Feste e progetti
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Le Cosmicomiche, dinosauri e identità/classe quinta
“Identità, stereotipo, pregiudizio”
“Accettare luoghi comuni, conoscenze non verificate, giudizi preconfezionati: un’economia della mente che diventa un’avarizia del cuore”
(da Mazzara, Stereotipi e pregiudizi, Il Mulino, Bologna 1997)
Il lavoro si prefigge di
1. sviluppare un’identità dei ragazzi più consapevole
2. ridurre i pregiudizi e gli stereotipi;
3. rendere più disponibili, al confronto e alla convivenza con l’altro, tutti i ragazzi;
Parole-chiave
Identità, stereotipo, pre-giudizio, luogo comune, inclusione, esclusione, condivisione, confronto, diversità, somiglianza, ruolo, media, semplificazione, complessità, opinione, informazione, oggettività, soggettività, punto di vista, modo di dire, altro, giudizio, io, noi, voi, emozione, riconoscimento, gruppo, individuo, normalità, empatia,
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Questo lavoro è parte del Progetto di Istituto che ha l’obiettivo di favorire e stimolare la continuità fra i vari ordini di scuola (nel nostro caso stiamo collaborando con la 1A della Scuola Secondaria di primo grado di San Marcello e la quinta della Scuola Primaria di Piteglio).
1- Abbiamo iniziato con la proposta del racconto “I dinosauri”, presente ne “Le cosmicomiche” di Italo Calvino
In questo racconto Qfwfq è l’unico esemplare di dinosauro sopravvissuto all’estinzione della sua specie. Dopo essersi rifugiato su un altipiano per lunghissimo tempo, prova a ridiscendere ma trova “gente” (?) mai vista, i “NUOVI”. Qfwfq è terrorizzato dall’essere riconosciuto come un dinosauro ma, come lui non conosce i NUOVI, questi ultimi non ri-conoscono lui. Tutti rammentano i terribili dinosauri ma non hanno idea di come fossero veramente, non hanno ricordo di loro. Qfwfq cerca di integrarsi con questi e lavorando ci riesce ma poi sceglie di abbandonare il villaggio e scappare. Non essere riconosciuto lì per lì è positivo ma, forse, non avere una propria identità non lo è altrettanto.
Dopo la lettura del racconto abbiamo deciso di sviluppare un percorso, non calato dall’alto, che rendesse i ragazzi protagonisti, che li stimolasse a riflettere, partendo dalla propria esperienza e dalle proprie conoscenze, sul proprio senso di identità e sui concetti di pregiudizio e stereotipo, nonché a porsi in un atteggiamento di ricerca
Il progetto mette al centro del lavoro i ragazzi. Crediamo, infatti, che essere parte attiva del processo di acquisizione di conoscenze e abilità faciliti l’apprendimento e la conoscenza degli alunni sempre ed, in particolar modo, in questo caso dove si cerca di comprendere meglio se stessi e l’ALTRO.
L’insegnante ha il ruolo di consulente e facilitatore nel lavoro di conoscenza reciproca.
I ragazzi sanno che alcune riflessioni anonime saranno pubblicate sul nostro Blog. Discutiamo sul fatto che sarà utilizzato sempre (o quasi) il genere maschile per riferirsi a loro (ragazzi, alunni, bambini,…) in quanto chi leggerà avrà difficoltà nel riconoscerli. Riflettiamo anche intorno al genere maschile, preferito in italiano, quando ci si riferisca a nomi maschili e femminili contemporaneamente.
“Il termine “stereotipo” deriva da sterotipia (dal greco stereòs = rigido e tòpos =impronta), una tecnica di stampa che utilizza lastre di piombo fuso in un blocco unico, piane o ricurve, per riprodurre copie sempre uguali a se stesse”
Dizionario Garzanti, 2009
Con queste attività cerchiamo di:
a. Chiarire il concetto di identità individuale (io)
b. Comprendere che l’identità individuale si connette con identità collettive (noi)
c. Cercare di capire se l’identità individuale dei ragazzi corrisponda all’idea che gli altri hanno di loro (la percezione che gli altri hanno del singolo corrisponde o no alla percezione che il singolo ha di se stesso?)
d. Intuire l’esistenza e le caratteristiche di alcune identità collettive
e. Comprendere che le identità collettive determinano un ambito di inclusione (noi) e uno di esclusione (voi)
f. Comprendere cosa si intende per stereotipo e pregiudizio
g. Saper riconoscere stereotipi e pregiudizi nei confronti degli stranieri
h. Acquisire informazioni reali/dati sul problema
i. Saper riconoscere la differenza tra dati e interpretazioni
l. Sviluppare la capacità di costruire grafici e tabelle che rappresentino i dati emersi
m. Tentare di interpretare i dati
Il termine stereotipo “…fu usato per la prima volta nel 1922 da Walter Lippmann nell’ambito di uno studio sui processi di formazione dell’opinione pubblica. Secondo Lippmann, il rapporto conoscitivo con la realtà esterna non è diretto, ma mediato dalle immagini mentali che di quella realtà ciascuno si forma.”
( Mazzara, già citato)
Giochi e attività
2- Chi sei fra i personaggi del racconto? Disegnati!
Sei un dinosauro del passato o del presente?
Sei uno dei nuovi del racconto o un nuovo di oggi?
Come immaginiamo i nuovi oggi (se il genere umano si estinguesse come accadde ai dinosauri)
3- Che animale sei? Descrivilo/descriviti con tre aggettivi.
4- Perché hai scelto questo animale?
Timido, “svolazzante”, simpatico
Timida, avventurosa, fragile
Forte, coraggioso, robusto
Forte,veloce, bravo
Libera, simpatica, generosa
Piccola, carina, semplice
Elegante, libera, colorata
Affettuosa, esploratrice, simpatica
Maestoso, libero, misterioso
Educata, brava, simpatica
Tranquilla, forte, libera
Figo, forte, bello
Amichevole, simpatica, timida
La scimmia: agile, furba, agitata
5- Descriviamo l’animale scelto in L2 e L3 (inglese e spagnolo), approfondendo la conoscenza di culture “altre”
DESCRIBING IN ENGLISH AND SPANISH – DESCRIBE EN INGLÉS Y ESPAÑOL
6- CHI SONO IO? (rispondi alla domanda 10 volte, dai risposte semplici)
(da “Gioco e dopogioco”, di Paolo Marcato, Cristina del Guasta, Marcello Bernacchia, Molfetta, La meridiana, 1996.)
Proposta del gioco “CHI SONO IO?”
Si chiede ai ragazzi di rispondere in 10 minuti, per 10 volte, a questa domanda.
Si possono usare aggettivi, nomi o brevi definizioni discorsive, le risposte devono essere sintetiche.
Si è discusso insieme se fosse meglio il lavoro anonimo, la maggior parte di loro lo ha preferito.
Alcuni ragazzi hanno trovato difficoltà nell’individuare le parole per definire chi fossero (e farlo con pochi termini) e si sono descritti con delle frasi complesse. Tre alunni hanno risposto alle dieci domande descrivendosi come personaggi dei cartoni animati. Molti hanno utilizzato un aggettivo e, contemporaneamente, l’esatto opposto… ma, in effetti, ognuno di noi può essere “buono” in alcune occasioni e “cattivo” in altre. Altri hanno parlato di cosa sanno fare, della famiglia, dello sport e delle amicizie.
I dati sono di non facile lettura e interpretazione ma il nostro obiettivo era che i ragazzi riflettessero su loro stessi, sui loro comportamenti, sui loro modi di essere… e a far questo ci siamo riusciti.
Le scelte dei ragazzi
“Sono una persona di cui ci si può fidare,… che ha tanti pro e tanti contro, …. Ho dei sentimenti, questo mi rende una persona speciale e per questo sono felice di essere io”
“A volte mi sento come delle banane in mezzo a delle scimmie, che per un po’ restano buone e non le mangiano ma poi, alla fine, le mordono” “Sono una persona che viene presa in giro, anche dalle amiche,… sono una che sta bene da sola o con poca compagnia…” “Adoro la natura” “Da grande vorrei occuparmi di animali, fare la volontaria ENPA,… mi piacerebbe avere il potere di trasformarmi in animali a piacere…”
“Sono sempre consapevole di quello che faccio, … sono una persona pronta ad accogliere tutti,.. sincera e competitiva, orgogliosa di me e di come faccio le cose” “Avevo un piccolo problema fisico per il quale sono stata presa in giro, … la mia cura era piangere, piangere, piangere, credo che a nessuno faccia piacere essere preso in giro per un problema fisico”
“Sono una persona che ha un carattere forte ma un cuore debole” “… con me ci si può confidare, …sono una persona emotiva che si sfoga piangendo e abbracciando,… Io stracolmo di amicizia e non mi vergogno,… mi fanno male la nostalgia, la distanza, il tradimento, la povertà e la guerra…, mi so proteggere e se qualcuno mi fa uno sgarbo gliela faccio pagare…”
“Sono una persona che cerca di sorridere il più possibile ma quando mi fanno arrabbiare divento una belva,.. a volte sono una persona “incazzosa” e diretta, in altre timida e vergognosa,… quando un amico mi prende in giro mi metto a piangere” “Sono una persona molto giocosa e sensibile, so amare e vi giuro che non sembrerebbe ma so amare, forse penserete che io sia una persona brava ma vi sbagliate perché sono cattiva” “Giorno dopo giorno cerco di migliorare, forse poi diventerò buona!”
“Sono una fiamma, sì proprio così, una fiamma di fuoco che brucia le emozioni, che sono dentro di me. Mi sento triste ma felice, mi sento felice ma triste.” “Non amo litigare, perché non si risolve niente” “Io sono un seme, che ogni giorno cresce… fino a diventare un albero fiorito.” ” Sono degli occhi che quanto gli metti gli occhiali vedi meglio e quindi chiarisci tutto” “IO sono una e l’altra accanto è la mia gemella, la miaamica, la mia ispirazione” “Io sono una canzone che appena esce è di moda e poi non l’ascolta più nessuno” “Sono un’amica perfetta ma anche malefica”
“A me piacerebbe volare, infatti vorrei essere un uccellino e volare via dal nido… ma è bello anche essere umani”
“Di carattere sono forte ma a volte anche debole” “Le cose che mi danno noia sono tante ma soprattutto la morte” Non sopporto le prese in giro,… alcuni compagni mi prendevano in giro e quando tornavo a casa piangevo e i miei genitori erano tristi. Mi piace essere così,… voglio essere come i miei genitori mi hanno fatto!”
