Sfatti e RIfatti-Perché e Come Riciclare

I materiali di scarto delle nostre attività stanno occupando il mondo in ogni luogo.

Le soluzioni ci sono, la volontà ancora non molto.

Dobbiamo consumare meno e meglio, facendo attenzione alle reali necessità che abbiamo; quello che non consumiamo deve essere assolutamente riusato o riciclato.

Ne va del nostro futuro e di quello di tutti gli esseri viventi.

Festa di Istituto: “Il treno della sostenibilità”

Grazie a tutti, genitori, nonni, amici, che ci hanno aiutato a scoprire come e quanto si possa riciclare o riusare.

Alcune delle attività dei laboratori pomeridiani che i
bambini della Scuola Primaria di Maresca hanno seguito
quest’anno, hanno finalizzato il loro lavoro per “Sfatti e
RIfatti” dando vita a semplici oggetti interamente fatti a
mano con materiale riciclato, unici nel significato che
rivestono:
– Dal Progetto “PANE E NUTELLA”, in collaborazione con
gli ospiti della Casa Famiglia S. Gregorio Magno, nascono
queste creazioni:
classe 1a: PORTACHIAVI realizzati riutilizzando dei tappi
di sughero.
classe 2a: PUNTA SPILLI CUP CAKE riciclando delle
vaschette, dell’ovatta e della stoffa di vecchi abiti.
classe 3a: KIT PER CUCITO riutilizzando dei vasi di vetro,
dell’ovatta e della stoffa di vecchi abiti.
classe 4a: RICETTARIO DEL RICICLO utilizzando carta
riciclata.
E per finire:
PIANTINE PER L’ORTO; cetrioli, zucche, zucchini,
pomodori, e tanto altro pronti per essere trapiantati!!
– Dalle attività fatte in classe con Cristina Geri, con il
Comitato Cultura di Maresca ed Ennio Baldini sono nate
queste creazioni:
PORTASPAGNOLETTE 
GREMBIULINI
POCHETTE
BRACCIALETTI
tutto realizzato con stoffa di vecchi abiti inutilizzabili

Dal Progetto “PANE E NUTELLA”, che vede la
collaborazione degli ospiti della Casa Famiglia S. Gregorio
Magno “ con i bambini della Scuola Primaria di Maresca,
nasce per “Sfatti e RIfatti” il  
“RICETTARIO DEL RICICLO”
Alcune delle Nonne ospiti alla Casa Famiglia con la loro
saggezza, hanno dato qualche ricetta che ai loro tempi
veniva usata per non buttare via il poco cibo a
disposizione, e i Bambini (nello specifico quelli della classe
4a elementare), con la loro vivacità e fantasia hanno
trascritto tutte le ricette ed hanno disegnato le copertine
dei ricettari.
Il tutto è stato poi fotocopiato su carta riciclata ed è stato
rilegato con una cartellina anch’essa riciclata su cui sono
state attaccate le copertine disegnate da ogni bambino.
Non ci resta che augurarVi
BUON APPETITO!!
Dai Nonni della Casa Famiglia, 
dagli Alunni,
dai Maestri, 
da Carla e da Gioia.

 

Ecco alcune idee per riutilizzare cibi avanzati suggerite dai “nonnini”

 

Non c’è più tempo per il mondo!!!

Il video è il prodotto finale del lavoro svolto con le bambine e i bambini della seconda, con il sostegno degli alunni delle altre classi, sul tema dell’inquinamento, per un mondo più pulito…

Non c’è più tempo per il mondo!

Non c’è più tempo per il mondo!

Ci fu un tempo in cui il mondo diventava sempre più sporco.

Ogni giorno che passava fiumi, mari e oceani si riempivano di sporcizia. Si erano formate grandi isole di plastica che, quando si sbriciolava, veniva mangiata dai pesci.

Sempre più spesso gli uomini abbattevano alberi e distruggevano foreste, scavavano  rocce, spiagge e montagne per costruire case, alberghi e industrie in luoghi bellissimi.

Le città erano grigie, attraversate da fiumi pieni di veleni, e non si respirava bene. Finestre, muri antichi statue e palazzi erano diventati neri. Di notte non si vedevano più le stelle!

Gli alberi erano talmente pochi che non ce la facevano più a tenere  la terra delle montagne e a produrre abbastanza ossigeno per gli altri esseri viventi.

Gli uomini e gli animali si ammalavano a causa dello smog.

Finalmente un giorno alcuni bambini andarono in spiaggia e la videro ricoperta di plastica e di sporcizia.

