Poesie e filastrocche

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Versi in “rima” e versi “sciolti”, classi quarta e quinta

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MOTIVI STAGIONALI

(brainstorming di parole sull’autunno, lavoro di classe)

Autunno

Le foglie si dipingono di colori

gli alberi si scoprono spogli,

si liberano anche dei frutti;

i ricci verdi si aprono

lasciando cadere preziose castagne.

I bambini felici gustano

frugiate, ballotti e necci.

Il vento si fa sentire,

il profumo dei funghi

è dentro le case;

gli animali si preparano

al lungo freddo

portando con sé noci e nespole.

Classe quinta

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FREDDO

Il freddo si fa sentire

i camini cominciano a riscaldare la gente

e il loro fumo se ne va alto nel cielo

come nuvole dipinte di grigio.

Le gocce di pioggia vengono giù

come danzatrici leggere.

Gli animali del bosco si ritirano nelle loro tane

per una dormita lunga lunga,

gli uccellini vanno in cerca del piacevole caldo

verso il sole dorato.

Il vento freddo prende per mano il profumo di zucca

che rende felici i volti dei bimbi,

perché sanno che arriva Halloween.

AMBRA cl 5

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(lavoro di gruppo, cerchiamo parole sull’argomento scelto e scriviamo una poesia)

L’estate vola via

Estate, sinonimo di libertà,

con la spiaggia sabbiosa

che si trasforma

ad ogni passo,

vola via.

Il mare, con le sue mille sfumature,

attraversato dai pesci

colorati e accesi,

è pieno di vita.

Vittoria Ginevra , Fabio Cl. 5

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Bianco, il fiocco di neve

Cade piano piano

come una bianca piuma leggera,

aspetta di toccare terra.

Saluta così le candide nubi

che l’avevano accolto

nei loro letti morbidi.

Poi, finalmente arrivato

si posa lentamente,

addormentato.

Sofia, Agata, cl 4

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La neve

Freddo il fiocco di neve

scende giù dal cielo

come se fosse zucchero filato.

Scende pian piano

ricoprendo ogni cosa.

Scende sulle strade,

le montagne,

i manciapiedi.

E’ proprio bello!

Lorenzo A

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Fiocchi

Milioni di fiocchi

sono,

eccitati e curiosi,

guardando per terra.

Tanti occhi, rivolti verso il cielo,

dei bambini,

che aspettano la neve.

Poi arriva il momento,

si lasciano cadere sparsi,

sui tetti e sulle strade,

come dei petali di rosa

che si posano sull’erba.

Sofia, cl 4

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Neve

Dolciastra, bellina

bianca come un foglio,

è distesa

come un candido mantello.

Saltiamo fuori,

ci buttiamo sopra,

facciamo la forma,

come una ballerina.

Bagnati, torniamo in casa

mentre ancora nevica.

Il giorno dopo,

ci sono meravigliose montagne

di neve e neve.

Giulia T, cl 4

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Neve

La neve è bianca

come un foglio di carta

su cui si può giocare,

scrivere e ballare.

La neve è bianca

come lo zucchero filato

da mangiare e da gustare;

sembra di stare nel paradiso

fatto tutto di riso!

Filippo S, Edmondo, Lorenzo T, cl 4

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Mille fiocchi di neve

Mille fiocchi di neve,

calmi e tranquilli,

cadono dal cielo.

Ricoprono ogni cosa:

tetti, prati e alberi.

Passa Babbo Natale,

porta regali.

Che bella festa, il Natale!

Agata, cl 4

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Fiocchi di neve

La neve scende dal cielo celeste

come farfalle,

come bianche piume svolazzanti.

Copre alberi, prati, case e montagne.

Quando ti svegli

vedi tutto bianco.

Ti puoi consolare

con una buona cioccolata calda.

Natale sta arrivando.

Bambini, presto presto,

state buoni, arriva Babbo Natale!

Così anche i fiocchi di neve

riscaldano i cuori

di tutti i piccini.

Nadia, Rachele, cl 4

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SENTIMENTI

La pace (lavoro di classe)

La pace è armonia e fratellanza

trasmette emozioni,

gioia, allegria e amore.

La paura non dà pace,

la guerra è rabbia,

la povertà è tristezza.

Le persone vogliono

correre verso la pace:

dove non c’è cercala,

dove c’è donala.

Classe quinta

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La PACE

La pace è un miscuglio di colori,

dal rosso all’arancione,

dal giallo al verde,

dal verde al celeste,

dal celeste al violetto,

dal violetto al viola.

Ecco questa è la pace nel mondo,

piena di allegria e fantasia.

Chiara M., Chiara DS, Ginevra cl. 5

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Il cielo è blu

Il cielo è blu,
una foglia cade giù,
forse è il vento, forse l’aria.
Senti la sua brezza,
forse è bella, forse è brutta,
questa è la tristezza!
Senti le farfalle nello stomaco,
di rosso è disegnato,
sì l’amore è,
perché è sempre dentro di te!
 
Ambra, cl 5

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FILASTROCCHE E NONSENSE

Filastrocca canterina

Filastrocca canterina,

balla tutta la mattina;

sul divano ben gommoso

piglio tutto e mi riposo;

sento tanta musichetta

piglio torta, taglio fetta!

La paghetta ho avuto

e per questo son cresciuto,

ho comprato un biglietto

e distrutto era il tetto.

