Raccon-Ti-Amo

now browsing by category

 

Scrittori di classe, dalle immagini al testo – Classe Quarta

Per partecipare a questo concorso letterario abbiamo deciso di scegliere l’incipit che ci portava dentro un museo, in un modo molto particolare!

Abbiamo chiesto aiuto alla mamma di un bambino della classe, docente di storia dell’arte alle scuole secondarie. Abbiamo concordato con lei i quadri degli artisti da utilizzare per poter creare una storia, della quale sarebbero stati protagonisti i bambini stessi.

Abbiamo scelto, come nostri traghettatori attraverso l’arte, Kandinskij e Marcella Silvestri, nonna di un nostro bambino e pittrice conosciuta a livello locale e nazionale.

Poi, un lunedì pomeriggio, la mamma è arrivata e ci ha parlato e fatto parlare d’arte… di colori, di linee, di figure geometriche, di sentimenti, di emozioni, di cosa ci può essere dentro un dipinto… di ciò che si può vedere o immaginare.

Il lavoro è stato svolto prima tutti insieme e successivamente in gruppi di tre o in coppia.

I QUADRI CI PARLANO

di Daniela Tinelli

(clicca il link!)

 image image image image image image image image image

Pittori a confronto fra ottocento e novecento, fra micro e macro realtà. Vasilij Kandinskij e Marcella Silvestri, storie di inganni

I bambini passano di quadro in quadro, si trasformano e vivono esperienze diverse. Solo l’intervento di una signora, che è poi la pittrice che espone (e nonna di uno dei bambini della classe), permetterà loro di tornare alla realtà.

Juliane e Marco si ritrovarono improvvisamente catapultati dentro alla scena del quadro che stavano osservando. Non sapevano come potesse essere successa una cosa del genere, però sapevano chi era il colpevole di tutto ciò: lo strano custode di quella stanza del museo.
“Avete detto che i quadri non vi dicono niente, vi ho sentiti” disse loro il custode, che adesso vedevano piccolo e lontano, quasi un fantasma nel cielo. “Ebbene ora scoprirete che i quadri parlano. Eccome! Se volete uscire dal labirinto in cui vi ho rinchiusi, sarete costretti a parlare coi personaggi dei quadri. Fra loro ci saranno veri amici che vi aiuteranno e falsi amici che cercheranno di mettervi fuori strada. Dovete ascoltare bene tutti e cercare di capire quali sono i veri amici e quali no. Solo così troverete la porta, l’unica porta che vi permetterà di passare di quadro in quadro, fino all’uscita…”
“Di quadro in quadro?! Ma che sta dicendo? Ci faccia uscire!” esclamò Juliane.
“Ma chi è lei e quanti quadri dovremmo attraversare?” chiese invece Marco.
Quella strana e inquietante situazione spaventava un po’ i due bambini, che però cercavano coraggiosamente di controllare la loro paura.
“Io sono il custode dei quadri, e anche un mago” rispose l’uomo. “Se saprete riconoscere i veri amici, le porte saranno solo sette. Io vi aspetterò all’uscita del labirinto”.
La figura del custode scomparve e i due bambini si ritrovarono soli dentro il quadro. Per la prima volta si guardarono intorno…

Epson_11112015_214210

…poi verso l’alto e videro gli zoccoli di un cavallo che stavano per atterrare su di loro: “Aiuto, scappiamo!” Correvano, correvano, correvano ma con le loro gambette microscopiche non riuscivano a fuggire.

Paura.

Spavento.

Terrore e affanno.

Videro la morte negli occhi.

Sulla base dello zoccolo sembrò loro apparire la faccia del diavolo che sghignazzava!

All’improvviso si resero conto che l’animale era fermo!

Erano Salvi!

Allora decisero di arrampicarsi sul cavallo. Salirono sino alla coda, videro una bella ragazza e le chiesero:”Scusi, signora, come ha fatto ad entrare qui?”

Lei con la bocca immobile rispose: ”Sono qui da più di cento anni, ricordo che non sono né entrata né uscita. Mi portò qui un pennello!”

Si guardarono intorno, erano a due passi dal cielo e, in lontananza videro… all’improvviso un pennello li catturò e li schizzò in un altro quadro.

Epson_11112015_213339

Si ritrovarono circondati da tanti animali colorati, rosa, verdi, gialli,… un occhio li guardava dal cielo e osservava tutto. Domandarono a un uccello col ciuffo in testa come poter uscire dal quadro e lui gli disse che avrebbero dovuto rivolgersi alla tartaruga. Tentando di raggiungerla persero l’orientamento circondati come erano da linee curve che si incastravano fra di loro. La tartaruga suggerì loro di stare attenti ai becchi appuntiti e alla lumaca. Superarono con l’aiuto di una corda il fiume e scalarono la conchiglia della lumaca ma appena arrivati in cima, immediatamente capirono l’inganno (salire ed essere al punto di partenza, conchiglia o vortice?) ma era troppo tardi per fare qualcosa e cercare la vera uscita… furono risucchiati da un grande scivolo a spirale e risputati…

Epson_11122015_202444

…in un bosco fitto e colorato. Sembrava autunno.