“Da adulto avrei il sogno di costruire teletrasportatori,.. diventare una truppa imperiale…, avere una città tutta mia”
“Sono una persona che ha la forza di un lupo,… mi difendo quando ne ho bisogno,… da grande voglio fare il youtuber, ho una sensazione di rabbia quando non smettono di darmi noia…”
“Mi piace andare nel bosco,.. amo gli sport, mi piacerebbe andare alle Olimpiadi,… vorrei essere un esempio di pace, …adoro gli animali, mi piacerebbe che i miei figli crescessero bene,…”
“Quando mi trovo in palestra sento un miscuglio di emozioni: felicità, agitazione, paura,…a scuola a volte si litiga, ma alla fine si risolve tutto,… ogni giorno per me è bello perché io penso positivo”
“Io sono una persona abbastanza strana perchè faccio cose strane, … ho pochi amici ma sono migliori amici,…”
“In passato ho trascorso periodi brutti a scuola, come quelli che sta passando un altro bambino, ma non voglio che succeda più, adesso sono diventato più forte ma non voglio dare noia a nessuno e cerco di farmi più amici possibili,… in futuro voglio fermare le guerre, non voglio che la gente muoia e nemmeno gli animali!” “Mi sento uno Jedi, mi sento una truppa della resistenza”
“Sono una persona buona e un po’ cattiva, … che dà fiducia a chi la merita, … che da fuori sembra dura ma in fondo è sensibile, … che se vede qualcuno soffrire cerca di consolarlo, … che dona un sorriso, che è molto competente, tanto testarda, perché se voglio qualcosa anche se mi ci vuole del tempo l’ottengo…”
“La mia vita è iniziata a sei anni quando i miei genitori si sono separati. Non è stata una felicità ma neppure un dispiacere enorme. La casa non aveva più quelle litigate ad alta voce. …Credo di essere una persona forte grazie a mia madre…”
“Sono una persona che se ha uno scopo da raggiungere cerca di raggiungerlo in tutti i modi, sono permalosa, polemica, elegante ma anche buona e generosa,… che ama l’avventura, la fantasia e tutte le cose non reali. A volte penso che sarebbe bello vivere in altri mondi ma, in fondo, mi basta l’immaginazione”
“Non vorrei essere nei panni delle persone povere perché so che io sono fortunata” “Vorrei essere magica e con un solo pensiero fare cose che non posso fare. Mi sembra strano tutto questo: sogni da cui non mi voglio svegliare, il mondo reale, le domande, il gusto amaro del limone. Adoro assaporare il momento di quando tutti i miei sforzi sono serviti a qualcosa” “In futuro se sarò qualcuno, e so che lo sarò, vorrei migliorare il mondo e rispondere ai miei dubbi”
7- Gioco del “Come mi vedono/come mi vedo”. Verifichiamo se le impressioni coincidono
Ogni bambino è stato chiamato, a turno, al centro del cerchio.
Gli altri hanno provato a dire come appariva loro, utilizzando aggettivi e brevi frasi.
Gli aggettivi più frequentemente utilizzati per descrivere “l’altro” sono stati: imbarazzato, contento, sorridente, emozionato, timido, vanitoso; non sono venute fuori descrizioni più precise, forse perché “essere al centro” fa sentire (o immaginare tutti di sentirsi), più o meno, allo stesso modo.
“L’altro” si è riconosciuto, quasi sempre, nella descrizione/negli aggettivi attribuitigli, solo se riferiti a quella precisa situazione ma ha dichiarato di essere, di solito, molto diverso.
In un caso soltanto è stata fatta una descrizione molto lontana da come il bambino pensava di essere. Questa distanza, fra l’idea che egli aveva di sé e quella che gli altri avevano di lui, gli ha permesso di riflettere sugli atteggiamenti e sui comportamenti che lo fanno apparire diverso da ciò che si sente di essere veramente.
***Esempi di gruppi di parole, diverse dalla maggioranza, attribuite ad alcuni bambini: “contento, sciocco, finge emozioni, falso, indossa una maschera” (la risposta a sfida “più felice che mai!”); “offeso, confuso, spaesato” (la risposta “imbarazzato, felice, spaesato); “felice, sciocco” (la risposta”felice ma un po’ simpatico”); “imitatore, timido, imbarazzato” (la risposta “strano, inventore, fantasioso, che ha bisogno di parlare e di essere ascoltato); “fa il cretino, imbarazzato, non divertente. agitato” (la risposta “pompato e felice”); “vanitoso, spiritoso, arrabbiato, indossa una corazza, nasconde emozioni” (la risposta “ho una maschera, sono schizzinoso, ho paura a mostrare i sentimenti, mostro atteggiamenti da duro per non sembrare una femmina)…***
La capacità di comprendere che gli altri possono vederci in modo diverso da come ci sentiamo o crediamo di essere ha arricchito tutti.
8- Gioco di ruolo. Scelgo un biglietto e interpreto un compagno
“Come vedo l’altro?”
E’ emersa immediatamente la difficoltà, esplicitata da tutti, ad essere veramente sinceri nell’interpretare l’altro. I ragazzi avevano paura di offendere il compagno, anche quello che sopportavano meno.
All’inizio la classe è apparsa visibilmente divisa in “gruppi” che sostenevano ciascuno il proprio “membro”; poi, gradualmente, attraverso il gioco del mimo e la percezione che si poteva interpretare l’altro senza offenderlo o senza essere platealmente criticati, ognuno è riuscito a improvvisare e a rappresentare il “personaggio” che “aveva pescato”, dal contenitore dei nomi, casualmente.
In questo gioco si sono evidenziate le capacità di osservazione, di conoscenza reciproca, di ascolto dell’altro, di critica dei comportamenti, di consapevolezza verso atteggiamenti assunti (aggressivi o timidi o sfrontati o…, per nascondere emozioni, sentimenti, debolezze)…
Durante la discussione, seguita all’attività di mimo, i ragazzi hanno provato a riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri, empatizzando l’un l’altro, forse per la prima volta.
***In qualche caso i ragazzi si sono trovati in difficoltà ad imitare/rappresentare l’altro ammettendo di non conoscerlo abbastanza. In altri, gli alunni, non si sono riconosciuti appieno nella loro rappresentazione stereotipata e hanno ritenuto che, alcuni loro atteggiamenti, siano stati un po’ troppo esagerati . In questi casi si è aperta un’interessante e accesa discussione su come crediamo di apparire e come appariamo veramente agli altri. Un alunno si è, invece, dichiarato più strano di quanto fosse stato rappresentato. Dalla discussione che è seguita i ragazzi sono arrivati alla conclusione che i comportamenti che il compagno riteneva essere “strani” erano invece considerati “normali” perché quasi tutti i bambini, magari a casa, facevano le stesse cose.***
Tutti hanno partecipato e discusso attivamente, hanno espresso le proprie opinioni ad alta voce, hanno ascoltato e richiesto di essere ascoltati.
In alcuni momenti la vicinanza emotiva è stata forte. La comunicazione ha teso alla risoluzione dei conflitti, attraverso l’analisi dei problemi individuali e la ricerca di possibili soluzioni.
Le soluzioni non sono state veramente trovate ma, comunque, i ragazzi sono stati stimolati al confronto e ad implementare la fiducia in se stessi e negli altri.
9- Il biglietto sulla schiena. “Come mi vedono gli altri?”
I ragazzi devono scrivere una parola su come si “vede”, si percepisce, il bambino che ha sulla schiena il foglio. Abbiamo deciso di utilizzare un pennarello nero cosicché i commenti risultassero il più possibile anonimi.
Successivamente ciascuno legge cosa gli altri hanno scritto di lui.
Il gioco è stato bello fino a questo momento, poi i ragazzi hanno tentano di scoprire chi avesse scritto alcuni giudizi, magari non condivisi, e quindi il “clima” è diventato un po’ più caotico.
Non si sono posti in modo “critico” verso loro stessi ma verso gli altri.
Commentiamo insieme i “risultati” del gioco. Chi è rimasto sorpreso da quello che hanno scritto i compagni? Chi condivide i giudizi?
Non ci sono state molte sorprese. Dieci alunni si sono riconosciuti in quanto scritto dai compagni, cinque solo in parte e tre no, ma non sono rimasti stupiti. Interessante è stata la discussione avvenuta intorno alla definizione di alcune parole che o non erano interpretate con il giusto significato oppure erano intese in modo diverso da bambino a bambino.
L’incomprensione spesso nasce proprio così!
10-Drammatizzazione a coppie. Due bambini interpretano ciascuno un personaggio
Vediamo come i due si comportano reciprocamente seguendo lo stereotipo dato. Le coppie e i personaggi da interpretare sono decise dal caso.
Il polemico, il “casinista”, il secchione, il dormiglione, il distratto, l’urlatore, il tremendo, l’escluso, il positivo, l’incluso, il simpatico, l’intellettuale, l’antipatico, il saccente, il nero, il giallo, l’indiano, il belloccio (che se la tira), lo scapestrato, l’americano, l’inglese, lo spagnolo, il sudamericano, il tenero, il duro, il gentile, lo scortese, il maleducato, il ben educato, la mamma, il babbo, il/la nonno/a, il bullo, il timido, il giovane, il vecchio, il figo,…
Il sudamericano e il saccente
Il vecchio e il duro
Il bullo e l’addormentato
Il simpatico e il maleducato
Il cinese e il secchione
La nonna e l’intellettuale
Il babbo e il tremendo
I ragazzi si sono divertiti; alcuni personaggi sono stati rappresentati con maggior difficoltà.
E’ stato comunque un gioco interessante per iniziare a parlare in modo più esplicito di stereotipo.
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11- Ogni ragazzo si descrive anonimamente utilizzando alcune categorie
Se fossi un: oggetto, strumento musicale, cibo, animale, evento atmosferico, colore,… sarei? Tante strategie per far parlare i ragazzi (fra loro)
I fogli sono stati, poi, distribuiti casualmente e i ragazzi hanno cercato di capire chi li avesse scritti.