Questo mondo è proprio strano

prendo tutti con la mano!

Antonio, Lorenzo T. cl 4

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Filastrocca giornaliera

Filastrocca giornaliera

parlerà mattina e sera!

Alle sette si è svegliato

e biscotti ha mangiato;

alle otto va a scuola

e a merenda fa la “Ola”;

dopo pranzo fa la doccia

ma dal tubo non esce goccia!

Alle tre, allenamenti

tutti insieme, tante menti;

Alle sei torna a casa

e il salotto già si stasa.

Alle nove c’è un filmino

e si coccola il gattino;

alle dieci va a letto

e saluta il suo amichetto!

Lorenzo T, Antonio cl 4

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Nel paese delle spade

Nel paese delle spade

c’è un uomo che cade.

E’ cascato giù da un fosso

quando il mare era mosso.

Una barca lo chiamò

e lui si ritrovò

in un’isola sperduta

da nessuno conosciuta.

Là di spade non ce n’era

ne fabbricò una montagna intera.

Fu così che quell’isola remota

per le spade fu a tutti nota.

Cl 4

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Filastrocca Filastrocchina

Filastrocca filastrocchina

culla culla piccolina.

Se tu canti alla finestra

mangi pure la minestra.

Canta canta la mattina

ti trasformi in “faccina”.

Se ti inventi poi un piano

tu diventi un tulipano.

Prendi anche l’astuccio rosso

e diventi bello e grosso,

dopo due o tre 

tu diventi un amore.

CL 4

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Filastrocca ballerina

Filastrocca ballerina

che mi sveglia la mattina.

Mi alzo dal letto

e non trovo il berretto,

sbuccio la banana

e mi metto la bandana,

parto per il lavoro

e incontro un bel toro,

bevo una bibita ghiacciata

e trovo subito la mia amata.

Filippo S, Cl 4

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Briganti

Nel paese dei briganti

ci son tutti bei giganti;

giro l’angolo un pochino

e ne vedo uno piccino,

spaventato io mi sono

e ho perso un fil di tono;

il tono, poi, mi è tornato

e la mamma ho sempre amato.

Edmondo Cl 4

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Nel paese dei briganti 

Nel paese dei briganti

mattina e sera tanti canti.

Quando suonano gli allarmi

son già pronti con le armi.

Poi arrivano i giganti

e son corse per tutti quanti.

Ecco arrivano i guerrieri

e son pronti già da ieri,

con le loro spade lucenti

e gli spaccano tutti denti!

Filippo S. Cl 4

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Filastrocca schezzettosa

Alla gatta scheletrosa

gli si dà una cimosa,

e al cane dormiglione

gli si dà un bel maglione;

poi si mettono un cappellino

e si mangiano un biscottino.

Lorenzo A, Andrea, Agata, cl 4

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Nel paese della gioia

Nel paese della gioia

mai nessuno diceva :”Ibboia!”

Qui le cose erano tutte belle

si mangiavan solo caramelle

i bambini, grandi e piccini,

stavano seduti ai loro banchini.

Le maestre con modi carini

regalavano tanti cioccolatini;

tutti si volevano un gran bene

e per le feste stavano tutti insieme.

Lorenzo A, cl 4

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La gioia

Nel paese della gioia

non c’è mai un po’ di noia.

C’è il gattino Petrolino

che gioca a palla col cagnolino.

La mattina si fa la minestra

con uno Smarties nella destra.

Il pomeriggio si va a cantare

e la sera tutti a ballare.

Agata, cl 4

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La filastrocca sciocca

Questa strana filastrocca,

secondo me, diventa sciocca.

Se vai a cantare sul palco

con il becco ti morde un falco;

mentre guardi un orecchino

spunta subito un volpino;

quando ti metti poi lo smalto

sali subito su, in alto!

Quando vedi un cavaliere

prendi veloce un bicchiere,

se scompare una stellina

arriva subito mattina.

Questa filastrocca è molto carina

e noi adesso andiamo in piscina.

Agata, Sofia, Jonathan, cl 4

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Filastrocca delle spade

Nel paese delle spade

son divisi in contrade

e ogni giorno vanno in guerra

per riavere la loro terra.

Così, soldati e cavalieri,

se le danno sempre fieri;

botte, colpi, calci e pugni

con lamenti e con mugugni,

e alla fine il vincitore

mostra tutto il suo valore.

Ma la guerra non porta a niente,

questo, dovrebbe capir la gente!

È solo dolore e distruzione

che rendono tristi tante persone!

Perciò viviamo in allegria,

lasciando a casa la gelosia.

Ma questa è solo una filastrocca

perciò difendete la vostra rocca,

senza usare armi oppure spade,

terremo calme le nostre contrade!

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Della gioia

Nel paese della gioia

non c’è mai un po’ di noia.

Lunedì, cantando dalla finestra,

mangerai la minestra;

martedì, stando sul divano,

parlerai dal tuo grande piano;

mercoledì, ballando a più non posso,

diventerai tutto, tutto rosso;

giovedì la canzone sarà tanto carina

che ti sveglierai bene la mattina;

venerdì la zuppa dovrai cucinare

mentre io andrò a mangiare;

sabato tutti a cantare…

e poi, dopo, insieme a ballare;

la domenica a casa si sta

e nessuno, mai, mi muoverà!

