Poesie e filastrocche
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Scrittori di classe, filastrocche per dire “No!” al bullismo – Classe Quinta
In quinta abbiamo discusso, disegnato, cercato strategie e fatto riflessioni su cosa sarebbe davvero utile fare o a chi potremmo chiedere aiuto se avessimo bisogno di liberarci da un bambino/a che ci perseguita, insomma da un bullo.
Dopo la discussione svolta tutti insieme, ci siamo divisi in cinque gruppi e ognuno ha sviluppato la propria ipotesi, buttato giù idee, immaginato cosa sarebbe potuto accadere se si fosse chiesto aiuto agli amici, all’amico del cuore, alla mamma, ai genitori, ai maestri, ad adulti disponibili.
Infine abbiamo scritto brevi filastrocche sull’idea che, molto spesso, nulla è come appare.
Nulla è come appare
Nella vita ci lasciamo spesso condizionare dalle apparenze, come hanno scritto i bambini alla fine di una filastrocca da loro inventata “…Marco ha imparato la lezione/non si giudicano dall’aspetto le persone!”
La creatura mi insegue.
È un misto tra Frankenstein e uno zombie. E in mano ha un coltellaccio da macellaio.
“Tanto ti piglio!” ringhia. “Lo sai che ti piglio!”
Io corro, ma è come stare sopra un tapis roulant, di quelli da palestra: corri, corri e non arrivi mai da nessuna parte.
All’improvviso il mostro è sopra di me. Sta per uccidermi. Addio, mondo crudele!
“Voi due! Che state combinando?”, la voce è quella della maestra Gianna. “Non si corre nel corridoio!”
Il mostro, Gabriele Tardini della V° B, si ferma. In mano non ha un coltello, ma un righello.
Anch’io mi fermo, addosso alla maestra.
“Mi avete capito?”, ammonisce lei col dito alzato.
Per questa volta me la sono cavata. Ma la prossima?
Gabriele mi perseguita.
Andare a scuola, ormai, è diventato un problema.
La creatura mi insegue.
È un misto tra Frankenstein e uno zombie. E in mano ha un coltellaccio da macellaio.
“Tanto ti piglio!” ringhia. “Lo sai che ti piglio!”
Io corro, ma è come stare sopra un tapis roulant, di quelli da palestra: corri, corri e non arrivi mai da nessuna parte.
All’improvviso il mostro è sopra di me. Sta per uccidermi. Addio, mondo crudele!
“Voi due! Che state combinando?”, la voce è quella della maestra Gianna. “Non si corre nel corridoio!”
Il mostro, Gabriele Tardini della V° B, si ferma. In mano non ha un coltello, ma un righello.
Anch’io mi fermo, addosso alla maestra.
“Mi avete capito?”, ammonisce lei col dito alzato.
Per questa volta me la sono cavata. Ma la prossima?
Gabriele mi perseguita.
Andare a scuola, ormai, è diventato un problema…
Sembra questo… ma, no!
Forse, sembra quello…
a volte la cosa non è come pare,
guarda bene, impara a osservare…
“Fiuuuu…” Sono a casa! Non ne posso davvero più… provo a raccontare tutto alla mamma, ma ad una condizione, mi deve promettere di non correre a scuola dalla maestra a spifferare tutto!
La mamma mi guarda pensierosa mentre le racconto cosa mi sta succedendo a scuola con lo zombie/Frankestein!
Il nonno di Luca sembra birichino
ma guardando bene nel suo cuoricino
nasconde un’anima dolce e sincera
come una pecora in primavera.
Se sbirciamo dalla sua finestra
vediamo asce e forconi, e una balestra
ma se schiacciamo alcuni bottoni
la stanza si riempie di striscioni
mentre asce, forconi e zappette
sono diventati delle dolci zollette!
Adesso son pronto! Seguirò i consigli e le idee che mi ha dato la mamma, perché sembra che anche lei ne abbia subite abbastanza, da una finta amichetta, quando era piccola, tanto che si considera un’esperta… ma non sempre le è andata bene al primo tentativo! Se non dovesse funzionare pianificherò una vendetta, non troppo crudele, mica voglio diventare come lui, ma che lo faccia ragionare!
E’ già mattina, sto aspettando il bus.
