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Paese che vai usanze che trovi, gesti, cibi abitudini

Lavorando in gruppo, impariamo a discutere, condividere, fare relazioni, organizzare schemi, fare brevi presentazioni…  

Sono stati proposti due testi. In uno sono descritti alcuni gesti che, pur essendo simili, hanno un altro significato in Paesi e popoli diversi, mentre nel secondo sono spiegati i vari modi di scrittura.

Se la comunicazione è problematica fra persone che condividono gli stessi gesti per affermare o negare, figuriamoci fra popoli in cui questi gesti vogliono dire l’esatto contrario!

 Ogni gruppo, dopo aver letto e discusso al suo interno, ha costruito il proprio schema, la propria scaletta per riferire e relazionare agli altri.

Complimenti a tutti, siete stati davvero bravi!

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Qualcuno prepara anche i foglietti per fare il “gobbo” ed aiutare la compagna che parlerà.

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Abbiamo iniziato a conoscere i libri che incontreremo il prossimo anno, letture più lunghe riflessioni da ragazzi più grandi.

Abbiamo anche letto alcuni racconti di autori di altri Paesi con le loro scritture e i loro alfabeti diversi dal nostro (il testo originale era a lato della traduzione in italiano)

Dalla Cina abbiamo visto gli ideogrammi; dall’Eritrea i caratteri dell’alfabeto tigrino; dall’Ucraina quelli dell’alfabeto cirillico; dall’Algeria abbiamo osservato i caratteri dell’alfabeto arabo…

Abbiamo letto che c’è chi scrive da destra a sinistra, in verticale da destra a sinistra, chi da sinistra a destra, chi in modo bidirezionale.

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Alcune lingue antiche, come l’etrusco e il latino arcaico, erano scritte una riga da destra a sinistra e l’altra da sinistra a destra. Questa scrittura si chiama bustrofedica perché si scrive come i buoi quando arano.

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Ogni gruppo si è preparato per parlarne agli altri.

Il brano cinese racconta della scrittura stessa

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Quello eritreo ci racconta della nascita e della vita di una bambina

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Il brano ucraino parla di un gioco che fanno i bambini molto simile alla nostra “Campana”

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Infine il racconto algerino narra di una scuola per donne

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Alla ricerca della rima… classe terza

Lo scorso anno abbiamo ricercato filastrocche popolari, ricche di rime.

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In questi giorni abbiamo provato a cercare le nostre  rime e a creare le prime filastrocche, un po’ “sciocche” ma divertenti!

Ecco i primi tentativi in gruppo!

Il supereroe

Il supereroe salva tutti,
quelli belli e quelli brutti.
Vola sempre, notte e dì,
ma si ferma il lunedì!
Il martedì va in vacanza
con sua moglie, donna Costanza.
Torna a casa il mercoledì
mentre il gallo fa: “Chicchirichì!”
Il giovedì vola in Germania
a trovare sua figlia Melania.
Il venerdì va al supermercato
a comprare un bel gelato,
mentre il sabato mattina
va a trovare la nonnina.
La domenica si riposa
felice e allegro con la sposa.
Nadia, Jonathan, Rachele, Sofia

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Filastrocca sciocca sciocca

Filastrocca sciocca sciocca

ci mangiamo l’albicocca.

La nonna fa i biscotti

e li fa tutti rotti.

Mentre il bambino va in bicicletta,

Mfelice saluta Elisabetta.

Nel prato gli uccellini cinguettano

e sulla grandine sgambettano.

Nel frattempo il verde cardo

punge dolorosamente Riccardo!

 

 

Filastrocca senza argomento

Filastrocca senza argomento

noi studiamo uno strumento;

 il bambino sbaglia l’acca

mentre un altro fa la cacca

c’è chi poi va in montagna

e trova una bella castagna!

 

Le frittelle magiche

In tavola ci sono le padelle

con dentro profumate frittelle,

se le prende tutte Andrea

per andare in pangea.

Quando arriva un bambino

prende in mano un coltellino,

poi arriva un poliziotto che gli tira un bel cazzotto.