Sofia, cl 4

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Nel paese della gioia 2

Nel paese della gioia

si gioca tanto e non ci si annoia.

C’è così tanto divertimento

che si canta e balla tutto il tempo.

La mattina si va a scuola

e la mamma rimane sola,

noi si studia a volontà

a ricreazione la torta si mangerà,

si mangerà anche il panino

imbottito con il salamino.

La giornata poi finirà

quando sera arriverà.

Dopo cena stanchi ma contenti

andiamo a letto sorridenti!

Antonio, cl 4

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Nel paese delle spade

Ogni giorno gli spadaccini

mangiano allegri dei panini,

mozzarella o mortadella

portan sempre un po’ di iella.

Ogni volta che c’è la neve

usano sempre lo spalaneve

e incuranti di tanti fiocchi

salutano i bambini regalando balocchi!

Jonathan, cl 4

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Filastrocca

Nel paese dei briganti

si trovano tanti diamanti.

Ci sono tante fregature

e le case sono scure.

Non si va mai a scuola

e i fiori vivono nell’aiola.

Ci si diverte a scappare

e la vecchina ci fa ballare.

Beh, avete capito?

Tutti insieme siamo un mito!

Andrea, cl 4

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Filastrocca dei briganti

Nel paese dei briganti

ci sono tanti, tanti giganti.

Quando poi faranno i conti

compreranno tanti bisonti,

saltellando per il bosco

incontrarono un tipo losco.

Aveva baffi molto lunghi

che strusciavano sui funghi.

Quando prese il mappamondo

disegnò un grande tondo.

Dopo un po’ arrivò la notte

e mangiarono pere cotte!

Rachele, cl 4

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Filastrocca della gioia

Nel paese della gioia

non esiste mai la noia,

tutti giocano sul prato

molto bello e colorato,

gli uccellini a cinguettare

le farfalle a volteggiare.

Ride il sole nel cielo sereno

e splende un grosso arcobaleno.

C’è anche un gatto piccolino

che dorme tranquillo lì vicino.

La giornata sta per finire

tutti i bambini vanno a dormire.

Nadia, cl 4

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Scrittori di classe, filastrocche per dire “No!” al bullismo – Classe Quinta

In quinta abbiamo discusso, disegnato, cercato strategie e fatto riflessioni su cosa sarebbe davvero utile fare o a chi potremmo chiedere aiuto se avessimo bisogno di  liberarci da un bambino/a che ci perseguita, insomma da un bullo.

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Dopo la discussione svolta tutti insieme, ci siamo divisi in cinque gruppi e ognuno ha sviluppato la propria ipotesi, buttato giù idee, immaginato cosa sarebbe potuto accadere se si fosse chiesto aiuto agli amici, all’amico del cuore, alla mamma, ai genitori, ai maestri, ad adulti disponibili.

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Infine abbiamo scritto brevi filastrocche sull’idea che, molto spesso, nulla è come appare.

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Nulla è come appare

Nella vita ci lasciamo spesso condizionare dalle apparenze, come hanno scritto i bambini alla fine di una filastrocca da loro inventata “…Marco ha imparato la lezione/non si giudicano dall’aspetto le persone!”

La creatura mi insegue.
È un misto tra Frankenstein e uno zombie. E in mano ha un coltellaccio da macellaio.
“Tanto ti piglio!” ringhia. “Lo sai che ti piglio!”
Io corro, ma è come stare sopra un tapis roulant, di quelli da palestra: corri, corri e non arrivi mai da nessuna parte.
All’improvviso il mostro è sopra di me. Sta per uccidermi. Addio, mondo crudele!
“Voi due! Che state combinando?”, la voce è quella della maestra Gianna. “Non si corre nel corridoio!”
Il mostro, Gabriele Tardini della V° B, si ferma. In mano non ha un coltello, ma un righello.
Anch’io mi fermo, addosso alla maestra.
“Mi avete capito?”, ammonisce lei col dito alzato.
Per questa volta me la sono cavata. Ma la prossima?
Gabriele mi perseguita.
Andare a scuola, ormai, è diventato un problema.

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La creatura mi insegue.
È un misto tra Frankenstein e uno zombie. E in mano ha un coltellaccio da macellaio.
“Tanto ti piglio!” ringhia. “Lo sai che ti piglio!”
Io corro, ma è come stare sopra un tapis roulant, di quelli da palestra: corri, corri e non arrivi mai da nessuna parte.
All’improvviso il mostro è sopra di me. Sta per uccidermi. Addio, mondo crudele!
“Voi due! Che state combinando?”, la voce è quella della maestra Gianna. “Non si corre nel corridoio!”
Il mostro, Gabriele Tardini della V° B, si ferma. In mano non ha un coltello, ma un righello.
Anch’io mi fermo, addosso alla maestra.
“Mi avete capito?”, ammonisce lei col dito alzato.
Per questa volta me la sono cavata. Ma la prossima?
Gabriele mi perseguita.
Andare a scuola, ormai, è diventato un problema…

 

Sembra questo… ma, no!

Forse, sembra quello…

a volte la cosa non è come pare,

guarda bene, impara a osservare…

Fiuuuu…” Sono a casa! Non ne posso davvero più… provo a raccontare tutto alla mamma, ma ad una condizione, mi deve promettere di non correre a scuola dalla maestra a spifferare tutto!

La mamma mi guarda pensierosa mentre le racconto cosa mi sta succedendo a scuola con lo zombie/Frankestein!