In questo gioco hanno dimostrato di conoscersi molto di più di quanto potessero immaginare… Aiutati anche dalla calligrafia! 🙂
12- Assemblea, classi quarta e quinta, per progettare un cartellone
Gli insegnanti devono essere sempre pronti a valorizzare, modificando quanto hanno programmato di fare, gli stimoli che provengono dagli alunni.
Avevamo deciso di lavorare, al pomeriggio, sulla progettazione di due cartelloni da realizzare per un lavoro svolto con il CONI. Abbiamo iniziato dicendo come si possa star bene con l’alimentazione giusta, il movimento, il riposo, … come si possa star bene con gli altri. E qui la discussione si è accesa, con l’analisi di comportamenti vivaci, “esagerati”, polemici, … che non fanno vivere bene né i bambini che li mettono in atto né gli altri.
All’apparenza, in questa attività, chi ha alzato più la voce ha pensato di aver avuto ragione e non ha permesso ai più timidi di intervenire con serenità anche se, alla fine, chi voleva esprimere il proprio pensiero l’ha fatto.
Le conclusioni prodotte da alcuni bambini, alla fine dell’accalorata discussione, sono state:
1- l’assemblea è il luogo dove si può davvero dibattere liberamente oppure chi alza la voce o chi ha tanti alleati, chi è nella maggioranza ha comunque “sempre ragione”?
2- Serve davvero parlare con chi non accetta di ascoltare?
13- Trovo chi è diverso da me
Individuiamo insieme coppie di parole (azioni o nomi) opposte. Ognuno sceglie la parola della coppia che preferisce. Il gioco consiste nel trovare il compagno che ha fatto scelte più diverse dalle proprie.
E’ più facile confrontarsi con chi ci somiglia ma, a volte, è utile e bello farlo con persone diverse da noi.
Abbiamo scelto dodici coppie di parole contrarie. Solo in un caso si sono verificate 9 scelte diverse. In alcuni sono state sette. Quasi sempre sono state inferiori a sei.
Conclusioni:
1- Sono più le “cose” che ci uniscono di quelle che ci dividono;
2- La diversità si può trovare anche vicino a noi ed è sempre positiva.
14- “A te darei… Da te vorrei…”
(cerchiamo di lasciarci ripensando a cose positive, visto il percorso di otto anni fatto insieme da quasi tutti gli alunni)
I ragazzi sono invitati a pensare e a ragionare sulle proprie caratteristiche positive e su quelle dei compagni di classe.
1. Ci si predispone in cerchio e ogni ragazzo è invitato a comunicare oralmente con il compagno che sta alla sua destra. La comunicazione è legata a ciò che, di caratteristica positiva, vorrebbe in regalo dal suo compagno e quale dote gli darebbe in cambio.
2. Al termine sarà realizzato un cartellone che evidenzi le caratteristiche donate e quelle ricevute
Abbiamo svolto questa attività l’ultimo giorno di scuola, è stato un modo per salutarci guardandoci negli occhi.
I ragazzi hanno donato simpatia, intelligenza, creatività, calma, curiosità, sincerità, generosità, silenzio, velocità, la forza di non essere permalosi, il naso, i capelli, gli occhi, la capacità di essere bravi negli sport, nelle materie scolastiche, nei videogiochi….
Hanno voluto sincerità, precisione, riposo, generosità, agitazione; la capacità di disegnare, di scrivere, di giocare ai videogiochi, di giocare a calcio, di essere bravi a matematica, di collaborare, di non prendere in giro, di non odiare, di essere spiritosi,…
15- Le parole che fanno bene e le parole che fanno male.
Parliamo e scegliamo le parole che ci fanno sentire bene e quelle che ci fanno stare male, scriviamole su un cartellone
I cartelloni sono lasciati “aperti” all’inserimento di altre parole (ne sono state aggiunte molte altre)
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Fino a questo momento abbiamo lavorato affinché ciascuno comprendesse meglio se stesso e cercasse di capire l’esistenza di un senso di identità collettiva utilizzando categorie di identità poco conflittuali e comunque riconducibili a contesti sociali e ambientali nei quali gli elementi di affinità (razza, età, cittadinanza) sono prevalenti rispetto a quelli di contrasto.
Da ora in poi lavoreremo per mettere a confronto identità sociali dove gli elementi di affinità sono minori.
16- Testo: “Stamattina mi sono svegliato con una strana sensazione addosso. Ho fatto colazione, mi sono vestito, mi sono avviato a scuola. Quando sono entrato in classe la strana sensazione si è concretizzata, ho scoperto che tutti i miei compagni di scuola erano neri (o parlavano tedesco, o qualche lingua semisconosciuta…)! Parlavano…”
La prima esclamazione è stata:”Neriiiiiiiiii..!? Ma come?!” Cercare la spiegazione della presenza in classe di bambini con la pelle nera ha impegnato i ragazzi più del necessario. Alcuni hanno ipotizzato di essersi trasferiti in Africa, altri hanno pensato a uno scherzo, molti hanno immaginato di essere in un sogno, quasi tutti si sono dichiarati scioccati, “si sono allontanati dalla classe per bagnarsi e svegliarsi, a volte per piangere”.
Più complicato è stato immaginare come si sarebbero sentiti, unici bianchi in una classe di neri.
“Rimasi imbambolato, e pensai: -Cosa devo fare? … Provai a dire qualcosa ma nessuno mi rispose..”
“Corsi in bagno in cerca d’acqua da tirarmi in faccia… Quando tornai in classe mi accorsi che anche la maestra era nera. Svenni! …mi risvegliai e vidi intorno a me i compagni, erano sempre neri, allora mi scappò un grido: -Ah! no… no… non è possibile! Mi guardarono e, credendo che fossi matta, chiamarono i miei… quando arrivarono gli fecero un disegno che significava che l’uscita da scuola era alle tre. Fuggii in bagno a riflettere. Pensai che forse potevamo parlare in inglese e così iniziammo a comunicare! All’uscita, il paesaggio che vidi era bellissimo… L’esperienza mi ha fatto immaginare come si sente una persona catapultata in un altro paese. Così anche se i bambini mi prendono in giro, adesso, li sopporto di più!”
“La maestra era di color verde chiaro e diceva frasi incomprensibili: -Allowaturinocetungolo….- Mi risvegliai sul banco dopo una verifica”
“Drin Drin… Suonò la campanella. Tutti, educatamente, presero la merenda poi vennero davanti a me e iniziarono a parlare. Io, sorpresa, pensai: -Ma parlano italiano! Poi mi mostrarono la scuola, felici di aver conquistato la mia fiducia… Cominciai a conoscere altre persone… Tornai a casa e più tardi i miei compagni di classe mi vennero a chiamare per andare a giocare e mi insegnarono canzoni e giochi africani… Mi stavo divertendo un sacco! … In fondo non fa mai male conoscere persone nuove anche perché, in realtà, siamo tutti uguali”
“Comunque continuavo a chiedermi come avessi fatto ad arrivare lì, in una sola notte, senza accorgermene! Mi sentivo spaesato, mi guardai intorno e vidi una cartina dello Sduri, una regione del Madagascar… Avevo letto un libro su questi luoghi, terre ricche di flora e fauna bellissime… Mi procurai un vocabolario Sduri-italiano… cercai la mia casa, mi feci coraggio e entrai, c’era mia madre. Scoprii che aveva trovato lavoro qui. Mi misi a piangere perché avevo capito che saremmo rimasti per parecchio tempo… poi sentimmo uno sparo e fuggimmo…”
“Mi feci coraggio e entrai, vidi un bambino dalla faccia triste e mi sedetti vicino a lui. Ebbi la sensazione che anche lui fosse spaventato da tutte quelle persone nuove così lo incoraggiai e iniziammo a giocare insieme…”
“Mi misi seduta nell’unico banco libero e sopra c’era scritto: “Juno mastron”… allora presi un vocabolario e controllai cosa volesse dire. Significava “Muso bianco, tu non vali nulla, nullità”. Mi sentii così umiliata che, senza chiedere niente andai fuori dall’aula a piangere come una fontana. Ma perché mi trattavano male? … Poi vidi una ragazza che mi porgeva la mano, io, insicura, la afferrai e lei con forza mi aiutò a rialzarmi”
“A ricreazione arrivò una bambina che mi fece delle domande e mi chiese se volevo essere sua amica. Non ci credevo! Ero arrivata da poco, com’era possibile? Comunque accettai e in poco tempo diventammo grandi amiche”
“Iniziò la lezione ma io non capivo niente. Il maestro se ne accorse e mi domandò: -Do you speak english? Io, essendo figlio di madrelingua inglese, risposi: -Yes! A quel punto la lezione iniziò. Suonata la campanella, tutti vennero a conoscermi. Erano entusiasti e mi fecero anche dei regali. Mi portarono a vedere il loro territorio…”
“Non sapevo cosa dire, balbettai qualche lettera senza significato. Tutti mi guardavano, ero imbarazzatissimo respirai forte e andai al mio banco. Quando la maestra cominciò a spiegare non capivo nulla…. non sapevo cosa fare, sudavo e stavo immobile; la maestra si avvicinò, mi guardò male e tornò verso la cattedra. Dopo un’ora senza fare niente, suonò la campanella; aspettai il momento giusto, che non mi vedesse nessuno e scappai!”
