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Il mito – classe quinta, novembre 2016
Stiamo studiando i Greci, quale occasione migliore per ripensare al mito (dal greco μύθος, mythos cioè racconto) con i suoi eroi o dei che, attraverso le loro vicende, cercavano di spiegare l’origine del mondo e di molti fenomeni ai quali non si riusciva a trovare spiegazione.
I miti sono storie molto antiche che a lungo furono tramandate solo oralmente, di generazione in generazione, come accadde anche per le fiabe italiane e di tutto il mondo.
Queste ultime furono raccolte da alcuni scrittori che, andando di paese in paese, le ascoltavano dalla viva voce di chi le conosceva. Le scrissero, pubblicarono e fecero conoscere a tutti.
Alcuni dei trascrittori di fiabe più famosi furono Giuseppe Pitrè e Italo Calvino in Italia, Charles Perrault in Francia, i fratelli Grimm in Germania, William Butler Yeats (Irlanda) e Aleksandr Afanas’ev (Russia). Mentre un grande studioso di fiabe fu Vladimir Propp, il quale studiò le origini storiche delle fiabe nelle varie società e capì che queste storie, ovunque fossero raccontate, seguivano una struttura ben precisa.
(“Morfologia della fiaba” )
Anche le leggende sono antichissime storie fantastiche ma hanno come protagonisti uomini, animali o cose.
Con i bambini abbiamo individuato alcuni fenomeni sui quali poter inventare un mito.
Perché grandina
Perché piove
Perché esistono le stagioni
Perché il cielo è blu
Perché le stelle brillano
Come sono nate le stelle
Perché nevica
Come crescono gli alberi
Perché ci sono i pianeti
…
Poi, in cooperative Learning, i ragazzi hanno provato ad inventarne uno.
Il mito delle stagioni
Un tempo si diceva che esistevano quattro dee delle stagioni.
Le quattro dee si chiamavano: Sole, dea dell’estate; Foglia, dea dell’autunno; Fiore, dea della primavera e Neve, dea dell’inverno. Durante l’anno, ogni tre mesi, una di loro lavorava svolgendo il proprio ruolo, mentre le altre tre si riposavano.
Gli aiutanti di Neve erano Dicembre, gnometto dispettoso; Gennaio, gnometto giocherellone e Febbraio, gnometto chiacchierone. Neva dava ad ogni gnomo un sacchettino con dentro del freddo cotone da spargere per le città e le montagne. Tutti i bambini giocavano nel cotone. Quando Febbraio finiva il cotone, Fiore buttava il primo seme giallo violetto per far sbocciare la primavera. Fiore non svolgeva tutto il lavoro da sola ma, come Neve, aveva tre aiutanti: Marzo, farfallina allegra; Aprile, farfallina canterina e Maggio, farfallina studiosa. Le tre farfalle avevano una borsetta a tracolla con all’interno dei semi, che ogni tanto, lasciavano cadere per far sbocciare dei fiorellini che coloravano il mondo. Quando Fiore dava un colpettino alla nuvola, su cui giaceva, questa cominciava a piangere così annaffiava i semi per farli germogliare e fiorire. Quando anche il turno di Fiore era terminato, Sole aveva tre aiutanti, tre piccole fatine: Giugno, fatina vanitosa; Luglio, fatina dolce e Agosto, fatina sportiva. Le tre fate avevano uno zainetto con dentro dei piccolissimi frutti che, appena attaccati ai rami degli alberi diventavano grandi. Giunto il momento, Foglia mandava i suoi uccellini: Settembre, uccellino colorato; Ottobre, uccellino goloso e Novembre, uccellino freddoloso. Gli uccellini, quando sbattevano le ali, facevano cadere le foglie dei rami e, una volta a terra, le coloravano con un pennellino di colori diversi.
Una volta finito il turno di Foglia ricominciava il ciclo delle stagioni.
Nadia, Rachele, Sofia
I MITI, come tutti i racconti, hanno un inizio, uno svolgimento dei fatti (con un elemento fantastico che modifica la situazione iniziale) e una conclusione.
Il cielo BLU
Un giorno Zeus decise di colorare il cielo. Per sei giorni provò a farlo. Il primo giorno provò con i pennarelli, il secondo con le matite, il terzo con le tempere, il quarto con gli acquerelli, il quinto con i pastelli, il sesto con i gessetti ma senza successo! Per questo rinunciò.
Il settimo giorno, mentre stava portando della vernice per dipingere la sua casa nell’Olimpo, sulle nuvole, gli cadde un po’ di vernice blu che si fermò nell’atmosfera.
Per questo motivo il cielo da tempo lontanissimo è blu!
Edmondo, Filippo S, Giovanni
Il racconto e la spiegazione appaiono inverosimili, ma hanno un significato profondo, perché esprimono la rappresentazione che una società, nella quale il mito è nato, fa di se stessa e dell’universo.
La grandine
Un giorno Aki, figlio di un sacerdote trasgressore greco (trasgressore perché non avrebbe potuto avere figli) era benvisto perché, anche se non avrebbe dovuto esistere, era davvero una creatura speciale. Gli DEI allora incaricarono un giovane Dio di conferire i poteri del ghiaccio a Aki.
Ma il giovane sbagliò e regalò i poteri del ghiaccio a una nuvola!
Tutte le volte che questa passa fa grandinare.
Andrea, Lorenzo A
Il mito evidenzia l’esigenza e il desiderio delle persone di cercare spiegazioni su aspetti misteriosi del mondo e della vita. Questo bisogno di sapere accomuna tutti i popoli, che di frequente, pur senza conoscersi, hanno trovato risposte simili alle stesse domande.
L’acqua
Un giorno Zeus scoprì che il suo cane era molto malato.
Lo portò dai sacerdoti ma il cane si sdraiò per terra e abbaiò. Zeus disse: “Cos’hai?”
Il cane chiuse gli occhi. Zeus gli domandò di nuovo: “Cosa fai, che ti succede?” Ma il cane non rispose. A quel punto Zeus capì che non c’era più nulla da fare e iniziò a piangere. Le stesse lacrime riempirono ogni lago del mondo.
Tutte le volte che si vede piovere è Zeus che ricorda il suo adorato cane.
Mirco e Filippo B
Queste vicende fantastiche si svolgono in tempi lontanissimi… “Tanto tempo fa…”, “Un tempo…”…
Perché le stelle sono luminose
Un giorno nacque un bambino a cui fu dato il nome Vasco. Aveva una missione molto importante da compiere, quella di accendere le stelle tutte le sere. Quando crebbe prese il volo con la sua navicella spaziale. Tutte le sere andava ad accendere le stelle in tutto lo spazio.