Da qui inizia la tortura, sul pullman mi dà noia! Un colpetto, uno scappellotto, una battuta molto “simpatica”. Eccolo, si avvicina ed io mi sposto… “Fiuuuuuuuuuuu… adesso non può venire qui accanto a me!”
Scendo dal pulmino, corro in classe! Adesso provo a scrivergli un biglietto di pace.
“AMICI?”
Ecco che me lo rimanda, apro lentamente, pieno di speranza… e grande come tutto il biglietto leggo un bel “NO!”.
E così a ricreazione mi dà degli spintoni, dei calci…
“Affrontalo!” mi ha detto la mamma. Tiro un respiro, mi faccio coraggio e guardo negli occhi il mostro!!!
Mentre cammino, Frank è davanti al suo armadietto, lo spingo e lo chiudo dentro. Sogghigno!
Il mostro mi implora di farlo uscire. Io gli rispondo che non deve più picchiarmi, lui dice:”Sì, sì!”
Ma appena lo libero capisco che è un inganno e mi fa cadere per terra!
Sembro questo,
un po’ maldestro.
Ho nel naso un anello
per questo mi sento bello
Di cerchi ne ho tanti
OH, come sono affascinanti!
Di sicuro al mostro piacerò
e felice a scuola andrò!
Sembro quello,
oh, come son bello!
Oggi i capelli ritti farò
Tutti quanti sconvolgerò.
Nessuno avrà più il coraggio
di darmi noia fino a maggio.
Che bella idea avuto ho,
SICURAMENTE, MI SALVERO’!!!
Non ho ancora il coraggio di dirlo alla maestra, oggi chiederò aiuto al mio migliore amico.
“Sì, ti aiuterei volentieri… ma non so cosa fare!” risponde Tony.
Decidiamo di coinvolgere Susy, una femmina, chissà!
Insieme costituiamo una “Squadra A-B”, squadra anti-bullo.
Pensiamo di incontrarci di pomeriggio per inventare qualcosa.
Il primo tentativo è quello di affrontare il terribile Frank insieme!
La mattina successiva è quello che facciamo.
Compatti andiamo dal mostro, lo guardiamo negli occhi e con voce alta e decisa gli diciamo: “Basta, Gabriele, non dare più noia a Luca!”
Lui propone una sfida, una partita a calcio a due, se avessi vinto Gabriele mi avrebbe lasciato in pace!
E così giochiamo… ma siamo sempre i soliti illusi. Gabriele bara e torna a sembrare un mostriciattolo… viscido, perché uno che bara così spudoratamente non può considerarsi un bambino. Picchia, tira calci per vincere. Gli amici tentano di fermare il massacro ma si beccano un bello spintone. Naturalmente “The Monster” ha vinto la partita.
Ma davvero avevamo potuto credere nelle sue parole?
Mi fanno davvero male i colpi presi e, un po’ per quello un po’ per rabbia, rientro in classe piangendo.
La maestra mi vede e mi chiede cosa sia successo, io le rispondo che è colpa di Gabriele.
“Ci penso io!” risponde e parte decisa per punirlo. Lo rimprovera e fa una nota a casa, scrivendo che già da tempo si è accorta che Gabriele si comporta male con un compagno.
Naturalmente cosa succede? Il mostro si arrabbia ancora di più e mi aspetta fuori del cancello… per fortuna mi salvo, c’è la mia mamma ad aspettarmi… ma cosa succederà domattina?
Stranamente, dopo questo episodio Susy non mi considera più, mi guarda da lontano e non si avvicina. Mah! Chissà perché?
C’era una volta la signorina Cesira
che, cupamente, suonava la lira.
Aveva lo sguardo buio e torvo
sembrava davvero un nero corvo,
faceva a tutti un effetto strano
nessuno provava a toccarle una mano!
Poi, un giorno, entrò da lei un bambino
tornò fuori ricoperto di chicchi e un giochino!
Dopo una notte insonne, piena di incubi ad occhi aperti, sono di nuovo fermo al bus.
Come al solito fuggo per evitarlo.
Ma, arrivato a scuola…lo vedo, mi guarda male!
Allora mi avvicino a lui: “Perchè fai il bullo?” gli chiedo
Ma il mostro, convinto di non esserlo, non la prende bene, guarda se la maestra lo sta notando e mi tira un calcio!