Decisero di iniziare a vigilare sul mondo e si accorsero che ovunque c’era qualcosa che non andava.

Tutto era grigio e fumoso, gli alberghi rovinavano le spiagge più belle, le montagna franavano, tutte le acque erano inquinate.

Pensarono di fare qualcosa… ma cosa?

Con il pensiero della Terra in condizioni critiche e con la sporcizia negli occhi una notte fecero un sogno: ERANO DEI SUPEREROI CHE COMBATTEVANO IL MOSTRO RUMORE, QUELLO SPORCIZIA E QUELLO FUMO.

Quando si svegliarono  si sentirono davvero dei supereroi e decisero di far tornare il mondo un luogo dove vivere bene, in pace e allegria.

I bambini prepararono una pubblicità:

“Aiutiamo insieme questo mondo… tu tu

Che sia bello, non nauseabondo… tu tu

Finalmente è cresciuto il seme (della coscienza ecologica) …tu tu

Ripuliamo tutti insieme!!! … tu tu

Dreniamo, aspiriamo, spazziamo

Dividiamo, ricicliamo e riusiamo

Finchè il mondo pulito sarà

Vivremo tutti sereni e in libertà!”

Insieme convinsero i mezzi di comunicazione a trasmettere il messaggio in tutte le lengue e in tutto il mondo.

Poi si misero a lavorare e, via via che il messaggio  veniva visto o visualizzato, altri si mettevano a pulire e facevano più attenzione ai materiali che usavano.

Ci fu chi inventò macchine per pulire il mare e per raccogliere più velocemente i rifiuti sulla terra.

Chi realizzò strumenti che purificavano l’aria: sembravano immensi aspirapolveri!!!

Chi produsse macchine che assorbivano i rumori.

Tutti iniziarono a non comprare i prodotti che inquinavano così le industrie furono costrette a non produrne più pensando e progettando altre soluzioni compatibili con l’ambiente.

Pian piano i mari tornarono a essere trasparenti e i ghiacciai smisero di sciogliersi.

Le persone e tutti gli esseri viventi tornarono a respirare aria pulita e a mangiare prodotti salutari, a bere acqua pulita.

FINALMENTE  TUTTI  VISSERO DAVVERO FELICI E CONTENTI.

2019 – War is over… We Want!

I disegni sono stati realizzati dai bambini per la festa dell’AVIS, svoltasi il 29 settembre 2018, per promuovere la donazione del sangue.

 

Natale dalla barba bianca, se ancora non ha imbiancato presto imbianca.

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi.

 

 

NATALE

Il Natale

non fa male.

Ci sono i regali

che sono eccezionali!

C’è la ghirlanda

che molta gioia manda.

Il Natale si festeggia insieme…

della felicità è il seme!

Serena, classe seconda.

 

NEVE

di Ada Negri

Neve bella,
fatta a stella,
bianca neve,
lieve lieve
vienmi in mano,
piano piano
Sei per poco
dolce gioco,
dolce gioco
in mille fiocchi
che mi frullan
sotto gli occhi.

HAPPY CHRISTMAS (war is over)

John Lennon e Yoko Ono

So this is Christmas
And what have you done
Another year over
And a new one just begun
Ans so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young
A very merry Christmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear
And so this is Christmas
For weak and for strong
For rich and the poor ones
The world is so wrong
And so happy Christmas
For black and for white
For yellow and red ones
Let’s stop all the fight
A very merry Christmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear
And so this is Christmas
And what have we done
Another year over
And a new one just begun
Ans so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young
A very merry Christmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear
War is over over
If you want it
War is over
NOW…

L’albero magico 

di Gianni Rodari

Non cercarlo nel libro
di scienza naturale:
l’albero di Natale
è l’albero della magia.
Vi crescono in compagnia
arance, mandarini,
caramelle, cioccolatini,
torroni, lumini…
Ma i frutti più buoni
sono i frutti a sorpresa
che maturano a mezzanotte
nei loro pacchetti,
mentre tu aspetti a letto,
fingendo di dormire,
che ti vengano a chiamare
per farteli scoprire.

In passato, al tempo dei nonni e dei bisnonni, i bambini non aspettavano Babbo Natale ma la Befana e non ricevevano in dono giocattoli ma arance, mele, mandarini, castagne secche, noci, fichi secchi… insomma tanta frutta secca  e anche carbone, quello vero! Le case erano scaldate solo dal camino o da stufe a legna. Nel camino si metteva il CEPPO, un grosso pezzo di legno che bruciava anche tutta la notte. I più fortunati ricevevano bambole e palle di pezza o oggetti utili per andare a scuola.