Ormai vecchio, ebbe un figlio che chiamò Gioele.
Quando Vasco morì affidò la sua missione al ragazzo. La missione da allora è tramandata da generazione in generazione.
Antonio, Giulia,…
Secondo Platone, filosofo greco, il mito serve a narrare verità più profonde.
Il mito delle stelle
Un giorno Zeus arrabbiato tirò un meteorite verso Plutone.
Ci vollero quaranta anni al meteorite, che viaggiava alla velocità di 10.00 chilometri orari, per raggiungere il piccolo pianeta. Quando lo colpì distrusse la maggior parte del pianeta. I milioni di pezzi di Plutone si dispersero in tutte la galassia.
Con la distruzione subita Plutone divenne ancora più piccolo e venne declassato a pianeta nano.
Negli anni e per il loro spostamento nello spazio, i pezzi presero fuoco e diventarono luminosi formando le stelle.
Dario e Omar
Come nascono gli alberi
Nel mare, sette milioni di anni fa, una civiltà marina organizzò l’operazione “G-8, ingrandimento spazio”.
Mandò una squadra per esplorare cosa ci fosse sopra l’acqua. Quando la squadra tornò dopo vent’anni aveva creato una nuova civiltà. Quando gli esploratori rientrarono in acqua erano molto diversi e furono cacciati
In tutti i popoli si trovano narrazioni sulla nascita della terra, del cielo, sull’origine del mondo.
Il mito ha un intimo legame con la vita dell’uomo, con il suo operare, con il suo modo di pensare e di strutturare il mondo. Il mito ha una sua logica e si configura come una forma pre-scientifica del pensiero (Cassiner, “Filosofia delle forme simboliche”)
I disegni sono esercitazioni dei ragazzi ( “riproduzioni” da Piero Della Francesca e da opere greche) su volto, corpo, mani.
In versi e strofe, pensieri in poesia
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Ciao estate
Delfini, mare, spiaggia, gommone, bagnini, piscine, sole, paletta, aperto, libertà, vivacità, nuotare, nuove amicizie, scavare, fare il bagno, caldo, farfalline,
abbronzarsi, divertirsi, pasta fredda, villeggiatura, ghiaccioli, granite, gelati, scalare, navigare, hotel,…
Dalla filastrocca alla poesia…
Estate
Filastrocca dell’estate
ogni sera grandi risate.
Il pomeriggio tutti al mare
nella sabbia a scavare,
ricerchiamo le conchiglie
e giochiamo con le biglie!
Tutti insieme in piscina,
ci mettiam la mascherina!
Il libertà con gli amici,
corriamo insieme e siam felici!
Classe quarta e quinta
Foglie, colori, giallo, (Hallowe’en), pioggia, letargo, funghi, castagne, nebbia, freddo, zucca, scuola, temporale, vento, stufe accese, più vestiti, piumini, alberi spogli,…
L’autunno
1
Foglie colorate
cadono dagli alberi
funghi profumati
spuntano dall’umida terra
cardi pungenti
proteggono le dolci castagne.
La zucca arancione
Sorride minacciosa sulla finestra.
Fuori la pioggia,
dentro le stufe sono accese;
le nuvole toccano
le cime delle montagne
e la nebbia sottile
scende nei piccoli paesi.
Il freddo arriva
gli animali si addormentano, dolcemente…
Classe quarta
2
L’autunno, porta via con sé
tutta l’estate.
La regala alle foglie
che diventano rosse, arancioni e gialle.
Hanno visto il mondo
solo dal loro albero
ma, con un soffio di vento
lo esploreranno!
Dopo averlo visitato,
per la troppa emozione,
si seccheranno…
Andrea, Lorenzo A, Antonio, Mirko
3
Autunno, stagione di felicità
nel cuore di ogni bambino.
Le foglie cadono lente lente,
formano un mare di tanti colori.
Autunno, stagione di castagne e funghi.
I piccoli si divertono
a giocare nelle foglie.
Autunno, stagione di camminate.
Le poche foglie sugli alberi,
di notte, sembrano luci accese.
Autunno, stagione bellissima!
Antonio, Giovanni, Mirco
4
Autunno,
autunno
con il tuo vento malandrino
e il sole timido,
stai nascosto tra grigie coperte di lana.
Cadono le foglie,
stanche ed esauste
dalla calda e lunga estate.
Cadono sulla terra congelata
del mattino
insieme a fredde goccioline.
Giocano felici
fin all’ultimo
nell’attesa della primavera.
Giulia, Nadia, Rachele, Sofia
5
E’ finita la grande estate
salutando le grandi ondate,
a scuola ritorniamo
tutti scontenti siamo.
Adesso le foglie colorate abbiamo
e tutti insieme le raccogliamo,
sono belle le passeggiate
e dopo mangiamo le frugiate.
Il freddo inverno è alle porte
e per la neve sfidiamo la sorte.
Agata, Andrea, Lorenzo A., Omar, Jonathan
6
Quando i maghetti dell’autunno
sbocciano felici
ogni bambino s’innamora
di questo autunno colorato.
I loro piccoli funghetti,
sentendosi soli,
chiamano le foglie a terra.
Ogni fogliolina che cade colorata
da tutti i funghi è ammaliata.
Giulia, Nadia Rachele, Sofia
7
In autunno cadono le foglie
rosse, gialle e marroni
su strade, prati e colline;
si rattrista il cielo grigio
e con qualche spiraglio di luce
si forma il coloratissimo arcobaleno.
Si lamentano le castagne
sul fuoco ardente
di un piccolo falò
in un boschetto di abeti.
Dario, Filippo S, Lorenzo T
8
Un po’ di freddo arriva
e gli alberi sono spogli,
le foglie di tanti colori
donano felicità.
La bellezza,
è il quadro dell’autunno
non fatto da uomo
ma da madre natura.
L’autunno,
ogni suo piccolo movimento
è un quadro
bello di suo.
Agata, Andrea, Lorenzo A., Omar, Jonathan
Tra le tue nuvole di lana
scendono lacrime di cielo.
Ogni tanto si vede un funghetto
o fra gli alberi un cinghialetto.
Ciascun bimbo di buon umore
si chiede: “Ma dov’è il sole?”
Il sole è tra le nuvole
che gioca a nascondino.
Intanto il fumo sale lento
mostrando un bel camino
pronto a scaldare
il freddo e lungo autunno,
mentre la luce fioca del sole
se ne va tra le foglie.