Il nonno di Luca sembra birichino

ma guardando bene nel suo cuoricino

nasconde un’anima dolce e sincera

come una pecora in primavera.

Se sbirciamo dalla sua finestra

vediamo asce e forconi, e una balestra

ma se schiacciamo alcuni bottoni

la stanza si riempie di striscioni

mentre asce, forconi e zappette

sono diventati delle dolci zollette!

Adesso son pronto! Seguirò i consigli e le idee che mi ha dato la mamma, perché sembra che anche lei ne abbia subite abbastanza, da una finta amichetta, quando era piccola, tanto che si considera un’esperta… ma non sempre le è andata bene al primo tentativo! Se non dovesse funzionare pianificherò una vendetta, non troppo crudele, mica voglio diventare come lui, ma che lo faccia ragionare!

E’ già mattina, sto aspettando il bus.

Da qui inizia la tortura, sul pullman mi dà noia! Un colpetto, uno scappellotto, una battuta molto “simpatica”. Eccolo, si avvicina ed io mi sposto… “Fiuuuuuuuuuuu… adesso non può venire qui accanto a me!”

Scendo dal pulmino, corro in classe! Adesso provo a scrivergli un biglietto di pace.

AMICI?”

Ecco che me lo rimanda, apro lentamente, pieno di speranza… e grande come tutto il biglietto leggo un bel “NO!”.

E così a ricreazione mi dà degli spintoni, dei calci…

Affrontalo!” mi ha detto la mamma. Tiro un respiro, mi faccio coraggio e guardo negli occhi il mostro!!!

Mentre cammino, Frank è davanti al suo armadietto, lo spingo e lo chiudo dentro. Sogghigno!

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Il mostro mi implora di farlo uscire. Io gli rispondo che non deve più picchiarmi, lui dice:”Sì, sì!”

Ma appena lo libero capisco che è un inganno e mi fa cadere per terra!

Sembro questo,

un po’ maldestro.

Ho nel naso un anello

per questo mi sento bello

Di cerchi ne ho tanti

OH, come sono affascinanti!

Di sicuro al mostro piacerò

e felice a scuola andrò!

Sembro quello,

oh, come son bello!

Oggi i capelli ritti farò

Tutti quanti sconvolgerò.

Nessuno avrà più il coraggio

di darmi noia fino a maggio.

Che bella idea avuto ho,

SICURAMENTE, MI SALVERO’!!!

Non ho ancora il coraggio di dirlo alla maestra, oggi chiederò aiuto al mio migliore amico.

Sì, ti aiuterei volentieri… ma non so cosa fare!” risponde Tony.

Decidiamo di coinvolgere Susy, una femmina, chissà!

Insieme costituiamo una “Squadra A-B”, squadra anti-bullo.

Pensiamo di incontrarci di pomeriggio per inventare qualcosa.

Il primo tentativo è quello di affrontare il terribile Frank insieme!

La mattina successiva è quello che facciamo.

Compatti andiamo dal mostro, lo guardiamo negli occhi e con voce alta e decisa gli diciamo: “Basta, Gabriele, non dare più noia a Luca!”

Lui propone una sfida, una partita a calcio a due, se avessi vinto Gabriele mi avrebbe lasciato in pace!

E così giochiamo… ma siamo sempre i soliti illusi. Gabriele bara e torna a sembrare un mostriciattolo… viscido, perché uno che bara così spudoratamente non può considerarsi un bambino. Picchia, tira calci per vincere. Gli amici tentano di fermare il massacro ma si beccano un bello spintone. Naturalmente “The Monster” ha vinto la partita.

Ma davvero avevamo potuto credere nelle sue parole?

Mi fanno davvero male i colpi presi e, un po’ per quello un po’ per rabbia, rientro in classe piangendo.

La maestra mi vede e mi chiede cosa sia successo, io le rispondo che è colpa di Gabriele.

Ci penso io!” risponde e parte decisa per punirlo. Lo rimprovera e fa una nota a casa, scrivendo che già da tempo si è accorta che Gabriele si comporta male con un compagno.

Naturalmente cosa succede? Il mostro si arrabbia ancora di più e mi aspetta fuori del cancello… per fortuna mi salvo, c’è la mia mamma ad aspettarmi… ma cosa succederà domattina?

Stranamente, dopo questo episodio Susy non mi considera più, mi guarda da lontano e non si avvicina. Mah! Chissà perché?

C’era una volta la signorina Cesira

che, cupamente, suonava la lira.

Aveva lo sguardo buio e torvo

sembrava davvero un nero corvo,

faceva a tutti un effetto strano

nessuno provava a toccarle una mano!

Poi, un giorno, entrò da lei un bambino

tornò fuori ricoperto di chicchi e un giochino!

Dopo una notte insonne, piena di incubi ad occhi aperti, sono di nuovo fermo al bus.

Come al solito fuggo per evitarlo.

Ma, arrivato a scuola…lo vedo, mi guarda male!

Allora mi avvicino a lui: “Perchè fai il bullo?” gli chiedo

Ma il mostro, convinto di non esserlo, non la prende bene, guarda se la maestra lo sta notando e mi tira un calcio!

Questa volta la maestra fa solo finta di non vederci… ma ha osservato tutto!

