Febbraio 2014- Zittelleggi 11
Proviamo adesso e presentare delle notizie in modo molto sintetico ma rispettando la regola delle 5W!
Rispondete, quindi, brevemente alle 5 domande:
1- When? Quando? (è successo)
2- Where? Dove? (è accaduto)
3- Who? Chi? (sono i protagonisti)
4- What? Che cosa? (è avvenuto)
5- Why? Perchè? (perchè secondo voi è successo, quali sono le cause)
FORZA! 🙂
Avete fino al 28 febbraio per provare!
E, da questo mese, scrivono anche i ragazzi di quinta! Sono molto felice!
Daila
Con i nonni si può…
…imparare un’infinità di cose!
Impariamo a lavorare con l’uncinetto…
Catenelle, maglia bassa, maglia alta…
E ballare!
La Quadriglia!
Ci hanno anche raccontato che nonni, bisnonni e avi partivano verso altri Paesi d’Europa e del mondo in cerca di lavoro e da quei posti riportavano anche passi di danza!
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Mercoledì 19 marzo – Incontro con il Presidente regionale della FITP, Francesco Castelli
L’incontro è stato molto interessante e ci ha parlato dell’importanza del rispetto degli altri popoli anche attraverso il RISPETTO DELLE LORO TRADIZIONI, non ci sono tradizioni sbagliate… Ecco parte del suo intervento!
Mercoledì 19 marzo ho avuto un piacevole incontro con i ragazzi della
quarta e quinta classe della scuola primaria Anna Frank di Maresca .
L’incontro ha avuto come tema principale il rispetto delle
tradizioni. I ragazzi con l’aiuto del direttore artistico del
gruppo “La quadriglia” di Maresca stanno imparando alcuni
balli tradizionali dell’Appennino Tosco emiliano, ed era per me un
dovere come presidente regionale della FITP far conoscere le origini e
il significato di tali balli nel rispetto delle tradizioni. Per
cercare di capire più da vicino il concetto di Federazione italiana
tradizioni popolari ho preso alcuni esempi di federazioni come FIGC e
FIDS spiegando ciò che hanno in comune ma soffermandomi principalmente
su come si differenziano dalla FITP. In sostanza, all’interno
delle altre due federazioni c’è una competizione per stilare le
classifiche, mentre nella FITP non esistono competizione o classifiche
in quanto non può essere messa in competizione la tradizione e la
cultura di ogni popolo. La propria tradizione, la propria cultura non
può essere imposta ad altri: altrimenti non ne vengono fuori altro che
guerre. Partendo da questo concetto si può dire che per conoscere e
capire le culture degli altri popoli bisogna per prima cosa conoscere
la propria, e rispettandola si possa capire meglio il mondo in cui
viviamo . Partendo dalle tradizioni antiche dei giochi olimpici e il
suo cerimoniale che si tiene ogni quattro anni ad olimpia con
l’accensione della fiamma olimpica, ho discusso coi ragazzi fino
ad arrivare a parlare dei vari usi e costumi delle diverse
popolazioni, fino ad arrivare a spiegare le origini ad esempio degli
abiti popolari usati nelle esibizioni del gruppo. Abbiamo parlato dei
nostri nonni e dell’importanza e il rispetto della figura dei
boscaioli-carbonari toscani che hanno portato la nostra cultura in
tutta Italia e anche all’estero. Abbiamo concluso che solo
rispettando il passato con tutte le sue tradizioni possiamo capire ed
apprezzare il presente, nella sua più completa quotidianità, e
naturalmente che ogni popolo o nazione va rispettato per quello che
sono le sue tradizioni. Tengo a precisare come questo incontro sia
stato gratificante per entrambe le parti, e che possa essere ripetuto
in altre scuole magari con un progetto più dettagliato e complesso da
spiegare in altra sede.
Presidente Regione Toscana FITP
Francesco Castelli
Pensieri di felicità
Continua il nostro incontro con la poesia …
Parole più frequenti in questi pensieri… di felicità…
Felicità è…
…il rombo di un motore,
…fare tre goal in una partita,
…arare il campo,
…avere un telefono,
…poter esprimere i sentimenti,
…star insieme agli amici,
…avere un cavallo,
…giocare insieme,
…un cuore pieno di allegria,
…un’emozione,
…stare bene in famiglia,
…un cuore allegro,
…un mondo aperto a tutti,
…un mondo senza tristezza
…attaccare l’ultima figurina dell’album.