Giulia, Nadia, Rachele, Sofia
Le farfalle volano leggere
dando colore al triste autunno.
Ogni bambino guarda il cielo
aspettando l’arcobaleno.
L’arcobaleno appare
quando gli angeli dall’emozione
si mettono a piangere
dando vita a un insieme
di colori fantastici.
Rosso come la passione,
arancione come la gioia
giallo come l’allegria
verde come i campi d’estate
blu come le profondità dei mari
viola come i fiori della primavera.
Incanta il tenero arcobaleno!
Giulia, Nadia, Rachele, Sofia
Uragani, partendo da Matthew…
In meteorologia un ciclone tropicale è un sistema tempestoso caratterizzato da un largo centro o vortice di bassa pressione e da numerosi fronti temporaleschi, disposti tipicamente a spirale e in rotazione su se stessi attorno al centro, che producono forti venti e pesanti precipitazioni piovose nelle aree coinvolte dal loro passaggio. Questi cicloni si producono in conseguenza del calore liberato dall’oceano alimentandosi poi grazie al calore di condensazione liberato nell’aria dal vapore acqueo in considerazione.
In relazione all’entità e alla zona geografica di formazione di un ciclone tropicale, esso è chiamato in modo diverso:uragano, tifone, tempesta tropicale, tempesta ciclonica, depressione tropicale o semplicemente ciclone.
URAGANO-è il termine con cui vengono chiamati i cicloni nell’Antartico settentrionale e nel Pacifico settentrionale in memoria del dio Maya delle tempeste, Hunraken;
TIFONE–è il termine con cui vengono chiamati i cicloni nel Mare della Cina, da ty fung, che significa”grande vento”;provocano violenti venti, abbondanti precipitazioni e pesanti inondazioni lungo le coste. Si formano unicamente sul mare penetrando marginalmente all’interno dei continenti, dove rapidamente si attenuano; sono tipici dei mari tropicali. Hanno origine alla fine dell’estate e in autunno quando sui mari staziona aria calda e umida per via delle più alte temperature raggiunte dall’acqua superficiale.
DEPRESSIONE TROPICALE–è un sistema di nubi e temporali dove i venti raggiungono la velocità massima di 63 km/h. Non c’è un “occhio” e non sono organizzati a spirale, come di solito avviene nei cicloni. Vi è comunque un’area di bassa pressione da cui prende il nome “depressione”.
CICLONE–è il termine da sempre conosciuto nell’Oceano Indiano da quando è stato utilizzato per la prima volta dal presidente della Commissione Marittima di Calcutta a metà del XIX secolo.Deriva dal greco Kuklos che significa “circolare”.
L’URAGANO MATTHEW
L’uragano Matthew si è formato ai Caraibi ed ha già ucciso quasi 1000 persone, la maggior parte sono morte ad Haiti, in numero più ridotto a Cuba e nelle altre isole colpite dalla sua furia. Muovendosi alla velocità di circa 15 miglia all’ora, risalendo dalle Bahamas verso la Florida. Poi dovrebbe procedere verso la Georgia e la South Carolina e perdere forza sopra l’oceano Atlantico. Gli effetti di Matthew, sono già enormi. Le linee aeree hanno cancellato i voli tra Miami e Orlando.Anche Disney World ha chiuso e tornerà ad aprire solo quando l’uragano si sarà spento sull’oceano.
9 ottobre 2016
Bicocchi Rachele
I TORNADO
L’URAGANO
L’uragano è un ciclone tropicale tipico dei mari delle Antille; perché si formi un uragano i venti devono superare i 175/180 Km.
Il suo nome, secondo alcuni studiosi, deriva dal nome del Dio caraibico “HURICAN” che significa letteralmente “DIO DEL MALE”.
La maggior parte degli uragani si formano tra il primo giugno e il 30 di novembre.
L’URAGANO MATTHEW
E’ trascorsa una settimana dal passaggio dell’Uragano Matthew ad Haiti, il paese più povero dell’America Latina
Ci sono 60.000 di persone rimaste senza tetto, i morti sono più di 990, i danni provocati dal passaggio dell’uragano sono enormi: migliaia di case sono state distrutte e gran parte della popolazione vive nei centri di accoglienza ,mancano cibo e acqua potabile.
C’è grande rischio che si diffonda il colera.
Prima di colpire Haiti l’uragano è passato da Cuba, isole Bahamas, da Santo Domingo e dalle coste degli Stati Uniti
L’uragano Matthew è stato il più forte degli ultimi 10 anni e, con la sua intensità, era in grado di sradicare alberi e distruggere costruzioni in muratura .
Lorenzo A
GLI URAGANI
La parola uragano proviene dal caraibico Hurican che significa Dio del male.
Come si forma
Un uragano si forma a causa di grandi masse di aria calda e umida, quindi soprattutto nelle zone tropicali dove c’è anche l’acqua del mare che raggiunge temperature di 26-27 gradi centigradi. Durante le tempeste l’aria calda rilasciata dal mare sale in alto, si raffredda rapidamente e ritorna verso il basso. Questo fenomeno non avrebbe una lunga durata se non intervenisse l’azione della forza di Coriolis. La forza, causata dalla rotazione terrestre, provoca una deviazione dei venti che iniziano a muoversi in cerchio con velocità sempre più grande man mano che si avvicina al centro del vortice, chiamato occhio. Nell’emisfero nord l’uragano gira verso destra (rotazione antioraria), mentre nel emisfero sud (rotazione oraria).
Le fasi dell’uragano
La fase dello sviluppo dell’uragano dura dalle 12 alle 48-72 ore e a 3 fasi:
– Depressione tropicale: nuvole e pioggia che superano i 60 km orari
-Tempesta tropicale: i venti aumentano la loro intensità e vanno dai 60 ai 120 km orari
– Uragano: i venti superano i 120 km orari e arrivano fino ai 300 km orari e oltre
La scala degli uragani
- Minimo: tempeste con qualche danno
- Moderato: danni un po’ più seri
- Forte: danni strutturali a piccole residenze
- Fortissimo: danni estesi
- Disastroso: danni disastrosi
Uragano Matthew
- Formazione: 28 settembre 2016
- Categoria: 5
- Dissipazione: in corso
- Venti più veloci: 260Km orari (160 mph sostenuti 1 minuto)
- Pressione minima: 934 hpa (mba)
- Aree colpite: Haiti, Cuba, Florida sud, Nord Carlina
- Stagione: stagione degli uragani 2016
Matthew è il secondo maggiore uragano atlantico della stagione 2016
SOFIA
L’uragano Matthew
L’uragano Matthew arriverà in Florida. Per ora è passato da Cuba, Haiti, Bahamas,... I suoi venti vanno adesso a circa 150 km orari e nella scala degli uragani è al livello 3.