La filastrocca della Befana

La Befana è seccolina

passa a casa di una bambina.

La Befana è brufolosa

ed è molto generosa.

La Befana è bruttina

sia di notte che di mattina.

La Befana ha il naso adunco

e il vestito lungo lungo.

La Befana è vecchietta

vola sempre sulla vetta.

La Befana è tanto buona

e il suo gatto suona suona!

Alice, Eva, Fiamma e Serena

 

La Befana vien di notte

con le scarpe tutte rotte,

con i buchi alla sottana

Viva Viva la Befana!

Goccia dopo goccia”

 

LA BEFANA

Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.

Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.

E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso, or più lontano.
Piano, piano, piano, piano.

Chi c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Chi c’è dentro questa villa?

Guarda e guarda… Tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda… Ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! Tre calze e tre lettini…

Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolano le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitano le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?

Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.

La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra:
trema ogni uscio, ogni finestra.

E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?

Guarda e guarda… Tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…

E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.

La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.

La Befana sta sul monte.
Ciò che vede e ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.

Giovanni Pascoli

Zittelleggi sedicesimo anno

Le fiabe non dicono ai bambini che esistono i draghi: i bambini già sanno che esistono. Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.

G. K. Chesterton

 

“Il gioco dell’oca delle buone e cattive azioni”

Scuola dell’Infanzia e scuola Primaria “Anna Frank” di Maresca

Anche quest’anno abbatteremo draghi con la conoscenza, l’attenzione, la cura, l’inclusione, l’affetto, l’educazione, la bontà, la sensibilità… verso tutti, noi stessi e gli altri.

Buon Anno Scolastico a tutti!

Alla scoperta del volto

“I Paesi dei Tuttiuguali”

La fiaba dei paesi dei TUTTIUGUALI è stata inventata dagli alunni della quinta di Maresca durante le ore di materia alternativa insieme all’insegnante.

Nella storia vengono affrontati i temi dell’inclusione, dell’uguaglianza, della diversità, del rispetto dell’altro nella convinzione che la diversità sia una ricchezza e un bene per l’umanità.

Il racconto è stato successivamente condiviso con il resto della classe e con la quarta. Con l’aiuto di tutti i bambini è stato rappresentato durante la festa di fine anno.

 

I paesi dei Tuttiuguali

Capitolo 1

Esordio

Un tempo esistevano al mondo i paesi dei Tuttiuguali.

In ognuno di questi paesi i bambini che nascevano erano uguali al loro genitore.

Un bambino/bambina poteva già vedere come sarebbe stata/o da adolescente, da adulto/a e da anziana/o perché era identico/a al fratello/sorella, al babbo/mamma e al nonno/nonna.

C’era il villaggio di “Moltomoltogrande”, quello di “Piedino”; c’era la città “Bianca” e la città “Quella”…

In ogni città tutti svolgevano lo stesso mestiere e vestivano nel medesimo modo.

Capitolo 2

I quattro paesi

Nel paese “Moltomoltogrande”, somigliante ad una città, si coltivava il Frutto del Tiritaka dal quale si raccoglievano pannocchie giganti e dalle quali si ricavavano i pop corn, il cibo nazionale del paese. Si praticava la FORMULA 10 e ci si vestiva in modo molto sportivo.

Nel paese di “Piedino”, sorto nella pianura ai piedi della montagna, si mangiava il “ Fangillo”, una pianta della quale si potevano utilizzare tutte le parti, dalle radici ai frutti. Era un paese nel quale si praticava la puntualità e si rispettavano assolutamente gli orari: ci si alzava alla 7.30, si pranzava alle 12.3 e, si faceva la merenda alle 17 in punto. La cena era esattamente alle 20.00, il cinema alle 10.00 e poi tutti andavano a letto alle 11.45.

Nella città “Bianca” nevicava sempre. Era molto freddo e lo sport principale era lo sci. Gli abitanti di questa città mangiavano sempre minestra calda, passavano le serate in gruppi davanti ai caminetti e gustavano grandi tazze di cioccolato caldo.

Nella città “Quella” era tutto costruito sul pendio di una montagna altissima. Ogni giorno alcune macchine estraevano dalle cave minerali. Nel frattempo gli abitanti si dedicavano al divertimento: andavano al cinema, facevano sport e ballavano.