Erano su un sentiero che si biforcava in due. Si fermarono a pensare: “Quale prendere per uscire il più velocemente possibile dal quadro e tornare alla normalità!?” Passò lì vicino a loro un uomo con lo zaino in spalla. Lo fermarono e chiesero a lui. Suggerì loro di prendere il sentiero di destra. Così fecero.

Quell’uomo pacato e sereno gli dette sicurezza.

Ma poco più in là incontrarono un gatto che frettolosamente li consigliò di tornare indietro perché il fuoco spinto da un vento fortissimo stava distruggendo quella parte del bosco.

I ragazzi si unirono al gatto, tornarono indietro ma l’uomo non c’era più. Sconcertati e preoccupati presero il viottolo di sinistra.

Superarono un torrente su dei sassi galleggianti che raccolsero e portarono con loro.

Per un po’ il sentiero fu libero ma poi trovarono una frana. Come superarla?

Videro dei buchi e, a fatica, ci passarono all’interno. Alla fine del passaggio si trovarono davanti un picco altissimo, che riuscirono a superare grazie ad una corda ferrata lasciata chissà da chi.

Camminarono ancora, finché raggiunsero un lago… buttavano sull’acqua una pietra, poi un’altra, raccoglievano quella appena superata e così via. Continuarono fino alla linea dell’orizzonte e lì non trovarono più nulla… e scomparvero nel vuoto. (fig.3)

I bambini erano al museo con la scuola, chissà come si stavano preoccupando per loro, pensavano!

  (Kandinsky,Blu cielo, 1940)        Epson_11112015_214355

Un vuoto BLU, come un cielo infinito nel quale volavano esseri fantastici.

Si mossero e cominciarono a volteggiare. Ma dov’erano adesso?

Una creatura si avvicinò a loro, assomigliava alla tartaruga perché aveva sulla schiena un guscio. Faceva un verso strano così i due bambini risero; sembrava che si rivolgesse a loro.

“Juliane, che starà tentando di dirci?” domandò Marco.

“Mi pare che voglia farci salire su per la scala, arrampichiamoci sul suo guscio!”

Appena raggiunta la scala la “tartaruga” scomparve, perdendo una chiave che i due raccolsero.

Salito il primo scalino arrivò un essere, sembrava un gallo. Disse ai bambini: “Non salite, la tartaruga vi vuole imbrogliare, andrete a finire in un posto orrendo! Tornate subito indietro!”

Gli credettero e scesero con lui in una strana stanza, vuota.

“Vi ho fregato! Ahahahah!” sogghignò il gallo e li chiuse dentro.

Il tempo passava poi a Marco venne in mente la chiave persa dalla tartaruga, la cercarono nelle loro tasche ma non c’era.

“Ce l’ho io, ce l’ho io!” e sbucò fuori un elefantino strano, minuscolo “Sono il miglior amico della tartaruga! Ora usciamo e vi riporterò alla scala!” disse. Così fece e scomparve.

I due salirono.

Arrivati in cima, invece della tanto desiderata porta incontrarono una creatura che pietrificava.

“Sembra un serpente che si mangia da solo!” disse Juliane.

I bambini erano bloccati dal terrore. Ma proprio quando stava per pietrificarli arrivò un granchio-guanto da cucina, dai denti lucenti come uno specchio, il serpente li guardò e si pietrificò da solo.

“Grazie!” dissero i bambini in coro “Ora corriamo verso la porta”.

L’aprirono ed entrarono…

(Kandinsky, Vecchia Russia, 1904)  vecchia russia

…in un prato. C’erano dame e cavalieri e, in lontananza, un castello dai torrioni strani. Lo raggiunsero. Entrarono e girarono ammaliati per le strade, era un luogo magico, un luogo come questo loro non l’avevano mai visto. Le torri sembravano coni gelato dai gusti più strani.

Si divertirono a guardare i negozi e le persone che contrattavano il prezzo. Juliane vide un abito bellissimo, lo indicò a chi vendeva e questo rispose: ”Война и мир!”.

Si domandarono dove fossero capitati e si allontanarono velocemente per non destare sospetti.

Finalmente si ricordarono che il loro obiettivo era tornare a casa e così cercarono porte strane.

Non videro un buco, ma c’era la scritta “EXIT”… corsero verso la scritta e…

(Immagini che ingannano, Giovane donna o vecchia signora?)

vecchiazitella

…si ritrovarono davanti ad una dama.

“Chi siete e dove state andando?”

“Siamo Marco e Juliane e cerchiamo la porta per uscire da qui!”

La dama disse che l’uscita era a sinistra (ma quale sinistra?)

I bambini uscirono ma si ritrovarono nello stesso quadro.

Invece della dama videro una vecchia signora simpatica che disse: “Non dovete fidarvi di quella signorina perché vi vuol far entrare nel suo castello. Se c’entrate la seconda volta diverrete suoi prigionieri!”