“Tutti mi fissavano, per la prima volta ero al centro dell’attenzione… la maestra mi poneva, ogni tanto, delle domande, ma io non avevo il coraggio di rispondere. Tutti intorno a me facevano dei pettegolezzi, ridacchiavano, non sapevo più cosa fare. A pranzo non sapevo dove mettermi a sedere, così mi misi in un angolino rannicchiata… finchè una ragazza della mia età mi domandò: -Ciao, vuoi venire al mio tavolino? Io rimasi impietrita. -Insomma vuoi venire sì o no? mi richiese con tono deciso. Io risposi un sì incerto… poi cominciammo a conversare e pian piano l’imbarazzò diminuì…”
“Avevo fatto quello strano sogno. Ma, mentre la mamma mi portava a scuola, mi disse che la maestra aveva proposto uno scambio con bambini del Marocco. Avrei dovuto passare una settimana là mentre altri bambini sarebbero venuti al mio posto in Italia. -Andrai in una scuola del Marocco per conoscere nuove culture e usanze, partirai domattina! Io ero spaventata dall’idea ma annuii. Poi la mamma aggiunse: -Stai tranquilla è solo per una settimana! … arrivata davanti all’aula mi bloccai per un po’ di secondi, poi mi feci coraggio ed entrai… all’inizio non parlavamo ma poi…”
“…ma come avrei fatto a parlare con loro? All’inizio scappai in bagno per riflettere, poi cercai un vocabolario… di africano(?)… ma non lo trovai. Mi sentivo esclusa dal mondo, eppure non erano loro ‘i diversi’? Forse è solo la quantità che conta! Il mio cervello era in confusione. Prima o poi sarei dovuta entrare, ero imbarazzata e allo stesso tempo triste. Mi immaginavo la figuraccia che avrei fatto se avessi tentato di parlare con loro, preferivo aspettare. Delusione, tristezza, paura erano i sentimanti che provavo… -Basta, devo conoscere i miei compagni! Mi feci coraggio, andai al banco più vicino e farfugliai qualcosa… mi sembrava che mi guardassero con uno strano sguardo… avevo paura di aver detto qualcosa di male… Poi scoprii che qualcuno parlava italiano… anche se pensavo che fossero diversi, in realtà erano come me, cambiava solo il colore della pelle… diventammo amici…”
17- Cerchiamo modi di dire e proverbi che fanno venire in mente e trasmettono degli stereotipi
Riflessioni
1- Le barzellette, che si rinnovano costantemente, possono contenere stereotipi, giudizi preconfezionati, verso “l’altro” che giungono da luoghi e culture lontani da NOI;
2- I modi di dire e i proverbi, che provengono dal nostro passato, raccolgono idee preconcette verso “altri” vicini a NOI (paesi confinanti, persone di un’altra città..)
3- I pre-giudizi sono sempre esistiti?!
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“Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio”
“Donne al volante, pericolo costante”
“Donne e buoi dei paesi tuoi”
“Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei!”
“Buon sangue non mente”
“Nella botte piccola c’è il vin bono”
“Chi nasce tondo non muore quadrato”
“Il lupo perde il pelo ma non il vizio”
Ma pare che il detto “Tutto il mondo è paese!” sia giusto! Ecco che cosa dicono spagnoli e inglesi! (Grazie Flavia!)
“An ape is an ape, a varlet’s a varlet/though he be glad in silk and scalet” (Benché vestita in seta e scarlatto una scimmia è una scimmia e un valletto è un valletto)
“Aunque la mona se vista de seda, mona se queda”(Anche se una scimmia si veste di seta, resta una scimmia)
“Cada oveja con su pareja” (Ogni pecora col suo montone)
Horses for courses (Cavalli per ippodromi. Ogni cavallo è adatto a particolari ippodromi)
“Every ass thinks himself worthy to stand with the king’s horses” (Ogni somaro stima se stesso degno di stare con i cavalli del re)
“Arbol que nace torcido jamàs su tronco endereza” (L’albero che è nato storto non raddrizzerà mai il tronco)
18- Cercare dati su fatti di discriminazione e pregiudizio accaduti nella nostra società; ricercare articoli giornalistici relativi a fatti non leciti compiuti da “altri” (non italiani ma non solo)
Quasi tutte le informazioni che riceviamo intorno a fatti che avvengono nella nostra società non sono dovute ad esperienze dirette ma ci sono raccontate da altri, dalla TV, dai giornali… quindi sono descritte ed interpretate da altri per noi. I media danno spesso risalto ad alcune notizie piuttosto che a altre, talvolta vengono enfatizzate e ripetute così che tutti noi ci convinciamo che siano più importanti di altre e ne siamo influenzati. Certe notizie subiscono meccanismi di semplificazione, tendono a rinforzare i nostri stereotipi e a distorcere la percezione che abbiamo della realtà.
Sarà interessante provare a lavorare su queste riflessioni nel corso dell’ultimo mese di scuola.
18/a- Lavoro in gruppo- Proviamo ad individuare, in un articolo trovato dai ragazzi, le opinioni del giornalista distinguendole dalla descrizione dei fatti realmente accaduti.
(Acquisire un atteggiamento critico verso le informazioni date dai media: TV, radio, giornali e riviste, Internet. Ricercare le informazioni distinguendole dalle opinioni dei giornalisti. Mettere a confronto opinioni diverse.)
Alla fine del lavoro ogni gruppo riferirà le sue conclusioni. Seguirà una discussione di classe.
Questo lavoro è risultato piuttosto difficile per i ragazzi. Molti di loro non riescono a concepire che gli adulti possano mentire, anche inconsciamente.
Alcuni di loro hanno provato a intervistare delle persone sul razzismo e la discriminazione. Tutti gli intervistati hanno dichiarato di non aver mai subito atti di esclusione e di ritenere incomprensibile il razzismo e la diffidenza nei confronti del “diverso”. Ma allora perché questi atti accadono? Sono sempre “gli altri” a essere razzisti o piuttosto si tende a non dire la verità quando si è intervistati su temi che ci possono connotare negativamente?
Queste sono alcune delle riflessioni intorno alle quali abbiamo discusso.
Anche individuare i fatti realmente accaduti e quelli invece enfatizzati, oppure riuscire a individuare quelli che sono pre-giudizi di chi scrive non è stato semplice. Speriamo che il lavoro sia stato un’altra piccola goccia nello sviluppo del senso critico dei ragazzi.
Ecco alcuni degli articoli scelti e discussi nel lavoro di gruppo.
18/b- Lavoro in gruppo- Si sceglie un articolo di giornale e si legge insieme. Ciascun ragazzo seleziona e interpreta uno dei protagonisti del fatto, difendendo il suo punto di vista
Ogni gruppo formato da tre/quattro ragazzi sceglie una notizia; dopo averla letta insieme, ciascun componente individua un protagonista del fatto e, dal suo punto di vista, lo drammatizza insieme ai compagni. Mettersi nei panni dell’altro e difendere le sue posizioni è l’attività che devono svolgere.
1- C’è la ragazza nera che “non ha diritto” a ricevere un bel voto.
2- C’è lo straniero che chiede tolleranza e aiuto nella ricerca di un lavoro.
3- C’è lo straniero che scippa la signora… Si discute molto
4- C’è chi viene aggredito… Ma da chi? Forse… Pare…
5- Infine ci sono il nero e il bianco che, seppur svolgendo il medesimo lavoro, hanno retribuzioni diverse
Dopo la drammatizzazione, ogni gruppo presenta il proprio “caso” alla classe; su ciascun fatto si apre una breve discussione.
19- Viene chiesto ai ragazzi di immaginare la vita e i comportamenti delle persone che loro ritengono diverse
Parliamo e disegniamo
“Io non sarò MAI così!”
20- Leggiamo e commentiamo alcuni testi nei quali vengono messi in evidenza stereotipi (a vari livelli: nazioni, popoli, razze,…)
Mario Gomboli, Sbagliando s’impara, Ed Paoline/Oscar Brenifer, Chi sono io?, Giunti Junior – Da Fantasticare 4, Libro di lettura, Per crescere felici- P. Ceccarelli
I ragazzi hanno letto e discusso il contenuto dei testi, prima in gruppo e successivamente tutti insieme
21- Rileggiamo a distanza di alcuni mesi il racconto sul bullismo che abbiamo scritto tutti insieme poi ci poniamo la domanda: E se succedesse a me?
22- Attività svolta insieme alle classi delle altre scuole
-Incontro/confronto con le altre due classi del progetto
Abbiamo deciso di lavorare insieme attraverso la musica al fine di creare la colonna sonora del nostro progetto.
Ci siamo incontrati, alle scuole medie, lunedì 11 aprile 2016 e lunedì 30 maggio, e con l’insegnante di musica di quella scuola abbiamo lavorato sul ritmo e sulle onomatopee.
Nelle nostre scuole abbiamo imparato “La canzone dei dinosauri” e poi, tutti insieme l’abbiamo musicata con suoni onomatopeici.
SCUOLE PRIMARIE DI MARESCA E DI PITEGLIO – CLASSI QUINTE
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “RENATO FUCINI” – CLASSE 1°A
PROGETTO IN VERTICALE SU “LE COSMICOMICHE” DI ITALO CALVINO
TRASVERSALITA’– DISCIPLINE COINVOLTE:
Italiano, Storia, Scienze, Musica, Arte e immagine, Lingue straniere.
CURRICOLO VERTICALE: Focalizzazione sui processi e sulla costruzione delle competenze.
COMPETENZE CHIAVE:
- Comunicare nella madrelingua
- Comunicare in L2 e L3
- Collaborare e partecipare
- Osservare e descrivere
- Interpretare
- Imparare ad imparare
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE:
- Ascolta e comprende testi di vario genere, riconoscendone la fonte, il tema e l’intenzione dell’emittente.
- Partecipa a scambi comunicativi (conversazione, discussione di classe o di gruppo) con compagni ed insegnanti, rispettando il turno e formulando messaggi chiari e pertinenti, in un registro il più possibile adeguato alla situazione.
- Comprende e utilizza, nell’uso orale e scritto, i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; comprende e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio.
- Utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi (espressivi, narrativi, rappresentativi e comunicativi) e rielabora in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti (grafico-espressivi, pittorici e plastici, ma anche audiovisivi e multimediali).
- Esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo, spaziale e in riferimento alla loro fonte.
- Sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di ciò che vede accadere.
- Conosce e rispetta se stesso per imparare a rispettare “l’altro da sé”.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO (= CONOSCENZE E ABILITA’):
- Ascoltare e comprendere l’importanza del saper ascoltare.
- Ascoltare e individuare l’argomento e le informazioni principali.
- Ricostruire verbalmente le fasi di un’esperienza.
- Comprendere il significato di parole non note basandosi sia sul contesto sia sulla conoscenza intuitiva delle famiglie di parole.
- Trasformare immagini e materiali ricercando soluzioni figurative originali.
- Utilizzare voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo e consapevole, ampliando con gradualità le proprie capacità di invenzione e improvvisazione.
- Organizzare, rappresentare e descrivere i dati raccolti.
- Stabilire e comprendere relazioni di causa-effetto.
- Formulare ipotesi che giustifichino un fenomeno osservato.
