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“I Paesi dei Tuttiuguali”
La fiaba dei paesi dei TUTTIUGUALI è stata inventata dagli alunni della quinta di Maresca durante le ore di materia alternativa insieme all’insegnante.
Nella storia vengono affrontati i temi dell’inclusione, dell’uguaglianza, della diversità, del rispetto dell’altro nella convinzione che la diversità sia una ricchezza e un bene per l’umanità.
Il racconto è stato successivamente condiviso con il resto della classe e con la quarta. Con l’aiuto di tutti i bambini è stato rappresentato durante la festa di fine anno.
I paesi dei Tuttiuguali
Capitolo 1
Esordio
Un tempo esistevano al mondo i paesi dei Tuttiuguali.
In ognuno di questi paesi i bambini che nascevano erano uguali al loro genitore.
Un bambino/bambina poteva già vedere come sarebbe stata/o da adolescente, da adulto/a e da anziana/o perché era identico/a al fratello/sorella, al babbo/mamma e al nonno/nonna.
C’era il villaggio di “Moltomoltogrande”, quello di “Piedino”; c’era la città “Bianca” e la città “Quella”…
In ogni città tutti svolgevano lo stesso mestiere e vestivano nel medesimo modo.
Capitolo 2
I quattro paesi
Nel paese “Moltomoltogrande”, somigliante ad una città, si coltivava il Frutto del Tiritaka dal quale si raccoglievano pannocchie giganti e dalle quali si ricavavano i pop corn, il cibo nazionale del paese. Si praticava la FORMULA 10 e ci si vestiva in modo molto sportivo.
Nel paese di “Piedino”, sorto nella pianura ai piedi della montagna, si mangiava il “ Fangillo”, una pianta della quale si potevano utilizzare tutte le parti, dalle radici ai frutti. Era un paese nel quale si praticava la puntualità e si rispettavano assolutamente gli orari: ci si alzava alla 7.30, si pranzava alle 12.3 e, si faceva la merenda alle 17 in punto. La cena era esattamente alle 20.00, il cinema alle 10.00 e poi tutti andavano a letto alle 11.45.
Nella città “Bianca” nevicava sempre. Era molto freddo e lo sport principale era lo sci. Gli abitanti di questa città mangiavano sempre minestra calda, passavano le serate in gruppi davanti ai caminetti e gustavano grandi tazze di cioccolato caldo.
Nella città “Quella” era tutto costruito sul pendio di una montagna altissima. Ogni giorno alcune macchine estraevano dalle cave minerali. Nel frattempo gli abitanti si dedicavano al divertimento: andavano al cinema, facevano sport e ballavano.
Capitolo 3
Eguaglianza estrema
Col passare del tempo gli abitanti dei paesi iniziavano a stancarsi di tuta questa UGUAGLIANZA, di questo mondo sempre uguale UGUALE, dove tutto si svolgeva NELLO STESSO MODO; cominciarono a dubitare che mangiare sempre lo STESSO CIBO, fare tutti lo STESSO MESTIERE, vestirsi tutti allo STESSO MODO, giocare e divertirsi con i SOLITI PASSATEMPI, conoscere gli altri perché IDENTICI A SE STESSI… fosse realmente piacevole e positivo.
Fu così che gli abitanti dei vari paesi cominciarono a spiarsi l’un l’altro per scoprire le tradizioni, i divertimenti, i cibi del prossimo.
Questi goffi tentativi però non provocarono altro che zizzania e tensione tra gli abitanti dei paesi perché i confini erano così controllati e protetti che ogni intromissione era scoperta e irritava infinitamente chi era controllato. Insomma tutti desideravano scoprire quello che facevano gli altri ma non allentavano i controlli su loro stessi. Era un circolo vizioso l’uno non concedeva niente all’altro e l’altro faceva lo stesso.
Capitolo 4
I bambini, l’avventura
Un giorno, un bambino, particolarmente annoiato e curioso, del paese di “Piedino” trovò nel mezzo delle coltivazioni degli alberi da frutto una botola, l’aprì, scese lentamente e trovò una stanza con una teca in mezzo che conteneva un oggetto e un messaggio: “Dirigiti nel punto d’incontro delle terre di nessuno”.
Nello stesso momento un bambino di “Moltomoltogrande” in una crepa dei grandi alberi, una bambina di “Bianca” in un pupazzo di neve che si stava stranamente sciogliendo e un ragazzo di “Quella” in una grotta della montagna trovarono un messaggio uguale.
I quattro ragazzi si incamminarono verso le “Terre di nessuno”, un luogo creato dagli antenati degli abitanti dei quattro paesi, una zona franca dove un tempo, prima che ognuno diffidasse dell’altro, si incontravano per prendere decisioni sugli scambi di oggetti, cibi e sui rapporti reciproci.
