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Il mito – classe quinta, novembre 2016
Stiamo studiando i Greci, quale occasione migliore per ripensare al mito (dal greco μύθος, mythos cioè racconto) con i suoi eroi o dei che, attraverso le loro vicende, cercavano di spiegare l’origine del mondo e di molti fenomeni ai quali non si riusciva a trovare spiegazione.
I miti sono storie molto antiche che a lungo furono tramandate solo oralmente, di generazione in generazione, come accadde anche per le fiabe italiane e di tutto il mondo.
Queste ultime furono raccolte da alcuni scrittori che, andando di paese in paese, le ascoltavano dalla viva voce di chi le conosceva. Le scrissero, pubblicarono e fecero conoscere a tutti.
Alcuni dei trascrittori di fiabe più famosi furono Giuseppe Pitrè e Italo Calvino in Italia, Charles Perrault in Francia, i fratelli Grimm in Germania, William Butler Yeats (Irlanda) e Aleksandr Afanas’ev (Russia). Mentre un grande studioso di fiabe fu Vladimir Propp, il quale studiò le origini storiche delle fiabe nelle varie società e capì che queste storie, ovunque fossero raccontate, seguivano una struttura ben precisa.
(“Morfologia della fiaba” )
Anche le leggende sono antichissime storie fantastiche ma hanno come protagonisti uomini, animali o cose.
Con i bambini abbiamo individuato alcuni fenomeni sui quali poter inventare un mito.
Perché grandina
Perché piove
Perché esistono le stagioni
Perché il cielo è blu
Perché le stelle brillano
Come sono nate le stelle
Perché nevica
Come crescono gli alberi
Perché ci sono i pianeti
…
Poi, in cooperative Learning, i ragazzi hanno provato ad inventarne uno.
Il mito delle stagioni
Un tempo si diceva che esistevano quattro dee delle stagioni.
Le quattro dee si chiamavano: Sole, dea dell’estate; Foglia, dea dell’autunno; Fiore, dea della primavera e Neve, dea dell’inverno. Durante l’anno, ogni tre mesi, una di loro lavorava svolgendo il proprio ruolo, mentre le altre tre si riposavano.
Gli aiutanti di Neve erano Dicembre, gnometto dispettoso; Gennaio, gnometto giocherellone e Febbraio, gnometto chiacchierone. Neva dava ad ogni gnomo un sacchettino con dentro del freddo cotone da spargere per le città e le montagne. Tutti i bambini giocavano nel cotone. Quando Febbraio finiva il cotone, Fiore buttava il primo seme giallo violetto per far sbocciare la primavera. Fiore non svolgeva tutto il lavoro da sola ma, come Neve, aveva tre aiutanti: Marzo, farfallina allegra; Aprile, farfallina canterina e Maggio, farfallina studiosa. Le tre farfalle avevano una borsetta a tracolla con all’interno dei semi, che ogni tanto, lasciavano cadere per far sbocciare dei fiorellini che coloravano il mondo. Quando Fiore dava un colpettino alla nuvola, su cui giaceva, questa cominciava a piangere così annaffiava i semi per farli germogliare e fiorire. Quando anche il turno di Fiore era terminato, Sole aveva tre aiutanti, tre piccole fatine: Giugno, fatina vanitosa; Luglio, fatina dolce e Agosto, fatina sportiva. Le tre fate avevano uno zainetto con dentro dei piccolissimi frutti che, appena attaccati ai rami degli alberi diventavano grandi. Giunto il momento, Foglia mandava i suoi uccellini: Settembre, uccellino colorato; Ottobre, uccellino goloso e Novembre, uccellino freddoloso. Gli uccellini, quando sbattevano le ali, facevano cadere le foglie dei rami e, una volta a terra, le coloravano con un pennellino di colori diversi.
Una volta finito il turno di Foglia ricominciava il ciclo delle stagioni.
Nadia, Rachele, Sofia
I MITI, come tutti i racconti, hanno un inizio, uno svolgimento dei fatti (con un elemento fantastico che modifica la situazione iniziale) e una conclusione.
Il cielo BLU
Un giorno Zeus decise di colorare il cielo. Per sei giorni provò a farlo. Il primo giorno provò con i pennarelli, il secondo con le matite, il terzo con le tempere, il quarto con gli acquerelli, il quinto con i pastelli, il sesto con i gessetti ma senza successo! Per questo rinunciò.
