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Per un mondo migliore. Agenda 2030 in poesia
(Ore Alternative alla Religione Cattolica)
Abbiamo letto gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile presenti nell’agenda 2030. Abbiamo approfondito ogni argomento con letture, discusso e fatto riflessioni intorno a ciascuno di essi; infine abbiamo provato a tradurli in versi.
“Chiunque tu sia, uguale a me sei
comunque io sia, rispetto vorrei”
Se la povertà non vorrai
sconfiggerla dovrai!
Ciascun paese si impegni affinché
ogni famiglia abbia cibo sufficiente per sé;
anche la salute sia garantita
e il benessere accompagni la vita!
Musica, matematica, scienze e storia…
Imparare sarà per tutti una gioia.
Ogni lezione
dà informazione!
Tutti a scuola devono andare
ciascun giorno per imparare!
Acqua pulita le persone devono avere:
in molte zone non la possono bere!
Se la terra non vuoi inquinare
il vento e il sole prova ad usare;
e non dimenticare biomasse, acqua, calore
avrai, così, conveniente energia a tutte le ore.
Favoriamo la crescita economica
ma, attenti, che non sia “atomica”!
I bambini non devono lavorare
ma giocare, socializzare e studiare!
La scienza si deve impegnare
e protezione a tutti assicurare.
Le persone non devono essere sfruttate
ma felici, incluse e occupate.
Possano in modo ecologico lavorare
così che ognuno possa mangiare.
NO a discriminazione o sfruttamento,
spose bambine, abusi o malnutrizione.
SÌ a libertà e partecipazione
benessere, lavoro e più finanziamento.
Le città devono essere pulite, attrezzate
ecologicamente costruite e rispettate;
piante, aree verdi e giardini
devono rallegrare tutti i cittadini.e
Migliorare le sedi stradali
e garantire i servizi sociali.
Consuma e riproduci responsabilmente,
non comprare oltre il tuo bisogno
il cibo non sarà più un sogno
riusa e ricicla amorevolmente.
Il cambiamento climatico globale
è una minaccia molto reale!
La terra si scalda,
i deserti si espandono,
le foreste si infiammano,
l’aria è irrespirabile!
Impegniamoci tutti a tenere pulito il pianeta!
Favoriamo società pacifiche, inclusive, giuste e
responsabili fino alla meta!
Scrittori di classe, filastrocche per dire “No!” al bullismo – Classe Quinta
In quinta abbiamo discusso, disegnato, cercato strategie e fatto riflessioni su cosa sarebbe davvero utile fare o a chi potremmo chiedere aiuto se avessimo bisogno di liberarci da un bambino/a che ci perseguita, insomma da un bullo.
Dopo la discussione svolta tutti insieme, ci siamo divisi in cinque gruppi e ognuno ha sviluppato la propria ipotesi, buttato giù idee, immaginato cosa sarebbe potuto accadere se si fosse chiesto aiuto agli amici, all’amico del cuore, alla mamma, ai genitori, ai maestri, ad adulti disponibili.
Infine abbiamo scritto brevi filastrocche sull’idea che, molto spesso, nulla è come appare.
Nulla è come appare
Nella vita ci lasciamo spesso condizionare dalle apparenze, come hanno scritto i bambini alla fine di una filastrocca da loro inventata “…Marco ha imparato la lezione/non si giudicano dall’aspetto le persone!”
La creatura mi insegue.
È un misto tra Frankenstein e uno zombie. E in mano ha un coltellaccio da macellaio.
“Tanto ti piglio!” ringhia. “Lo sai che ti piglio!”
Io corro, ma è come stare sopra un tapis roulant, di quelli da palestra: corri, corri e non arrivi mai da nessuna parte.
All’improvviso il mostro è sopra di me. Sta per uccidermi. Addio, mondo crudele!
“Voi due! Che state combinando?”, la voce è quella della maestra Gianna. “Non si corre nel corridoio!”
