Matthew
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Uragani, partendo da Matthew…
In meteorologia un ciclone tropicale è un sistema tempestoso caratterizzato da un largo centro o vortice di bassa pressione e da numerosi fronti temporaleschi, disposti tipicamente a spirale e in rotazione su se stessi attorno al centro, che producono forti venti e pesanti precipitazioni piovose nelle aree coinvolte dal loro passaggio. Questi cicloni si producono in conseguenza del calore liberato dall’oceano alimentandosi poi grazie al calore di condensazione liberato nell’aria dal vapore acqueo in considerazione.
In relazione all’entità e alla zona geografica di formazione di un ciclone tropicale, esso è chiamato in modo diverso:uragano, tifone, tempesta tropicale, tempesta ciclonica, depressione tropicale o semplicemente ciclone.
URAGANO-è il termine con cui vengono chiamati i cicloni nell’Antartico settentrionale e nel Pacifico settentrionale in memoria del dio Maya delle tempeste, Hunraken;
TIFONE–è il termine con cui vengono chiamati i cicloni nel Mare della Cina, da ty fung, che significa”grande vento”;provocano violenti venti, abbondanti precipitazioni e pesanti inondazioni lungo le coste. Si formano unicamente sul mare penetrando marginalmente all’interno dei continenti, dove rapidamente si attenuano; sono tipici dei mari tropicali. Hanno origine alla fine dell’estate e in autunno quando sui mari staziona aria calda e umida per via delle più alte temperature raggiunte dall’acqua superficiale.
DEPRESSIONE TROPICALE–è un sistema di nubi e temporali dove i venti raggiungono la velocità massima di 63 km/h. Non c’è un “occhio” e non sono organizzati a spirale, come di solito avviene nei cicloni. Vi è comunque un’area di bassa pressione da cui prende il nome “depressione”.
CICLONE–è il termine da sempre conosciuto nell’Oceano Indiano da quando è stato utilizzato per la prima volta dal presidente della Commissione Marittima di Calcutta a metà del XIX secolo.Deriva dal greco Kuklos che significa “circolare”.
L’URAGANO MATTHEW
L’uragano Matthew si è formato ai Caraibi ed ha già ucciso quasi 1000 persone, la maggior parte sono morte ad Haiti, in numero più ridotto a Cuba e nelle altre isole colpite dalla sua furia. Muovendosi alla velocità di circa 15 miglia all’ora, risalendo dalle Bahamas verso la Florida. Poi dovrebbe procedere verso la Georgia e la South Carolina e perdere forza sopra l’oceano Atlantico. Gli effetti di Matthew, sono già enormi. Le linee aeree hanno cancellato i voli tra Miami e Orlando.Anche Disney World ha chiuso e tornerà ad aprire solo quando l’uragano si sarà spento sull’oceano.
9 ottobre 2016
Bicocchi Rachele
I TORNADO
L’URAGANO
L’uragano è un ciclone tropicale tipico dei mari delle Antille; perché si formi un uragano i venti devono superare i 175/180 Km.
Il suo nome, secondo alcuni studiosi, deriva dal nome del Dio caraibico “HURICAN” che significa letteralmente “DIO DEL MALE”.
La maggior parte degli uragani si formano tra il primo giugno e il 30 di novembre.
L’URAGANO MATTHEW
E’ trascorsa una settimana dal passaggio dell’Uragano Matthew ad Haiti, il paese più povero dell’America Latina
Ci sono 60.000 di persone rimaste senza tetto, i morti sono più di 990, i danni provocati dal passaggio dell’uragano sono enormi: migliaia di case sono state distrutte e gran parte della popolazione vive nei centri di accoglienza ,mancano cibo e acqua potabile.
C’è grande rischio che si diffonda il colera.
Prima di colpire Haiti l’uragano è passato da Cuba, isole Bahamas, da Santo Domingo e dalle coste degli Stati Uniti
L’uragano Matthew è stato il più forte degli ultimi 10 anni e, con la sua intensità, era in grado di sradicare alberi e distruggere costruzioni in muratura .
Lorenzo A
GLI URAGANI
La parola uragano proviene dal caraibico Hurican che significa Dio del male.
Come si forma
Un uragano si forma a causa di grandi masse di aria calda e umida, quindi soprattutto nelle zone tropicali dove c’è anche l’acqua del mare che raggiunge temperature di 26-27 gradi centigradi. Durante le tempeste l’aria calda rilasciata dal mare sale in alto, si raffredda rapidamente e ritorna verso il basso. Questo fenomeno non avrebbe una lunga durata se non intervenisse l’azione della forza di Coriolis. La forza, causata dalla rotazione terrestre, provoca una deviazione dei venti che iniziano a muoversi in cerchio con velocità sempre più grande man mano che si avvicina al centro del vortice, chiamato occhio. Nell’emisfero nord l’uragano gira verso destra (rotazione antioraria), mentre nel emisfero sud (rotazione oraria).