XXX
Felicità è…
un dono che viene dal cuore
che porta tanto amore
che vola nel cielo blu
proprio dove vi sei tu.
Felicità è…
correre a cavallo
come se fosse un ballo,
nel bosco camminare
e nel fiume nuotare.
La felicità è…
un mondo senza tristezza
sfiorato da una leggera brezza.
LinCla
Felicità è
un pennello che viene trascinato
sulla soffice tela.
Felicità è
sentire la leggera brezza estiva
sulla pelle.
Felicità è
un rombo di motore!
Felicità è un’emozione
che ti avvolge
nel suo mondo;
un mondo dove regna la pace
e la tranquillità,
dove le cose brutte
non esistono.
Questa è la felicità!
Tom
…………..
Felicità è…
l’arcobaleno che nasce nel cielo
ed è leggero come un velo,
ha sette i colori, tutti brillanti
e scintillanti,
come diamanti.
L’arcobaleno a forma di arco
fa emozionare anche Zig e Sharko!
L’arcobaleno scompare di sera
ma tornerà per primavera.
GemAurAliIle
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Felicità è…
Cavalcare nuvole,
in mezzo al cielo,
come se fossero balle di fieno,
candide e morbide,
come batuffoli di lana.
Questo è un sogno che,
pensando,
può diventare realtà,
così mi sento piena
di felicità.
ClaLinSamADP
La felicità viene dal cuore,
è un giardino pieno di fiori,
tinti di mille colori.
È un uccellino
che vola nel cielo
e ama cantare.
I sentimenti lotteranno
per dare gioia tutto l’anno.
nel mondo ci sarà magia,
felicità
e allegria.
GemAli
Notizie Flash! Gennaio 2014 – Zittelleggi 11
Forza ragazze e ragazzi, fateci sapere cos’è successo nel primo mese dell’anno, in Italia e /o nel mondo.
Provate a scrivere una notizia che vi ha colpito in meno di 50 parole.
Vediamo se è possibile scrivere commenti… Forzaaaaaaaaa… Vi aspetto.
Daila
Siete stati davvero in gamba! Avete proposto notizie interessanti, molte delle quali legate alla gestione del territorio (frane, alluvioni, deragliamenti). Avete mostrato anche molta sensibilità verso i problemi delle persone e la vita degli animali. Complimenti a tutti!
Semplice e/è buono- Cibo, lontano e vicino… Tra passato e presente… Carnevale e Pasqua
Un percorso dal passato al presente, da vicino a lontano, da idee ad altre idee…
Se dico cibo, mi viene in mente…
Una merenda tradizionale: pane e formaggio!
Parlando, scopriamo che abbiamo due nonni che hanno le pecore e fanno il formaggio!
Chiediamo a loro come si fanno il formaggio e la ricotta.
Un nonno ha un gregge (circa 40 pecore) che gli consente di mungere le pecore a mano
Profumi dal passato
Due nonni ci hanno raccontato come si fanno il formaggio e la ricotta.
Il mio nonno Vasco ogni mattina e ogni sera munge le pecore manualmente. Al suo ritorno va nel laboratorio, dove produce il formaggio, e cola il latte in una grande caldaia; poi lo scalda per pochi minuti e aggiunge il caglio artificiale. Il caglio è un liquido che si compra in farmacia ed è un additivo chimico che serve a far rapprendere il latte. Un tempo era naturale. Dopo un’ora, un’ora e mezzo, il nonno rompe, con una specie di grossa frusta, la cagliata che è il latte solidificato grazie al caglio. A questo punto lascia riposare, per pochi minuti, il composto. Poi aiutandosi con le mani e una grossa ramina tira su il formaggio che nel frattempo è sceso sul fondo della caldaia. Lo mette dentro le cascine, che sono contenitori di plastica bucherellati. A quel punto il formaggio deve essere pigiato con le mani per far uscire tutto il siero e salato.