Questa volta la maestra fa solo finta di non vederci… ma ha osservato tutto!
Richiama Gabriele, gli chiede perché si comporti così. Tutta la classe trattiene il respiro, attendendo la risposta. Gabriele confessa che segue un po’ la tradizione di famiglia, infatti i genitori gli hanno detto che loro non si sono fatti mai mettere i piedi in testa da nessuno e che da piccoli prima di essere attaccati dagli altri, attaccavano loro!
Beh, tutti adesso guardiamo il nostro compagno con altri occhi, anche la maestra. Quest’ultima gli chiede di domandarmi scusa e di cambiare atteggiamento.
Facciamo la pace.
Tutti speriamo che la situazione sia risolta.
Ma qui sbagliamo…purtroppo!
E’ lì per la strada, tutto perfetto
con addosso un elegante giacchetto;
torna a casa con la sua auto
mentre ascolta dolcemente il flauto…
ma in verità è un uomo cattivo,
il suo nome è signor Ivo!
Nella bauliera tiene un coltello
col quale minaccia questo e quello.
L’ho visto con in mano una sigaretta
e l’ha spenta addosso ad una vecchietta!
Non vi fidate di questo signore
che fa il birbone a tutte le ore!
Il giorno dopo arrivo a scuola sorridente.
Guardo Gabriele, subito capisco che niente è cambiato.
Si avvicina e fra i denti mi dice: “Ho un conto in sospeso con te, caccola nana!”
Mi raggelo!
Inizia a seguirmi. Io fuggo e lui dietro di corsa! Acc… tutto come prima!
Poi di nascosto strappa i suoi libri e si mette a piangere. Dice alla maestra che IO, dico IO , gli ho distrutto i libri! Vatti a fidare dei gesti di pace!
Prendo una bella nota, i miei genitori mi puniscono!
Che fortuna ho!
Ma perché se la prende con me, proprio con me? E, soprattutto, perché alcuni dei nostri compagni lo seguono!?
Camminava lì tutto solo con una giacca scura
insospettito sentii addosso dei brividi di paura.
Lo seguii senza che se ne accorgesse
volevo scoprire cosa volesse.
A un cancello colorato bussò
e a una vecchietta un abbraccio donò!
Susy mi evita, ne sono certo! Corre via tutte le volte che mi avvicino.
Poi scopro che si è fidanzata con il mostro!
La seguo e le chiedo perché stia uscendo con lui.
Lei mi dice che in realtà è molto romantico nel profondo del suo cuore.
Questa notizia mi sconvolge abbastanza.
Allora, con l’aiuto dei miei amici, lo invito a casa di pomeriggio e, per convincerlo ad accettare, gli dico che c’è anche Susy.
Siamo a casa! Aspettiamo con ansia che suoni il campanello.
“Din Don!”
Andiamo ad aprire e tutti sorridenti gli tiriamo addosso mille palloncini colorati… PIENI DI TERRA E ACQUA!;-)
Lui è sconvolto, non se lo aspettava!
Allora mi avvicino, mi scuso e gli spiego che non l’ho fatto per cattiveria ma per fargli capire come ci si resta male quando gli altri ci fanno degli spregi.
Mi guarda e fugge via!
Chissà cosa mi aspetterà domattina!
Arrivo a scuola ben imbottito, pronto a prenderne chissà quante!
LO vedo che mi aspetta già con un pugno alzato…invece, invece… mi porta in disparte e mi dice che la lezione gli è servita, che ha parlato dell’accaduto anche con Susy, che lei lo ha aiutato a riflettere.
Mi guarda, mi chiede di perdonarlo dicendo: “ Scusa se ti ho preso in giro e anche per tutte le altre cose che ti ho fatto! Mi sentivo più forte comportandomi così! Ma ho capito come ci si sente! Scusami davvero!”
Mi dà la mano e si allontana.
Secondo me, fra qualche giorno, diventeremo amici!
Ho anche imparato che non bisogna solo subire ma, talvolta, serve contrattaccare in modo simpatico, non per vendetta ma per far imparare la lezione, far capire come ci si sente quando si subisce.
E sai cosa può stupire davvero l’avversario? Spiegargli con calma le proprie ragioni, a voce bassa, senza imprecare; vedrai com’è facile dimostrare che, più della prepotenza, vince l’intelligenza!