Gli uragani si formano nell’oceano. Il loro nome è di origine caraibica, da Hurican o Uracan. È un ciclone tropicale, che viene solo in estate o in autunno. Il picco inizia verso il 10 settembre.
L’uragano Matthew ha devastato le Haiti: ha distrutto case, ha sradicato piante, ha danneggiato tetti e sono morte circa 900 persone.
6 ottobre 2016
Agata
Matthew
E’ passata una settimana da quando Haiti è stata colpita dall’uragano Matthew che ha causato più di 900 morti. Ma purtroppo anche dopo il suo passaggio sull’isola di Haiti l’uragano continua a provocare danni perchè la popolazione ha adesso un altro problema: il colera. Oltre alla sfortunata isola, l’uragano è arrivato anche a Cuba, Bahamas e Santo Domingo; si è poi spostato negli Stati Uniti dove ha causato 19 morti. Quando l’uragano ha colpito Haiti aveva una potenza pari a 5 su una scala da 1 a 5.
Adesso la preoccupazione principale è quella di raggiungere tutte le zone dell’isola, aiutare gli sfollati che sono senza casa e cibo, portare aiuti medici per tutti i feriti.
16 ottobre 2016
Con la parola uragano si indicano i cicloni tropicali che si formano tra i Caraibi, gli Stati Uniti e l’Australia. Prendono il nome di tifoni quando gravitano tra l’oceano Indiano e il Mar Cinese. I cicloni che si generano al di là dei tropici vengono chiamati cicloni extratropicali o, più semplicemente, si parla di depressione.
Il ciclone è una perturbazione che si forma in un’area del mare, detta ‘ciclonica’ o di ‘bassa pressione’, in cui la pressione atmosferica è minore di quella delle regioni circostanti. Nasce quando le masse di aria calda si muovono verso l’alto e generano nuvole, vento e temporali.
Gli uragani si formano in zone di bassa pressione dove la temperatura dell’acqua è superiore ai 26 gradi. Con queste condizioni si crea un grande vortice con, al centro, una sorta di imbuto circoscritto da forti correnti che si avvitano a spirale e che portano l’aria umida ad alta quota. Mano a mano che il vortice cresce, l’aria umida condensa e si trasforma in pioggia, cedendo del calore che va ad alimentare ulteriormente il fenomeno. Quando si sposta sulla terraferma l’uragano si esaurisce, ma conserva comunque l’energia per devastare le città che si distendono lungo la costa.
Un uragano è formato da un imbuto centrale, il cosiddetto ‘occhio del ciclone’, di diametro massimo di trenta chilometri. Al suo interno la situazione è apparentemente quieta e non ci sono nuvole. La zona circostante, che può arrivare a 500 chilometri, è quella che origina i disastri e in cui i venti possono superare anche i 200 chilometri l’ora. La ‘coda’ è la parte terminale in cui le raffiche di vento sono più deboli e vanno verso l’esaurimento.
In base alla forza del vento, l’Organizzazione meteorologica mondiale divide i fenomeni tropicali in tre categorie. Si parla di depressione tropicale se il vento è minore ai 63 km/h. Si assiste ad una tempesta tropicale quando la velocità è compresa tra i 63 e i 118 km/h. Sopra questa soglia, si ha un uragano.
La categoria di un uragano viene definita in base alla velocità del vento secondo la scala Saffir-Simpson. Si hanno cinque categorie: 1 minimo velocità del vento da 119 a 153 km/h, categoria 2 moderato da 154 a 177, categoria 3 forte da 178 a 208, categoria 4 fortissimo, la categoria di Matthew, da 209 a 251 , categoria 5 disastroso quando i venti superano i 252 km/h.
Nadia
Mytilene, Lesvos – 18/24 settembre 2016, EduGloCal di Gianna, Daila e gruppo toscano
La presentazione in power point è stata realizzata dalle colleghe Elena e Barbara
18 settembre
Con il gruppo Toscano siamo andati alla scoperta dell’isola di Lesbo
Ma alle diciotto in punto abbiamo incontrato gli altri partecipanti al corso e gli insegnanti. I nostri compagni arrivano da vari Paesi europei: Irlanda, Portogallo, Svezia, Olanda, Finlandia e Turchia, mentre i docenti provengono dal Regno Unito e dalla Svezia.
La prima attività che abbiamo svolto, “I introduce myself”, ci ha consentito di conoscere i vari componenti del gruppo!
Successivamente ciascuno ha mostrato e proposto agli altri alcuni prodotti alimentari caratteristici del proprio Paese. Il cibo ci ha aiutato ad entrare in rapporto gli uni con gli altri, a parlare, a conoscerci. (vedi un esempio di presentazione in fondo all’articolo)
19 settembre
Oggi è iniziato il nostro percorso Eduglocal- Think global, act local, learn glo-cal.
Abbiamo visitato il Museo della produzione industriale dell’olio di oliva e incontrato le donne che per prime hanno costituito una cooperativa agricola che produce e mette in tavola i prodotti locali.
Il momento dell’assaggio è sempre molto interessante! 🙂
Olio d’oliva, olive, formaggio, pane… Ed i prodotti delle donne di Petra…verdure, formaggi e carni, storie di forza e passione!
Alimenti locali, stagionali, biologici, rispettosi dell’ambiente per uno sviluppo “sostenibile”
Infine abbiamo visitato Molivos, un piccolo paese sul mare, patrimonio dell’Unesco.
L’imponente castello
20 settembre
Stamattina abbiamo visitato il Liceo Sperimentale di Mytilene e abbiamo incontrato gli insegnanti che hanno lavorato con i materiali Eduglocal.
Il liceo è nato nel 1891 ed ha una bellissima biblioteca ricca di testi antichi, possiede alcuni incunaboli e manoscritti del 1400.
Poi ci hanno parlato di migrazione e cittadinanza.
Ecco il nostro “Citizenship exercise”!
Abbiamo immaginato la famiglia ideale e pensato alla famiglia reale.
Infine abbiamo visitato “Church and Mosque”
21 settembre
Oggi ci siamo spostati all’ Environment Centre of Asomatos per lavorare sulle problematiche ambientali.
Il centro si trova in una ex scuola primaria chiusa per l’esiguo numero di bambini che ora devono spostarsi in un paese vicino.