Il bambino cade giù

e scatta subito il cucù!

Nadia, Jonathan, Rachele, Giulia e Sofia

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Adesso inventiamo dei personaggi o dei mestieri, oltre ai versi parliamo di strofe

Lo squagnau è uno strano mestiere

cattura gli squali tutte le sere,

poi li trasforma tutti in gatti

che diventano brutti e matti.

(tutti insieme)

 

Il giambalalà è un muratore

e lavora a tutte le ore;

ha sempre le ore puntate

perchè mangia le crostate:

A volte prende i cioccolatini

e di cognome la Filini!

(Agata e Andrea)

 

Il gattaio gioca a palla

e non racconta mai una balla!

Tira i fili sul divano

con il suo amico Ivano.

Mentre fa lo sciocchino

tira pure un filino!

(Agata)

 

Questa è la storia di Giaggio

che viveva solo a maggio;

lui mangiava tanta pizza

e faceva sempre una bizza!

Era sempre in vantaggio

perchè nella vita aveva coraggio.

(Andrea e Lorenzo A.)

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Lo sbaliù

Lo sbaliù è un lavoro pazzerello

dove si disegna con un coltello.

Chi  vuol fare questo mestiere

mangia prima un pasticcere,

dopo aver provato questa strana avventura

supera il tunnel della paura!

Se ti è piaciuto questo mestiere

devi informarti da un cameriere.

Rache, Jon, Sofi

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Mr Forchetta

Questa è la storia di mister Forchetta

che vive in casa di Elisabetta.

Si mette sempre a lato di un piatto

e poi si trova vicino un gatto!

Quando è nel lavandino

diventa sempre più piccino!

Quando vede un pezzo di formaggio

subito dice: “Oh, io l’assaggio!”

Giovanni, Omar, Edmondo

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Il SUB

Il sub in acqua si sa spostare

mentre a galla può annegare

quando il bagnino lo soccorre

il subacqueo fugge e corre!

Filippo S. Lorenzo T. Antonio Dario

Inverno

Inverno biancherello

un po’ pazzerello,

faccio tante capriole

e non vedo noiose aiuole.

Inverno senza un fiore

e neppure un bel colore,

un inverno bianco e triste

con tante bianche piste.

Primavera

Vedo

un fior di pesco

e allora fuori esco.

Il sole risplende

mentre la mamma stende.

Vedo

tanti fiori

e lucenti colori.

Estate

Estate estate

si mangian le patate,

i pesci sono muti

e anche molto astuti.

Onde ondine

dalle grandi alle più piccine,

i bambini  nel mare

iniziano a guizzare!

Agata e Sofia

27 gennaio 2015 – E’ importante ricordare

I bambini hanno raccontato ciò che sapevano della Shoah, dei campi di concentramento, dello sterminio di milioni di persone, non solo ebree,… hanno parlato dei film e documentari che avevano già visto a casa.

Abbiamo discusso tutti insieme.

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C’è un paio di scarpette rosse

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Disegno di Andrea, classe terza

!!!!!

C’è un paio di scarpette rosse

numero ventiquattro

quasi nuove

a Buchenwald.

Erano di un bambino di tre anni e mezzo

chi sa  di che colore erano gli occhi

bruciati nei forni

ma il suo pianto lo possiamo immaginare

si sa come piangono i bambini,

anche i suoi piedini

li possiamo immaginare

scarpa numero ventiquattro

per l’eternità

perchè i piedini dei bambini

morti non crescono.

C’è un paio di scarpette rosse

a Buchenwald

quasi nuove

perchè i piedi dei bambini morti

non consumano le suole.