Marco, un bel bambino
fa rotolare il pallone in un giardino
di corsa lo va a recuperare
davanti a sé vede un mostro zoppicare,
scappa veloce impaurito
fa un urlo che pare un ruggito.
Ma, il signore, il pallone gli vuol ridare
chiama il bambino e si mette a ridacchiare.
Il piccolo rimane paralizzato
ma il vecchio un sorriso gli ha regalato!
Marco ha imparato la lezione,
non si giudicano, dall’aspetto, le persone!
Ma se qualcuno proprio non ti convince,
parla con babbo e mamma, maestri e parenti
ti ascolteranno curiosi e attenti,
con il loro aiuto, stanne sicuro, sempre si vince!
Il mare, le vele… Il concorso e le poesie dei ragazzi
“La gente di montagna e la gente di mare hanno una cosa in comune, la solitudine” (Ammiraglio Comandante Maurizio Ertreo)
Un parallelismo simile è stato fatto confrontando la vita di chi lavora nei sommergibili e gli astronauti della base spaziale che orbita intorno alla Terra. (Conferenza “Dalle vie del mare… alle vie del cielo”, 27 aprile ore 10.00)
Fra i disegni più belli di quest’anno c’è anche quello di Aurora
Il disegno.
Dice Aurora che ha pensato a tutti quei bambini che guardano lontano sperando di arrivare in un Paese che li accolga in pace.
La premiazione. L’incontro con le vele,
purtroppo oggi, 27 aprile, ammainate a causa del forte vento.
Da “Il Tirreno” online del 28 aprile 2015
“Il mare e le vele” Storie di solidarietà nei disegni dei ragazzi
In Accademia, nell’ambito del Tan, passerella dei vincitori del concorso organizzato dal Tirreno e rivolta agli studenti
di Roberto Riu
LIVORNO. Le condizioni meteo in rapido peggioramento hanno sconsigliato di prendere il mare. Ieri mattina è così sfumata l’opportunità di una bella crociera premio sulle tre barche-scuola della Marina (Corsaro II, Orsa Maggiore e Stella Polare) che avrebbero dovuto imbarcare i venti studenti toscani vincitori dell’ormai tradizionale concorso “Il mare e le vele”, giunto alla ventiduesima edizione ed organizzato dal Tirreno nell’ambito del Trofeo Accademia Navale-Città di Livorno: un concorso intitolato quest’anno “la solidarietà viene dal mare” e perciò dal significato particolarmente attuale alla luce dei recenti tragici avvenimenti nelle acque del canale di Sicilia e vicino a Rodi, nell’arcipelago del Dodecaneso, con centinaia di vittime per il naufragio di due barconi carichi di migranti. I disegni realizzati dagli studenti delle elementari, delle medie e delle superiori erano perciò incentrati sul tema del soccorso in mare e sull’accoglienza, raffigurando, ad esempio, delle mani aperte in segno di benvenuto, un intervento di salvataggio oppure un’antica mappa del Mediterraneo. I vincitori del concorso, accompagnati da insegnanti e familiari, sono stati accolti in Accademia Navale (dove sono esposti i disegni sino al 3 maggio) dall’ammiraglio comandante Maurizio Ertreo che ha brevemente ricordato la storia dell’istituto fondato nel 1881 ed insieme a loro ha partecipato alla foto di gruppo dinanzi al brigantino interrato tutto imbandierato in occasione del TAN. Nell’aula n.5, dove è in corso una mostra di opere del pittore di marina Marc Sardelli dedicata all’epopea napoleonica, si è quindi svolta la premiazione con la consegna dei diplomi. E’ poi seguito il trasferimento al Villaggio Tuttovela dove è stato possibile assistere alla conferenza “Dalle vie del mare…alle vie del cielo” con l’intervento dell’ing. Valfredo Zolesi, presidente della Kayser Italia, e del tenente di vascello Fabio Casamassima. La visita è proseguita presso gli stand istituzionali come quello della Marina militare che mette a disposizione dei simulatori di volo e di navigazione e tavoli da carteggio per tracciare la rotta con matita e squadrette nautiche. Giusto per restare in tema non è mancata infine la visita a bordo delle tre barche scuola della Marina attraccate a banchina. Gli studenti premiati sono stati: Luca Boscherini (Grosseto), Gaia Carmassi (Forte dei Marmi), Alessia Filippi (Castelnuovo Garfagnana), Alessandro Salatti (Fornaci di Barga), Ilaria Testi (Lucca), Chiara Poggi (Lucca), Marco Galvani (Ronchi, Massa-Carrara), Jamila Brauns (Ronchi, Massa-Carrara), Silvia Cordiviola (Avenza), Ilaria Moretti (Avenza), Alessia Borsini (Piombino), Lavinia Canepa (Pisa), Aurora Gasi (Maresca), Daniel Gualtieri (Santa Maria a Monte), Claudio Filippi (S. Maria a Monte), Giulia Ambrogini (S. Maria a Monte), Marina Di Pasquale (Prato), Gaia Carpina (Livorno), Vittoria Leonardi (Livorno), Rebecca Abbate (Montemurlo), Maria Panza (Livorno), Gaia Zoletto (Prato) e Ledisa Makuti (Livorno).