Richiama Gabriele, gli chiede perché si comporti così. Tutta la classe trattiene il respiro, attendendo la risposta. Gabriele confessa che segue un po’ la tradizione di famiglia, infatti i genitori gli hanno detto che loro non si sono fatti mai mettere i piedi in testa da nessuno e che da piccoli prima di essere attaccati dagli altri, attaccavano loro!

Beh, tutti adesso guardiamo il nostro compagno con altri occhi, anche la maestra. Quest’ultima gli chiede di domandarmi scusa e di cambiare atteggiamento.

Facciamo la pace.

Tutti speriamo che la situazione sia risolta.

Ma qui sbagliamo…purtroppo!

E’ lì per la strada, tutto perfetto

con addosso un elegante giacchetto;

torna a casa con la sua auto

mentre ascolta dolcemente il flauto…

ma in verità è un uomo cattivo,

il suo nome è signor Ivo!

Nella bauliera tiene un coltello

col quale minaccia questo e quello.

L’ho visto con in mano una sigaretta

e l’ha spenta addosso ad una vecchietta!

Non vi fidate di questo signore

che fa il birbone a tutte le ore!

Il giorno dopo arrivo a scuola sorridente.

Guardo Gabriele, subito capisco che niente è cambiato.

Si avvicina e fra i denti mi dice: “Ho un conto in sospeso con te, caccola nana!”

Mi raggelo!

Inizia a seguirmi. Io fuggo e lui dietro di corsa! Acc… tutto come prima!

Poi di nascosto strappa i suoi libri e si mette a piangere. Dice alla maestra che IO, dico IO , gli ho distrutto i libri! Vatti a fidare dei gesti di pace!

Prendo una bella nota, i miei genitori mi puniscono!

Che fortuna ho!

Ma perché se la prende con me, proprio con me? E, soprattutto, perché alcuni dei nostri compagni lo seguono!?

Camminava lì tutto solo con una giacca scura

insospettito sentii addosso dei brividi di paura.

Lo seguii senza che se ne accorgesse

volevo scoprire cosa volesse.

A un cancello colorato bussò

e a una vecchietta un abbraccio donò!

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Susy mi evita, ne sono certo! Corre via tutte le volte che mi avvicino.

Poi scopro che si è fidanzata con il mostro!

La seguo e le chiedo perché stia uscendo con lui.

Lei mi dice che in realtà è molto romantico nel profondo del suo cuore.

Questa notizia mi sconvolge abbastanza.

Allora, con l’aiuto dei miei amici, lo invito a casa di pomeriggio e, per convincerlo ad accettare, gli dico che c’è anche Susy.

Siamo a casa! Aspettiamo con ansia che suoni il campanello.

Din Don!”

Andiamo ad aprire e tutti sorridenti gli tiriamo addosso mille palloncini colorati… PIENI DI TERRA E ACQUA!;-)

Lui è sconvolto, non se lo aspettava!

Allora mi avvicino, mi scuso e gli spiego che non l’ho fatto per cattiveria ma per fargli capire come ci si resta male quando gli altri ci fanno degli spregi.

Mi guarda e fugge via!

Chissà cosa mi aspetterà domattina!

Arrivo a scuola ben imbottito, pronto a prenderne chissà quante!

LO vedo che mi aspetta già con un pugno alzato…invece, invece… mi porta in disparte e mi dice che la lezione gli è servita, che ha parlato dell’accaduto anche con Susy, che lei lo ha aiutato a riflettere.

Mi guarda, mi chiede di perdonarlo dicendo: “ Scusa se ti ho preso in giro e anche per tutte le altre cose che ti ho fatto! Mi sentivo più forte comportandomi così! Ma ho capito come ci si sente! Scusami davvero!”

Mi dà la mano e si allontana.

Secondo me, fra qualche giorno, diventeremo amici!

Ho anche imparato che non bisogna solo subire ma, talvolta, serve contrattaccare in modo simpatico, non per vendetta ma per far imparare la lezione, far capire come ci si sente quando si subisce.

E sai cosa può stupire davvero l’avversario? Spiegargli con calma le proprie ragioni, a voce bassa, senza imprecare; vedrai com’è facile dimostrare che, più della prepotenza, vince l’intelligenza!

Marco, un bel bambino

fa rotolare il pallone in un giardino

di corsa lo va a recuperare

davanti a sé vede un mostro zoppicare,

scappa veloce impaurito

fa un urlo che pare un ruggito.

Ma, il signore, il pallone gli vuol ridare

chiama il bambino e si mette a ridacchiare.

Il piccolo rimane paralizzato

ma il vecchio un sorriso gli ha regalato!

Marco ha imparato la lezione,

non si giudicano, dall’aspetto, le persone!

Ma se qualcuno proprio non ti convince,

parla con babbo e mamma, maestri e parenti

ti ascolteranno curiosi e attenti,

con il loro aiuto, stanne sicuro, sempre si vince!

 

 

Il mare, le vele… Il concorso e le poesie dei ragazzi

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“La gente di montagna e la gente di mare hanno una cosa in comune, la solitudine” (Ammiraglio Comandante Maurizio Ertreo)

Un parallelismo simile è stato fatto confrontando la vita di chi lavora nei sommergibili e gli astronauti della base spaziale che orbita intorno alla Terra. (Conferenza “Dalle vie del mare… alle vie del cielo”, 27 aprile ore 10.00)

Fra i disegni più belli di quest’anno c’è anche quello di Aurora

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Il disegno.