Tolto tutto il formaggio dal fondo, il nonno riaccende il fuoco per fare la ricotta; il siero rimasto dalla lavorazione del formaggio deve essere portato ad ebollizione. Per fare più ricotta, nonno, a metà cottura, ci mette del latte, circa un litro, che ha lasciato in precedenza. Quando il siero bolle si forma sulla superficie un composto bianco che è la ricotta. Con la ramina la tira su e la mette nei colini per farla sgocciolare. Il siero rimasto viene usato per fare il pastone alle pecore. La differenza fra il rovaggiolo e il formaggio consiste nel fatto che il primo si ottiene prendendo la cagliata appena rotta con un colino, tirandola su e facendola sgocciolare. Quello che si ottiene è un prodotto molle che si mangia il giorno seguente con un pochino di sale. Il formaggio invece è un prodotto asciutto, che si mangia minimo dopo dieci giorni.
L’altro ha molte pecore e utilizza la mungitrice… Per ottenere un buon formaggio è necessario seguire una lunga procedura:
L’altro nonno ha più pecore e utilizza la mungitrice.
Per ottenere un buon formaggio è necessario seguire una lunga procedura.
1- Si mungono le pecore; 2- il latte viene passato nel colino per eliminare eventuali impurità; 3- Il latte raccolto viene messo il una caldaia (frigo) che lo fa girare e lo mantiene alla giusta temperatura; 4- il latte viene spostato in un’altra caldaia dove inizia la vera lavorazione del formaggio; 5- la caldaia viene messa su un fornello a scaldare; 6- si misura con un termometro la temperatura del latte che deve raggiungere 31-32 gradi , poi si aggiunge il caglio; 7- si lascia agire il caglio per circa un’ora e poi si rompe la cagliata con una specie di frusta da cucina; 8- il composto viene mescolato; 9- e poi riscaldato di nuovo, deve raggiungere i 30° circa; 10- con un colino si raccoglie il formaggio cagliato e si versa negli stampi bucati per far uscire il siero; 11- con le mani si preme il composto all’interno degli stampi fino a che il siero non è completamente fuoriuscito e il formaggio è compatto; 12- a questo punto si gira il formaggio e di pigia dall’altra parte, sempre all’interno dello stampo; 13- si mette a riposare e si aggiunge il sale; deve rimanere così per due giorni; 14- si toglie dagli stampi e si mette a stagionare in una cantina apposita sopra tavole di legno; 15- con il siero fuoriuscito dal formaggio si ottiene la ricotta.
Ma anche i nostri avi non mangiavano il formaggio da solo, l’accompagnavano con il pane, fatto nel forno a legna… Abbiamo trovato anche quello, un babbo ci ha preparato un bel pane toscano e un nonno ci ha proposto un pane un po’ più insolito: il pane con la zucca!
Così lunedì 27 Gennaio…
Che bella e buona merenda abbiamo fatto!
Pane e cacio come i nostri avi!
Ingredienti del pane toscano:
Farina bianca e farina integrale;
lievito, zucchero, pizzico di sale, olio.
Ingredienti del pane di zucca:
Farina, zucca, lievito, olio.
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I bambini di prima hanno parlato dei loro piatti preferiti
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Ai bambini è piaciuto così tanto fare merenda tutti insieme con i cibi dei nonni che non hanno posto tempo in mezzo ed hanno preparato con alcune nonne torte e biscotti, semplici e buoni… Con pochi ingredienti ecco cosa hanno fatto:
La ricetta tipica e tradizionale di Gavinana e della montagna, però, è il “famoso” Berlingozzo…
Berlingozzo di Gavinana
Montare 3 uova intere con 2 etti di zucchero;
quando il composto sarà ben gonfio, aggiungere 400 grammi di farina, 1/4 di litro di latte e 250 grammi di olio di oliva;
amalgamare e aggiungere la buccia grattugiata di limone e una bustina di lievito.
Versare il tutto in una teglia unta e cuocere nel forno caldo per circa 45 minuti.
Decorare con granelli di zucchero.
E arriva il Carnevale!
I Cenci!
Cenci di tutti i tipi: piccoli, grandi, gonfi, schiacciati, zuccherati e non,…
Ogni famiglia ha la sua ricetta, eccone una
Si fanno anche le frittelle!