- Acquisire consapevolezza riguardo a se stessi e in relazione con gli altri.
- Imparare a riconoscere e gestire le emozioni.
ATTIVITA’
- Lettura espressiva
- Giochi lessicali
- Attività di riconoscimento di immagini nel brano
- Giochi di ruolo
- Attività per individuare collegamenti tra le informazioni ricevute
- Drammatizzazione
- Rielaborazione grafico-pittorica
- Riutilizzo di materiali vari in modo creativo
Fase esecutiva
ATTIVITA’ SCUOLA PRIMARIA PITEGLIO
- Conversazione esplicativa sul racconto e l’autore
- Lezione frontale con lettura dell’insegnante
- Lavori cooperativi ed individuali di rielaborazione scritta :
- sintesi;
- analisi del testo e dei termini sconosciuti con ricerca sul dizionario;
- giochi verbali con i termini individuati;
- stesura di un copione teatrale relativo al racconto letto;
- rielaborazione grafico-pittorica:
– disegno dei personaggi, dell’ambiente o di scene del racconto utilizzando
varie tecniche: matite acquerellabili, china, pop-up…
- Rielaborazione creativa di materiale di recupero
- Lettura ad alta voce e silenziosa
- Brain-storming delle conoscenze pregresse sull’argomento “I dinosauri “ ed elaborazione di uno schema
- Conversazione guidata riguardo alle conoscenze pregresse sull’argomento “le teorie sull’estinzione dei dinosauri” e rielaborazione grafico-pittorica di quelle individuate tramite un diagramma di flusso illustrato
- Approfondimento delle fonti di energia rinnovabile e non
- Osservazioni sui cambiamenti climatici attuali
- Attività di educazione al clima che cambia attraverso giochi ed esperimenti proposti da “rete clima” ed “Eni scuola”
- Ricerca di buone pratiche quotidiane di cittadinanza attiva al fine di promuovere negli alunni comportamenti eco-sostenibili
- Produzione di uno schema riassuntivo delle forme di energia
- Produzione di uno schema riassuntivo delle cause e conseguenze dei cambiamenti climatici
- Ascolto e canto di “La canzone dei dinosauri”
- Prodotti finali:
- Poster ”Dov’è l’energia?”
- Poster “Ecoconsigli”
- Realizzazione di un libro scultura
- Raccolta del materiale prodotto in un fascicolo/dispensa individuale
ATTIVITA’ SCUOLA PRIMARIA MARESCA
Identità, pregiudizio, stereotipo
Lettura in classe del racconto
Conversazione/discussione/riflessioni sul racconto
Disegno del personaggio preferito
Test e rappresentazioni grafiche riferiti all’identità personale
Realizzazione di testi realistici e fantastici
Giochi di ruolo
Psicodramma con cambio/scambio di ruolo
Conversazioni, dialoghi sul vissuto personale
Attività di descrizione in lingua inglese e spagnola
Produzione di grafici che sintetizzano i risultati relativi alle attività svolte
Ascolto e canto di “La canzone dei dinosauri”
Prodotti finali
Realizzazione di libri e cartelloni che raccolgono il materiale prodotto.
Pubblicazione dei lavori e delle foto sul blog della scuola “ZITTELLEGGI”
ATTIVITA’ SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO – Classe IA
Nel passaggio da un mondo divenuto impossibile a un mondo di nuovo possibile, attraverso il CAMBIAMENTO, si può realizzare l’Operazione: identità + diversità = integrazione
- Presentazione del Progetto d’Istituto, i partners in continuità, l’argomento, il protagonista– gli alunni ascoltano con interesse e pongono domande soprattutto sulla creatura magica mutante che attraversa il tempo e lo spazio.
- Il nostro racconto: parliamo dei dinosauri e delle ipotesi sulla loro scomparsa – lezione dialogata per la rilevazione delle conoscenze pregresse; definizione e mappa delle teorie.
- Lettura del testo – l’insegnante legge in modo interpretativo, soffermandosi nei punti cruciali per sollecitare anticipazioni e ipotesi sui finali possibili.
- Dopo l’ascolto: prime impressioni – elaborazioni grafiche.
- Dopo l’ascolto: ricostruzione cooperativa della vicenda.
- Dopo l’ascolto: i problemi esistenziali dei personaggi.
- Analisi del testo: le sequenze; i dialoghi.
- Scene da I dinosauri – costruzione del testo teatrale a gruppi con i PC; rielaborazioni grafiche con fumetti in inglese.
- Scoperta guidata di una curiosità linguistica: i palindromi.
- In sottofondo, un mondo di suoni: come si individuano e si riproducono – il metodo della partitura per la descrizione delle onomatopee.
Prodotti finali
Relazione individuale finale
Realizzazione della striscia fumetto con le scene rappresentate
Elaborazione di un testo teatrale fedele…ma non troppo
Creazione della colonna sonora
INCONTRI TRA LE CLASSI-PONTE
Primo incontro:
- Presentazioni e scambio di saluti tra gli alunni.
- Esercizi collettivi di riscaldamento e intonazione della voce.
- Sonorizzazione del racconto I Dinosauri, utilizzando le onomatopee: riproduzione delle singole voci e riproduzione collettiva della partitura della storia prodotta dagli alunni della Classe IA.
- Ascolto di brani adatti a costruire la colonna di fondo per accompagnare la sonorizzazione dell’antefatto (scomparsa dei dinosauri).
Secondo incontro:
- Preparazione e realizzazione della partitura per la riproduzione vocale dell’antefatto con i suoni onomatopeici.
- Canto della Canzone dei dinosauri con l’inserimento di vocalizzi adatti alle scene.
ATTIVITA’ CONCLUSIVA
Gioco a coppie: TUTTI UGUALI – TUTTI DIVERSI (“Come mi vedi? Come sono?)
GRIGLIA DI VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE
Evidenze manifestate |
Livelli di padronanza |
COOPERA NEI GRUPPI E FA PROPOSTE,
PARTECIPA AD ATTIVITA’ COLLETTIVE. |
A
Elabora proposte che tengano conto delle esigenze degli altri; motiva le proprie proposte adeguandosi alla situazione. Partecipa in modo attivo e cerca di coinvolgere positivamente gli altri B Ascolta gli altri ed elabora proposte personali; espone le proprie proposte. Partecipa in modo attivo; dialoga con tutti. C Ascolta ed elabora qualche proposta; specifica le proprie proposte. Partecipa alle attività; ascolta tutti attentamente. D Elabora qualche proposta, manifesta le proprie idee. Partecipa alle attività; tratta con correttezza i compagni. E Segue le proposte degli altri, si distrae e deve essere sollecitato a partecipare. |
ASCOLTA E COMPRENDE TESTI DI VARIO TIPO E LI RIELABORA IN FORMA PERSONALE. |
A Ascolta e comprende in modo completo e rielabora in maniera originale e creativa. B Ascolta e comprende in modo pertinente e rielabora in modo personale. C Ascolta, comprende e rielabora in modo essenziale. D Ascolta, comprende e rielabora in modo sommario. |
Buon 2016! Pensieri in qua e là dal passato recente
Abbiamo riprodotto per i biglietti d’auguri opere del Rinascimento italiano
Per personalizzare i calendari ogni bambino ha scelto di copiare alcune opere d’arte che più gli piacevano.
I bambini, insieme ai genitori, hanno pensato all’anno appena conclusosi e ricordato alcuni fatti che li hanno particolarmente colpiti… 5W, titoli,… Piccoli giornalisti in azione!!!
Un BUON 2016 in tutte, o quasi, le lingue del mondo
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An Nou fericit! La mulți ani!
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Gëzuar Vitin e Ri!
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¡Próspero año nuevo!
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Happy new year!
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Gennaio 2016
ATTENTATO ALLA SEDE DI CHARLIE HEBDO A PARIGI
L’attentato alla sede di Charlie Hebdo è stato un attacco da parte del terrorismo islamico avvenuto il 7 gennaio 2015 a Parigi. Nell’attentato sono morte dodici persone e 11 sono i feriti.
Questo attentato è uno col maggior numero di vittime dopo quello del 13 novembre 2015 al teatro Bataclan, allo Stade de France e ai tre ristoranti, in cui hanno trovato la morte ben 130 persone.
Dopo il primo attentato, il 9 gennaio un complice dell’attentato si è rifugiato dentro un supermercato a Porte De Vincennes, prendendo alcuni ostaggi e uccidendo 4 persone. Durante altri attentati sono morte 8 persone portando così il totale a 20 vittime.
Intorno alle 11.30 del 7 gennaio due persone mascherate e armate AK-47 (fucile automatico) hanno abbligato la disegnatrice Corinne Rey a mettere il codice per entrare nella sede di Charlie Hebdo. Una volta entrati hanno iniziato a sparare contro i dipendenti, gridando in lingua araba Allah è grande (Allāhu Akbar) e ammazzando 12 persone.
Subito dopo sono saliti e scappati a bordo di una citroen C3 dopo aver ucciso Franck Brinsolaro , al Boulevard Richard Lenoir hanno incontrato la polizia sparandogli contro e uccidendo un poliziotto.
Le vittime dell’attentato sono diciassette:
dodici persone sono morte il 7 gennaio nella redazione e nei dintorni e sono:
Stèphane Charbonnier (charb) direttore e disegnatore del Charlie Hebdo;
Jean Cabut (Cabu), vignettista;
Georges Wolinski, vignettista ;
Bernard Verlhac (Tignous), vignettista ;
Philippe Honorè, vignettista ;
Mustapha Ourrad, curatore editoriale;
Elsa Cayat, psichiatra e giornalista;
Bernard Maris, economista professore all’Università di Parigi;
Ahmed Merabet, agente di polizia in servizio nell’XI arrondissement di Parigi;
Franck Brinsolaro, ufficiale del servizio di protezione guardia del corpo di Charb.
Gli autori della strage sono i fratelli Said Kouachi e Chérif Kouachi, jihadisti franco-algerini di Gennevilliers. Un terzo uomo Hamyd Mourad, è stato inizialmente sospettato di aver aiutato i fratelli Kouachi, ma si è subito consegnato alla polizia, aveva un alibi. Anche una giovane è stata indiziata di aver partecipato alle azioni, quanto meno nell’affiancare e aiutare i compagni.