Dice Aurora che ha pensato a tutti quei bambini che guardano lontano sperando di arrivare in un Paese che li accolga in pace.

imageLa foto dei vincitori

La premiazione.  image image L’incontro con le vele,

purtroppo oggi, 27 aprile, ammainate a causa del forte vento.

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Da “Il Tirreno” online del 28 aprile 2015

“Il mare e le vele” Storie di solidarietà nei disegni dei ragazzi
In Accademia, nell’ambito del Tan, passerella dei vincitori del concorso organizzato dal Tirreno e rivolta agli studenti

di Roberto Riu

LIVORNO. Le condizioni meteo in rapido peggioramento hanno sconsigliato di prendere il mare. Ieri mattina è così sfumata l’opportunità di una bella crociera premio sulle tre barche-scuola della Marina (Corsaro II, Orsa Maggiore e Stella Polare) che avrebbero dovuto imbarcare i venti studenti toscani vincitori dell’ormai tradizionale concorso “Il mare e le vele”, giunto alla ventiduesima edizione ed organizzato dal Tirreno nell’ambito del Trofeo Accademia Navale-Città di Livorno: un concorso intitolato quest’anno “la solidarietà viene dal mare” e perciò dal significato particolarmente attuale alla luce dei recenti tragici avvenimenti nelle acque del canale di Sicilia e vicino a Rodi, nell’arcipelago del Dodecaneso, con centinaia di vittime per il naufragio di due barconi carichi di migranti. I disegni realizzati dagli studenti delle elementari, delle medie e delle superiori erano perciò incentrati sul tema del soccorso in mare e sull’accoglienza, raffigurando, ad esempio, delle mani aperte in segno di benvenuto, un intervento di salvataggio oppure un’antica mappa del Mediterraneo. I vincitori del concorso, accompagnati da insegnanti e familiari, sono stati accolti in Accademia Navale (dove sono esposti i disegni sino al 3 maggio) dall’ammiraglio comandante Maurizio Ertreo che ha brevemente ricordato la storia dell’istituto fondato nel 1881 ed insieme a loro ha partecipato alla foto di gruppo dinanzi al brigantino interrato tutto imbandierato in occasione del TAN. Nell’aula n.5, dove è in corso una mostra di opere del pittore di marina Marc Sardelli dedicata all’epopea napoleonica, si è quindi svolta la premiazione con la consegna dei diplomi. E’ poi seguito il trasferimento al Villaggio Tuttovela dove è stato possibile assistere alla conferenza “Dalle vie del mare…alle vie del cielo” con l’intervento dell’ing. Valfredo Zolesi, presidente della Kayser Italia, e del tenente di vascello Fabio Casamassima. La visita è proseguita presso gli stand istituzionali come quello della Marina militare che mette a disposizione dei simulatori di volo e di navigazione e tavoli da carteggio per tracciare la rotta con matita e squadrette nautiche. Giusto per restare in tema non è mancata infine la visita a bordo delle tre barche scuola della Marina attraccate a banchina. Gli studenti premiati sono stati: Luca Boscherini (Grosseto), Gaia Carmassi (Forte dei Marmi), Alessia Filippi (Castelnuovo Garfagnana), Alessandro Salatti (Fornaci di Barga), Ilaria Testi (Lucca), Chiara Poggi (Lucca), Marco Galvani (Ronchi, Massa-Carrara), Jamila Brauns (Ronchi, Massa-Carrara), Silvia Cordiviola (Avenza), Ilaria Moretti (Avenza), Alessia Borsini (Piombino), Lavinia Canepa (Pisa), Aurora Gasi (Maresca), Daniel Gualtieri (Santa Maria a Monte), Claudio Filippi (S. Maria a Monte), Giulia Ambrogini (S. Maria a Monte), Marina Di Pasquale (Prato), Gaia Carpina (Livorno), Vittoria Leonardi (Livorno), Rebecca Abbate (Montemurlo), Maria Panza (Livorno), Gaia Zoletto (Prato) e Ledisa Makuti (Livorno).

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Pensieri di mare

 

Vela solitaria

Una vela solitaria

scivola lenta

accanto allo scoglio.

Si gonfia e si gonfia

mentre il vento la spinge.

Lo scoglio sospira,

mormora severo

ma niente più…

Ormai la vela fugge nel blu.

Anna DP

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Mare

Il mare, pazienza infinita, calma

le vele scorrono nel vento

un sospiro

un fiato;

rumorose le onde

sbattono sugli scogli.

I gabbiani volano leggeri

su un mare lucente

che risplende come un cristallo.

Ginevra

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Il mare, le vele

Una distesa azzurra

che brilla all’orizzonte,

navi con con vele spiegate

come uccelli inarcati.

Uniti con il vento

sciolti in alto mare.

Illumina una vela 

lungo una distesa,

incanta,

sogna,

ispira una nuvola

in mezzo al cielo.

Ilenia

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Mare

Scende…

sfonda…

scivola…

plaf…

entra…

e corre veloce

come la nuvola nel cielo

schizzi di qua

schizzi di là

ed io sulla poppa a guardare.

Francesco P.

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Onde azzurre

Il mare

onde azzurre,

che coccolano

la luce del sole.

Una vela bianca

nel mare chiaro,

è luminosa

come il tramonto.

La barca e la vela

nel mare viaggiano

passando

sopra la meraviglia.

