Poesie e filastrocche

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Per un mondo migliore. Agenda 2030 in poesia

 

(Ore Alternative alla Religione Cattolica)

 Abbiamo letto gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile presenti nell’agenda 2030. Abbiamo approfondito ogni argomento con letture, discusso e fatto riflessioni intorno a ciascuno di essi; infine abbiamo provato a tradurli in versi.

    

“Chiunque tu sia, uguale a me sei 

   comunque io sia, rispetto vorrei”

 


Se la povertà non vorrai 

sconfiggerla dovrai!

Ciascun paese si impegni affinché

ogni famiglia abbia cibo sufficiente per sé;

anche la salute sia garantita

e il benessere accompagni la vita!

Musica, matematica, scienze e storia…

Imparare sarà per tutti una gioia.

 Ogni lezione

dà informazione!

Tutti a scuola devono andare

ciascun giorno per imparare!

Acqua pulita le persone devono avere:

in molte zone non la possono bere!

   

Se la terra non vuoi inquinare

il vento e il sole prova ad usare;

e non dimenticare biomasse, acqua, calore

avrai, così, conveniente energia a tutte le ore.

Favoriamo la crescita economica

ma, attenti, che non sia “atomica”!

I bambini non devono lavorare 

ma giocare, socializzare e studiare!

La scienza si deve impegnare

e protezione a tutti assicurare.

Le persone non devono essere  sfruttate 

ma felici, incluse e occupate.

Possano in modo ecologico lavorare 

così che ognuno possa mangiare.

NO a discriminazione o sfruttamento,

spose bambine, abusi o malnutrizione.

SÌ a libertà e partecipazione

benessere, lavoro e più finanziamento.

Le città devono essere pulite, attrezzate

ecologicamente  costruite e rispettate;

piante, aree verdi e giardini

devono rallegrare tutti i cittadini.e

Migliorare le sedi stradali 

e garantire i servizi sociali.

Consuma e riproduci responsabilmente,

non comprare oltre il tuo bisogno 

il cibo non sarà più un sogno

riusa e ricicla amorevolmente.

Il cambiamento climatico globale 

è una minaccia molto reale! 

La terra si scalda,

i deserti si espandono,

le foreste si infiammano, 

l’aria è irrespirabile!

Impegniamoci tutti a tenere pulito il pianeta!

Favoriamo società pacifiche, inclusive, giuste e 

responsabili fino alla meta!

 

 

Pensieri e parole, poesie… (dall’A.S. 2020/21)

Brain storming, change poetry

Cielo in primavera

Il cielo azzurro, sfumato di bianco,
vede correre nuvole
leggere, lunghe, striate,
zucchero filato,
pennellate di vapore.
Appaiono, poi, masse bianco perlate
dietro le montagne,
inquietanti, veloci, soffici!
Puntini neri le attraversano…
uccelli che tornano dal sud.

Classe quarta, Maresca


Un altro cielo, un cielo… in città. Punti di vista 



Cielo in città
Il cielo grigio, sfumato di nero
vede scendere pioggia, acida;
nubi pesanti, fuligginose, maligne
veleno intossicante...
pennellate di polvere.
Appaiono masse plumbee
dietro le ciminiere e i palazzi,
minacciose, lente, pesanti.
Puntini informi le attraversano,
sacchettini di plastica.
Classe quarta, Maresca


 

La madre del partigiano

di Gianni Rodari

Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio
è il sangue, il sangue di mio figlio
morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
oh tu che passi, non lo strappare
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.

Ricordando il 25 aprile, festa della LIBERAZIONE


Aprile

Prova anche tu
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finchè potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere felice.
Anna Frank

27 GENNAIO 2021- GIORNATA DELLA MEMORIA, PER NON DIMENTICARE




Il più bel giorno di tutta la storia

S’io facessi il fornaio
Vorrei cuocere un pane
Così grande da sfamare
Tutta, tutta la gente
Che non ha da mangiare.
Un pane più grande del sole
Dorato, profumato
Come le viole.
Un pane così
Verrebbero a mangiarlo
Dall’India e dal Chilì
I poveri, i bambini
I vecchietti e gli uccellini.
Sarà una data da studiare a memoria
Un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia!