Prossima tappa: la merenda con le castagne!
24 marzo 2014
Il castagnaccio 1
Si spenge la farina con l’acqua, rendendola morbida, si sala.
Poi si stende nella teglia unta d’olio, si mettono sopra noci e pinoli.
Si mette in forno scaldato a 180 gradi.
Castagnaccio 2
Prossima tappa: incontro con “Cibo e religioni”
Religione, italiano, geografia, storia, scienze
Lunedi 14 aprile ore 10.30 – Festa multireligiosa con cibo appartenenti a tre religioni importanti
Attività di preparazione: ricerche fatte dai bambini delle classi quarta e quinta. Le informazioni sono state ricercate su libri e Internet
LE FESTE PRIMAVERILI
L’EQUINOZIO DI PRIMAVERA (“equum nocti” ovvero “uguale alla notte”) è il momento dell’anno nel quale notte e giorno hanno stessa durata e le forze della luce sono in crescita. Le società agricole, festeggiano la primavera come una risurrezione; si tratta di un periodo molto lungo dell’anno, che alcuni collocano nella prima metà di febbraio, come i cinesi per i quali la primavera coincide con il capodanno. Secondo gli antichi egizi con l’arrivo della primavera l’uovo cosmico plasmato da PTAH, da lui deposto sulle rive del Nilo, è covato dall’oca sacra. Quando si apriva ne usciva RA, Dio del Sole. I celti festeggiavano BELTAINE, festa dedicata a BEL, Dio della Luce.Il rituale di beltaine prevedeva danze intorno a un palo ben p0iantato a terra che si innalzava verso il cielo. I druidi eseguivano benedizioni della terra perchè desse buoni frutti. In marzo ci sono tre celebrazioni dedicate ad alcuni fra i più importanti santi celtici e diventate feste nazionali. Il 1° marzo si celebra il St. David’s Day dedicato a San Dewi (David), patrono del Galles. Di lui si hanno scarse notizie da antichi manoscritti: sua madre si chiamava Non e suo padre, Sant, era figlio di Ceredig, Re di Ceredigion. Dopo essere stato educato nel Cardiganshire, Dewi andò in pellegrinaggio in Galles e nell’ovest dell’Inghilterra dove secondo la tradizione fondò importanti centri religiosi come Glastonbury e Croyland. Morì nel 589 d.C. Il 5 marzo si celebra il St. Piran’s Day dedicato al Santo Piran, patrono della Cornovaglia e dei minatori che scavano lo stagno. Secondo la leggenda, dall’Irlanda Piran navigò su una pietra da macina e poi scoprì come fondere lo stagno quando accese il fuoco su alcune pietre che contenevano il minerale. Il 17 marzo c’è il celeberrimo St. Patrick’s Day dedicato a San Padráigh (Patrizio), il patrono dell’Eire che cristianizzò gli irlandesi, il suo apostolato sull’isola durò trent’anni. Padráigh spiegò alla gente il concetto mistico della Trinità paragonandola al trifoglio – tre entità distinte, le foglioline, riunite in un’unica pianta – ed ecco che il trifoglio è assurto a simbolo dell’Isola Verde. Il St. Patrick’s Day viene celebrato in tutto il mondo dalle comunità irlandesi, l’evento maggiore si svolge a Dublino e calamita centinaia di migliaia di persone. La festa ha fatto ormai il giro del mondo e anche i non-irlandesi omaggiano il St. Patrick’s, qui da noi ci sono numerose rassegne musicali. Nello Yucatan settentrionale (Messico) troviamo il Tempio Maja di Cuculcan (Il Serpente Piumato), alto circa trenta metri e formato da quattro scalinate di 91 gradini ciascuna, che sommati alla piattaforma superiore fanno un totale di 365, pari ai giorni dell’anno solare. Questo edificio formato da giganteschi blocchi monolitici, è stato costruito in modo tale che nei giorni dell’Equinozio trame triangolari di luci e ombre si combinino per creare l’immagine di un enorme Serpente che ondeggia sulla scalinata Nord. In primavera si celebravano in Grecia i Piccoli Misteri Eleusini ad Eleusi, una piccola città dell’Attica. Il nome significa “arrivo”, perché si narra che qui arrivò Demetra cercando la figlia Persefone rapita dal dio dei morti. Ad Atene, per tutto il mese di Aprile, si tenevano danze e canti per Teseo, considerato l’eroe nazionale, essendo colui che aveva ucciso il Minotauro, il mostro metà uomo e metà toro. I Romani continuarono questa usanza, arricchendola con i Ludi Megalenses, giochi pubblici che seguivano l’aspersione pubblica rituale, fatta con acqua consacrata, della statua della Grande Madre. A Roma tutto il mese di aprile era dedicato ai festeggiamenti.