Claraimage

Vedo il mare

Dal mio balcone vedo il mare,

e spesso all’orizzonte si confonde con il cielo.

Quando è in tempesta si tinge di grigio,

quando invece si calma divnta uno smeraldo

il mare si abbraccia con la sabbia

e sembra danzare sulle alte dune

e le onde, che si rincorrono,

sbattono forte contro gli scogli.

Le bianche vele, come lenzuola, si gonfiano

al vento come aquiloni.

Quando il giorno è finito

e il sole va a dormire

si copre con coltri fatte di sale.

Di notte la da specchio alla luna

che si prepara ad una festa

con le luminose stelle.

Linda

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Vela blu

Il mare,

vela blu d’immensa vita.

Il suo respiro

un venticello fresco

si aggirava stanco,

tra i pini marittimi

accarezzati da una luce soffocata,

color rosso fuoco.

Una barca,

quatta quatta

riposava in un mare di pace.

Sul viale, in penombra,

la Luna guardava e ascoltava

il lento fruscio del mare.

Tommasoimage

Notte d’estate

Il mare,

mi parlava,

in una notte d’estate.

Vedevo, in lontananza,

una barca con le luci accese.

La Luna,

riposava,

mentre,

la sua vela

m’illuminava.

Il cuore batteva,

la mia anima,

rinasceva.

Tommasoimage

Il mare

Il mare e le sue onde

sembravano fate

che ballavano

balli semplici

lenti e armoniosi

come le barche a vela

che attraversano

il limpido mare.

Alessandro

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Alla ricerca della rima… classe terza

Lo scorso anno abbiamo ricercato filastrocche popolari, ricche di rime.

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In questi giorni abbiamo provato a cercare le nostre  rime e a creare le prime filastrocche, un po’ “sciocche” ma divertenti!

Ecco i primi tentativi in gruppo!

Il supereroe

Il supereroe salva tutti,
quelli belli e quelli brutti.
Vola sempre, notte e dì,
ma si ferma il lunedì!
Il martedì va in vacanza
con sua moglie, donna Costanza.
Torna a casa il mercoledì
mentre il gallo fa: “Chicchirichì!”
Il giovedì vola in Germania
a trovare sua figlia Melania.
Il venerdì va al supermercato
a comprare un bel gelato,
mentre il sabato mattina
va a trovare la nonnina.
La domenica si riposa
felice e allegro con la sposa.
Nadia, Jonathan, Rachele, Sofia

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Filastrocca sciocca sciocca

Filastrocca sciocca sciocca

ci mangiamo l’albicocca.

La nonna fa i biscotti

e li fa tutti rotti.

Mentre il bambino va in bicicletta,

Mfelice saluta Elisabetta.

Nel prato gli uccellini cinguettano

e sulla grandine sgambettano.

Nel frattempo il verde cardo

punge dolorosamente Riccardo!

 

 

Filastrocca senza argomento

Filastrocca senza argomento

noi studiamo uno strumento;

 il bambino sbaglia l’acca

mentre un altro fa la cacca

c’è chi poi va in montagna

e trova una bella castagna!

 

Le frittelle magiche

In tavola ci sono le padelle

con dentro profumate frittelle,

se le prende tutte Andrea

per andare in pangea.

Quando arriva un bambino

prende in mano un coltellino,

poi arriva un poliziotto che gli tira un bel cazzotto.

Il bambino cade giù

e scatta subito il cucù!

Nadia, Jonathan, Rachele, Giulia e Sofia

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Adesso inventiamo dei personaggi o dei mestieri, oltre ai versi parliamo di strofe

Lo squagnau è uno strano mestiere

cattura gli squali tutte le sere,

poi li trasforma tutti in gatti

che diventano brutti e matti.

(tutti insieme)

 

Il giambalalà è un muratore

e lavora a tutte le ore;

ha sempre le ore puntate

perchè mangia le crostate:

A volte prende i cioccolatini

e di cognome la Filini!

(Agata e Andrea)

 

Il gattaio gioca a palla

e non racconta mai una balla!

Tira i fili sul divano

con il suo amico Ivano.

Mentre fa lo sciocchino

tira pure un filino!

(Agata)

 

Questa è la storia di Giaggio

che viveva solo a maggio;

lui mangiava tanta pizza

e faceva sempre una bizza!

Era sempre in vantaggio

perchè nella vita aveva coraggio.

(Andrea e Lorenzo A.)

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Lo sbaliù

Lo sbaliù è un lavoro pazzerello

dove si disegna con un coltello.

Chi  vuol fare questo mestiere

mangia prima un pasticcere,

dopo aver provato questa strana avventura

supera il tunnel della paura!

Se ti è piaciuto questo mestiere

devi informarti da un cameriere.

Rache, Jon, Sofi

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Mr Forchetta

Questa è la storia di mister Forchetta

che vive in casa di Elisabetta.

Si mette sempre a lato di un piatto

e poi si trova vicino un gatto!

Quando è nel lavandino

diventa sempre più piccino!

Quando vede un pezzo di formaggio

subito dice: “Oh, io l’assaggio!”

Giovanni, Omar, Edmondo

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Il SUB

Il sub in acqua si sa spostare

mentre a galla può annegare

quando il bagnino lo soccorre

il subacqueo fugge e corre!