Per sbaglio si appoggiarono alla parete e la porta, che era scorrevole, li inghiottì.

Erano imprigionati! Vagarono per giorni e giorni dentro il castello senza incontrare anima viva. Infine decisero di reagire.

Si arrampicarono sopra le mura e dall’alto videro una carrozza, vi si tuffarono ma la dama era lì: “Che fate?” “Fuggiamo dalla tua prigione e dal quadro!”

La dama si stava trasformando in un’orribile strega così i due tentarono di allontanarsi.

Per fortuna, incontrarono subito la buona vecchietta che indicò loro la porta per uscire.

Erano inseguiti dalle guardie della giovane dama così si nascosero e, quando calò la notte e tutti dormivano, uscirono.

La vecchia era ancora lì, pronta ad aiutarli.

Li nascose nel suo giacchetto peloso, li accompagnò alla porta magica, l’aprì e li fece passare in un altro quadro.

I bambini la ringraziarono e chiusero volentieri la porta di quel terribile inganno.

                                                                   (Marcella Silvestri, Lucchio)

image

C’erano delle montagne in lontananza poi, osservando meglio, videro le maestre e i loro compagni che osservavano proprio il loro quadro.

“Aiuto, salvateci!”

Gridavano e battevano i pugni sul vetro.

Ma nessuno li vide. Loro non se ne accorgevano ma, di quadro in quadro, prendevano le sembianze dei personaggi che lì vivevano, trasmutavano le loro sembianze in animali, esseri fantastici o informi, righe o triangoli.

Piansero dalla disperazione.

Poi videro davanti a loro un grande muro.

Una persona gli disse:”Questo muro è il confine che divide la realtà dal quadro. Passate il tunnel e sarete liberi”

Entrarono ma una guardia gridò:”Attenti! Da lì nessuno è mai tornato indietro!”

Juliane ebbe paura:”Forse non è una buona idea entrare!” esclamò.

“Tentiamo!” le rispose Marco.

Si incamminarono nel tunnel finché incontrarono una porta mezza verde e mezza viola.

Girarono le manopole e entrarono, senza pensare, ognuno in una delle due mezze porte.

Non si videro più l’un l’altro e così, spaventati, tornarono indietro. Quando si rividero, si abbracciarono stretti, che terribile e meravigliosa avventura stavano vivendo insieme!

Decisero di entrare nella porta verde che ricordava i loro boschi.

Si ritrovarono sopra le montagne e videro paesaggi bellissimi.

Camminando si trovarono davanti a una barca che galleggiava sull’acqua.

Salirono e la corrente li trascinò in mezzo a un fiume.

Marco disse.”La strada sembra molto lunga, andiamo a riposarci!”

Si addormentarono e sognarono le loro case, cullati dall’ondeggiare della loro barca.

Ma dopo un po’ il mezzo li tradì e l’acqua cominciò ad invadere lo spazio dove stavano dormendo.

Si svegliarono di soprassalto e iniziarono a gridare e chiedere aiuto!

La voce gentile di una signora gli chiese: “Chi siete?”

Si guardarono intorno e si accorsero che non erano più nell’acqua. “Siamo Marco e Juliane! E lei chi è?”

“Sono Marcella. Io so dove si trova la porta che state cercando! Vedete? E’ sull’occhio, ancora più in alto della montagna. Ora vi condurrò all’uscita del quadro!”

I tre si incamminarono verso la parte opposta dell’occhio. Ma dove stavano andando, si domandavano i due bambini!

Marcella allora disse:” Signore, aprici la porta del cielo e portaci con te!”

Si aprì un passaggio luminoso e la donna disse:”Io non posso passare, voi sì, attraversate la porta!”

Mentre passavano un uomo disse di seguirlo che li avrebbe condotti nel loro mondo ma era un inganno.

I due si ritrovarono al punto di partenza, nel primo quadro!

Ma loro si ricordarono le parole di Marcella, dissero: “Signore, aprici la porta del cielo e portaci con te!”

Il passaggio luminoso fu di nuovo davanti a loro.

Entrarono nell’occhio e si ritrovarono nel museo che stavano visitando!

Ce l’avevano fatta!

Nessuno si era accorto della loro sparizione, stupefatti si domandarono come fosse possibile!

Da quel momento guardarono i quadri in un altro modo, con gli occhi del cuore!

 

 

Il discorso diretto nei racconti

Arricchiamo i nostri racconti con descrizioni e discorsi diretti…

31 ottobre 2014

Nella notte di Halloween due amiche dormivano insieme. all’improvviso sentirono una voce che proveniva da fuori, diceva:”Jack, Jack, Jack, Jack O’Lantern…”

Le ragazze si paventarono ma andarono lo stesso a vedere. Trovarono una porta tutta nera, si affacciarono e un uomo le spinse.

Le amiche si ritrovarono in un cimitero di morti viventi! Questo fece venire loro in mente come, da bambine, erano entrate nel cimitero e un uomo misterioso, vestito di nero, diceva loro:”Venite, venite, venite, venite qua….!”