La Pasqua Ebraica
Il termine con il quale viene indicata la PASQUA EBRAICA è PESACH e significa precisamente PASSAGGIO. Questa parola si riferisce al fatto che Dio durante l’ultima piaga di Egitto abbia saltato le case degli israeliti, colpendo solo le case degli egiziani. Tutte le celebrazioni pasquali con i loro segni e i loro riti vogliono ricordare la liberazione dalla schiavitù di Egitto e il lungo viaggio verso la Terra Promessa. La Pasqua ebraica si celebra una sola volta l’anno e dura sette giorni. Di questi il più importante è sicuramente il primo perchè durante la sera e la notte si svolge la cena pasquale. Sulla tavola di ogni famiglia ebrea si trovano con certezza alcuni cibi: AGNELLO; PANE AZZIMO (pane non lievitato) – Ricorda la fretta con cui gli ebrei sono fuggiti dall’Egitto; ERBE AMARE – segno dell’amarezza del popolo ebreo per la propria schiavitù; VINO – bevanda molto importante perchè elemento attraverso cui viene benedetto il nome di DIO. Sul tavolo sono presenti 5 coppe di vino; CHAROSET – salsa dolce ottenuta da un frullato di frutta, ricordo dell’argilla con cui gli ebrei preparavano mattoni nel deserto; UOVO SODO – ritorno alla stagione fertile e alla speranza. La cena pasquale è detta SEDE’R che significa “ORDINE”, perchè tutto si svolge secondo un ordine preciso. Il rito ha inizio con la domanda del più piccolo della famiglia sulla diversità di questa sera rispetto a tutte le altre sere dell’anno. Solo dopo questa domanda comincia il racconto dei più grandi su quanto è accaduto al popolo, sulla liberazione dalla schiavitù. Durante la cena si legge la HAGGADAH, racconto dell’uscita degli ebrei dall’Egitto, arricchito da MIDRASHIN (parabole). Sul tavolo viene posto un cesto contenente tre pani azzimi, una zampa di agnello, l’erba amara e le coppe di vino. Le prime due vengono bevute dopo il racconto dell’Esodo, mentre le altre due alla fine dei Salmi. Una sola coppa rimane intatta: è, infatti, la coppa per il Profeta Elia, segno dell’attesa del Messia che, secondo una tradizione, verrà proprio durante una notte di PESACH. Al termine del pasto si cantano i Salmi di Alleluia e la celebrazione termina con un augurio : L’ANNO PROSSIMO A GERUSALEMME!!! I bambini vengono infine coinvolti in giochi, canti e filastrocche che continuano a ricordare la storia del popolo ebraico.