Filippo S. Lorenzo T. Antonio Dario

Inverno

Inverno biancherello

un po’ pazzerello,

faccio tante capriole

e non vedo noiose aiuole.

Inverno senza un fiore

e neppure un bel colore,

un inverno bianco e triste

con tante bianche piste.

Primavera

Vedo

un fior di pesco

e allora fuori esco.

Il sole risplende

mentre la mamma stende.

Vedo

tanti fiori

e lucenti colori.

Estate

Estate estate

si mangian le patate,

i pesci sono muti

e anche molto astuti.

Onde ondine

dalle grandi alle più piccine,

i bambini  nel mare

iniziano a guizzare!

Agata e Sofia

Fiabe in rima – Classe quinta

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Disegni: classe terza e quinta

Oggi abbiamo deciso di aiutare i bambini di terza a riflettere sulle fiabe perciò, ci siamo divertiti a trasformarne alcune in filastrocche (rime AABB)

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Cenerentola

Cenerentola, ragazza sola,

a lei tocca cambiare le lenzuola!

Povera, è sempre a pulire!

Matrigna e sorellastre la fanno soffrire.

Una magica sera

il suo sogno si  avvera

e come per magia,

 verso il ballo vola via.

Il principe si fece avanti,

così di balli ne fecero tanti!

Al  momento, però, di parlare

la fanciulla dovette scappare!

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La futura reginetta

perse la scarpetta,

il principe la trovò

pieno di speranza e felice pensò

che, se una fanciulla, la scarpetta calzava

la principessa, di sicuro,  ritrovava.

Un bel giorno al castello andò

e la giovane ritrovò.

Le sorelle arrabbiate,

rimasero sole e desolate.

La fanciulla si sposò

e la felicità ritrovò!

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La Bella e la Bestia

C’era una volta, in un castello,

un Principe egoista anche se bello.

Un giorno una signora bussò alla porta,

era bassa, brutta ed anche storta.

Il Principe non le diede nulla… l’incantesimo scoccò

e, improvvisamente, bestia, lui, si ritrovò.

Anche la servitù si trasformò,

e tanti oggetti diventò.

Una rosa in un’urna stava,

e con il tempo cambiava:

il colore se ne andava, i petali cadevano

e come pioggia in terra scendevano.

Una ragazza di nome Bella al castello arrivò,

e la Bestia subito si innamorò

Bella veniva da un paesino,

assai grazioso ma piccino.

Pian piano il tempo passava

e la rosa sempre più se ne andava.

Il Principe più buono diventò

e la ragazza se ne innamorò.

Pensando di salvarla, gli abitanti,

arrivarono al castello proprio in tanti.

La bestia ferita si ritrovò

e Bella, intenerita, la baciò.

L’ incantesimo svanì

e il Principe ringiovanì.

Le persone tornarono normali

lo stesso  fecero, perfino, gli animali.

Bella e il Principe si sposarono

e i loro destini, così, intrecciarono.

La storia è finita,

evviva la vita!

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Biancaneve

La giovane, dalla pelle lieve e bianca,

della cattiva matrigna era un po’ stanca.

“Specchio, specchio della mie brame

chi è la più bella del reame?”

la strega cattiva blaterava

mentre lo specchio la bellezza gli negava.

La matrinia voleva farla sparire

così al cacciatore disse: “Deve morire!”.

Il complice della strega, però, Biancaneve avvisò

e a gambe levate, per il bosco, lei scappò.

Una piccola casa alla fine ella trovò

e su dei lettini si addormentò.

Fu svegliata dai nanetti

che pesavano solo pochi etti. 

Eran stretti e pure bassi

e a lavorare andavano fra i massi.

Biancaneve lì si trasferì

e ai nanetti la casa pulì.

La strega cattiva una mela avvelenò

e alla bella fanciulla la portò.

La persona arida sogghignava

mentre Biancaneve sul prato si accasciava.

Piansero a lungo i poveri nanetti

che nella casa rimasero soli soletti.

Per fortuna, il Principe la strega uccise

e le sue labbra sulla bocca di Biancaneve mise,

lei gli occhi aprì e si risvegliò

così alla fine l’amore trionfò!

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Cappuccetto Rosso

C’era una volta una bambina

tanto, tanto piccolina.

Con il suo capuccetto rosso rosso

se ne andava, da sola, per il bosco.

In mano aveva un bel cestino,

tutto decorato di gelsomino.

Dentro c’erano dei buoni biscotti,

alcuni interi, alcuni rotti.

Ad un certo punto incontrò il lupo,

in un sentiero buio e cupo.

Il lupo disse, raccogliendo un fungo:

“Tu passa dal sentiero corto, io dal più lungo!”

Ma il lupo la imbrogliò

e per quello più corto se ne andò.

Veloce arrivò a destinazione

e la nonna mangiò in un sol boccone!

Poi, Cappuccetto dalla nonna arrivò

e tante cose al lupo mascherato domandò!

L’ultimo curioso quesito fu:

“Che grande bocca hai tu?”

Il lupo affamato non rispose

e veloce la mangiò senza lasciar prove!

Un cacciatore amico in casa entrò

vide il lupo nel letto e gli sparò.

Così salvò nonna e Cappuccetto Rosso

che piangeva a più non posso.

Cappuccetto di nuovo si incamminò

e a casa da sola ritornò!

L’avventura era felicemente finita

speriamo che alla piccola sia servita!

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