Le fasi dell’uragano
La fase dello sviluppo dell’uragano dura dalle 12 alle 48-72 ore e a 3 fasi:
– Depressione tropicale: nuvole e pioggia che superano i 60 km orari
-Tempesta tropicale: i venti aumentano la loro intensità e vanno dai 60 ai 120 km orari
– Uragano: i venti superano i 120 km orari e arrivano fino ai 300 km orari e oltre
La scala degli uragani
- Minimo: tempeste con qualche danno
- Moderato: danni un po’ più seri
- Forte: danni strutturali a piccole residenze
- Fortissimo: danni estesi
- Disastroso: danni disastrosi
Uragano Matthew
- Formazione: 28 settembre 2016
- Categoria: 5
- Dissipazione: in corso
- Venti più veloci: 260Km orari (160 mph sostenuti 1 minuto)
- Pressione minima: 934 hpa (mba)
- Aree colpite: Haiti, Cuba, Florida sud, Nord Carlina
- Stagione: stagione degli uragani 2016
Matthew è il secondo maggiore uragano atlantico della stagione 2016
SOFIA
L’uragano Matthew
L’uragano Matthew arriverà in Florida. Per ora è passato da Cuba, Haiti, Bahamas,... I suoi venti vanno adesso a circa 150 km orari e nella scala degli uragani è al livello 3.
Gli uragani si formano nell’oceano. Il loro nome è di origine caraibica, da Hurican o Uracan. È un ciclone tropicale, che viene solo in estate o in autunno. Il picco inizia verso il 10 settembre.
L’uragano Matthew ha devastato le Haiti: ha distrutto case, ha sradicato piante, ha danneggiato tetti e sono morte circa 900 persone.
6 ottobre 2016
Agata
Matthew
E’ passata una settimana da quando Haiti è stata colpita dall’uragano Matthew che ha causato più di 900 morti. Ma purtroppo anche dopo il suo passaggio sull’isola di Haiti l’uragano continua a provocare danni perchè la popolazione ha adesso un altro problema: il colera. Oltre alla sfortunata isola, l’uragano è arrivato anche a Cuba, Bahamas e Santo Domingo; si è poi spostato negli Stati Uniti dove ha causato 19 morti. Quando l’uragano ha colpito Haiti aveva una potenza pari a 5 su una scala da 1 a 5.
Adesso la preoccupazione principale è quella di raggiungere tutte le zone dell’isola, aiutare gli sfollati che sono senza casa e cibo, portare aiuti medici per tutti i feriti.
16 ottobre 2016
Con la parola uragano si indicano i cicloni tropicali che si formano tra i Caraibi, gli Stati Uniti e l’Australia. Prendono il nome di tifoni quando gravitano tra l’oceano Indiano e il Mar Cinese. I cicloni che si generano al di là dei tropici vengono chiamati cicloni extratropicali o, più semplicemente, si parla di depressione.
Il ciclone è una perturbazione che si forma in un’area del mare, detta ‘ciclonica’ o di ‘bassa pressione’, in cui la pressione atmosferica è minore di quella delle regioni circostanti. Nasce quando le masse di aria calda si muovono verso l’alto e generano nuvole, vento e temporali.
Gli uragani si formano in zone di bassa pressione dove la temperatura dell’acqua è superiore ai 26 gradi. Con queste condizioni si crea un grande vortice con, al centro, una sorta di imbuto circoscritto da forti correnti che si avvitano a spirale e che portano l’aria umida ad alta quota. Mano a mano che il vortice cresce, l’aria umida condensa e si trasforma in pioggia, cedendo del calore che va ad alimentare ulteriormente il fenomeno. Quando si sposta sulla terraferma l’uragano si esaurisce, ma conserva comunque l’energia per devastare le città che si distendono lungo la costa.
Un uragano è formato da un imbuto centrale, il cosiddetto ‘occhio del ciclone’, di diametro massimo di trenta chilometri. Al suo interno la situazione è apparentemente quieta e non ci sono nuvole. La zona circostante, che può arrivare a 500 chilometri, è quella che origina i disastri e in cui i venti possono superare anche i 200 chilometri l’ora. La ‘coda’ è la parte terminale in cui le raffiche di vento sono più deboli e vanno verso l’esaurimento.
In base alla forza del vento, l’Organizzazione meteorologica mondiale divide i fenomeni tropicali in tre categorie. Si parla di depressione tropicale se il vento è minore ai 63 km/h. Si assiste ad una tempesta tropicale quando la velocità è compresa tra i 63 e i 118 km/h. Sopra questa soglia, si ha un uragano.
La categoria di un uragano viene definita in base alla velocità del vento secondo la scala Saffir-Simpson. Si hanno cinque categorie: 1 minimo velocità del vento da 119 a 153 km/h, categoria 2 moderato da 154 a 177, categoria 3 forte da 178 a 208, categoria 4 fortissimo, la categoria di Matthew, da 209 a 251 , categoria 5 disastroso quando i venti superano i 252 km/h.
Nadia