Gianni Rodari

Poesia per il Natale

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Una Corona che non brilla – Forza a tutti noi!

I lavori sono stati realizzati dai bambini di tutte le classi della scuola…


Filastrocca contro il Coronavirus

Amuchina e mascherine
Tutto accade senza fine.
Fuori dalla porta c’è una piccola, grande peste
Il coronavirus ci ha portato via le feste!
Spero che tutti potranno guarire
E la filastrocca andrà a finire.

Riflessioni sulla Didattica A Distanza – DaD

L’emergenza COVID-19 e la conseguente sospensione delle attività a scuola, ha sicuramente posto agli insegnanti il problema di come gestire la didattica e soprattutto di come dare continuità al percorso educativo/formativo iniziato in aula.
Nelle prime settimane per mantenere i contatti con i bambini sono stati usati i canali più immediati e più facili, quali il telefono e whatsapp, per mandare materiale didattico e fare lezioni individuali in videochiamata;  in questo modo si è perso però, in parte, il vero significato di classe e di appartenenza.
Dopo qualche settimana, per agevolare la didattica a distanza, il nostro Istituto ha introdotto l’uso della piattaforma Google Suite.
Già dopo i primissimi incontri sul Google Meet abbiamo compreso  quanto questa risorsa fosse importante per mantenere i contatti con i bambini e tra i bambini.
Certo restava la difficoltà, con gli alunni della primaria, di sfruttare tutte le potenzialità che queste piattaforme per la didattica a distanza possono offrire, ma il solo vedere tutti i bambini in video ha riempito i nostri cuori di gioia dando a tutti la sensazione di essere di nuovo in classe, seppur virtualmente.
La didattica su Google Suite è stata introdotta a piccoli passi, come una novità con la quale tutti dovevamo prendere confidenza.
L’uso del digitale ha sicuramente tanti vantaggi, usato in classe e non. E’ utilissimo per stimolare la curiosità dei bambini, per accrescere la motivazione e, soprattutto con i bambini con B.E.S., per semplificare e facilitare il processo di apprendimento al fine di raggiungere il successo formativo.
Tutto era nuovo e bisognava abituarsi,  insegnanti,  bambini e famiglie che hanno fatto, e stanno facendo, una grande lavoro di supporto.
La didattica a distanza è sicuramente una grande opportunità per migliorare le competenze digitali, da utilizzare anche quando si ritornerà in classe.
Nella didattica a distanza è assente però la componente fondamentale del contatto reale e costante con gli alunni e tra gli alunni, mancano gli stimoli reciproci, l’interesse che si crea all’interno del gruppo… mancano gli sguardi dei bambini, i loro sorrisi e manca la mano della maestra sulla spalla quando un alunno chiede: “Maestra mi aiuti?”. (Aurelia)

In questi giorni non possiamo uscire di casa, andare a scuola e vedere i nostri amici. Tutto questo è necessario per lottare con questo nemico invisibile. Io sono riuscito a sconfiggere la noia utilizzando l’ingegno. Ho costruito con un cartone e delle tempere le magliette di tutte le squadre di calcio. Passo tanto tempo con la mia famiglia e gioco con mio fratello a calcio in giardino. Io sono molto fortunato, penso ai 
bambini che vivono in città, non hanno un giardino per giocare. Spero che questa situazione si risolva presto: “Andrà tutto bene”.

Poesia
A te che non sei un re
Sei arrivato in silenzio da molto lontano
tu passi prepotente sulla mia mano
naso e bocca mi devo coprire
altrimenti tu sei pronto a colpire.
Cammini per strada senza pensieri
ma sei causa di problemi seri
hai la corona ma non sei un re
spaventi tutti, spaventi anche me!
Il parente lontano non posso abbracciare
l’amico fidato non posso incontrare
i bimbi al parco non possono giocare
a scuola non si può più andare.
Ma siamo forti, non ci arrendiamo
con grande tenacia noi ci rialziamo.
Tornerà il sereno nei nostri cuori
in tutto il mondo mille colori!

“Vorrei tanto rivedere i miei compagni!”