La Pasqua Cristiana
La Pasqua cristiana celebra la morte e la risurrezione di Gesù. La Pasqua cristiana è preceduta da un tempo di quaranta giorni: QUARESIMA. In questo tempo liturgico ci si prepara alla festa pasquale con digiuni, preghiere e facendo delle buone azioni. Al termine si entra nella SETTIMANA SANTA, sette giorni in cui si ricordano le vicende della CATTURA, PASSIONE E MORTE DI GESU’. Questa settimana ha inizio con al DOMENICA DELLE PALME, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. La VEGLIA pasquale segna la fine di questa settimana con la resurrezione del Signore. GIOVEDI’ SANTO: giorno in cui si ricorda l’istituzione dell’EUCARESTIA della LAVANDA DEI PIEDI. Entrambi gli episodi provengono dall’ULTIMA CENA. VENERDI’ SANTO: giorno della morte di GESU’. Le campane smettono di suonare e non viene celebrata l’Eucaristia; SABATO SANTO: giorno del silenzio e della grande attesa. Le campane continuano a stare in silenzio e nel pomeriggio le chiese parrocchiali benedicono i cibi pasquali che saranno sulle tavole delle famiglie il giorno successivo. VEGLIA PASQUALE: segna la fine di questa settimana speciale, con la resurrezione del Signore. La celebrazione comincia nel buio della notte ma poi viene acceso un grande fuoco all’esterno di ogni chiesa, come segno di forza e purificazione. Tra i simboli pasquali cristiani fondamentali sono il PANE e il VINO, cibi dell’Ultima cena, segni del corpo e del sangue di Cristo. L’AGNELLO è simbolo stesso del Messia e del suo sacrificio e l’UOVO è segno di nuova stagione, nuova vita e perfezione. Il CROCEFISSO, la COLOMBA – segno di PACE, l’ULIVO – segno di PACE e la CAMPANA – segno di gioia per la RESURREZIONE.
Islam
Anche la religione islamica ha la sua Pasqua: ID AL-ADHA che significa FESTA DEL SACRIFICIO. E’ la festa della fede assoluta e ricorda il sacrificio che Abramo (il Profesta Ibrahim) è disposto a compiere, ovvero sacrificare suo figlio.
La festività cade in ottobre, nel mese lunare islamico che si chiama DHU IHIJJA, momento in cui ha luogo il pellegrinaggio alla MECCA.
La durata è di quattro giorni e prevede un sacrificio rituale che ricorda quello fatto da Abramo, che uccise un montone. La carne della bestia sacrificata viene mangiata dalla famiglia ma può anche essere conservata e mangiata successivamente. La festa del sacrificio è un moneto allegro e nei quattro giorni della sua durata è assolutamente proibito il digiuno (si rompe così il mese del RAMADAN).
TURCHIA
La festa in Turchia prende il nome di KURBAN BAYRAMI.
La tradizione prevede che si facciano grandi pulizie in casa, si faccia shopping e si inviino cartoline di auguri. La festa dura quattro giorni e il sacrificio viene fatto generalmente nei giardini e nelle case. Il vitello sacrificato viene diviso in tre parti:
la prima parte ai poveri, la seconda ai parenti e la terza rimane alla famiglia.
MALESIA
In Malesia la Festa del Sacrificio si chiama HARI RAYA HAJI o EID IL-ADHA. E’ tradizione agghindare gli animali con gioielli di palstica.
INDIA
La festa è celebrata da musulmani con molto entusiasmo. Le celebrazioni durano tre giorni.
ID-UL-ZUHA e BAKRA-ID sono i nomi con cui viene chiamata la festa. ID significa festival e ZUHA vuol dire sacrificio. BAKRA-ID è dato dalla tradizione di sacrificare una capra o bakr.
MAROCCO
L’ EID AL-KABIR, in questo paese, dura tre giorni. Si sacrificano animali e una parte della carne viene data ai poveri. Le persone che non possono sacrificare un animale chiedono soldi per seguire l’esempio di Abramo.
PAKISTAN
La festa inizia con una preghiera di gruppo. Le famiglie che se lo possono permette sacrificano un animale in onore di ALLAH, distribuendo la carne a amici e parenti. La festa dura quattro giorni e in questo periodo i negozi rimangono chiusi.
La Pasqua ha nei vari Paesi tradizioni diverse
Feliz Semana Santa
La Pasqua, a Barcellona, è soprattutto sentita durante la Domenica delle Palme, nella quale è ricordato l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, accolto con rami di palme e ulivo.
I rami delle palme vengono, infatti, tagliati, le foglie intrecciate e messe da parte, lontane dalla luce, per conservare il loro colore originale. I “Palmons” (rami interi) vengono portati dai bambini in chiesa per farli benedire e poi decorati con dolcetti. E’ poi usanza appendere i palmons alle porte e alle finestre per proteggere la casa. In Catalogna è tradizione mangiare una torta chiamata Mona che viene decorata con uova di cioccolato o con piccole figure di personaggi famosi.
God Påske
In Danimarca è tradizione dipingere tutto di giallo e decorare le case con rami fiorirti e uova dipinte.