Quando si trovarono a pochi metri l’uno dall’altro si spaventarono, poi si guardarono preoccupati e, diffidenti, fecero un passo indietro.
Mentre si interrogavano del perché si trovassero tutti e quattro lì, la terra intorno a loro cominciò a tremare e una grossa zolla di terra si staccò dal terreno e li portò in alto sopra le nuvole.
Trovandosi in mezzo alle nuvole, in una situazione dalla quale non potevano uscire, balbettando iniziarono a parlare fra di loro.
Si accorsero di avere lo stesso messaggio e la pietra, avvicinarono le mani piano piano.
All’improvviso le pietre si attrassero come calamite, formando una sfera. Dalle nuvole comparve la statua di uno strano personaggio. ERA UN ORACOLO. Iniziò a parlare.
“Sulla più alta montagna dovete andare
E il fiore arcobaleno trovare.
Seguite le tracce sulla neve
e trovate il fiocco lieve.
Nelle foreste più buie vi dovete addentrare
e il feroce Ginglob dovete affrontare.
Sulla punta dell’albero raro
raccogliete il frutto più amaro.
Mischiate tutti gli ingredienti
e uniteli alle sorgenti”
I ragazzi si guardarono e decisero, per il bene dei loro paesi che ormai erano ad un passo dalla guerra, di affrontare il freddo della montagna, la neve gelata, il buio della foresta, il temibile Ginglob. Infine si inerpicarono in cima all’albero magico. Unirono gli ingredienti e cercarono le sorgenti.
Capitolo 5
L’epilogo
Distribuirono così a tutti la pozione “Diversidatutti”, aspettarono che tutti la bevessero e aspettarono pazientemente gli effetti.
La mattina seguente tornarono nei loro paesi e trovarono i loro concittadini allegri, concilianti e benevoli verso il prossimo. Non erano più terrorizzati dall’essere spiati, erano disponibili a parlare con gli abitanti degli altri paesi, assaggiavano volentieri i loro cibi…. LI ASCOLTAVANO E NON AVEVANO PIU’ PAURA DI LORO!
I ragazzi erano stupefatti ma godevano di questo nuovo “clima” e dell’aria serena che si respirava nei loro paesi e, finalmente, si sentirono LIBERI!
Da quel giorno, tutti potevano entrare nei paesi degli altri, potevano discutere e confrontarsi con chi aveva opinioni diverse dalle loro e anche questo era molto gratificante! Stuzzicava la curiosità e la creatività…
Cominciarono a nascere tutti bambini diversi, e generazione dopo generazione le diversità erano sempre maggiori e i loro “mondi” diventarono UN SOLO MONDO, ricco, nuovo, creativo e molto molto vario!
“Quel fresco profumo di legalità!”- classe prima
Il lavoro si è proposto di sensibilizzare, stimolare e far riflettere i bambini, di sei anni, sull’importanza del rispetto delle regole e sulle problematiche della legalità, della giustizia e dell’attenzione verso gli altri.
Essendo i bambini molto piccoli è stato indispensabile partire dalla loro esperienza quotidiana e quindi dal loro rapporto con amici, coetanei e compagni di scuola.
E’ stata presentata una semplice filastrocca; è stata letta, commentata, disegnata, recitata e poi rielaborata in un file MP4 dove i bambini hanno scelto la musica e il tema.
Legalità è libertà
“Dammi subito quel bel panino!”
“Eh, no! Tu non fai così, caro bambino!
Lascia stare il mio amico,
con fermezza te lo dico!”
“Grazie amici di avermi aiutato!
Vi porterò del bel cioccolato!”
“Hai una faccia che non mi piace
pensiamo che tu sia un vero incapace!”
“Ma cosa dite, cari ragazzi
non vogliamo ascoltare frasi da pazzi!”
“Non si giudica senza sapere,
costruiamo un mondo senza barriere!”
“Spostati di lì, fammi passare!
O il mio gruppo ti trasforma in polpette!”
“Ma che brutte parole e mal dette!
Potresti gentilmente pensare e cambiare?
Davvero, ragiona, non sai cosa dici
Forse hai bisogno di veri amici!”
Quando c’è chi ti disturba
e la tua vita, fortemente, turba
parlane sempre con chi ti fidi
e la tua pena, con lui, condividi.
A trovare una soluzione
potrà accompagnarti
così che dal problema
tu possa liberarti!
Se vediamo qualcosa che non piace
non facciamo come chi tace.
Parliamo, gridiamo: “Vogliamo legalità!”
Giustizia e inclusione sono la vera libertà!
Scuola, un viaggio nei valori…
SOLIDARIETA’
Il passato che aiuta il futuro… e viceversa
Lavorare con le mani insieme ai “nonni”
e amici
Comprendersi
Stare insieme
@@@
Sognare il futuro senza dimenticare il passato
Il futuro, cassetto dei sogni del passato
Lingua Inglese/Spagnola
Tradizioni: filastrocche, ninne nanne, conte,…
Domani è festa,
si mangia la minestra.