I percorsi che gli operatori propongono si rivolgono prevalentemente alle scuole, dalla primaria al superiore. Nei laboratori si parla di piante di olivo e castagno, di api, di fiori, di funghi, di produzione di oggetti in ceramica e con legno di olivo.
Il centro propone attività anche in riserve naturali dove è possibile fare birdwatching.
Our workshop on Climate Change and its effect on the environment
Infine abbiamo visitato il suggestivo villaggio di Agiasos
22 settembre
Oggi partenza in pullman per Sigri (la guida ci dice che il nome trae origine dalla parola italiana “sicuro” perché il porto è racchiuso in una piccola baia considerata sicura)
Avvicinandoci al Golfo di Kalloni il paesaggio cambia, diventa brullo e il colore prevalente diventa il giallo, in tutte le sue sfumature.
Ci fermiamo al bellissimo monastero di Leimonos dove le donne non potevano pregare (e non possono ancora) e quindi decisero di costruire una cappella per la preghiera per ogni giorno dell’anno, ne furono costruite “solo” 208! Questa informazione ci stata fornita dalle colleghe del corso di Sharing landscape.
Abbiamo poi raggiunto il Natural History Museum of the Lesvos Petrified Forest di Sigri.
Lì, abbiamo ricevuto informazioni sulla foresta pietrificata, abbiamo esplorato il museo, ricco di fossili provenienti dall’isola e da tutto il mondo, abbiamo “provato” terremoti di vari gradi in scala Richter fino al nono… Un’esperienza davvero impressionante!
Infine abbiamo visitato la “Pietrified Forest”
Questa è la sequoia pietrificata più grande al mondo, è alta ben sei metri!
Sotto strati creati da polvere vulcanica e formatisi in milioni di anni, c’è anche una foresta tropicale!
Abbiamo poi visitato il villaggio che ha dato i natali a Saffo, grande poetessa greca. Saffo (Σαπφώ in greco), nacque ad Ereso nell’ isola di Lesbo intorno al 620/650 a.c. e qui morì intorno al 550/580 a.c. Visse gran parte della sua esistenza a Mitilene, principale città dell’ isola.
“Le stelle intorno alla luna bella
nascondono di nuovo l’aspetto luminoso,
quando essa, piena, di più risplende
sulla terra …”
Saffo
23 settembre
Oggi abbiamo rielaborato le osservazioni fatte durante gli scorsi giorni.
Quotidianamente, infatti, i docenti ci attribuivano dei compiti (tasks) da svolgere che poi avremmo dovuto concretizzare in un elaborato digitale alla fine dei percorsi.
Quindi, oggi, abbiamo prodotto un video intitolato “Colours of the week” e iniziato ad impostare un percorso didattico legato alla colorazione naturale dei tessuti.
24 settembre
Questa è l’ultima mattina del nostro corso.
Dopo gli ultimi adempimenti burocratici, abbiamo visitato il luogo dove Aristotele meditava, circondato da una catena collinare simile ad un anfiteatro. Aristotele, filosofo, scienziato e logico greco antico nel 344 a.C., venne a Mitilene, sull’isola di Lesbo, dove fondò un’altra delle sue scuole. Il tempio al centro della conca circondata da colline era dedicato Zeus.
25 settembre, ore 6.50: “Ciao, Lesbo, isola dei gatti!”
“Meowwwwww…”
“Slap…”
“Uff…levatevi di torno!”
“No, dai, portatemi con voi!
“Cats, cats, …cats everywhere!”
Questa è la presentazione che avevo preparato, di me e della mia scuola, che però, alla fine, ha subito notevoli tagli!!! 🙂
Kalimera, Good Morning, Buon Giorno. (o Kalispera, Good Evening, Buona Sera.)
My name is Daila Cecchi, I am italian and I live in Tuscany, in northern Tuscany, about 800 meters above sea level, in the Appennine mountains, 60 km from Florence. I teach in a primary school, and this year I will teach children aged nine and ten.
The immediately striking feature of the area where I live is the wealth of vegetation: there is plenty of tall trees, both evergreen or falling leaves. The territory is considered by some one of the green lungs of Europe; the landscape changes color and appearance every season. This stimulates us and the children to observe the nature around us.
On observing the natural environment we seek to stimulate children and raise their awareness, with practical and interdisciplinary activities, with collective thinking and with cooperative learning to respect the environment and the “others”, animals and people.
In our school we grow plants and vegetables, we do gardenin, we deal with waste collection, recycling and re-use, and this is the first object that I brought with me: what remains of scotch tape. With this and many recycled things we produce artifacts and try to make the children understand the importance of recycling, because what we can now make with ease will not be so indefinitely and many things may no be easily available in the future.
We try to open our classrooms whenever possible.
For exemple we maintain relations with the local institutions by meeting the elders of the retirement home (family home, in italian) adjacent to our school and with whom we share a greenhouse.
We devote a bit of our time to the children with disabilities, many of them now grown-up and living in a structure of our territory.
We try to have relations with migrants who are welcomed in our town. We are always working on the theme of inclusion and the peaceful resolution of conflicts, starting alwaysfrom the experience of our children.
I also brought a chestnut because it is with this fruit that past generations of the people of the Pistoia mountains have survived.
The chestnuts were dried and milled in water mills, water being an element that is abundant in our area. With the flour, several different recipes were made, the castagnaccio ( chesnuts pie), necci, polenta,…. With the children we try to learn about our past, through testimonials and interviews with the grandparents.
Finally, since the school year 2003/2004, I started a school magazine. It was a unique number, created by the children of the last class of the primary. It followed the characteristics of a newspaper and became the instrument by which to show parents what their children were able to do and the various school activities. In December 2013 it has become a blog and it is open to the world. It is in Italian, but from photos and images, anyone can see most of the school activities in which teacher and student are involved.
Ciao, sono Daila Cecchi, sono italiana e vivo in Toscana, nel nord della Toscana, in montagna a circa 800 metri sul livello del mare, a 60 km da Firenze. Insegno in una scuola primaria e quest’anno avrò bambini di 9 e 10 anni. La caratteristica immediatamente evidente dell’area in cui vivo è la ricchezza di vegetazione, ci sono alberi ad alto fusto sia sempreverdi che a foglie caduche, questo territorio è considerato da alcuni uno dei polmoni verdi d’Europa; il paesaggio cambia colore e aspetto ad ogni stagione. Ciò stimola noi e i bambini all’osservazione della realtà… partendo dall’osservazione dell’ambiente naturale cerchiamo di stimolarli e sensibilizzarli, con attività pratiche e interdisciplinari, con riflessioni collettive e con il cooperative learning al rispetto dell’ambiente e degli “altri”, animali e persone. Nella nostra scuola coltiviamo piante e verdure, facciamo l’orto, ci occupiamo di raccolta differenziata, di riciclo e ri-uso, e questo è il primo oggetto che ho portato con me: ciò che rimane dello scotch. Con questo e altri cose realizziamo dei manufatti e cerchiamo di far capire loro l’importanza del riciclo, perché quello che possiamo oggi ottenere con facilità non è infinitamente disponibile e potrebbe non esserlo più in futuro.