Speranza 

Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.

“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.

E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.

Gianni Rodari

”Vorrei che questa cosa finisse presto

così potrei giocare con tutti i miei amici!”


Ho sempre preferito restare a casa, ma adesso mi piacerebbe tanto ritornare a scuola.
Prima ogni mercoledì 
arrivavano i miei nonni da Cutigliano, ora posso solo sentirli al telefono. 
Durante il fine settimana uscivo con le mie amiche, ora posso vederle attraverso lo schermo di un computer.
Per tutte queste cose mi sento
tanto triste!

“Speranza” di Gianni Rodari contro il coronavirus. La Commissione europea dedica questa poesia agli italiani

Questa mattina a Bruxelles è stata declamata la composizione dello scrittore

“Un pensiero particolare va ai nostri compatrioti europei in Italia, dove al momento c’è la situazione più grave” ha detto il portavoce dell’esecutivo comunitario Erica Mamer facendo riferimento all’emergenza coronavirus. Poi ha  chiamato sul palco un’altra portavoce che ha letto la poesia «Speranza» di Gianni Rodari. «Mantenete la speranza e domani saremo di nuovo qui» ha concluso Mamer. (da LaStampa del 23 marzo 2020)

”Vorrei tornare a scuola!”


“In questi giorni sono a casa a causa del coronavirus, non vado a scuola. Però mi mancano gli amici e mi manca tanto Karate. Non posso uscire di casa ma almeno posso andare in giardino dove gioco assieme a Sally (il mio cane). Spero di tornare presto a scuola con gli amici e le maestre” “Presto passerà, quel coronavirus scapperà!!!”

Anche Piumini ha scritto una poesia per i bambini (clicca sul link attivo)


Il coronavirus è birbone e fa del male. Io e Eva giochiamo insieme. Mi mancano le maestre e i compagni. Bisogna stare in casa e rispettare le regole. La mamma e il babbo al lavoro portano la mascherina e i guanti.  Quando loro sono al lavoro io sto con la nonna.”


“In questi giorni io penso se i miei amici sono nella mia stessa situazione (molto probabile) oppure se trovano dei modi per divertirsi. Certo, anch’io dei modi per divertirmi li trovo, tipo andare al computer, giocare a carte o con dei giochi da tavola con i miei genitori, oppure fare delle videochiamate a mia cugina. Penso anche se torneremo a scuola il tre aprile o ci daranno un’altra data. Un altro pensiero è che non vedo i miei compagni da ancora più tempo perché ero stata malata prima della ‘pausa’ della scuola e quindi mi mancano ancora di più…”


“Mi annoia stare in casa. Mi dispiace vedere persone morte. Le notizie in tv son sempre peggiori. Stiamo insieme in famiglia”

Vite Spezzate

Paura, indecisione, curiosità, fiducia, speranza,…


Noi stiamo attraversando un periodo molto brutto.
E’ molto strano non vedere persone che passeggiano e
bambini che giocano all’aria aperta.
Se noi vogliamo che ritorni la normalità, dobbiamo seguire e rispettare delle regole.
Quando arriva l’estate voglio andare al mare, al più presto riabbracciare le mie compagne e i miei parenti, per fare tutto questo dobbiamo ascoltare quello che ci dicono i dottori. 
Allora restiamo a casa,
l’unione fa la forza e noi tutti insieme ce la faremo.



Durante il periodo di chiusura della scuola abbiamo cercato di sviluppare…

Competenze metadisciplinari come:

– Imparare ad imparare

– Metodo di lavoro (organizzazione, tempi, capacità di produzione)

-Saper raccogliere dati e informazioni

– Problem Solving

– Utilizzo delle conoscenze in contesti nuovi

– Competenze digitali

E’ il 25 Marzo 2020 e il nostro Paese vive una situazione disastrosa. Un virus chiamato Coronavirus sta facendo morire tante persone. 
Per colpa sua hanno chiuso anche la scuola.
In questo momento sta 
nevicando, mi piace vedere come la neve cade sulle case.
Fra poco chiamerò la mia amica e ci
racconteremo delle cose per ridere insieme.
Guardo poco la TV perché parlano sempre del Coronavirus, lo
so che è importante, ma non mi va di sentire sempre brutte notizie. Ho disegnato un bellissimo arcobaleno
e ho scritto “ ANDRA’ TUTTO BENE” .
Adesso devo andare, spero che finisca presto tutto questo

Per una nuova primavera per tutti noi

All’inizio sembrava una semplice influenza ma non è così, muoiono tante persone. Io penso che se tutti
rispettiamo le regole il virus si fermerà e potremo ritornare a scuola, a stare con gli amici.