Loro dalla paura scapparono a gambe levate!

però questa volta non ce la fecero perchè il cancello si chiuse, si misero a urlare!

Quest’uomo riappparve e si avvicinava sempre di più,  gridando sempre più forte.  Le amiche provarono ad aprire il cancello ma non ci riuscirono.

All’improvviso apparve una porta che si aprì di colpo, le ragazze si buttarono e tornarono nel loro letto rimanendo col dubbio di chi fosse quell’uomo.

Gemma e Ilenia

image

 

Era il 31 ottobre, la sera di Halloween!

1) Non mi sentivo molto bene e andai a letto presto.

Chiusi gli occhi e mi addormentai; all’improvviso sentii salire le scale “Stunf, stump, stunf…”

Andai a vedere ma non c’era niente.

Mi rimisi sotto le coperte e richiusi gli occhi, in quel preciso istante sentii sbattere le fineste: “Sbam, sbam, sbam…!” Tornai a controllare, ma di nuovo non c’era niente!

Per la seconda volta tornai a letto , mi guardai attorno, prima di riaddormentarmi; era tutto tranquillo, TROPPO TRANQUILLO!

Feci finta di niente e mi riaddormentai.

Sentii allora una mano GELIDA sfiorarmi le coperte: “Swisch, Swichhhhh…!”

Mi svegliai di colpo e vidi un’ombra oscura che con le sue mani, gli occhi  mi fissavano pensierosi…

Gridai: “AIUTOOOOOOOOO…!!!”

Nessuno mi sentiva e l’ombra mi sussurrava: “Ginevraaaaaaaa..!” e io gli risposi: “Cosa VUOI DA ME!?”

L’ombra, nonostante il suo aspetto misterioso, mi chiese gentilmente: “Sai che ore sono? Dovrei andare a spaventare qualcuno!!!”

Io tremante risposi: “E’ mezzanotte!” Allora lui si allontanò lasciandomi perplessa, senza scoprire la sua identità, mi riaddormentai dolcemente!

Ginevra e Francesco F

 

image

2) Mi ricordo una notte fredda e paurosa di Halloween.

Bussò alla porta una vecchia signora di nome Marisa che mi chiese se poteva dormire da me e io le risposi:”Sì, ma certo! Entri pure!”

Di notte mentre Lisa dormiva, sentì affilare dei coltelli e vide un’ombra ingobbita.

Udì aprire la porta di camera e vide che era Marisa! La strega con dei coltelli affilati la voleva uccidere !

Lisa, per fortuna aveva un fucile sotto le coperte, fece un buco e infilò lì il fucile… Sparò, centrò il cuore della strega che cascò a terra.

Fu così che Lisa si salvò.

Linda e Francesco P

 

Inverno all’ Abetone

<< Dove andiamo quest’anno per le vacanze invernali? >>

<< Magari sul monte Bianco o sul Cimone >>

<< Ma lo sai che all’ Abetone ci sono i giochi invernali? E cominciano domani!>>

<< Tu hai proprio ragione, perché non ci andiamo? >>

<< Ok, prepariamo le valige e partiamo.>>

<<Nonno mi aveva raccontato che nel 1950 nei giochi invernali ad Aspen, negli Stati Uniti,  Zeno Colò, il grande sciatore nato all’Abetone, batté tutti gli atleti provenienti dal mondo intero sia in discesa libera che nello slalom gigante!>>

<< Speriamo che adesso vinca il suo figliolo, allora!!!>>

<< Mi hanno raccontato che ci sono dei concorrenti fortissimi >>

<< Così la lotta sarà più avvincente, muoviamoci, ci deve essere molto traffico,anche troppo, per i miei gusti!>>.

Alla Lima, la neve scendeva lentamente e si andava a posare sui mucchi che circondavano la strada. Salendo, la neve era fitta fitta e le coltri erano più alte degli alberi spogli.

I torrenti che solcavano le foreste erano gelati e la corsia brillava per la neve e per il ghiaccio.

All’Abetone i giochi erano cominciati e noi ce li siamo gustati dall’inizio alla fine.

Clara e Tommaso

 image

Noi due ci siamo conoscìute così…

Ieri, mentre giocavamo in giardino c’è fiorito un dubbio : “Come ci samo conosciute ?”

Eravamo molto piccole, avevamo circa tre anni, non eravamo molto timide e riuscimmo a dire contemporaneamente :” Ciò come ti cami?”

Stupite rispondemmo:”Abbiamo detto la stessa cosa!?”

Dopo lunghi secondi di silenzio riuscimmo a presentarci una alla volta.

Poco dopo andammo a  mensa, il cibo era buono e noi due ci guardavamo molte volte.

Peccato che il tempo fosse brutto e così: “Che tempo butto!” disse Maddalena; Alice affermo:” E’ bero!” e infine Gemma sbuffò:”Ohiohi !”

Dopo una lunga risata noi due decidemmo di diventare amiche.

Quando lo raccontammo ai nostri compagni a tutti scesero le lacrime dal ridere.