Altra usanza molto particolare è quella di scrivere un gækkebrev a un familiare o a un amico. I gækkebrev sono biglietti in rima senza, senza la firma dell’autore che deve essere indovinato da chi lo riceve. Se il destinatario non riesce a indovinare l’autore, gli deve regalare un uovo di Pasqua.
JOYEUSE PAQUES
Come segno per Cristo Crocifisso, in Francia, dal Venerdì Santo alla Domenica di Pasqua le campane delle chiese sono silenziose ed è tradizione ripetere che “le campane sono volate a Roma”. I bambini, la mattina di Pasqua, corrono fuori alla ricerca delle campane “che fanno ritorno a casa” e nel frattempo i loro genitori nascondono le uova di cioccolata in casa e nel giardino.
Zalig Paasfeest
In tutta la nazione la Pasqua viene celebrata come una festa primaverile. In Olanda quasi tutte le persone appendono una corona alla porta, pitturano uova che vengono appese ad un albero e abbelliscono le case con fiori gialli. La specialità culinaria pasquale è il “Paasbrod”, un buonissimo pane dolce pieno di uvetta.
Καλό Πάσχα
In Grecia la Pasqua è festeggiata seguendo riti greco-ortodossi. Nella notte della Pasqua, con la celebrazione del rito della Resurrezione e il suono delle campane, termina la Quaresima. E’ tradizione, successivamente, mangiare il “pane pasquale”, i dolcetti, la tipica Marghiritsa, una zuppa di agnello, e uova colorate di rosso.
L’origine della tradizione di regalare uova colorate di rosso è molto antica. Si racconta infatti che dopo la risurrezione di Cristo, Maria di Magdala si sia recata a Roma e abbia offerto all’Imperatore Tiberio uova rosse, raccontandogli la risurrezione.
Frohe Ostern
Il termine tedesco che indica la Pasqua deriva dal nome dell’antica divinità germanica della primavera chiamata Eostre. Le finestre delle case vengono abbellite con disegni di coniglietti, uova e altre figure. La domenica di Pasqua i bambini vanno alla ricerca delle uova di cioccolato, nascoste dentro casa o nel giardino. Per simboleggiare la fine dell’Inverno e l’arrivo della primavera nelle campagne della Germania settentrionale i contadini accendono fuochi per bruciare tutti i rami secchi che trovano. Questi “fuochi di Pasqua” sono uno spettacolo notturno molto affascinante. Il Giovedì Santo chiamato Gründonnerstag si mangiano solo cose verdi. Il piatto rappresentativo è la zuppa alle sette erbe che contiene dente di leone, crescione, prezzemolo, erba cipollina, spinaci, acetosa e porro verde. Il dessert è l’ Osterlamm, una torta a forma di agnello spolverata con zucchero a velo.
Happy easter
In Inghilterra il Giovedì Santo, dopo la messa, presso l’abbazia di Westminter la Regina distribuisce borse di soldi ai più poveri.
Il Venerdì Santo gli inglesi mangiano brioche chiamate Hot Cross Buns fatte con uvetta e cannella, con sopra una croce di glassa per ricordare Cristo.
A Londra c’è un pub chiamato “Figlio della Vedova” dove si custodiscono quasi 200 esemplari di Hot Cross Buns; secondo la leggenda una vedova, nell’attesa del figlio disperso in mare, continuò a cucinare per anni questi dolcetti.
Una tradizione curiosa è quella di far rotolare uova sode giù da un pendio, finché non si staccano tutti i gusci. I ragazzi si divertono a contendersi uova e dolci combattendo.
Giad Pàsk
La leggenda narra che, rima di Pasqua, alcune streghe volassero verso la montagna Blakulla, dove viveva il diavolo.
Da questa leggenda nasce la tradizione svedese di travestire le bambine da streghe, chiamate Paskkarringar, che in gruppo andranno a bussare alle porte in cerca di dolci (un po’ come Halloween).
Gli svedesi, inoltre, decorano le loro case con rami di betulla e salice e mangiano lo Smorgasbord una specie di buffett con vari piatti.