 

Abbiamo tentato anche di migliorare le competenze disciplinari come:

– Comprensione dei linguaggi specifici

– Comprensione di brani e testi multimediali riferiti ad uno specifico argomento

– Capacità di costruire schemi, tabelle, rappresentazioni diverse dei contenuti

– Capacità di sintesi e di organizzazione dei contenuti

Abbiamo stimolato i bambini a lavorare usando le mani

Con la pasta di sale:

Sale colorato con i pennarelli:

Plastici che aiutino i bambini a comprendere ambienti naturali:

 

Ricette realizzate con i genitori per comprendere meglio il testo regolativo, le misure di capacità e di peso o massa


Lavori con carta e cartoncino

 

C’è anche chi ha mostrato come si lavora con il telaio per comprendere meglio gli uomini primitivi

8 giugno 2020 – Giornata mondiale degli oceani

“Innovazione per un oceano sostenibile”

“Noi facciamo affidamento sugli oceani per il cibo, il sostentamento, il trasporto e il commercio. E come polmoni del nostro pianeta (…) di assorbimento del carbonio, gli oceani hanno un ruolo vitale nel regolare il clima globale” (Messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres)

 

 

 

 

 

 

Alcuni bambini hanno iniziato a coltivare

Altri hanno cominciato la pubblicazione di un giornalino locale…

Un applauso a tutti!!!👏🏽👏🏽👏🏽

“Quel fresco profumo di legalità!”- classe prima

Il lavoro si è proposto di sensibilizzare, stimolare e far riflettere i bambini, di sei anni, sull’importanza del rispetto delle regole e sulle problematiche della legalità, della giustizia e dell’attenzione verso gli altri.
Essendo i bambini molto piccoli è stato indispensabile partire dalla loro esperienza quotidiana e quindi dal loro rapporto con amici, coetanei e compagni di scuola.
E’ stata presentata una semplice filastrocca; è stata letta, commentata, disegnata, recitata e poi rielaborata in un file MP4 dove i bambini hanno scelto la musica e il tema.

 

 

Legalità è libertà

Dammi subito quel bel panino!”

Eh, no! Tu non fai così, caro bambino!

Lascia stare il mio amico,

con fermezza te lo dico!”

Grazie amici di avermi aiutato!

Vi porterò del bel cioccolato!”

Hai una faccia che non mi piace

pensiamo che tu sia un vero incapace!”

Ma cosa dite, cari ragazzi

non vogliamo ascoltare frasi da pazzi!”

Non si giudica senza sapere,

costruiamo un mondo senza barriere!”

Spostati di lì, fammi passare!

O il mio gruppo ti trasforma in polpette!”

Ma che brutte parole e mal dette!

Potresti gentilmente pensare e cambiare?

Davvero, ragiona, non sai cosa dici

Forse hai bisogno di veri amici!”

Quando c’è chi ti disturba

e la tua vita, fortemente, turba

parlane sempre con chi ti fidi

e la tua pena, con lui, condividi.

A trovare una soluzione

potrà accompagnarti

così che dal problema

tu possa liberarti!

Se vediamo qualcosa che non piace

non facciamo come chi tace.

Parliamo, gridiamo: “Vogliamo legalità!”

Giustizia e inclusione sono la vera libertà!