Manteniamo i rapporti con il territorio incontrando gli anziani della casa famiglia che è adiacente alla nostra scuola e con i quali condividiamo una serra, dedichiamo un po’ del nostro tempo ai ragazzi disabili, ormai molto grandi, che vivono in una struttura del nostro territorio, proviamo ad avere rapporti con gli immigrati che sono accolti nel nostro comune,… insomma cerchiamo di aprire le nostre aule, quando possibile… lavoriamo costantemente sul tema dell’inclusione e sulla risoluzione pacifica dei conflitti, partendo dall’esperienza dei bambini.
Ho portato anche una castagna perché è con questo frutto che le generazioni passate della montagna pistoiese sono sopravvissute. La castagna veniva essiccata, macinata nei mulini ad acqua, altro elemento che abbonda nel nostro territorio, e con la farina venivano realizzate numerose ricette diverse. Ai nostri bambini cerchiamo di far conoscere il loro passato attraverso le testimonianze e le interviste ai nonni.
Infine ho portato un giornale che realizziamo a scuola ormai dall’anno scolastico 2003/2004 e racconta la storia del nostro percorso didattico da allora. All’inizio seguiva le caratteristiche proprie del quotidiano anche se era un numero unico prodotto e realizzato dai bambini dell’ultima classe della primaria, successivamente è diventato il mezzo con cui mostrare ai genitori cosa i ragazzi facessero a scuola oltre le attività che il quaderno mostrava, infine nel dicembre 2013 è diventato un blog e si è aperto al mondo. E’ in italiano ma dalle foto e dalle immagini potreste vedere parte delle attività della scuola in cui opero.
Zittelleggi 14 – Ciascuno è speciale… Coltiviamo le differenze: la nostra prospettiva inclusiva.
Ciascuno cresce solo se sognato
C’è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c’è chi si sente soddisfatto
così guidato.
C’è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c’è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.
C’è pure chi educa, senza nascondere
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d’essere franco all’altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.
Danilo Dolci
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Dedicata a tutti i bambini e in special modo a quelli che, a settembre, ci lasceranno per approdare alla Scuola Secondaria di Primo Grado.
Ciao ragazzi!
Un abbraccio a tutti voi!
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L’8 di giugno pioveva ma tutti, tenacemente, avete creduto che il nostro spettacolo di fine anno si potesse fare come progettato! Grazie a tutti!
Prima che “Sofia” diventasse il tormentone dell’estate 2016
Una festa multilingue, per aprirci al mondo!
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Inclusione e solidarietà, oltre i confini dell’aula…
Incontriamoci e incontriamo altri
Per conoscerci meglio e essere più disponibili verso “l’altro”…
I “nonni” della Casa Famiglia San Gregorio Magno, che incontriamo costantemente
“L’inclusione vuole essere non un nuovo modo di dire, ma una realtà complessivamente disposta per la vita di tutte e di tutti, senza strutture speciali o progetto straordinari. L’inclusione è un diritto fondamentale ed è in relazione con il concetto di appartenenza. Le persone con o senza disabilità possono interagire come persone alla pari…” (Canevaro, 2007)
I “ragazzi” della Fondazione Turati di Gavinana, con i quali abbiamo passato una piacevole domenica
Gli amici della Scuola Primaria Edmondo de Amicis di Fornaci di Barga, con i quali abbiamo lavorato insieme per un progetto comune
Abbiamo anche lavorato con i bambini più piccoli e…
… i ragazzi più grandi
“Forse il maggior numero degli errori pedagogici è il credere che un individuo impari soltanto quel dato particolare che studia in quel momento. L’apprendimento collaterale, la formazione di attitudini durature o di repulsione, può essere e spesso è molto più importante. Codeste attitudini sono difatti quel che conta nel futuro. L’attitudine che più importa sia acquistata è il desiderio di apprendere” (J. Dewey, 1963)
Star bene insieme, migliorare l’autostima
Durante l’anno ricerchiamo occasioni particolari per incrementare intenzionalmente la forza e la coesione dei gruppi classe e del più grande gruppo scuola. Per questo oltre alle tradizionali uscite/gite scolastiche programmiamo attività comuni nella scuola e oltre le aule scolastiche.
La natura, la cultura del territorio ci offrono grandi occasioni per svolgere attività insieme, motivando e responsabilizzando i bambini al raggiungimento di un obiettivo comune, anche attraverso l’apprendimento cooperativo. Con questa metodologia ci proponiamo il fine di migliorare sia gli apprendimenti previsti nel curricolo che le competenze sociali, indispensabili per star bene con se stessi e gli altri.
“La diversità diventa così normale… Scopo dell’inclusione è quello di rendere possibile, per ogni individuo, l’accesso alla vita normale per poter crescere e svilupparsi totalmente.” (Canevaro, 2007)
Tanti modi diversi per star bene a scuola
In gruppo, in gruppo ma da soli, in coppia, pensando, scherzando, aiutando, sostenendo, giocando, leggendo, vivendo le differenze, parlando, correndo, …rafforzarsi per resistere agli eventi negativi della vita…
…o imparare mangiando :-p
Lavorare in gruppo per un obiettivo comune
Comunicare, relazionarsi, emozionarsi, condividere, esprimersi liberamente,…
Stare insieme per giocare, confrontarsi, discutere
Muoversi,
Litigare (in questo caso far finta di…), riflettere sul conflitto come risorsa “…è tempo di passare dalla concezione che vede nel conflitto solo un problema, a quella che o considera come un’autentica risorsa, come un modo complesso di comunicare e manifestare dei bisogni, certamente impegnativo per chi educa, ma importante nelle sue potenzialità positive” (Carrescia, Faso, Folli, Palmieri, 2014)
Bibliografia
Nessuno escluso- Carrescia, Faso, Folli, Palmieri Ed. Pearson, 2014
Litigare con metodo. Gestire i litigi dei bambini a scuola- Novara, Di Chio, Ed. Erickson, 2013
Apprendimento cooperativo in classe- Johnson, Johnson, Holubec, Ed Erickson, 2013
L’integrazione scolastica egli alunni con disabilità- A. Canevaro,Erickson, 2007
Esperienza e educazione- J. Dewey, La Nuova Italia, 1963
La vita scolastica, Giunti scuola
Alcune idee per l’anno scolastico che sta per iniziare:
1-¡ Hola!