Hyvää Pääsiäistä
In Finlandia le tradizioni sono simili a quelle svedesi, tranne che per il pranzo pasquale durante il quale si mangia il Pasha, un formaggio e il Mammi, un tradizionale budino di segale. I finlandesi credono in alcuni spiriti maligni e per questo la sera di Pasqua accendono grandi falò. I bambini si travestono e cercano le uova che i genitori hanno nascosto.
Schastlivoi Paschi
С праздником Пасхи
In Russia la Pasqua viene celebrata in una data diversa da quella cattolica, perchè di confessione ortodossa.
Il giorno di Pasqua si usa guardare la cittadina di Sagorsk dove abita il Pope di Mosca, massima autorità ortodossa.
La mattina di Pasqua la famiglia si riunisce sulla tomba di una parente dove fa un pic nic, mangiando il tipico Pabcha, un piatto a base di quark.
Durante la messa di mezzanotte il Pope toglie il velo dal sepolcro e non trova il corpo di Cristo. Esce dalla chiesa per cercarlo e quandop ritorna dice ai fedeli “Christos voskrèse!” (Cristo è risorto).
Nel passato i contadini usavano fare un pupazzo di paglia che in seguito veniva gettato in un fiume.
In Russia è tradizione lo scambio delle uova, seguito da tre abbracci e tre baci. Il tipo di uovo regalato varia moltissimo ma quello di gallina è il più classico.
Le uova sode vengono colorate di rosso, simbolo di una nuova vita.
Paşte fericit!
In Romania con l’avvicinarsi della Pasqua, finiscono le feste invernali e iniziano quelle primaverili.
Il Giovedì Santo è per loro il giorno dei morti e per tradizione si portano in chiesa molti dolci che si offrono ai vecchie ai poveri.
Il venerdì si mette davanti alla Croce un tavolo molto alto e vi si pone sopra una stoffa con ricamato il seppellimento di Cristo. La sera si svolge il Prohod, una cerimonia alla quale partecipa tutto il villaggio. Il Sabato le donne e i bambini fanno al comunione e gli uomini vanno alla messa di mezzanotte. La festa si conclude con la processione intorno alla chiesa.
Честит Великден
Nei giorni precedenti la Pasqua in Bulgaria è usanza fare le pulizie in casa. I bulgari cucinano Kozunaks e dipingono uova. Il primo uovo dipinto deve essere rosso perchè possa portare buona salute.
A mezzanotte del Sabato Santo si scambiano le uova e gli auguri
Cibo e religioni…
Ognuna ha ricette caratteristiche ma tutte buone!
Ricette: cristiane, ebraiche e musulmane.
I ragazzi di quarta e quinta si sono divisi in cinque gruppi ed hanno cucinato a casa con l’aiuto dei genitori. Sono stati bravissimi! Hanno realizzato degli ottimi dolci delle feste!
TORTA AL CIOCCOLATO BIANCO
Gli ingredienti
- 200 gr cioccolato bianco al latte + 100 gr cioccolato fondente
- 1 bicchiere di latte
- 150 gr di burro ammorbidito
- 250 gr di zucchero
- 200 gr di farina bianca setacciata
- 1 bustina di lievito per dolci
- 3 uova
- crema di nocciole bianca
- scaglie di ciocciolato bianco e fondente
La preparazione
Prima di tutto fate sciogliere il cioccolato bianco a bagnomaria con il latte fresco in un pentolino. Nel frattempo in una terrina fate amalgamare il burro ammorbidito e intiepidito con lo zucchero, iniziate a mescolare con una forchetta. Versate anche la farina setacciata a pioggia con il lievito mescolandola al composto di burro e zucchero. Incorporate anche il cioccolato fuso e continuate a mescolare fino a quando l’impasto non risulta cremoso, omogeneo e senza grumi.
Prendete ora uno stampo da torta e imburratelo, infornate per venti minuti a 180 gradi. Estraete poi la torta e lasciatela raffreddare. Spalmate la torta con la crema di nocciole e spolverate con le scaglie di cioccolato.
Chef: Arianna, Lorenzo, Niccolò, Gemma, Aurora 🙂
Sono invitati all’assaggio i bambini di tutte le classi!
E poi… Il cibo dei Paesi.