Antichi mestieri di montagna, i ricordi dei nonni

I disegni rappresentano i giochi dei nonni (classi 1^ e 5^)

Dalla prosa alla poesia (classi 3^, 4^ e 5^)

(proviamo a trasformare un testo in prosa in poesia)

 

I VECCHI MESTIERI: il boscaiolo

Il lavoro del boscaiolo si sviluppò fra le due guerre mondiali per recuperare in fretta il
legname abbattuto durante le battaglie.
Il boscaiolo lavorava sempre in compagnia formando una squadra; più lavorava più
guadagnava e poteva portare a casa la legna scartata.
Si alzava all’alba e rientrava al tramonto quando lavorava vicino a casa; se invece
stava lontano per parecchio tempo si riparava con la sua squadra sotto una capanna
fatta di pali e cortecce che a fine lavoro veniva smontata per recuperare la legna.
La capanna conteneva un focolare al centro con una catena per il paiolo dove il cuoco
di turno cuoceva la polenta.
I pasti non erano molto ricchi: con la polenta si mangiava il formaggio, si beveva
caffè d’orzo e la sera, quando andava bene, si consumava una minestra di farina
abbrustolita.
Per dormire venivano usati rametti di abete messi fra paletti spezzati e coperti i
paglia.
I vestiti erano molto pesanti a causa del freddo: manopole ruvide per proteggere le
mani e grandi mantelli pesanti.
La sera dentro la capanna si intonavano cori e si raccontavano storielle per non
sentire la nostalgia di casa.
La legna segata ed abbattuta a mano veniva accatastata e incanalata nei corsi d’acqua
per farla scendere a valle dove veniva utilizzata.
Mia nonna mi ha raccontato che i suoi zii (che erano otto !!!), dopo aver fatto i
boscaioli nella foresta del Teso, sono andati tutti insieme a cercare fortuna in Brasile,
sono andati a fare i boscaioli nella foresta del Mato Grosso e visto che la terra che si
riusciva a bonificare diventava di proprietà, sono riusciti a stabilirsi là e oggi ho
molti parenti che vivono in Brasile proprio grazie al mestiere del boscaiolo!
Dario

Il boscaiolo

Giovanni, boscaiolo molto esperto

va nel “Teso” molto presto.

Con la motosega in spalla

cerca una pianta per tagliarla.

La pianticella fa capolino

alle prime ore del mattino.

Giovanni la pianta taglia a malincuore

ma tanto sa che presto ricrescerà, con vigore!

Boscaiolo

Boscaiolo,

che con la tua scure

ti svegli con il sole sotto l’orizzonte,

con la tua accetta stretta in mano

prendi lo stradello

che ogni giorno

ti porta al tuo amato bosco.

Con freddezza tagli gli alberi

che un tempo avevi piantato

per far spazio ai nuovi alberelli.

Quando il sole se ne va

gli spiragli di luce si spengono

e tu torni, soddisfatto, a casa.

Il boscaiolo

Il boscaiolo

vive tra piante

di tipi diversi.

Il boscaiolo,

tagliatore provetto,

alla fine

fa un lavoro perfetto!

Il boscaiolo,

gran lavoratore

dopo tutto questo

ha un gran cuore!(Mirco)

PECORINO A LATTE CRUDO

Il pecorino a latte crudo della montagna pistoiese si presenta in pezzature che vanno dagli 800 g a 1,5kg. Le forme sono tonde, con diametro tra i 18 e i 20 cm e hanno colore giallo paglierino.  La pasta è salata e ha consistenza morbida; si presenta in tre gradi di stagionatura: fresco, abbucciato e da asserbo. Nella lavorazione, il latte viene filtrato, versato in una caldaia in rame stagnato per la formazione della cagliata e riscaldato fino alla temperatura di 35-38°c; si aggiunge quindi un cucchiaio di liquido, che può essere sia di origine animale (stomaco di agnello) sia di origine vegetale (cardo selvatico). Dopo circa 30-40 minuti, si procede alla pezzature, con forme di diametro di 18-20cm e alla stufatura.