Finalità
Il progetto, oltre a porsi le finalità di sensibilizzare gli alunni alla multiculturalità e di stimolarli alla comprensione verso chi vive e pensa in modo diverso da loro, intende porre particolare attenzione e riguardo nei confronti di quei bambini che si trovano in difficoltà nell’apprendimento della lingua inglese. Tali difficoltà risiedono soprattutto nelle differenze fonetiche tra le lingue. Molti studi indicano che queste variabilità generano una diversa incidenza di bambini dislessici tra la popolazione infantile, infatti in Italia ci sono fino a due volte meno casi di dislessia, con un’età inferiore a dieci anni, rispetto agli Stati Uniti. Tutto ciò è dovuto alla non trasparenza della lingua inglese.
Il progetto si propone di presentare la lingua spagnola prendendo spunto dagli argomenti che saranno affrontati in lingua inglese, rispettando la gradualità delle classi.
Intende stimolare una prima riflessione sulle diversità linguistiche tramite il confronto della lingua spagnola con la lingua inglese.
Vuole evidenziare alcune differenze e somiglianze a livello di grafema e di fonema; comprendere il diverso grado di difficoltà che implica lo studio delle diverse lingue; favorire l’apprendimento di una lingua straniera diversa dall’inglese dove siano presenti casi di DSA.
Il progetto si integra con attività collegate alla musica, alla lingua inglese e italiana
Costituisce anche la prosecuzione dell’esperienza dell’anno scolastico 2015/16 e si collega con le materie curricolari della scuola secondaria di primo grado
Prodotti
Nel corso dell’anno saranno prodotti giochi come ad esempio domino e memory, oppure biglietti d’auguri e semplici cartelloni.
Saranno presentate canzoni e attività durante la festa di fine anno
Alcuni obiettivi saranno:
Saper salutare e presentarsi.
Saper copiare vocaboli e saperli riconoscere.
Saper scrivere e utilizzare semplici vocaboli di uso comune come oggetti scolastici, giorni, stagioni, numeri,…
Saper riprodurre in modo guidato semplici funzioni comunicative.
Interagire in brevi e semplici conversazioni.
Imparare canzoni in lingua spagnola.
Valutazione
La valutazione sarà fatta proponendo situazioni di role playing, drammatizzazione, semplici schede.
I feed back saranno continui e consisteranno in situazioni di brevi dialoghi, domande e risposte con l’insegnante e i compagni; semplici schede.
Effetti
Gli effetti attesi a medio-lungo termine sono:
– favorire un buon approccio verso lo studio delle lingue straniere;
– stimolare la fiducia in se stessi e le potenzialità di tutti i bambini;
– migliorare le capacità comunicative;
– promuovere la capacità di imparare ad imparare.
Come lavoreremo e metodologie
Il lavoro sarà svolto ricavando un piccolo spazio nelle ore di inglese (o di musica)durante tutto il corso dell’anno
Il lavoro sarà svolto a coppie e a gruppo.
Saranno messe in pratica metodologie come Tutoring, Peer to peer, Role playing, Drama
2-Coltiviamo insieme
Con questo progetto rifletteremo sul mistero della crescita di una pianta da un seme. La considerazione verrà attuata progressivamente nel corso dell’anno scolastico insieme con gli anziani della casa Famiglia San Gregorio Magno ed i genitori.
Dal progetto ci attenderemo un coinvolgimento pratico (coltivazione delle piantine ) ed uno affettivo (sviluppo insieme agli anziani dell’amore e del rispetto della natura e della vita).
Osserveremo e studieremo le piante e le erbe, uguaglianze e diversità.
Realizzeremo produzioni grafiche delle varie erbe.
Creeremo un erbario.
Ascolteremo storie antiche e moderne su erbe e piante.
Questo al fine di:
Utilizzare al meglio la serra in comune con la Casa Famiglia San Gregorio Magno.
Migliorare dei rapporti fra generazioni.
Osservare la natura
Il progetto è una prosecuzione di attività portate avanti gli anni passati e di progetti simili nella scuola secondaria.
Alcuni obiettivi saranno:
Coltivare piante alimentari ed aromatiche, e fiori.
Conoscere erbe e piante.
Creare un erbario.
Scoprire e/o inventare storie sulle erbe e sulle piante
Rapportarsi con persone anziane e lavorare insieme
Imparare facendo.
Lavorare fra alunni di classi diverse
Incrementare la capacità di lavorare in gruppo
Lavorare in serra ( seminare, annaffiare, raccogliere).
Distinguere vari tipi di piante alimentari ed aromatiche
Riconoscere erbe e piante
Proporre ai genitori i risultati del proprio lavoro
Cosa faremo:
Tutte le mattine, a turno, effettueremo controllo e cura delle piante della propria classe, ma anche quelle delle altre classi, quelle comuni e quelle degli anziani.
Lezioni teoriche all’inizio dell’anno e durante il suo svolgimento
Conversazioni educative con gli anziani
Proposta di schede per imparare a osservare.
Proposta del quaderno per le osservazioni dell’ambiente
Lavoro in serra
Lavoro individuale o a piccolo gruppo con osservazione dell’ambiente naturale (quaderno di osservazione della natura)
Come lavoreremo
Il lavoro sarà svolto a classi aperte nelle ore pomeridiane. I bambini della classe V guideranno i bambini più piccoli nelle attività pratiche.
Lavoro di gruppo o a piccolo gruppo
Come valuteremo
La valutazione si effettuerà con domande agli anziani e questionari ai genitori; valutando la qualità delle ore passate con gli anziani; osservando i ragazzi in situazione; verificando la quantità di piantine prodotte.
Attraverso anche l’interesse/disinteresse da parte di anziani/bambini e l’osservazione dell’approccio che hanno gli uni con gli altri; la capacità di lavorare in gruppo, la ricerca, in caso di feed back negativo, di nuovi modi e strategie di aggregazione; l’osservazione della crescita o meno delle piantine; l’ipotesi su quale potrebbe essere l’origine di eventuali problemi e riflessioni circa le modifiche da adottare sulle coltivazioni per la loro risoluzione; la capacità di osservazione e l’ incremento dell’interesse dei ragazzi verso l’ambiente naturale.