Ginevra
ATTENTATO ALLA SEDE DI CHARLIE HEBDO
L’attentato è stato un attacco terroristico avvenuto il 7 gennaio 2015 contro la sede del giornale satirico Charlie Hebdo, a Parigi, sono morte 12 persone e 11 sono rimaste ferite.
Intorno alle 11.30 del mattino, due uomini mascherati e armati sono entrati negli uffici del giornale e minacciando la disegnatrice, tenuta in ostaggio e poi rilasciata, le hanno fatto digitare il codice per entrare nella sede.
Hanno poi aperto il fuoco contro i dipendenti, gridando in lingua araba e causando la morte di dodici vittime.
Poi sono fuggiti uccidendo un poliziotto addetto alla sicurezza del giornale, si sono imbattuti con un veicolo della polizia uccidendo con un colpo alla testa un poliziotto, hanno poi rubato un veicolo ad un civile dicendo di essere due terroristi della cellula di Al Qaeda.
Dopo l’attacco lo scrittore del giornale è stato posto sotto la protezione della polizia mentre la casa editrice è stata evacuata per sicurezza.
Due giorni dopo, a seguito di una sparatoria i due terroristi, due fratelli sono stati uccisi durante l’irruzione in una tipografia dove si erano barricati.
ALESSIO G
Febrero 2016
Una scoperta importante
Tra le 10 scoperte scientifiche più importanti del 2015 secondo la rivista Scienze c’è la creazione del primo vaccino efficace contro il virus Ebola.
Testato su oltre quattromila persone nella Guinea Concry, uno dei paesi in cui il contagio è stato più alto, la copertura massiccia è stata ottenuta adottando una strategia “ad anello”.
A essere vaccinati sono state le persone a contatto con quelle che avevano appena ricevuto una diagnosi di infezione da virus ebola (trattate anch’esse).
Risultato : 100% di efficacia.
GIOELE
March 2016
La ”Grande Tempesta”
Nella notte tra il 5 e 6 marzo 2015, la Toscana è stata colpita da un evento eccezionale; ci sono state delle raffiche di vento anche superiori ai 160 Km/h. Queste raffiche sono state provocate dall’aria fredda che era sul Mediterraneo e che ha creato una zona di bassa pressione sul Mar Tirreno.
Si parla di questo evento come fosse un “Uragano”.
Le raffiche di vento hanno provocato diversi danni. Il vento ha abbattuto diversi alberi secolari,
le linee elettriche sono andate in tilt, si parla di circa 80.000 famiglie al buio.
Per gli alberi caduti molte strade, come la superstrada FIRENZE-PISA-LIVORNO e l’autostrada A12
sono rimaste bloccate. Le reti ferroviarie hanno funzionato a singhiozzo, specialmente la linea
PRATO-PISTOIA-VIAREGGIO, PISTOIA-FIRENZE, PISTOIA-PORRETTA, anche SIENA-GROSSETO a causa delle piante cadute sui binari. Altri danni sono stati causati ad abitazioni, ma soprattutto
Alle scuole con danni ai tetti. Ci sono stati danni all’ agricoltura (Serre, stalle, vigneti, alberi da frutto). Ci sono stati ingenti danni anche ai vivai nel Pistoiese. Questa calamità naturale ha causato la morte di un uomo e almeno 10 feriti.
La regione Toscana ha chiesto lo stato di calamità naturale.
Anche nella zona in cui vivo cioè la MONTAGNA PISTOIESE abbiamo avuto diversi danni, come la caduta di piante mancanza di elettricità linee telefoniche in tilt.
Ciò ci deve insegnare ad aver più rispetto della natura.
Samuele
April 2016
TERREMOTO DEL NEPAL
Il venticinque aprile del 2015 alle 11:56 in Nepal, ci sono state due forti scosse di terremoto di 7.9 e
di 6.6, ma i sismologi sostengono che la prima è stata di 8.1, è stata causata dalla placca Asiatica,
che si è mossa causando i terremoti.
Le scosse hanno raso al suolo la città di Katmandù, causando molte vittime oltre 8.000, le scosse
sono arrivate anche sull’Everest, ed hanno provocato una valanga di neve con diciotto vittime tra gli
alpini. Il terremoto ha distrutto molti monumenti storici e metà della popolazione è rimasta senza
una casa. I terremoti si sono fatti sentire anche nei paesi più vicini: provocando almeno ventiquattro
vittime in India, undici in Tibet e due in Bangladesh.
Vittoria
Maggio 2016
Al via il sogno di EXPO 2015
EXPO 2015
RENZI ha affermato: “Oggi inizia il domani”
Junio 2016
Luglio 2016
August 2016
Settembre 2016
Octubre 2016
ALIMENTAZIONE E FAME NEL MONDO I TEMI DI QUESTA EDIZIONE
EXPO MILANO 2015: ITALIA AL CENTRO DEL MONDO PER SEI MESI
137 PADIGLIONI, OLTRE 21000 VISITATORI, AFFLUENZA OLTRE OGNI ASPETTATIVA PER UN EVENTO CHE HA SCRITTO UNA PAGINA IMPORTANTE DELLA NOSTRA STORIA
Expo 2015 Italia, è stata l’esposizione universale che si è svolta a Milano dal primo maggio al trentuno ottobre 2015. Milano era già stata scelta per l’ esposizione internazionale del 1906, detta anche esposizione internazionale del Sempione che aveva come tema i trasporti.
Il tema scelto per questa edizione è stato: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Gli argomenti trattati sono stati: le tecnologie, l’ innovazione, la cultura, le tradizioni e la creatività legati al settore dell’alimentazione e del cibo.
Si sono riuniti importanti politici di tutto il mondo ed esponenti di grandi associazioni che si occupano di questi temi, per cercare soluzioni a livello mondiale per rafforzare la quantità e la sicurezza dell’alimentazione, cioè la sicurezza di avere cibo a sufficienza per tutti e la certezza di mangiare cibo sano e di avere acqua potabile. E’ stata presente anche Michelle Obama, la moglie del Presidente degli Stati Uniti d’America.
La cerimonia di apertura ufficiale si e` tenuta il primo maggio 2015 alle 12:00 presso l’ “Open air theatre”, un teatro all’ aperto costruito per l’occasione. E’ stata una cerimonia bellissima che e’ stata ripresa da molte tv ed anche da mia mamma e da Daniele che hanno lavorato per la pubblicità di Expo. Mi hanno raccontato che c’erano grandi personaggi del mondo della politica e dello spettacolo.
Ad Expo hanno partecipato 137 paesi, i padiglioni erano collegati da una lunga strada chiamata “world avenue” ed erano stati studiati in ogni particolare per renderli bellissimi e attirare visitatori.
I padiglioni più apprezzati e visitati sono stati:
-I l padiglione dell’Austria, dove avevano ricreato un bosco.
-Il padiglione della Svizzera, dove i visitatori potevano prendere dalle quattro torri costruite con mele, sale, caffè e acqua, tutto quello che volevano ma senza esagerare per non farne mancare a chi entrava dopo, un messaggio importante per come dobbiamo comportarci per migliorare il mondo e eliminare la fame.
-Il padiglione del Marocco, che spiegava benissimo le grandi differenze tra le varie zone del Marocco. Ad esempio all’ingresso era molto freddo per indicare la parte nord del Paese mentre all’uscita era caldissimo per ricordare il sud.
-Il padiglione del Giappone, ricco di effetti speciali.
-Il padiglione della Corea del Sud, che spiegava quali sono le nostre abitudini alimentari sbagliate con immagini di persone obese che mangiano cibi in scatola e persone che stanno bene mangiando più cibi sani, frutta e verdura.
-Il padiglione del Brasile, che ha fatto divertire tanti bambini che saltavano sulla grande rete sospesa sopra le piante tipiche brasiliane.
-Il padiglione degli Emirati Arabi, dove era stato ricreato un deserto.
-Il padiglione Zero, il primo padiglione per tutti quelli che arrivavano a Expo dall’entrata della metropolitana. All’interno il visitatore faceva un viaggio attraverso la storia alimentare dell’uomo, dagli inizi a oggi. C’era anche una parete con tutti i principali semi del mondo.
Tra gli spazi espositivi erano stati realizzati giardini, fontane e opere d’ arte bellissime.
Per l’ evento di Expo 2015 è stato costruito “l’albero della vita”, un’opera alta 37 metri, costruita con acciaio e legno, situato nella “lake arena”e simbolo del padiglione Italia. L’opera e’ l’unica costruzione che non e’ stata smantellata alla fine di Expo ed ancora oggi e’ possibile ammirarla in tutta la sua bellezza.
Fuori da i padiglioni si sono svolte altre iniziative come: concerti, balli, circo, mostre e molte attrazioni che hanno richiamato tanto pubblico e l’attenzione della stampa internazionale.
Asia A
L’expo di Milano 2015
Oltre 20 milioni di visitatori, più di 150 paesi partecipanti e circa 5000 eventi realizzati in 184 giorni di esposizione; questi in sintesi i numeri di Expo Milano 2015
L’expo si è tenuto dal 1° Maggio al 31 Ottobre ed è stata una vetrina per i Paesi partecipanti, un contenitore di idee, esperienze e stimoli, una rassegna delle culture e dei popoli di tutto il mondo, un caleidoscopio di colori che ritraggono con vivacità il paesaggio globale, un paesaggio circondato da un enorme “polmone verde” per valorizzare la biodiversità, una cucina da cui emanano gli odori delle spezie e della frutta, della carne e dei fiori, un centro sperimentale dove si è discusso di innovazione e di nuove tecnologie, dove la ricerca scientifica al servizio dell’alimentazione è stata al centro delle discussioni dei più importanti esperti da tutto il mondo, un grande studio di architettura in cui si sono confrontate le menti più illuminate e le forme più avveniristiche.
Infatti, l’argomento dell’Expo è stato “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, argomento per il quale sono state chiamate ad esprimersi scienza, tecnologia, tradizioni e creatività, sempre legate al tema dell’alimentazione e del cibo. Di conseguenza i temi trattati sono stati molteplici, ed incentrati sulle problematiche della fame nel mondo, eliminare la fame e la sete con e la conseguente mortalità infantile e la malnutrizione.