La successiva salatura facilita  la maturazione del formaggio e gli conferisce il suo tipico sapore. Per la stagionatura le forme vengono disposte su tavole di legno e lasciate a riposare per  un periodo superiore ai 60 giorni, dopo il quale si procede al lavaggio e alla spazzolatura del formaggio per togliere il grasso eventuale formatosi durante la stagionatura.
Omar
(dal sito del Comune di Cutigliano)
Il pecorino a latte crudo
Il pecorino a latte crudo
ha forma tonda
e colore paglierino
La pasta è salata, beige,
ha tre gradi di stagionatura,
fresco, abbucciato e asserbo.
Il latte viene filtrato,
versato in una caldaia in rame.
Le forme sono poi disposte
su un tavolo di legno
e fatte stagionare.
Buono, mangiamolo insieme! (Omar)
Il lattaio
La bottiglia è pronta sulla soglia
solo a guardarla ci viene voglia,
voglia di bere quel latte appena munto
che ogni mattina ci porti, appunto!
Ha un gusto tutto particolare
e tu sei un uomo speciale.
Ogni mattina quando arrivi e suoni
ci sentiamo sempre più buoni,
buoni come ciò che hanno fatto le tue mucche
quell’alimento sano chiamato latte!
 
 La lavorazione della castagna
 Siamo in autunno
cascano i cardi
e si raccolgono le castagne,
andando su e giù per il bosco.
Tra le foglie bagnate
 aspettano, nei panieri,
di essere posate
e, poi,
all’essiccatoio portate.
Con il caldo del legno bruciato
sudano acqua
e, poi,
vengono sbucciate.
Con il vecchio carrettino
son portate al mulino.
La ruota gira e,
con la forza dell’acqua,
macina.
La castagna rotondina
diventa farina, dolce e fina.
Nelle case è la regina!(Giulia)

La lavorazione della castagna

Nelle selve assai pulite
per discese e per salite
le mie nonne di montagna
raccoglievan la castagna.
Le mettevan nelle ceste
poi venivano giù leste,
appoggiandosi a un ramiccio
le portavano al caniccio.
Qui seccavan lentamente
e poi tutta quella gente
le mandavano da Gino,
il padrone del mulino
che da ogni castagnina
ci faceva dolce farina.
Così poi con il tempaccio
si mangiava il castagnaccio,
polenta, necci anche frittelle,
dolci e altre cose belle!
Emma, classe terza
2^ classificata
concorso “Gisella”
Pian degli Ontani
 I MESTIERI ANTICHI

Sono stanco…

Mi stendo sul letto

mi addormento

e la mente vola.

Magicamente mi catapulto

in un mondo antico,

sento rumori vivaci ,

profumi decisi.

Vedo le lavandaie al pozzo

che con il ranno

lavano i vestiti;

Giro per le strette viuzze,

vedo visi rugosi,

mani incallite e

schiene ingobbite

da tante fatiche.

In una bottega

che mi par familiare

Nonno Mario , il falegname

intruciolando, prima sega

poi pialla

il legname.

Nonno Domenico

Il ciabattino,

risuola uno zoccolo

nel suo sgabuzzino.

Le massaie

bisbigliano

nell’aia e…

aspettano

i loro amori lontani

carbonai nel bosco

e minatori in terre straniere.

Mi appare davanti

Un viso nero…

…cancaminin,

cancaminin

del paese è spazza camin.

Questi sono i mestieri antichi

dei nostri cari nonni,

lavori mai visti

e toccati ma

questa notte sognati. (Lor. Ag)

Nei vecchi mestieri

Nei vecchi tempi…

c’erano mestieri diversi.

Boscaiolo, falegname

e chi lavorava le castagne.

Qualcuno lavorava alla ferriera

altri allevavano le pecorelle.

Qualcuno faceva il calzolaio,

tacchi e scarpe di cuoio

lavorate a mano.

Che bei mestieri,

li vedrei volentieri!

I nostri avi

I nostri avi, bravi agricoltori

e buoni pastori,

raccoglievano castagne

anche frutti sulle montagne.

Anche se erano in povertà

c’era tanta felicità,

cacciavano di qua e di là

tra cespugli e rivalità

I lavori casalinghi del passato

La maggior parte delle cose

veniva fatta a mano:

scope di paglia per spazzare,

sedie di legno per mangiare,

attrezzi di ferro per il fuoco

 e cibi da vero cuoco!

Il nonno Piero

Quando il mio nonno Piero era giovane,

non avendo voglia di studiare,

decise di andare a lavorare.

La sua mamma un bar aveva

e pensò che di lavorare con lei la pena valeva.