J. Lussu

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ABBIAMO CANTATO “AUSCHWITZ”

Testo di F. Guccini

Canta “Il Lupo” (da “Pistoia canta Guccini” per il Meyer)

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Son morto con altri cento
Son morto ch’ero bambino
Passato per il camino
E adesso sono nel vento,
E adesso sono nel vento.Ad Auschwitz c’era la neve
Il fumo saliva lento
Nel freddo giorno d’inverno
E adesso sono nel vento,
E adesso sono nel vento.Ad Auschwitz tante persone
Ma un solo grande silenzio
È strano, non riesco ancora
A sorridere qui nel vento,
A sorridere qui nel vento

Io chiedo, come può un uomo
Uccidere un suo fratello
Eppure siamo a milioni
In polvere qui nel vento,
In polvere qui nel vento.

Ancora tuona il cannone,
Ancora non è contenta
Di sangue la belva umana
E ancora ci porta il vento,
E ancora ci porta il vento.

Io chiedo quando sarà
Che l’uomo potrà imparare
A vivere senza ammazzare
E il vento si poserà,
E il vento si poserà.

Io chiedo quando sarà
Che l’uomo potrà imparare
A vivere senza ammazzare
E il vento si poserà,
E il vento si poserà.

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Fiabe in rima – Classe quinta

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Disegni: classe terza e quinta

Oggi abbiamo deciso di aiutare i bambini di terza a riflettere sulle fiabe perciò, ci siamo divertiti a trasformarne alcune in filastrocche (rime AABB)

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Cenerentola

Cenerentola, ragazza sola,

a lei tocca cambiare le lenzuola!

Povera, è sempre a pulire!

Matrigna e sorellastre la fanno soffrire.

Una magica sera

il suo sogno si  avvera

e come per magia,

 verso il ballo vola via.

Il principe si fece avanti,

così di balli ne fecero tanti!

Al  momento, però, di parlare

la fanciulla dovette scappare!

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La futura reginetta

perse la scarpetta,

il principe la trovò

pieno di speranza e felice pensò

che, se una fanciulla, la scarpetta calzava

la principessa, di sicuro,  ritrovava.

Un bel giorno al castello andò

e la giovane ritrovò.

Le sorelle arrabbiate,

rimasero sole e desolate.

La fanciulla si sposò

e la felicità ritrovò!

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La Bella e la Bestia

C’era una volta, in un castello,

un Principe egoista anche se bello.

Un giorno una signora bussò alla porta,

era bassa, brutta ed anche storta.

Il Principe non le diede nulla… l’incantesimo scoccò

e, improvvisamente, bestia, lui, si ritrovò.

Anche la servitù si trasformò,

e tanti oggetti diventò.

Una rosa in un’urna stava,

e con il tempo cambiava:

il colore se ne andava, i petali cadevano

e come pioggia in terra scendevano.

Una ragazza di nome Bella al castello arrivò,

e la Bestia subito si innamorò

Bella veniva da un paesino,

assai grazioso ma piccino.

Pian piano il tempo passava

e la rosa sempre più se ne andava.

Il Principe più buono diventò

e la ragazza se ne innamorò.

Pensando di salvarla, gli abitanti,

arrivarono al castello proprio in tanti.

La bestia ferita si ritrovò

e Bella, intenerita, la baciò.

L’ incantesimo svanì

e il Principe ringiovanì.

Le persone tornarono normali

lo stesso  fecero, perfino, gli animali.

Bella e il Principe si sposarono

e i loro destini, così, intrecciarono.

La storia è finita,

evviva la vita!

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Biancaneve

La giovane, dalla pelle lieve e bianca,

della cattiva matrigna era un po’ stanca.

“Specchio, specchio della mie brame

chi è la più bella del reame?”

la strega cattiva blaterava

mentre lo specchio la bellezza gli negava.

La matrinia voleva farla sparire

così al cacciatore disse: “Deve morire!”.

Il complice della strega, però, Biancaneve avvisò

e a gambe levate, per il bosco, lei scappò.

Una piccola casa alla fine ella trovò

e su dei lettini si addormentò.

Fu svegliata dai nanetti

che pesavano solo pochi etti. 

Eran stretti e pure bassi

e a lavorare andavano fra i massi.

Biancaneve lì si trasferì

e ai nanetti la casa pulì.