Capitolo 3

Eguaglianza estrema

Col passare del tempo gli abitanti dei paesi iniziavano a stancarsi di tuta questa UGUAGLIANZA, di questo mondo sempre uguale UGUALE, dove tutto si svolgeva NELLO STESSO MODO; cominciarono a dubitare che mangiare sempre lo STESSO CIBO, fare tutti lo STESSO MESTIERE, vestirsi tutti allo STESSO MODO, giocare e divertirsi con i SOLITI PASSATEMPI, conoscere gli altri perché IDENTICI A SE STESSI… fosse realmente piacevole e positivo.

Fu così che gli abitanti dei vari paesi cominciarono a spiarsi l’un l’altro per scoprire le tradizioni, i divertimenti, i cibi del prossimo.

Questi goffi tentativi però non provocarono altro che zizzania e tensione tra gli abitanti dei paesi perché i confini erano così controllati e protetti che ogni intromissione era scoperta e irritava infinitamente chi era controllato. Insomma tutti desideravano scoprire quello che facevano gli altri ma non allentavano i controlli su loro stessi. Era un circolo vizioso l’uno non concedeva niente all’altro e l’altro faceva lo stesso.

Capitolo 4

I bambini, l’avventura

Un giorno, un bambino, particolarmente annoiato e curioso, del paese di “Piedino” trovò nel mezzo delle coltivazioni degli alberi da frutto una botola, l’aprì, scese lentamente e trovò una stanza con una teca in mezzo che conteneva un oggetto e un messaggio: “Dirigiti nel punto d’incontro delle terre di nessuno”.

Nello stesso momento un bambino di “Moltomoltogrande” in una crepa dei grandi alberi, una bambina di “Bianca” in un pupazzo di neve che si stava stranamente sciogliendo e un ragazzo di “Quella” in una grotta della montagna trovarono un messaggio uguale.

I quattro ragazzi si incamminarono verso le “Terre di nessuno”, un luogo creato dagli antenati degli abitanti dei quattro paesi, una zona franca dove un tempo, prima che ognuno diffidasse dell’altro, si incontravano per prendere decisioni sugli scambi di oggetti, cibi e sui rapporti reciproci.

Quando si trovarono a pochi metri l’uno dall’altro si spaventarono, poi si guardarono preoccupati e, diffidenti, fecero un passo indietro.

Mentre si interrogavano del perché si trovassero tutti e quattro lì, la terra intorno a loro cominciò a tremare e una grossa zolla di terra si staccò dal terreno e li portò in alto sopra le nuvole.

Trovandosi in mezzo alle nuvole, in una situazione dalla quale non potevano uscire, balbettando iniziarono a parlare fra di loro.

Si accorsero di avere lo stesso messaggio e la pietra, avvicinarono le mani piano piano.

All’improvviso le pietre si attrassero come calamite, formando una sfera. Dalle nuvole comparve la statua di uno strano personaggio. ERA UN ORACOLO. Iniziò a parlare.

“Sulla più alta montagna dovete andare

E il fiore arcobaleno trovare.

Seguite le tracce sulla neve

e trovate il fiocco lieve.

Nelle foreste più buie vi dovete addentrare

e il feroce Ginglob dovete affrontare.

Sulla punta dell’albero raro

raccogliete il frutto più amaro.

Mischiate tutti gli ingredienti

e uniteli alle sorgenti”

I ragazzi si guardarono e decisero, per il bene dei loro paesi che ormai erano ad un passo dalla guerra, di affrontare il freddo della montagna, la neve gelata, il buio della foresta, il temibile Ginglob. Infine si inerpicarono in cima all’albero magico. Unirono gli ingredienti e cercarono le sorgenti.

Capitolo 5

L’epilogo

Distribuirono così a tutti la pozione “Diversidatutti”, aspettarono che tutti la bevessero e aspettarono pazientemente gli effetti.

La mattina seguente tornarono nei loro paesi e trovarono i loro concittadini allegri, concilianti e benevoli verso il prossimo. Non erano più terrorizzati dall’essere spiati, erano disponibili a parlare con gli abitanti degli altri paesi, assaggiavano volentieri i loro cibi…. LI ASCOLTAVANO E NON AVEVANO PIU’ PAURA DI LORO!

I ragazzi erano stupefatti ma godevano di questo nuovo “clima” e dell’aria serena che si respirava nei loro paesi e, finalmente, si sentirono LIBERI!

Da quel giorno, tutti potevano entrare nei paesi degli altri, potevano discutere e confrontarsi con chi aveva opinioni diverse dalle loro e anche questo era molto gratificante! Stuzzicava la curiosità e la creatività…

Cominciarono a nascere tutti bambini diversi, e generazione dopo generazione le diversità erano sempre maggiori e i loro “mondi” diventarono UN SOLO MONDO, ricco, nuovo, creativo e molto molto vario!