A quei tempi il frigo non esisteva

e nella fontana le bibite metteva;

così, belle fresche e dissetanti,

le offriva ai villeggianti!

Per non farsele rubare

in una cassa, con il lucchetto, le doveva infilare

e alla fine della giornata

nonna Bianca era bell’accontentata!(Clelia)

Il materassaio

Il mio nonno faceva i materassi

e dentro ci trovava tutto, anche i sassi.

 

Scardazzava la lana con fatica

era fiero di quell’arte antica.

 

Usava un ago molto strano

e spesso si bucava la mano.

 

Prima le materasse non si compravano

ma con impegno si ricreavano.

L’ arrotino

E’ arrivato l’arrotino

che di nome fa Agostino

Con il suo bel furgoncino

urla: “Donne!” dal finestrino;

ogni donna assai contenta

con coltelli e borsellino

si avvicina all’arrotino

che ad affilare è proprio bravino.

E alla fine torna a casa

col coltello rinnovato

aspettando l’arrotino

che ritorni dal passato.

Lo spazzacamino

Passava l’inverno sul tetto

sporco di cenere del caminetto.

A volte sulle tegole vedevi un bambino

questo duro lavora era lo spazzacamino.

 

Spesso restava digiuno

il suo mangiare era polvere e fumo.

Con i suoi attrezzi, lo scopetto e la pala,

saliva sui tetti con la sua scala.

Per un bambino era un lavoro così duro!

i bimbi non devono lavorare nè ora nè in futuro.

 

Il carbonaio

Duro mestiere

è quello del carbonaio!

Raccoglie le foglie e le legna

le impila con pazienza

e precisione

per accendere

il suo “calderone”!

Dopo,

tutto ricopre con la terra;

Il fuoco lento lento brucia,

il comignolo fuma

e, alla fine,

ECCO FATTO IL CARBONE!

La carbonaia

Una capanna nel bosco

un giaciglio di foglie e paglia.

Legna tagliata a misura

che piano piano prende vita

in una piramide,

coperta di terra e muschio.

Sopra il fumo esce lento

dentro il fuoco brucia piano.

Così, piano piano, nasce il carbone!

Il carbonaio

In un bosco vicino vicino

si alza il fumo, ma non c’è un camino

c’è il  carbonaio che si dà da fare

a tagliar la legna da bruciare.

Una grande cupola ha costruito

e dopo tanto tempo ha finito.

E’ estate piena e deve lavorare

se questo inverno si vorrà scaldare,

giorno e notte la cupola è accesa

e per il carbonaio è una lunga attesa.

Più di un mese è passato

e il carbone si è formato!

La tessitrice

O mia bella tessitora

che tutto il giorno lavora,

per guadagnare un gruzzolino

per vivere benino.

Quanti fili da incrociare

per poter un tessuto formare,

che un giorno diventerà

il tessuto della società.(Antonio)

La sarta

Le misure lei prendeva,

con la stoffa lavorava

sarta, attenta e premurosa, la piegava;

col gessetto la segnava

e il modello compariva.

Il vestito ormai cucito

veniva poi indossato,

se privo di difetti, approvato

e dal cliente ritirato (Jon)

La sarta

La sarta

cuce e ricuce

filo per filo

stoffa per stoffa

colore per colore.

Ogni suo vestito

racchiude un mondo

come una splendida rosa.

La sarta

Che bel mestiere era fare la sarta

ne conoscevo una di nome Marta

cuciva i pantaloni

e ci metteva i bottoni

faceva sottane

e ci metteva le perle delle collane

un giorno comprò la stoffa d’oro

e ci fece un capolavoro!

La raccoglitrice di erbe officinali

Dentro ogni fiore

si nasconde

qualcosa di speciale;

dentro quelli di mia nonna,

una farmacia.

Ogni mattina,

saliva sui monti

per raccogliere

malva, salvia, salep,

rosmarino e rosa canina,

per poi scambiarle

per qualche soldino.

Dopo un’intera giornata

sui monti,

scendeva

insieme al sole,

al tramontio. (Sofia)

La raccogli erbe

Mia nonna raccoglieva fiori

tanti, tanti, di mille colori!