Il settimo giorno, mentre stava portando della vernice per dipingere la sua casa nell’Olimpo, sulle nuvole, gli cadde un po’ di vernice blu che si fermò nell’atmosfera.
Per questo motivo il cielo da tempo lontanissimo è blu!
Edmondo, Filippo S, Giovanni
Il racconto e la spiegazione appaiono inverosimili, ma hanno un significato profondo, perché esprimono la rappresentazione che una società, nella quale il mito è nato, fa di se stessa e dell’universo.
La grandine
Un giorno Aki, figlio di un sacerdote trasgressore greco (trasgressore perché non avrebbe potuto avere figli) era benvisto perché, anche se non avrebbe dovuto esistere, era davvero una creatura speciale. Gli DEI allora incaricarono un giovane Dio di conferire i poteri del ghiaccio a Aki.
Ma il giovane sbagliò e regalò i poteri del ghiaccio a una nuvola!
Tutte le volte che questa passa fa grandinare.
Andrea, Lorenzo A
Il mito evidenzia l’esigenza e il desiderio delle persone di cercare spiegazioni su aspetti misteriosi del mondo e della vita. Questo bisogno di sapere accomuna tutti i popoli, che di frequente, pur senza conoscersi, hanno trovato risposte simili alle stesse domande.
L’acqua
Un giorno Zeus scoprì che il suo cane era molto malato.
Lo portò dai sacerdoti ma il cane si sdraiò per terra e abbaiò. Zeus disse: “Cos’hai?”
Il cane chiuse gli occhi. Zeus gli domandò di nuovo: “Cosa fai, che ti succede?” Ma il cane non rispose. A quel punto Zeus capì che non c’era più nulla da fare e iniziò a piangere. Le stesse lacrime riempirono ogni lago del mondo.
Tutte le volte che si vede piovere è Zeus che ricorda il suo adorato cane.
Mirco e Filippo B
Queste vicende fantastiche si svolgono in tempi lontanissimi… “Tanto tempo fa…”, “Un tempo…”…
Perché le stelle sono luminose
Un giorno nacque un bambino a cui fu dato il nome Vasco. Aveva una missione molto importante da compiere, quella di accendere le stelle tutte le sere. Quando crebbe prese il volo con la sua navicella spaziale. Tutte le sere andava ad accendere le stelle in tutto lo spazio.
Ormai vecchio, ebbe un figlio che chiamò Gioele.
Quando Vasco morì affidò la sua missione al ragazzo. La missione da allora è tramandata da generazione in generazione.
Antonio, Giulia,…
Secondo Platone, filosofo greco, il mito serve a narrare verità più profonde.
Il mito delle stelle
Un giorno Zeus arrabbiato tirò un meteorite verso Plutone.
Ci vollero quaranta anni al meteorite, che viaggiava alla velocità di 10.00 chilometri orari, per raggiungere il piccolo pianeta. Quando lo colpì distrusse la maggior parte del pianeta. I milioni di pezzi di Plutone si dispersero in tutte la galassia.
Con la distruzione subita Plutone divenne ancora più piccolo e venne declassato a pianeta nano.
Negli anni e per il loro spostamento nello spazio, i pezzi presero fuoco e diventarono luminosi formando le stelle.
Dario e Omar
Come nascono gli alberi
Nel mare, sette milioni di anni fa, una civiltà marina organizzò l’operazione “G-8, ingrandimento spazio”.
Mandò una squadra per esplorare cosa ci fosse sopra l’acqua. Quando la squadra tornò dopo vent’anni aveva creato una nuova civiltà. Quando gli esploratori rientrarono in acqua erano molto diversi e furono cacciati
In tutti i popoli si trovano narrazioni sulla nascita della terra, del cielo, sull’origine del mondo.
Il mito ha un intimo legame con la vita dell’uomo, con il suo operare, con il suo modo di pensare e di strutturare il mondo. Il mito ha una sua logica e si configura come una forma pre-scientifica del pensiero (Cassiner, “Filosofia delle forme simboliche”)
I disegni sono esercitazioni dei ragazzi ( “riproduzioni” da Piero Della Francesca e da opere greche) su volto, corpo, mani.