Pensieri di mare
Vela solitaria
Una vela solitaria
scivola lenta
accanto allo scoglio.
Si gonfia e si gonfia
mentre il vento la spinge.
Lo scoglio sospira,
mormora severo
ma niente più…
Ormai la vela fugge nel blu.
Anna DP
Mare
Il mare, pazienza infinita, calma
le vele scorrono nel vento
un sospiro
un fiato;
rumorose le onde
sbattono sugli scogli.
I gabbiani volano leggeri
su un mare lucente
che risplende come un cristallo.
Ginevra
Il mare, le vele
Una distesa azzurra
che brilla all’orizzonte,
navi con con vele spiegate
come uccelli inarcati.
Uniti con il vento
sciolti in alto mare.
Illumina una vela
lungo una distesa,
incanta,
sogna,
ispira una nuvola
in mezzo al cielo.
Ilenia
Mare
Scende…
sfonda…
scivola…
plaf…
entra…
e corre veloce
come la nuvola nel cielo
schizzi di qua
schizzi di là
ed io sulla poppa a guardare.
Francesco P.
Onde azzurre
Il mare
onde azzurre,
che coccolano
la luce del sole.
Una vela bianca
nel mare chiaro,
è luminosa
come il tramonto.
La barca e la vela
nel mare viaggiano
passando
sopra la meraviglia.
Vedo il mare
Dal mio balcone vedo il mare,
e spesso all’orizzonte si confonde con il cielo.
Quando è in tempesta si tinge di grigio,
quando invece si calma divnta uno smeraldo
il mare si abbraccia con la sabbia
e sembra danzare sulle alte dune
e le onde, che si rincorrono,
sbattono forte contro gli scogli.
Le bianche vele, come lenzuola, si gonfiano
al vento come aquiloni.
Quando il giorno è finito
e il sole va a dormire
si copre con coltri fatte di sale.
Di notte la da specchio alla luna
che si prepara ad una festa
con le luminose stelle.
Linda
Vela blu
Il mare,
vela blu d’immensa vita.
Il suo respiro
un venticello fresco
si aggirava stanco,
tra i pini marittimi
accarezzati da una luce soffocata,
color rosso fuoco.
Una barca,
quatta quatta
riposava in un mare di pace.
Sul viale, in penombra,
la Luna guardava e ascoltava
il lento fruscio del mare.
Notte d’estate
Il mare,
mi parlava,
in una notte d’estate.
Vedevo, in lontananza,
una barca con le luci accese.
La Luna,
riposava,
mentre,
la sua vela
m’illuminava.
Il cuore batteva,
la mia anima,
rinasceva.
Il mare
Il mare e le sue onde
sembravano fate
che ballavano
balli semplici
lenti e armoniosi
come le barche a vela
che attraversano
il limpido mare.
Alessandro
Alla ricerca della rima… classe terza
Lo scorso anno abbiamo ricercato filastrocche popolari, ricche di rime.
In questi giorni abbiamo provato a cercare le nostre rime e a creare le prime filastrocche, un po’ “sciocche” ma divertenti!
Ecco i primi tentativi in gruppo!
Il supereroe
Il supereroe salva tutti,
quelli belli e quelli brutti.
Vola sempre, notte e dì,
ma si ferma il lunedì!
Il martedì va in vacanza
con sua moglie, donna Costanza.