La strega cattiva una mela avvelenò

e alla bella fanciulla la portò.

La persona arida sogghignava

mentre Biancaneve sul prato si accasciava.

Piansero a lungo i poveri nanetti

che nella casa rimasero soli soletti.

Per fortuna, il Principe la strega uccise

e le sue labbra sulla bocca di Biancaneve mise,

lei gli occhi aprì e si risvegliò

così alla fine l’amore trionfò!

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Cappuccetto Rosso

C’era una volta una bambina

tanto, tanto piccolina.

Con il suo capuccetto rosso rosso

se ne andava, da sola, per il bosco.

In mano aveva un bel cestino,

tutto decorato di gelsomino.

Dentro c’erano dei buoni biscotti,

alcuni interi, alcuni rotti.

Ad un certo punto incontrò il lupo,

in un sentiero buio e cupo.

Il lupo disse, raccogliendo un fungo:

“Tu passa dal sentiero corto, io dal più lungo!”

Ma il lupo la imbrogliò

e per quello più corto se ne andò.

Veloce arrivò a destinazione

e la nonna mangiò in un sol boccone!

Poi, Cappuccetto dalla nonna arrivò

e tante cose al lupo mascherato domandò!

L’ultimo curioso quesito fu:

“Che grande bocca hai tu?”

Il lupo affamato non rispose

e veloce la mangiò senza lasciar prove!

Un cacciatore amico in casa entrò

vide il lupo nel letto e gli sparò.

Così salvò nonna e Cappuccetto Rosso

che piangeva a più non posso.

Cappuccetto di nuovo si incamminò

e a casa da sola ritornò!

L’avventura era felicemente finita

speriamo che alla piccola sia servita!

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Picasso e la modernità spagnola,classe quinta

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22 dicembre 2014

Partiamo da Maresca alle 9.08, cambiamo pullman a Campo  Tizzoro, prendiamo il treno a Pistoia alle 10.12. Arriviamo alle 11 circa a Firenze. Formiamo la fila, ogni bambino controlla il compagno e chi gli sta avanti e dietro… Perfetto!

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Prima tappa: a pranzo!!! Siamo grandi, questa volta nessuno si è sentito male sul pullman (ma ricordate, in prima, i terribili viaggi al Museo Marini a Pistoia? Quante fermate per prendere aria!) e quindi ci concediamo uno spuntino in questo luogo adorato da tutti i bambini!

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Mezzogiorno, ci avviamo verso Palazzo Strozzi. La maestra fa finta di non conoscere la strada è chiede loro di controllare con attenzione le indicazioni turistiche, segnali marroni!

Arrivati in orario all’appuntamento di mezzogiorno e mezzo, ritiriamo i biglietti e incontriamo il nostro accompagnatore, Tommaso.

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Posiamo le nostre cose e ci sediamo intorno ad un tavolo per farci conoscere, poi iniziamo il nostro percorso.

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Incontriamo Picasso, Dalì,… e molti altri pittori che ci raccontano un pezzo della storia dell’arte.

Tommaso ci racconta i quadri che vediamo, ci parla del cubismo, ci narra di linee, di figure geometriche, di puzzle,… Noi rispondiamo raccontando ciò che vediamo, le nostre emozioni…

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…che poi proviamo ad esprimere con linee e disegni, tenendo sottocchio “El Guernica” del quale abbiamo visto gli schizzi e i lavori preparatori.

Facciamo schizzi anche noi con penna nera, lapis, pennarello nero.

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Raccontiamo ai compagni cosa abbiamo disegnato e ciò che volevamo esprimere.

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Come già detto, abbiamo visto i bozzetti per la realizzazione di El Guernica.

Ecco l’interpretazione del grande Quino, “padre” di Mafalda

Salutiamo Tommaso, compriamo qualche ricordino e ci avviamo verso Piazza del Duomo. Qui vediamo il Battistero, che stanno restaurando, la Cattedrale e il campanile di Giotto.

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Poi, via, verso la Stazione di Santa Maria Novella. Treno e pullman ci aspettano!