGUAGLIANZA, di questo mondo sempre uguale UGUALE, dove tutto si svolgeva NELLO STESSO MODO; cominciarono a dubitare che mangiare sempre lo STESSO CIBO, fare tutti lo STESSO MESTIERE, vestirsi tutti allo STESSO MODO, giocare e divertirsi con i SOLITI PASSATEMPI, conoscere gli altri perché IDENTICI A SE STESSI… fosse realmente piacevole e positivo.
Fu così che gli abitanti dei vari paesi cominciarono a spiarsi l’un l’altro per scoprire le tradizioni, i divertimenti, i cibi del prossimo.
Questi goffi tentativi però non provocarono altro che zizzania e tensione tra gli abitanti dei paesi perché i confini erano così controllati e protetti che ogni intromissione era scoperta e irritava infinitamente chi era controllato. Insomma tutti desideravano scoprire quello che facevano gli altri ma non allentavano i controlli su loro stessi. Era un circolo vizioso l’uno non concedeva niente all’altro e l’altro faceva lo stesso.
Capitolo 4
I bambini, l’avventura
Un giorno, un bambino, particolarmente annoiato e curioso, del paese di “Piedino” trovò nel mezzo delle coltivazioni degli alberi da frutto una botola, l’aprì, scese lentamente e trovò una stanza con una teca in mezzo che conteneva un oggetto e un messaggio: “Dirigiti nel punto d’incontro delle terre di nessuno”.
Nello stesso momento un bambino di “Moltomoltogrande” in una crepa dei grandi alberi, una bambina di “Bianca” in un pupazzo di neve che si stava stranamente sciogliendo e un ragazzo di “Quella” in una grotta della montagna trovarono un messaggio uguale.
I quattro ragazzi si incamminarono verso le “Terre di nessuno”, un luogo creato dagli antenati degli abitanti dei quattro paesi, una zona franca dove un tempo, prima che ognuno diffidasse dell’altro, si incontravano per prendere decisioni sugli scambi di oggetti, cibi e sui rapporti reciproci.
Quando si trovarono a pochi metri l’uno dall’altro si spaventarono, poi si guardarono preoccupati e, diffidenti, fecero un passo indietro.
Mentre si interrogavano del perché si trovassero tutti e quattro lì, la terra intorno a loro cominciò a tremare e una grossa zolla di terra si staccò dal terreno e li portò in alto sopra le nuvole.
Trovandosi in mezzo alle nuvole, in una situazione dalla quale non potevano uscire, balbettando iniziarono a parlare fra di loro.
Si accorsero di avere lo stesso messaggio e la pietra, avvicinarono le mani piano piano.
All’improvviso le pietre si attrassero come calamite, formando una sfera. Dalle nuvole comparve la statua di uno strano personaggio. ERA UN ORACOLO. Iniziò a parlare.
“Sulla più alta montagna dovete andare
E il fiore arcobaleno trovare.
Seguite le tracce sulla neve
e trovate il fiocco lieve.
Nelle foreste più buie vi dovete addentrare
e il feroce Ginglob dovete affrontare.
Sulla punta dell’albero raro
raccogliete il frutto più amaro.
Mischiate tutti gli ingredienti
e uniteli alle sorgenti”
I ragazzi si guardarono e decisero, per il bene dei loro paesi che ormai erano ad un passo dalla guerra, di affrontare il freddo della montagna, la neve gelata, il buio della foresta, il temibile Ginglob. Infine si inerpicarono in cima all’albero magico. Unirono gli ingredienti e cercarono le sorgenti.
Capitolo 5
L’epilogo
Distribuirono così a tutti la pozione “Diversidatutti”, aspettarono che tutti la bevessero e aspettarono pazientemente gli effetti.
La mattina seguente tornarono nei loro paesi e trovarono i loro concittadini allegri, concilianti e benevoli verso il prossimo. Non erano più terrorizzati dall’essere spiati, erano disponibili a parlare con gli abitanti degli altri paesi, assaggiavano volentieri i loro cibi…. LI ASCOLTAVANO E NON AVEVANO PIU’ PAURA DI LORO!
I ragazzi erano stupefatti ma godevano di questo nuovo “clima” e dell’aria serena che si respirava nei loro paesi e, finalmente, si sentirono LIBERI!
Da quel giorno, tutti potevano entrare nei paesi degli altri, potevano discutere e confrontarsi con chi aveva opinioni diverse dalle loro e anche questo era molto gratificante! Stuzzicava la curiosità e la creatività…
Cominciarono a nascere tutti bambini diversi, e generazione dopo generazione le diversità erano sempre maggiori e i loro “mondi” diventarono UN SOLO MONDO, ricco, nuovo, creativo e molto molto vario!
“Quel fresco profumo di legalità!”- classe prima
Il lavoro si è proposto di sensibilizzare, stimolare e far riflettere i bambini, di sei anni, sull’importanza del rispetto delle regole e sulle problematiche della legalità, della giustizia e dell’attenzione verso gli altri.
Essendo i bambini molto piccoli è stato indispensabile partire dalla loro esperienza quotidiana e quindi dal loro rapporto con amici, coetanei e compagni di scuola.
E’ stata presentata una semplice filastrocca; è stata letta, commentata, disegnata, recitata e poi rielaborata in un file MP4 dove i bambini hanno scelto la musica e il tema.
Legalità è libertà
“Dammi subito quel bel panino!”
“Eh, no! Tu non fai così, caro bambino!
Lascia stare il mio amico,
con fermezza te lo dico!”
“Grazie amici di avermi aiutato!
Vi porterò del bel cioccolato!”
“Hai una faccia che non mi piace
pensiamo che tu sia un vero incapace!”
“Ma cosa dite, cari ragazzi
non vogliamo ascoltare frasi da pazzi!”
“Non si giudica senza sapere,
costruiamo un mondo senza barriere!”
“Spostati di lì, fammi passare!
O il mio gruppo ti trasforma in polpette!”
“Ma che brutte parole e mal dette!
Potresti gentilmente pensare e cambiare?
Davvero, ragiona, non sai cosa dici
Forse hai bisogno di veri amici!”
Quando c’è chi ti disturba
e la tua vita, fortemente, turba
parlane sempre con chi ti fidi
e la tua pena, con lui, condividi.
A trovare una soluzione
potrà accompagnarti
così che dal problema
tu possa liberarti!
Se vediamo qualcosa che non piace
non facciamo come chi tace.
Parliamo, gridiamo: “Vogliamo legalità!”
Giustizia e inclusione sono la vera libertà!