Torna a casa il mercoledì
mentre il gallo fa: “Chicchirichì!”
Il giovedì vola in Germania
a trovare sua figlia Melania.
Il venerdì va al supermercato
a comprare un bel gelato,
mentre il sabato mattina
va a trovare la nonnina.
La domenica si riposa
felice e allegro con la sposa.
Nadia, Jonathan, Rachele, Sofia
:::
Filastrocca sciocca sciocca
Filastrocca sciocca sciocca
ci mangiamo l’albicocca.
La nonna fa i biscotti
e li fa tutti rotti.
Mentre il bambino va in bicicletta,
Mfelice saluta Elisabetta.
Nel prato gli uccellini cinguettano
e sulla grandine sgambettano.
Nel frattempo il verde cardo
punge dolorosamente Riccardo!
Filastrocca senza argomento
Filastrocca senza argomento
noi studiamo uno strumento;
il bambino sbaglia l’acca
mentre un altro fa la cacca
c’è chi poi va in montagna
e trova una bella castagna!
Le frittelle magiche
In tavola ci sono le padelle
con dentro profumate frittelle,
se le prende tutte Andrea
per andare in pangea.
Quando arriva un bambino
prende in mano un coltellino,
poi arriva un poliziotto che gli tira un bel cazzotto.
Il bambino cade giù
e scatta subito il cucù!
Nadia, Jonathan, Rachele, Giulia e Sofia
Adesso inventiamo dei personaggi o dei mestieri, oltre ai versi parliamo di strofe
Lo squagnau è uno strano mestiere
cattura gli squali tutte le sere,
poi li trasforma tutti in gatti
che diventano brutti e matti.
(tutti insieme)
Il giambalalà è un muratore
e lavora a tutte le ore;
ha sempre le ore puntate
perchè mangia le crostate:
A volte prende i cioccolatini
e di cognome la Filini!
(Agata e Andrea)
Il gattaio gioca a palla
e non racconta mai una balla!
Tira i fili sul divano
con il suo amico Ivano.
Mentre fa lo sciocchino
tira pure un filino!
(Agata)
Questa è la storia di Giaggio
che viveva solo a maggio;
lui mangiava tanta pizza
e faceva sempre una bizza!
Era sempre in vantaggio
perchè nella vita aveva coraggio.
(Andrea e Lorenzo A.)
:::
Lo sbaliù
Lo sbaliù è un lavoro pazzerello
dove si disegna con un coltello.
…
Chi vuol fare questo mestiere
mangia prima un pasticcere,
…
dopo aver provato questa strana avventura
supera il tunnel della paura!
…
Se ti è piaciuto questo mestiere
devi informarti da un cameriere.
Rache, Jon, Sofi
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Mr Forchetta
Questa è la storia di mister Forchetta
che vive in casa di Elisabetta.
Si mette sempre a lato di un piatto
e poi si trova vicino un gatto!
Quando è nel lavandino
diventa sempre più piccino!
Quando vede un pezzo di formaggio
subito dice: “Oh, io l’assaggio!”
Giovanni, Omar, Edmondo
:::
Il SUB
Il sub in acqua si sa spostare
mentre a galla può annegare
quando il bagnino lo soccorre
il subacqueo fugge e corre!
Filippo S. Lorenzo T. Antonio Dario
Inverno
Inverno biancherello
un po’ pazzerello,
faccio tante capriole
e non vedo noiose aiuole.
Inverno senza un fiore
e neppure un bel colore,
un inverno bianco e triste
con tante bianche piste.
Primavera
Vedo
un fior di pesco
e allora fuori esco.
Il sole risplende
mentre la mamma stende.
Vedo
tanti fiori
e lucenti colori.
Estate
Estate estate
si mangian le patate,
i pesci sono muti
e anche molto astuti.
Onde ondine
dalle grandi alle più piccine,
i bambini nel mare
iniziano a guizzare!
Agata e Sofia
Fiabe in rima – Classe quinta
Disegni: classe terza e quinta
Oggi abbiamo deciso di aiutare i bambini di terza a riflettere sulle fiabe perciò, ci siamo divertiti a trasformarne alcune in filastrocche (rime AABB)
Cenerentola
Cenerentola, ragazza sola,
a lei tocca cambiare le lenzuola!
Povera, è sempre a pulire!
Matrigna e sorellastre la fanno soffrire.