Anna e Aurora  

 image

Un giorno di divertimento

Un giovedì, dopo cathechismo, io, Maddalena e Francesco siamo andati a casa di Ilenia a preparare dei biscotti per la scuola.

Entrati in casa ci siamo subito messi d’accordo per i ruoli e abbiamo deciso che: io avrei messo le mandorle tritate, avrei impastato e decorato; Francesco P avrebbe messo i tuorli dell’uovo e impastato mentre Ilenia avrebbe messo il liquore, anche lei impastato e decorato.

Ci siamo messi subito all’opera divertendoci come matti e mettendo sottosopra la cucina. Poi abbiamo chiamato Lisa (mamma di Ilenia) che ci ha messo in forno i biscotti.

Mentre stavano cuocendo  siamo andati fuori a cogliere fiori per decorare i biscotti.

Ad un certo punto abbiamo sentito una voce ed era Lisa che ci chiamava perchè i biscotti erano pronti. Abbiamo decorato i biscotti con i fiori che avevamo raccolto e poi Ilenia ha detto: “Abbiamo fatto un ottimo lavoro!”, Maddalena rispose: “Hai ragione sono venuti molto bene!” e io aggiunsi: “A questo punto direi di festeggiare con un frullato e qualche biscotto!”

Così abbiamo concluso questa giornata cenando da me!

Maddalena e Alice

 

Un pomeriggio di pioggia/classe quinta

Lavoro di gruppo

Il lavoro di gruppo aiuta i bambini a collaborare, a discutere, ad aiutarsi, ad imparare l’uno dall’altro, a capire quello che non riescono a comprendere dall’insegnante, a porre domande, a spiegarsi, a dare risposte,  ad esprimere opinioni, da bambino a bambino…

 image

La mattina di sabato, dai monti arrivò un nuvolone tutto grigio.

Passarono pochi minuti: un lampo ruppe il silenzio.

Un attimo dopo un boato si alzò, una goccia mi cascò dritta sul naso. Ne seguirono altre, sempre di più fino a diventare un temporale.

In poco tempo la strada e le cunette  diventarono ruscelli.

Le barche nel lago sbattevano una contro l’ altra. Le onde si infrangevano rumorose contro gli scogli, i lampi illuminavano il paese. Il vento era cosi forte  che anche le foglie verdi si staccarono.

Dal torrente arrivavano litri e litri di acqua marroni: sembrava cioccolato. La ruota del mulino girava fino a che sulle sue pale si posò un chicco di grandine.

Il ruscello che attraversava il frutteto era uscito dagli argini.

Nella strada al passaggio di un automobile si sollevavano muri d’acqua.

 Continuò fino alle tre del pomeriggio, quando un varco di luce si aprì fra le nuvole e la pioggia cessò improvvisamente e un  grande  arcobaleno si sollevò sopra il paese che si stava asciugando.

Il torrente aveva calmato la sua collera, nel lago una foglia fu affondata da una goccia.

Quando gli uccellini ritornarono a volare, allora avevo capito che il temporale era finito.

Aurora, Linda e Tommaso

Un testo in prosa di pura poesia, bravi! Ma perchè non provare a trasformarlo in POESIA? Pensiamoci!

image

Tre amici

Un giorno tre amici : Alessandro, Maddalena e Samantha, si chiamarono e si misero d’accordo per andare a casa di Samantha.
Maddy portò i giochi per la Wii , mantre Ale prese i lego e le macchinine telecomandate e si avviarono a casa dell’amica.
Mentre andavano a casa di Samantha incominciò a piovere.

Samy disse: “Uffa! Che noia, non possiamo andare fuori!” Maddy rispose:” Hai ragione Samy:” Ale propose: ” Giochiamo alla wii!?”
Dopo qualche secondo iniziarono a venire tuoni e lampi e andò via la luce.
Loro erano preoccupati. Si sedettero sul divano, Maddy mise le mani alla spalle di Ale, Samy si mise addosso a Maddy e andarono a cercare il salvavita; lo trovarono e si riaccese la luce .
Dopo un pò, per fortuna, smise di piovere e venne il sole con un bellissimo arcobaleno.  Di corsa andarono a fotografarlo .
Tennero le foto come ricordo di quel bellissimo pomeriggio insieme.

ALESSANDRO , SAMANTHA E MADDALENA

Bel racconto!

image

PIOGGIA

Una fredda mattina di autunno, una bambina osservava le gocce
d’acqua che cadevano lungo il vetro.
All’improvviso, si sentì un tuono e si vide una luce e il
cielo si rabbuiò .
Nadia rabbrividì, andò a guardare la Tv ma il segnale non prendeva.
Fuori si faceva sempre più freddo e il cielo più nero.
Il vento, soffiava sempre di più e la pioggia aumentava.
Visto che fuori era freddo e in casa umido decise di riscaldarsi
giocando alla Wii .
Di fronte a casa aveva un torrente che, in poco tempo, si riempì fino a uscire dal suo letto.
Nadia stava ancora giocando alla Wii quando sentì un rumore spaventoso che veniva da fuori.
Lei si spiaccicò al vetro, come le foglie sulla strada, per vedere
cosa stesse succedendo: vide il torrente che stava andando fuori dagli
argini e stava per inondare tutta la strada.
Lei chiuse la casa e anche il caminetto.
Il giorno dopo smise di piovere e venne un bellissimo arcobaleno, Nadia
si mise le calosce e andò fuori per divertirsi saltando nelle
pozzanghere.
Così la bambina si divertì moltissimo.