I risultati attesi sono in particolar modo nei rapporti fra i bambini ed i loro coetanei ed a loro volta con gli anziani.
Ci si attende anche una maggiore presenza dei genitori nelle attività della scuola
3-Robot-ti-amo?
Il Progetto vuole avvicinare gli alunni al mondo della robotica attraverso il gioco, sviluppare un apprendimento pluridisciplinare, stimolarli a acquisire capacità di autonomia operativa, a implementare la capacità di lavoro in squadra con spirito cooperativo.
L’uso dei robot consentirà ai bambini di lavorare insieme, stimolare la fantasia e l’immaginazione, sviluppare il pensiero critico e il problem solving.
Gli alunni accresceranno le loro capacità relazionali e decisionali, il senso di responsabilità e l’autostima.
Il progetto aiuta i ragazzi a imparare a collaborare e a partecipare attivamente lavorando in gruppo, contribuisce ad accrescere la capacità di risolvere semplici problemi, valutando le situazioni e proponendo soluzioni.
Li aiuta a vivere l’errore positivamente, come stimolo a riprovare e a non abbandonare.
Favorisce un apprendimento multidisciplinare e aiuta a promuovere processi che consentiranno agli alunni di diventare costruttori del proprio sapere attraverso una proposta innovativa, accattivante e “pratica”.
Il progetto si integra con altre iniziative di robotica educativa già presenti nella scuola secondaria; può essere anche ampliato e proposto alla scuola dell’infanzia
Il progetto si concluderà:
1- con la progettazione e costruzione di percorsi con i quali realizzare “tappetini” reticolati sui quali operare con la Bee-bot.
2- con la partecipazione a un gioco/percorso, con regole precise e condivise, nel quale i ragazzi si sfideranno a raggiungere una meta; attività che potrà essere svolta sia a gruppi che individualmente.
Alcuni obiettivi:
1- Saper costruire il robot proposto.
2- Saper usare il robot.
3- Saper usare termini specifici legati alla robotica.
4- Migliorare le capacità di osservazione e analisi, di interpretazione e ipotesi, di problem solving, senso critico, riflessione, metacognizione.
5- Migliorare le capacità di orientamento nello spazio.
6- Sviluppare le capacità di interagire e cooperare.
7- Migliorare l’autostima, la sicurezza, la capacità di prendere decisioni.
Valutazione
La valutazione degli apprendimenti sarà effettuata con compiti in situazione (es. i bambini saranno impegnati nell’esecuzione di percorsi assegnati, dovranno dimostrare di saper programmare il robot e raggiungere la meta stabilita).
L’osservazione in situazione costituirà una costante e consentirà, ogni volta, di rivedere o correggere strategie e metodologie adottate se ritenute non efficaci.
Autovalutazione. Gli alunni diventeranno protagonisti del loro processo di valutazione
Il feed-back in itinere: al termine di ogni fase dell’attività è previsto un momento di riflessione comune per verificare se i punti essenziali della lezione siano stati appresi.
La presenza dell’insegnante di classe faciliterà l’attività di osservazione costante e attenta relativa al lavoro cooperativo, al lavoro svolto e ai risultati prodotti dagli alunni
Effetti
Gli effetti attesi a medio-lungo termine sono quelli di incrementare il piacere e l’entusiasmo di stare a scuola, di acquisire competenze di ascolto e comprensione, di migliorare le competenze scientifico/matematiche e i risultati scolastici nelle varie discipline.
Azioni
Il programma delle attività prevede le seguenti azioni:
-
6 incontri di un’ora per classe (breve presentazione iniziale delle attività che verranno svolte, attività con il robot e breve riflessione conclusiva)
-
presentazione del robot e scoperta delle sue funzioni
-
presentazione/costruzione di reticolati sui quali rappresentare percorsi
-
uso del robot sui percorsi costruiti
Come lavoreremo
L’interazione tra studenti avverrà in presenza, a livello di coppia e a piccoli gruppi.
I gruppi varieranno ogni volta tenendo conto dei diversi livelli di abilità.
Il lavoro di gruppo coprirà la totalità del tempo impiegato per lo sviluppo delle attività. Nel gruppo saranno individuati dei ruoli specifici che cambieranno ogni volta da un alunno all’altro.
Ruolo dei docenti
I docenti ricopriranno il ruolo di facilitatore con il compito di capire se le istruzioni, le regole condivise, siano state comprese e di fare in modo che tutti i membri del gruppo partecipino.
Sviluppi
Quando possibile, alla fine di un percorso, saranno svolte attività peer to peer che vedranno gli alunni protagonisti nel presentare ad un’altra classe (o ai bambini della scuola dell’infanzia) le attività svolte e le loro impressioni
“Crescere cittadini consapevoli”
Si evidenzia il bisogno di riconoscere il valore delle regole e del senso civico. Il progetto ha lo scopo di identificare ed estirpare atteggiamenti e mentalità “mafiose”.
Finalità
Superare nella classe atteggiamenti di conflitto e rivalità tra bambini
Collegamenti
Il progetto costituisce la prosecuzione di altre esperienze affrontate dalla scuola negli anni precedenti per classi parallele e soprattutto in verticale come progetto di Istituto.
Obiettivi
-Spargere semi di giustizia, di altruismo e reciprocità
-Conoscere e rispettare le diversità di ciascuno
-Stimolare il piacere di lavorare insieme
-Mettere in atto atteggiamenti di rispetto e generosità
Valutazione
Osservazione sistematica del comportamento dei bambini in classe
Il feed-back in itinere riguarderà situazioni in cui si potranno registrare esiti positivi nel creare un ambiente collaborativo in classe facendo lavorare i bambini in piccoli gruppi.
Effetti
Gli effetti attesi a medio-lungo termine sono i seguenti:
-conoscenza dell’aspetto storico-sociale del fenomeno mafioso
-comprensione delle conseguenze che possono avere atteggiamenti non legali
-promozione di atteggiamenti di giustizia e di condivisione
Attività
Il programma delle attività prevede le seguenti azioni:
-si lavorerà a gruppi di bimbi caratterialmente diversi al fine di confrontarsi ed arricchirsi l’uno con l’altro
-lettura di testi dedicati all’argomento
-giochi per l’acquisizione di atteggiamenti di legalità.
-incontri con personalità che si sono distinte per l’impegno e la lotta alla mafia.
-Incontro con l’autrice Ceccarelli Patrizia
-Cineforum
I bimbi formeranno gruppi per elaborare testi scritti e grafici.