Una magica sera
il suo sogno si avvera
e come per magia,
verso il ballo vola via.
Il principe si fece avanti,
così di balli ne fecero tanti!
Al momento, però, di parlare
la fanciulla dovette scappare!
::::
La futura reginetta
perse la scarpetta,
il principe la trovò
pieno di speranza e felice pensò
che, se una fanciulla, la scarpetta calzava
la principessa, di sicuro, ritrovava.
Un bel giorno al castello andò
e la giovane ritrovò.
Le sorelle arrabbiate,
rimasero sole e desolate.
La fanciulla si sposò
e la felicità ritrovò!
La Bella e la Bestia
C’era una volta, in un castello,
un Principe egoista anche se bello.
Un giorno una signora bussò alla porta,
era bassa, brutta ed anche storta.
Il Principe non le diede nulla… l’incantesimo scoccò
e, improvvisamente, bestia, lui, si ritrovò.
Anche la servitù si trasformò,
e tanti oggetti diventò.
Una rosa in un’urna stava,
e con il tempo cambiava:
il colore se ne andava, i petali cadevano
e come pioggia in terra scendevano.
Una ragazza di nome Bella al castello arrivò,
e la Bestia subito si innamorò
Bella veniva da un paesino,
assai grazioso ma piccino.
Pian piano il tempo passava
e la rosa sempre più se ne andava.
Il Principe più buono diventò
e la ragazza se ne innamorò.
Pensando di salvarla, gli abitanti,
arrivarono al castello proprio in tanti.
La bestia ferita si ritrovò
e Bella, intenerita, la baciò.
L’ incantesimo svanì
e il Principe ringiovanì.
Le persone tornarono normali
lo stesso fecero, perfino, gli animali.
Bella e il Principe si sposarono
e i loro destini, così, intrecciarono.
La storia è finita,
evviva la vita!
Biancaneve
La giovane, dalla pelle lieve e bianca,
della cattiva matrigna era un po’ stanca.
“Specchio, specchio della mie brame
chi è la più bella del reame?”
la strega cattiva blaterava
mentre lo specchio la bellezza gli negava.
La matrinia voleva farla sparire
così al cacciatore disse: “Deve morire!”.
Il complice della strega, però, Biancaneve avvisò
e a gambe levate, per il bosco, lei scappò.
Una piccola casa alla fine ella trovò
e su dei lettini si addormentò.
Fu svegliata dai nanetti
che pesavano solo pochi etti.
Eran stretti e pure bassi
e a lavorare andavano fra i massi.
Biancaneve lì si trasferì
e ai nanetti la casa pulì.
La strega cattiva una mela avvelenò
e alla bella fanciulla la portò.
La persona arida sogghignava
mentre Biancaneve sul prato si accasciava.
Piansero a lungo i poveri nanetti
che nella casa rimasero soli soletti.
Per fortuna, il Principe la strega uccise
e le sue labbra sulla bocca di Biancaneve mise,
lei gli occhi aprì e si risvegliò
così alla fine l’amore trionfò!
Cappuccetto Rosso
C’era una volta una bambina
tanto, tanto piccolina.
Con il suo capuccetto rosso rosso
se ne andava, da sola, per il bosco.
In mano aveva un bel cestino,
tutto decorato di gelsomino.
Dentro c’erano dei buoni biscotti,
alcuni interi, alcuni rotti.
Ad un certo punto incontrò il lupo,
in un sentiero buio e cupo.
Il lupo disse, raccogliendo un fungo:
“Tu passa dal sentiero corto, io dal più lungo!”
Ma il lupo la imbrogliò
e per quello più corto se ne andò.
Veloce arrivò a destinazione
e la nonna mangiò in un sol boccone!
Poi, Cappuccetto dalla nonna arrivò
e tante cose al lupo mascherato domandò!
L’ultimo curioso quesito fu:
“Che grande bocca hai tu?”
Il lupo affamato non rispose
e veloce la mangiò senza lasciar prove!
Un cacciatore amico in casa entrò
vide il lupo nel letto e gli sparò.
Così salvò nonna e Cappuccetto Rosso
che piangeva a più non posso.
Cappuccetto di nuovo si incamminò
e a casa da sola ritornò!
L’avventura era felicemente finita
speriamo che alla piccola sia servita!