Ilenia e Clara

Bello!

image

Piccole distrazioni/classe quinta

Lavoro individuale: il FLASHBACK! 

Arricchiamo, pian piano, i nostri racconti…

((()))

Come al solito la maestra capì subito che cosa avessi quella mattina…

 

Aurora

…pensavo a quando, da piccola, mi piaceva giocare con le bambole.

Era uno dei mie giochi preferiti, però mi piaceva giocare anche a palla.

Spesso le persone con cui giocavo erano le mie due sorelle maggiori, Arianita e Eleonora .

Pensavo anche a quanto mi piaceva aiutare la mamma, in cucina soprattutto.

Rivedevo nella mente tanti di quei bellissimi momenti!

Molto è cambiato dopo che è nato mio fratello; cominciai a giocare spesso anche con lui, però non mi divertivo un granchè  perchè lui era molto piccino.

image

Ginevra

…stavo pensando a quel giorno in cui io e la mia amica Clara eravamo nel corridoio della scuola e io decisi di raccontarle una cosa che non sapeva nessuno.

Io ho l’udito come il cane e la vista di gatto!

Infatti un giorno mentre eravamo in attesa di Linda, una nostra compagna, io dissi a Clara che la sentivo !

Stava arrivando e, quando sbattei il piede a terra, era all’ entrata del corridoio!

Entrambe eravamo stupite, io non ci credevo e Clara era rimasta a bocca aperta … così le dissi subito nel orecchio : “Io ho i superpoteri!”.

Linda

…quella mattina, mentre la maestra scriveva alla lavagna, una mia compagna di nome Sara le chiese di andare in bagno.

Subito mi venne in mente la scenata di gelosia tra Sara e Marisa, a causa della nuova arrivata, Teresa.

La nuova compagna, aveva portato in classe tanti oggetti colorati della sua terra natale in Africa.

Le sue lunghe treccine e i suoi vestiti luminosi attiravanoMarisa  che, in poco tempo, divenne sua amica.

Mentre il tempo delle due nuove amiche trascorreva felice, Sara, sempre più gelosa, trascorreva tanto tempo in bagno a piangere.

La maestra, essendosi accorta di tutto ciò, mi chiese sottovoce di andare in bagno per consolarla.

Così corsi subito da Sara e per consolarla le chiesi di diventare mia amica.

Da quel giorno siamo state sempre insieme.

image

FrancescoP 

… pensavo a quella mattina in cui ero triste e molto preoccupato: “Perché sei così triste?” mi chiese la maestra.

“Perché il nonno Armando è all’ospedale. Si è sentito male: gli è venuta un’emorragia al naso!”

“Mi dispiace tanto! L’andrò a trovare presto.”

“Grazie, glielo dirò! Sa il nonno è importante per me, mi ha anche insegnato a giocare a pallone! Da piccolo giocavo con il nonno Armando sempre a pallone. Quanto mi divertivo! Vincevo sempre io perché probabilmente mi faceva vincere: buttavo sempre la palla in rete. Il nonno da giovane era stato un calciatore, giocava per la Fiorentina. Era il numero 10. Ora vado a trovarlo, sai che da grande farò anch’io il calciatore?”

image

ANNA DP

… ripensavo a quel giorno… mentre stavamo andando in mountain bike, l’ istruttore ci chiese : <<Come avete imparato ad andare in bicicletta?>>.

A me venne subito in mente il ricordo di quel giorno di primavera, avevo tre anni e mezzo.  Ero appena tornato da scuola, quando vidi la bicicletta  senza le rotine laterali e mi misi a piagnucolare dicendo :<< Appeche? Appeche! Come faccio?>>.

Il giorno dopo che era sabato papà  mi portò alla pista per provare ad andarci ma io non volevo, non volevo e non volevo!

Però papa’, rassicurandomi che non sarei caduta, mi convinse ed io un pò preoccupata montai sulla bicicletta.

Lui mi stava dietro tenendomi il sellino, dopo mi lasciò a sorpresa, mentre io pensavo che mi stesse ancora reggendo.

Quando feci la curva vidi papà che mi salutava ed io rimasi a bocca aperta: avevo imparato ad andare in bicicletta!

image

Alice

… quando da piccola giocavo con il nonno a carte. Che divertimento! Vincevo sempre io! Lui vinceva qualche volta ma con i punti non mi ha mai superato!

Nelle giornate più belle mi portava al parco a fare un giro, invece nei giorni più brutti stavamo ore e ore a giocare a qualsiasi tipo di giochi con le carte, come uomo nero, scopa, rubamazzo, scala quaranta…

Anche se a giocare a carte vincevo sempre io, lui era comunque un campione e l’unica cosa in cui non lo batteva nessuno era dama!