A questo si aggiungeranno le tematiche sulle malattie della nostra epoca quali l’obesità, patologie cardiovascolari, tumori, epidemie e tutto ciò che attornia la salute ed il benessere della persona.
L’area espositiva è stata organizzata come un’isola circondata da un canale d’acqua ed è stata strutturata secondo i due assi perpendicolari della World Avenue (decumano) e del “cardo”, ripresi dall’architettura delle città romane. Secondo un principio di uguaglianza, tutti i padiglioni nazionali si sono affacciati sul grande viale principale, lungo 1,5 km e largo 35 metri. Lungo il “cardo”, 325 metri di lunghezza per 35 metri di larghezza, sono invece organizzati i padiglioni delle Regioni e Province italiane. Alla confluenza dei due assi è stata creata una grande piazza (Piazza Italia) di 4.350 m². A nord del “cardo” è stato fatto sorge il Palazzo Italia, ovvero il padiglione del Paese organizzatore, affacciato sulla Lake Arena, un lago-arena di 98 metri di diametro.
Expo Milano 2015 ha attratto visitatori da tutto il mondo, diventando una meta obbligata per numerose istituzioni e celebrità di fama internazionale da Ban Ki-moon a Michelle Obama, da Angela Merkel a Vladimir Putin, da Giorgio Armani a Sharon Stone e tante altre ancora. Ma, il cuore dell’Esposizione sono stati i milioni di visitatori, italiani e stranieri, che per i sei mesi dell’Esposizione hanno contribuito a mettere Milano al centro del mondo. Cittadini, famiglie, studenti, che con la loro presenza hanno reso l’Esposizione il simbolo di una comunità internazionale.
Samanta
November 2016
Attentati in Francia
7 Gennaio 2015: a Parigi, in Francia, il secondo attentato alla sede di Charlie Hebdo, un settimanale satirico, causa 12 morti, fra cui alcuni noti fumettisti francesi.
13 novembre 2015: una serie di attacchi terroristici nel centro di Parigi, rivendicati dall’ I.s.i.s, causano 130 morti e oltre 300 feriti.
A meno di un anno dalla strage nella redazione di Charlie Hebdo di nuovo un attentato!
Mi dispiace, avrei voluto parlare di un argomento più bello e leggero, ma è stato questo il fatto che mi è rimasto più impresso del 2015.
Sinceramente non ho ben capito le dinamiche di questi fatti di sangue, né perché o per come questi terroristi abbiano ucciso tanti innocenti.
Però ho impresso il panico e la paura nei volti delle persone.
Se penso che anche noi possiamo essere minacciati da questi attentati e un giorno potremo essere al posto dei francesi ho tanta paura!
Vorrei chiedere una sola cosa a chi commette queste stragi:
“PERCHÈ???”
Ambra
***
Parigi sotto attacco
13 Novembre 2015: grave attentato nel cuore di Parigi
Ci sono stati decine di morti in una sala concerti, in pizzerie e ristoranti e sono stati presi anche degli ostaggi. I colpevoli sono i seguaci dello stato islamico che si vogliono vendicare degli attacchi che la Francia compie nei loro paesi.
Hanno sparato e si sono fatti esplodere con le cinture esplosive e hanno ucciso oltre 100 persone, hanno seminato il terrore anche fuori da uno stadio dove anche il presidente Hollande era spettatore.
Fra gli innocenti morti c’era anche una ragazza italiana di Venezia che era nel teatro insieme al fidanzato che si è finto morto per salvarsi.
I terroristi morti sono otto e uno è riuscito a scappare.
Su internet i terroristi islamici minacciano “Dopo Parigi,ora tocca a Roma, Londra e Washington.”
Alessio C.
Attentato a Parigi
Il fatto del 2015 che mi ha colpito di più, è stato l’attentato avvenuto a Parigi il 13 novembre. Mi ricordo che quando l’ho sentito ho pensato subito che fosse stato un attacco da parte ISIS, avendo io capito che sono dei gruppi di persone armate che fanno queste cose. Ho avuto paura e ho pensato che sarebbero potuti venire anche in Italia! Questo attentato, diviso in più fasi e in diversi luoghi di Parigi, ha portato molte morti, circa 137 persone, 7 erano attentatori. Ci sono stati anche molti feriti circa 368, di cui 99 gravi. Tra i vari fatti accaduti quella sera, quello che mi ha colpito di più è stata la strage avvenuta al teatro Bataclan, dove, durante un concerto di una famosa band, sono stati presi in ostaggio gli spettatori e uccise 89 persone innocenti. Quella del teatro è stata definita la più grave e sanguinosa strage mai avvenuta dalla seconda guerra mondiale, a Parigi. In quei giorni, in tv, mi ricordo di aver visto diverse immagini di poliziotti che cercavano di capire come poter intervenire durante quei momenti di caos. Mi ricordo anche che molta gente, sui siti o in tv, nei giorni seguenti, per dimostrare la loro solidarietà, metteva delle immagini come ad esempio, la bandiera francese, il simbolo della pace con la Tour Eiffel nel centro, la stessa torre con un nastro nero incrociato nella parte più stretta e ancora un occhio che piangeva con i colori della Francia. Secondo me questi fatti sono stati e sono, molto brutti e non si dovrebbero mai fare, contro nessuno!
Fabio
ATTENTATO AL TEATRO BATACLAN DI PARIGI
Il 13 novembre 2015 Parigi è stata attaccata dall’ISIS che ha organizzato numerose sparatorie in una zona centrale della città. L’attacco terroristico è stato il più grave per la Francia dopo la seconda guerra mondiale, oltretutto già a gennaio era stata attaccata, sempre dai terroristi islamici, presso la sede del giornale comico Charlie Hebdo.
L’attacco più grave è stato fatto al Teatro Bataclan, dove sono rimaste uccise 89 persone; tre terroristi sono entrati alle 21,40 mentre c’era un concerto hard rock del gruppo americano Eagles of Death Metal e hanno iniziato a sparare con i fucili sulla folla, prendendo in ostaggio un gruppo di persone. L’attacco è durato più di un’ora e solo dopo la mezzanotte i poliziotti sono riusciti ad entrare nel teatro trovando molte persone uccise, altre ferite, e pur di non farsi catturare due dei terroristi si sono fatti esplodere con una cintura esplosiva, mentre il terzo è stato ucciso dai poliziotti.
In tutto quella notte a Parigi sono state uccise 130 persone, in vari posti come il teatro,lo stadio, ed alcuni ristoranti; tra queste vittime c’era anche un’italiana, di nome Valeria Solesin, morta durante il concerto. Gente racconta che i terroristi erano a volto scoperto e tutti molto giovani, sotto i 25 anni: la cosa triste è che sia i terroristi che la maggior parte delle vittime erano tutti molto giovani, i terroristi erano giovani islamici europei, cresciuti a Parigi o in Belgio, e la cosa che mi fa rimanere male è la cattiveria che questi ragazzi hanno usato contro la propria gente.
Emma
Terrore a Parigi
13 Novembre 2015
Dal nostro inviato Andrea
8 attentati cambiano in 40 minuti la storia della Francia e dell’ intera Europa.
La sera di Parigi è mite, la Francia si prepara ad assistere all’ amichevole Francia- Germania in programma alle 21. I bar continuano ad avere i tavolini all’aperto, al “Bataclan” nel Boulevard Voltaire è in programma un concerto “Eagles Of Death Metal”. A circa 20 minuti dall’ inizio del primo tempo un boato (scambiato per petardo ) si sente rimbombare nello stadio, in realtà è il primo kamikaze (ce ne saranno 2 a seminare il panico). Poco dopo ad un tavolo di una birreria, una bambina e sua madre vengono uccise a colpi di kalashnikov che, spostandosi da tutte le parti, fa altre 15 vittime. Al “Bataclan “ il concerto è cominciato , due ragazzi escono per fumare una sigaretta e vengono uccisi, poi 2 uomini entrano nel teatro e cominciano una strage, il gruppo che stava suonando, in quel momento, si rifugia dietro le quinte e si sentono solo grida e spari , alcuni fanno finta di essere morti, mente i terroristi, giovani , gridano vendetta , la confusione è totale: c’è chi si lancia dalla finestra , chi si appende ai cornicioni…
A mezzanotte gli ospedali di Parigi richiamano tutti i medici e riaprono i blocchi operatori, intanto al” Bataclan” esplode il piano superiore, 89 vittime .
I morti sono circa 133 di cui 109 al Bataclan.
Questo dimostra che questa crudeltà è inutile spero che la Francia non si butti giù, ma spero che combatta affinchè non si ripeta più
Da” il Corriere della sera”14 novembre 2015, rivisto da me
Dicembre 2016
ABBRACCIO AL POPOLO DEI CARCERATI
UN GIORNO “LIBERI” A SAN PIETRO
da La Nazione del 08/12/2015
Sarà con i carcerati il grande segno finale del Giubileo. Papa Francesco è pronto ad accoglierli nella basilica di San Pietro il 6 Novembre 2016, a conclusione dell’Anno Santo straordinario in un incontro che avverrà per la prima volta nella storia, non solo dei giubilei.
La struttura vaticana regista del Giubileo sta lavorando fin dal primo giorno dell’annuncio lanciato da Francesco. L’incontro con il mondo delle carceri è infatti, uno dei desideri di Francesco da realizzare come segno concreto dell’anno della misericordia. Quello con i detenuti sarà un grande evento conclusivo del Giubileo in grado di fare un’autentica sintesi di tutto il cammino giubilare. “Il mio pensiero – ha scritto il Papa in una lettera – va anche ai carcerati che sperimentano la limitazione della loro libertà”. Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una amnistia, destinata a coinvolgere tante persone. Così per volontà di Francesco, per la prima volta nelle cappelle delle carceri, i detenuti potranno ottenere l’indulgenza ed ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, “rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre”, il gesto avrà lo stesso valore del passaggio per la Porta Santa.
Giovanni
Niente Natale nel Brunei
Una notizia di qualche giorno, prima di Natale 2015, e precisamente del 22 dicembre, diceva che il Sultano del Brunei vieta il Natale e incarcera, fino a 5 anni, chi lo festeggia.
Brecciolino in curva… – Educazione stradale in bici! – classe quinta
A scuola dobbiamo stimolare i bambini alla sicurezza stradale.