Ogni mattina saliva sui monti

e scendeva alla luce dei tramonti.

Bulbi d’orchidea, rosmarini e salvia

origano, rosa canina e malva:

la verde farmacia della natura

che nella bella stagione raccoglieva con cura.

Mia nonna era appena una bambina

ma lavorava per comprarsi una pennina.

Presto ha imparato cos’è la fatica

ma la natura le è diventata amica

Petra, classe terza

1^ classificata

concorso “Gisella”

Pian degli Ontani

Operaio

Batti il ferro, non ti fermare,

devi fare per mangiare.

Ora fate proiettili, prima le spade

le dovete far voi, non le fate.

Salda lì, salda là

prima o poi a casa si tornerà?

Se ti stanchi e lavori con impegno

secondo me, i soldi li spenderai con ingegno.

Voi siete gli operai,

il vostro mestiere non finirà mai (Andrea)

Il fabbro

Tra l’incudine e il martello

lavora il fabbro, poverello.

Tutto il giorno giù in fornace

tra il maglio e la brace.

Alla fine del lavoro

torna a casa tutto moro!

Tutto nero e affumicato

un altro giorno è passato…

Un pezzo di pane ha abbrustolito

con olio e aglio l’ha condito.

Domani ritorna a lavorare,

il fabbro non si stanca di martellare!

Samuele, classe terza

3^ classificato

concorso “Gisella”

Pian degli Ontani

Il fabbro

Il fabbro è un lavoro che si fa sudando

ma lui te lo fa ridendo

e quando gli chiedi un lavoro

te lo fa perfetto come l’oro.

Il fabbro lavora ferro, soprattutto,

e con quello può far di tutto.

Insomma il fabbro è un lavoro stupendo

e, a volte, si diverte modellando.

La ferriera

Nel 1350 c’era

di già,

che cos’era?

La ferriera,

che modellava

il ferro,

come per magia

e i fabbri

rendevano

il minerale

un utensile

utile.

Le ghiacciaie del Reno

Nel Reno

ci sono stanze

per conservare il ghiaccio.

Nelle stagioni calde

veniva venduto in città,

per raffreddare le cose

 come in frigo.

Il ghiacciaiolo

Dal freddo della valle del RENO

nasceva il ghiaccio a ciel sereno,

con gli asini e col trenino

da qui, partiva il ghiaccio montanino.

Arrivava fino alla città

per rinfrescare tutto con semplicità!

Animali di qua e di là

Tempo fa gli animali si allevavano,

mucche e pecore andavano

nei prati a mangiare l’erba,

anche dalle capre veniva il latte!

La mia nonna Maria

aveva un toro

che voleva andare da tutte le parti

e una volta la fece quasi cascare

da un burrone,

sicchè lo mandarono via! (Gianna)

Il pastore

Il pastore esce

col suo gregge di buon mattino,

per far brucar l’erbetta

alle sue pecorelle

poi munge le calde mammelle,

lavora il latte

e, miracolosamente,

appaiono ricotta e pecorino,

ecco pronto il buon formaggino.

Il mulino

Sulla collina,

fiorita,

sorgeva un piccolo mulino

dove le castagne,

seccate nel caniccio,

venivano dolcemente

e lentamente frantumate,

macinate dalla ruota di pietra.

Ne usciva una farina dolce

che veniva gustata

in case ricche e povere.

Era cibo prezioso

per gli abitanti

delle nostre montagna.

Il mulino sulla Volata

Se le castagne volevi macinare

al mulino dovevi andare.

Sulla “Volata” ce n’era uno

bello e assai sicuro.

Grandi pietre, tanta acqua e il mugnaio Angiolino

facevano le castagne un gran profumino!

E se la farina volevi portare

c’era la Gina a non farti faticare.

Oggi il mulino non macina più

perché il ponte è andato giù.

La gora, il bottaccio puoi ancora vedere

e sulle macine, se vuoi, ti puoi sedere! (Samuele)

Antichi mestieri nelle immagini dei bambini di 2^

Sante e Virginia, con i loro disegni, sono fra i vincitori del concorso “Gisella” di Pian degli Ontani