Io a dama sono piuttosto brava ma se gioco con lui perdo ogni singola partita. Qualche volta, mentre giocavamo gli dicevo: “Nonno, m’insegni a giocare a dama bene come sai tu?” e lui rispondeva:”Ma certo! E sono sicuro che quando sarai più grande diventerai molto brava!”

image

Gemma

… pensavo a quella mattina che ero molto pensierosa, non riuscivo a stare al banco e giocherellavo con le penne. La maestra spiegava e io non riuscivo a seguire la lezione.

Nonostante facessi l’ indifferente, la maestra capì subito che qualcosa non andava. Mi chiese varie volte cosa cci fosse ed io, non riuscendo più a trattenermi, iniziai a piangere.

Il giorno prima avevamo avuto la verifica di storia ed io morivo dalla paura di averla sbagliata. La maestra mi disse che dovevo stare tranquilla e che comunque anche i brutti voti aiutano a crescere.

 

image

XXX

…ripensavo a quando, un pomeriggio, insieme a babbo e mamma imparai ad andare in bici con due ruote.

All’inizio il mio babbo mio babbo mi tolse una sola rotelle a, cominciai a girare intorno all’aia. Dopo un po’ mi tolse anche quella.

Non fu subito facile rimanere in equilibrio ma, dopo vari tentativi, ci riuscii!

I miei genitori furono molto fieri di me ed io ero veramente felice!

image

Clara

…ripensavo a quando chiesi a mia sorella Nadia se voleva giocare con me a “Uno” e lei rispose di sì. Io detti le carte e iniziammo a giocare. Dopo qualche tiro, io, finii le carte e vinsi. Mia sorella, mi chiese come avevo fatto  a essere così brava e io le dissi che non glielo potevo dire.

Lei si arrabbiò e me lo chiese tantissime volte. Dopo un po’, mi stancai di sentirmelo dire e le raccontai tutto.

Quando io ero malata  e lei andava all’ asilo , veniva nonno che giocava a “Uno” con me. Visto che io mi ammalavo spesso, imparai  benissimo a giocare e lo battevo sempre.

Poi, un giorno, persi le carte e nessuno me le voleva ricomprare. Così smisi di giocare. Dopo un anno le ritrovai e ricominciai a giocare. Mia sorella, mi chiese di giocare tante volte, per diventare brava come me e io gli risposi di sì. Dopo un po’ diventò molto brava, quasi più di me.

DSCN0634 

Tommaso

…ripensavo a quella mattina che ero molto euforico perchè dopo pranzo saremmo andati in piscina con altre classi.

A me piace particoralmente il nuoto e avevo deciso di mettercela tutta nelle gare che le insegnanti ci avevano anticipato. Però  allo stesso tempo  ero anche preoccupato: quando affronto una gara, prima di cominciare mi viene la tremarella. Ho questa reazione per la paura di perdere o di lottare contro qualcuno più forte o più veloce di me.

La maestra per farci stare calmi ci assegnò un lavoro a gruppi; nonostante questo, parlavamo solo e soltanto della piscina.

Finalmente l’ora di pranzo arrivò, mangiammo la pasta in bianco e dopo quarantacinque minuti partimmo.

Quel giorno la gara era di recuperare il cerchietto che veniva gettato a metà della vasca e si adagiava sul fondo.

Due concorrenti si tuffavano per andarlo a riprendere: chi lo portava per primo in superfice vinceva.  Quando toccò a me dovevo assolutamente recuperarlo per riportare la squadra in parità.

Ero contro Francesco P, molto più forte e muscoloso di me.

 Ci mettemmo in posizione e poi il temuto: “Via!!!”.  Subito mi tuffai e quando ritornai in superfice avevo in mano il cerchietto!!!

Tutti mi stavano applaudendo; avevo riportato la squadra in parità e soprattutto avevo sconfitto la mia paura dalle gare.

Pensieri d’estate/ classe quinta

 Organizziamoci in gruppo: sperimentiamo il ruolo di mediatore, wowwwww… Che compito arduo! 

I vari componenti del gruppo hanno compiti diversi, c’è chi fa il mediatore, chi legge, chi scrive, chi cerca il materiale sul quale lavorare o per approfondire gli argomenti, chi tiene i rapporti con l’insegnante,… Ma le decisioni devono essere sempre condivise. Alcuni gruppi scelgono a maggioranza altri trattano ad oltranza,  insomma si cerca, in un modo o nell’altro, di accordarsi.

4 amiche per 4 vacanze

Il sole era alto e le quattro amiche si incontrarono a Pianosa, sulla spiaggia.

Linda domandò : – Ragazze cosa ci fate qui ?

Ginevra rispose : – Abbiamo avuto la tua stessa idea!

Samantha annuì : – Non trovate sia una giornata meravigliosa ?!

Clara propose : – Perché non sfruttare questa bellissima giornata per stare insieme e divertirci prima che ricominci la scuola!!!