Quest’anno abbiamo deciso di sfruttare una loro grande passione: la bici. Abbiamo visto come curarla, come andare per strada o per i sentieri di montagna… ed infine abbiamo deciso di passare un pomeriggio tutti insieme a giro per i nostri bellissimi monti.
Ma allora perchè non utilizzare le immagini anche per partecipare al concorso proposto dalla Gazzetta dello Sport in occasione del Giro d’Italia? I ragazzi ne sono stati subito entusiasti! Abbiamo quindi chiesto aiuto a Carlo Degl’Innocenti per la sua realizzazione.
Il risultato è stato per noi entusiasmante! Grazie Carlo delle immagini che ci hai donato!
Istituto Omnicomprensivo San Marcello Pistoiese
Scuola Primaria “Anna Frank” – Maresca (PT)
Classe Quinta – BiciScuola 2015
Viviamo in una piccola comunità sulle montagne pistoiesi e la sensazione che spesso proviamo è quella di isolamento e di “abbandono”, anche se siamo immersi in un ambiente salutare e dai paesaggi mozzafiato; montagne che, per questi due motivi, ci piacerebbe far conoscere di più.
Abbiamo perciò ritenuto molto interessante la vostra (Biciscuola, Gazzetta dello Sport- ndr) proposta di “Esplora il verde”, per pedalare in mezzo alla natura, per trascorrere giornate all’aperto e organizzare una eco-gita in bicicletta nella tranquillità e serenità della nostra zona.
Il primo passo è stato quello di cercare di capire se i ragazzi fossero realmente interessati a fare questa esperienza e la reazione è stata immediatamente positiva: tutti amano andare in bici, per i paesi e per i boschi, inoltre molti seguono corsi di mountain bike in estate.
Quindi tutti insieme abbiamo deciso di chiedere aiuto ad alcuni appassionati di montagna, di mountain bike e, soprattutto, di video, oltre che alla polizia stradale, come proposto dal progetto.
In particolare due persone ci hanno seguito nel nostro percorso, organizzandolo con noi: Pietrangelo Cinotti (ci ha parlato di come si deve andare in bici in montagna e per strada, di come tenere efficiente la bici e come leggere le cartine per scegliere i percorsi) e Carlo Degl’Innocenti che ci ha seguito e fatto le riprese del pomeriggio, ha montato le immagini ed è venuto a scuola per parlarci di come ha “costruito” il video e come ha ottenuto molte delle suggestive immagini.
Quindi, nel corso di questo nostro lavoro, abbiamo discusso delle regole di comportamento da tenere quando andiamo in bici o in mountain bike, sia per strada che per i boschi; abbiamo parlato del nostro ambiente naturale e delle opportunità che esso offre (flora, fauna, risorse umane e associazioni che si occupano di natura); abbiamo imparato a leggere le cartine e abbiamo individuato molti percorsi di varia difficoltà; abbiamo fatto un’uscita tutti insieme in mountain bike e ci siamo divertiti a riprendere la nostra escursione; abbiamo imparato come si realizzano dei video e della quantità di lavoro che ci sta dietro; abbiamo parlato davanti alla telecamera della nostra montagna; abbiamo ricercato informazioni ed immagini del Giro d’Italia che potevano esserci utili alla realizzazione del video.
Abbiamo imparato tantissime cose e ci siamo divertiti molto.
Speriamo che il lavoro fatto, montato con l’aiuto di grande un appassionato di montagna, possa piacervi quanto è piaciuto a noi.
Solidarietà: la vittoria più bella
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Partita solidale, richiedenti asilo vs genitori degli alunni della scuola primaria di Maresca
Sport ed integrazione:“la vittoria più bella”
Il capitano dei genitori: “Ci hanno fatto neri”
Giovedì 16 Aprile 2015
I valori della solidarietà che lo sport ha il dovere di rafforzare nella società, sono stati protagonisti della partita di calcetto organizzata dalla scuola Anna Frank di Maresca con la cooperativa sociale “Gli Altri” di Pistoia. Il 16 aprile, al Palazzetto dello sport “Sandro Pertini” di Bardalone, si sono incontrate le squadre formate dai genitori degli alunni della scuola primaria e i richiedenti asilo alloggiati sulla montagna pistoiese, a Maresca e a Pianosinatico. L’atmosfera entusiasmante ha visto coinvolti studenti, genitori, insegnanti e tanti curiosi che hanno assistito e applaudito i protagonisti con simpatia e cuore. – Guardando la partita – commenta uno spettatore – ho notato che i migranti hanno giocato molto bene, hanno fatto bei passaggi così che la partita è stata molto combattuta. I migranti – continua il ragazzo – hanno fatto molti goal, infatti hanno vinto dodici a due. È stato molto bello vedere per la prima volta, persone di razze diverse giocare insieme e divertirsi-.
Questa iniziativa ha preso le mosse dall’adesione al progetto “Sport e integrazione” e dal desiderio dei bambini di coinvolgere gli stranieri ospitati a Maresca.
Alle 17,30 sono entrate in campo le squadre, i migranti con le maglie amaranto e i genitori con le maglie bianche. Le squadre erano composte da sei giocatori. I tempi concordati erano quattro per permettere a tutti di giocare.
Dopo i saluti di rito è iniziata la partita. Già il primo tempo ha visto la squadra degli ospiti in vantaggio, infatti al 12^ è arrivato il primo goal da parte di Mamadou.
La squadra dei genitori ha cercato affannosamente di recuperare lo svantaggio. Le azioni si sono susseguite velocemente con scambi repentini di campo e cinque minuti dopo giunge la risposta dei genitori: 1-1!
La partita è molto combattuta infatti alle 17.50 viene segnato il 2-1 per i richiedenti asilo.
I due gruppi giocano con impegno, determinazione e spirito di squadra. Il sostegno del pubblico diventa sempre più forte e caloroso, finché alle 18.10 arriva il terzo goal degli ospiti.
I migranti prendono, con il loro gioco frizzante e rapido, il sopravvento segnando altre nove reti! I genitori accorciano le distanze alle 18,39. La competizione termina alle ore 19 con il risultato di 12-2 per i migranti.
La partita si è conclusa quindi con una schiacciante vittoria dei richiedenti asilo sui babbi, i quali, nonostante la sconfitta, hanno chiesto scherzosamente la rivincita.
La serata si è conclusa con una cena a base di pizza fra tutti i partecipanti all’ iniziativa.
Sport e integrazione: l’incontro con un mondo in fuga
Perché tante persone chiedono asilo politico
I migranti che abbiamo incontrato provengono dalla Costa d’Avorio, dal Senegal, dal Gambia, dal Camerun, e anche dal Pakistan e dall’ Afganistan. Partendo dai loro Paesi hanno raggiunto la Libia dove hanno preso l’imbarcazione che li ha condotti verso Lampedusa.
Molti sono riusciti a raggiungere le coste di quest’isola aiutati dalla guardia costiera; lì sono stati accolti, visitati e nutriti.
Successivamente con il “Progetto accoglienza diffusa” il Ministero degli Interni li ha mandati sulla montagna Pistoiese, assistiti dalla cooperativa sociale “Gli Altri”. Come ci racconta un’operatrice sono solo semplici ragazzi, nati tra il 1994 e il 1996.
Un altro operatore ci dice che durante l’inverno hanno aiutato la comunità, dove sono anche ben inseriti.
Ci parla anche di un famosissimo profugo italiano che durante la Seconda Guerra Mondiale fuggì in Francia, questa persona è diventata presidente della Repubblica, era Sandro Pertini.
Altri operatori ci raccontano che queste persone hanno bisogno di essere ascoltati e di capire quali siano le nostre abitudini. Per questa ragione nella cooperativa ci sono dei mediatori linguistico-culturali che parlano lingue insolite come il Bambarà, Wolof, Mandinga (dall’Africa), Pashtun, Urdu, Dari (dal Pakistan e Afganuistan), che li aiutano a integrarsi.
Questi ragazzi seguono anche dieci ore di lezioni di italiano ogni settimana, la conoscenza della lingua potrà permettere loro di inserirsi meglio nelle comunità e forse nel mondo del lavoro.
I ragazzi sono aiutati con lo “sportello informativo per migranti” nello svolgimento delle pratiche burocratiche che servono per richiedere il riconoscimento dell’asilo politico in quanto tutti in fuga da paesi in guerra.
Due ragazzi ci raccontano la loro storia. Uno di loro è appena arrivato e non sta giocando a calcio perché si è fatto male ad un piede. Per arrivare in Italia è stato due giorni su una barca piccola, con almeno un centinaio di altre persone. É solo e adesso vive a Maresca.
L’altro, Lamin, viene dal Guinea, ha iniziato a lavorare quando era molto piccolo. Aveva un campo tutto suo dove coltivava gli anacardi, una specie di noce, della quale la Guinea Bissau era la maggiore esportatrice. Lamin era molto bravo a scuola ma per problemi familiari non ha potuto continuare gli studi. Dopo un po’ di tempo, nel suo paese, è scoppiata la guerra civile e così ha cercato rifugio in Italia.
L’incontro con questi ragazzi è stato molto interessante e ricco di emozioni.
” Il terzo tempo “
Tutti parlano di fair play nel calcio, di terzo tempo, noi l’abbiamo realizzato.
Dai quotidiani locali
Progetto “Noi rispettiamo”
Le attività sulla legalità svolte nella nostra scuola nell’anno scolastico 2013\14 sono legate al progetto d’istituto “Noi rispettiamo”
Fra le attività più significative ricordiamo :
– Raccolta di generi alimentari per il banco alimentare della Montagna Pistoiese gestito dalla Pubblica Assistenza. La nostra scuola si è distinta per la grandissima generosità dimostrata ( scuola con maggior numero di generi alimentari reperiti).
– Attività con le associazioni Libera ed Emergency
– Incontro con un ex ragazzo di Scampia che ha fatto capire ai bambini come è facile cadere in cattive abitudini ed esperienze, e come poi ci voglia un grandissimo coraggio per uscirne
– Una giornata finale in cui tutte le scuole dell’istituto hanno venduto prodotti del commercio equo e solidale e di Libera Terra, questi ultimi coltivati sui terreni sottratti alla criminalità organizzata.
Quest’anno scolastico il titolo del progetto d’istituto è…..un segreto.