La minestra non mi piace
si mangia pane brace.
La brace è troppo nera,
si mangia pane e pera.
La pera è troppo bianca,
si mangia pane e panca.
La panca è troppo dura,
si va a letto addirittura!
@@@
AMBIENTE
Per il mare
Per il riciclo
@@@
Inclusione, legalità, NO al bullismo
Aiuto Capire l’altro
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Arte e cultura
Made in Italy
L’Italia, il Paese in cui sono nato,
cultura e arte ha ospitato.
Roma, il Colosseo e tutti i romani,
il mondo di ieri e di domani;
Pisa, la Torre pendente che fantasia!
E il Campo dei miracoli sempre in allegria!
Milano, è una grande città,
piena di gioia e di felicità;
Napoli ha l’invenzione della pizza
e il Vesuvio che esplode e fa la bizza!
Firenze ha i grandi Uffizi.
Ah, che stupendi e meravigliosi “schizzi”!
Cagliari, l’immenso mare blu
ti fa venir la voglia di fare un tuffo all’ingiù!
Palermo, calda e con tanto sole,
stupenda da scaldar il cuore.
Genova con i suoi porti e
l’acquario, grande come quattro orti!
Torino ha la Mole Antonelliana
e il Museo dell’arte egiziana;
Venezia tra gondole e canali,
tutte vele e punte d’ali!
L’Italia è un Paese meraviglioso
non troppo grande ma fantasioso.
PaceXunBuonNatalealMondo
Un Pizzico di Pace
Babbo e mamma
Uniti
cOn figli
iNsieme
iNtorno
all’Albero
Tanti
Auguri
aLlegri
E felici
Quest’anno abbiamo dedicato il mese di dicembre al tema della PACE.
Abbiamo decorato le nostre finestre con la parola PACE tradotta in tutte le lingue del mondo… dal curdo, all’arabo, all’ebraico, dalle lingue del vecchio continente a quelle africane, americane, asiatiche, dell’Oceania…
Pace, in tutte le lingue del mondo
Pace
La Pace
un brivido nel mondo
una cosa
per salvare vite,con il cuore.
La guerra
è la paura che scoppia
con una bomba,
guerra, che non finisce
mai.
Diamoci la mano
uniamo la forza:
la forza della Pace
sconfiggerà la guerra!
Classe Quinta
Abbiamo imparato e scritto poesie, preparato brevi rappresentazioni, cantato… e poi siamo andati dai “nonni” che vivono vicino noi in casa-famiglia a mostrare quello che avevamo imparato.
“Lo Zampognaro”
Se comandasse lo zampognaro
che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?
“Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”.
Se comandasse il passero
che sulla neve zampetta
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
“Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso,
tutti i doni sognati,
più uno, per buon peso”.
Se comandasse il pastore
dal presepe di cartone
sai che legge farebbe
firmandola col lungo bastone?
“Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”.
Sapete che cosa vi dico
io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
accadranno facilmente;
se ci diamo la mano
i miracoli si fanno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.
Gianni Rodari
Io non vorrei Io non vorrei udire mai piangere nessuno perchè ogni dolore mi fa male al cuore, aperto per consolare ogni fratello triste. Io vorrei su tutte le bocche scorgere il sorriso, in tutte le pupille la sincerità, sentire in tutti i cuori la speranza e in ogni mano la fraternità. Io vorrei avere ogni fratello, amico compagno nella gioia e nel dolore e amare con lo stesso cuore la vita dura eppure così bella. G. Colli
“Il pellerossa nel presepe”
Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i magi sul cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via, Toro seduto:
torna presto di dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perchè ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.
Gianni Rodari
“Anno Nuovo”
Indovinami, Indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?”.
“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un Carnevale e un Ferragosto
e il giorno dopo del lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno!”.
Gianni Rodari
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
stanchezza
sulle spalle
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
non si sente
altro
che il caldo buono
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Insieme ai “nonni” abbiamo realizzato un presepe molto particolare che parla di solidarietà fra generazioni.
Rappresenta i bambini della scuola che insieme ai nonni della casa-famiglia camminano verso la speranza di un mondo migliore, privo di ingiustizie e ricco di solidarietà.
Barchette in mare…
Tolleranza Sicurezza
Lavoro Aiuto Acqua Pace
Casa Amicizia Inclusione
Speranza Vita Migliore Futuro
Studio Cibo Libertà
Aiuto Tranquillità
Il video è stato realizzato con i bambini durante le ore di materia alternativa e, successivamente, discusso e migliorato con tutti i ragazzi e le ragazze della classe.
Prima, durante e dopo la preparazione del video il pensiero di tutti andava ai morti in mare e al Comitato Tre Ottobre