Insieme le amiche gridarono : – Una per tutte e tutte per una !!!

Così felici come non mai, le ragazze visitarono il paese meraviglioso di Pianosa e per chiudere in bellezza fecero un bagno caldo nell’ acqua del mare, promettendosi che la loro amicizia sarebbe stata sempre forte e che si sarebbero ritrovate anche a Lido di Camaiore per fare una seconda vacanza insieme.

Quindi le amiche dormirono a Pianosa e la mattina successiva, molto presto partirono per tornare sulla terra ferma e raggiungere così le spiagge super affollate della Versilia; stanche della giornata intensa decisero di riposare sulla sabbia calda e poi … tutte a fare un giro in bici!!! Che bello!!!

Queste giornate rimarranno sempre nei loro cuori e non le dimenticheranno mai!!!

Le vacanze erano terminate era giunta l’ora di tornare a casa ed era il 15 Agosto. Linda quando  rientrò a casa sentì  suonare il telefono: era un’amica della mamma che annunciava la nascita di una cucciolata di gattini vicino a casa.  SORPRESA!!! Allora andò subito a vederli, erano uno più bello dell’altro… erano quattro, tutti tigrati dal più chiaro al più scuro. Subito andarono a farle le coccole e lei  non seppe resistere a quelle tenerezze e con la mamma decise di prenderli tutti!  Il cuore le batteva forte e voleva raccontare tutto alle sue amiche, non stava più nella pelle! Così appena tornata a casa le chiamò, le fece andare da lei e ad ognuna regalò un cucciolino in segno della loro amicizia!

image

Tutti a Torino!

 Il 10 agosto 2014 sono andato a visitare Torino con Alice, Alessandro e i nostri genitori. Alle 7.30 siamo partiti. Finalmente, dopo 4 ore di viaggio siamo arrivati: fatto un buon pranzo eravamo pronti per visitare la città. Nel pomeriggio siamo andati a vedere il famoso museo Egizio.

Alla fine della visita,  siccome eravamo un po’ in ritardo, abbiamo corso fino allo Juventus Stadium dove era già cominciata Juventus – Fiorentina. Urlando e cantando: “Forza Juve, forza Juve” questa vinse per 5 – 0.

Mentre facevamo una passeggiata vedemmo lo stabilimento FIAT e così ci avvicinammo. Poichè  c’era il personale, ci portarono a visitarlo e così ci fecero ammirare da vicino la produzione delle automobili. Infine ritornammo a casa felici di aver imparato tante cose nuove.

 

Mettiamo in campo le passioni!

Era sabato, c’era un raduno di macchine e moto, dove

partecipavano anche Matteo e Francesco: due campioni di rally.

Durante la gara, un partecipante fece cadere Matteo.

Mentre il ragazzo a terra si guardava le ferite, passò Francesco che si fermò e lo fece salire sul Generale Lee per continuare la gara.

Da quel momento Matteo e Francesco diventarono molto amici e decisero di andare in crocera in Brasile con i loro veicoli.

Parcheggiarono i loro mezzi sulla nave e andarono a prendere una bibita.

Tornarono ai loro veicoli e davanti alla moto di Matteo ( una Harley Davidson) trovarono una Chopper.

I due ragazzi stavano andando ad ammirare quella bellissima moto, ma una ragazza li fermò e gli disse di non toccarla perchè l’aveva vinta ed era nuova.

Loro si presentarono a lei, la ragazza si chiamava Anna.

Arrivarono in Brasile e scoprirono di avere la stessa passione per il calcio, perciò andarono in un campetto dove trovarono Neymar Junior che si allenava.  Allora si unirono a lui.

Arrivò sera ed era ora di andare in albergo.

I giorni passarono veloci e il gruppo tornò a casa.

Da quella vacanza Anna, Matteo e Francesco diventarono molto amici.

 image

Pensieri d’estate

Quattro amiche partirono per il mare, all’isola d’Elba.

Erano: Gemma, Aurora, Maddalena e Ilenia.

Appena arrivate trovarono un albergo sul mare, presero una camera, con un letto matrimoniale e uno a castello, con il bagno molto spazioso e un bel terrazzo dal quale potevano vedere il mare.

Si prepararono per uscire la sera: video sulla spiaggia, un torneo di bocce… così andarono subito a giocare.
Arrivate sulla spiaggia si levarono i tacchi e cominciarono a divertirsi.
Tornarono in albergo per andare a dormire.

La mattina seguente si svegliarono e fecero colazione.

Dopo aver mangiato, venne loro in mente di andare all’acqua Village a Follonica. Presero il traghetto e dopo un po’ arrivarono. Si divertirono molto nella piscina che faceva le onde.

Verso sera andarono via per prendere il traghetto ma videro il campo di beach volley e si fermarono un po’ a giocare. Poi andarono via.

Il giorno seguente andarono nella spiaggia più bella dell’Elba.
Mentre stavano per tornar via trovarono, incredibilmente, quattro biglietti in terra per le Maldive così partirono subito per due mesi!