Il mostro, Gabriele Tardini della V° B, si ferma. In mano non ha un coltello, ma un righello.
Anch’io mi fermo, addosso alla maestra.
“Mi avete capito?”, ammonisce lei col dito alzato.
Per questa volta me la sono cavata. Ma la prossima?
Gabriele mi perseguita.
Andare a scuola, ormai, è diventato un problema.
La creatura mi insegue.
È un misto tra Frankenstein e uno zombie. E in mano ha un coltellaccio da macellaio.
“Tanto ti piglio!” ringhia. “Lo sai che ti piglio!”
Io corro, ma è come stare sopra un tapis roulant, di quelli da palestra: corri, corri e non arrivi mai da nessuna parte.
All’improvviso il mostro è sopra di me. Sta per uccidermi. Addio, mondo crudele!
“Voi due! Che state combinando?”, la voce è quella della maestra Gianna. “Non si corre nel corridoio!”
Il mostro, Gabriele Tardini della V° B, si ferma. In mano non ha un coltello, ma un righello.
Anch’io mi fermo, addosso alla maestra.
“Mi avete capito?”, ammonisce lei col dito alzato.
Per questa volta me la sono cavata. Ma la prossima?
Gabriele mi perseguita.
Andare a scuola, ormai, è diventato un problema…
Sembra questo… ma, no!
Forse, sembra quello…
a volte la cosa non è come pare,
guarda bene, impara a osservare…
“Fiuuuu…” Sono a casa! Non ne posso davvero più… provo a raccontare tutto alla mamma, ma ad una condizione, mi deve promettere di non correre a scuola dalla maestra a spifferare tutto!
La mamma mi guarda pensierosa mentre le racconto cosa mi sta succedendo a scuola con lo zombie/Frankestein!
Il nonno di Luca sembra birichino
ma guardando bene nel suo cuoricino
nasconde un’anima dolce e sincera
come una pecora in primavera.
Se sbirciamo dalla sua finestra
vediamo asce e forconi, e una balestra
ma se schiacciamo alcuni bottoni
la stanza si riempie di striscioni
mentre asce, forconi e zappette
sono diventati delle dolci zollette!
Adesso son pronto! Seguirò i consigli e le idee che mi ha dato la mamma, perché sembra che anche lei ne abbia subite abbastanza, da una finta amichetta, quando era piccola, tanto che si considera un’esperta… ma non sempre le è andata bene al primo tentativo! Se non dovesse funzionare pianificherò una vendetta, non troppo crudele, mica voglio diventare come lui, ma che lo faccia ragionare!
E’ già mattina, sto aspettando il bus.
Da qui inizia la tortura, sul pullman mi dà noia! Un colpetto, uno scappellotto, una battuta molto “simpatica”. Eccolo, si avvicina ed io mi sposto… “Fiuuuuuuuuuuu… adesso non può venire qui accanto a me!”
Scendo dal pulmino, corro in classe! Adesso provo a scrivergli un biglietto di pace.
“AMICI?”
Ecco che me lo rimanda, apro lentamente, pieno di speranza… e grande come tutto il biglietto leggo un bel “NO!”.
E così a ricreazione mi dà degli spintoni, dei calci…
“Affrontalo!” mi ha detto la mamma. Tiro un respiro, mi faccio coraggio e guardo negli occhi il mostro!!!
Mentre cammino, Frank è davanti al suo armadietto, lo spingo e lo chiudo dentro. Sogghigno!
Il mostro mi implora di farlo uscire. Io gli rispondo che non deve più picchiarmi, lui dice:”Sì, sì!”
Ma appena lo libero capisco che è un inganno e mi fa cadere per terra!
Sembro questo,
un po’ maldestro.
Ho nel naso un anello
per questo mi sento bello
Di cerchi ne ho tanti
OH, come sono affascinanti!
Di sicuro al mostro piacerò
e felice a scuola andrò!
Sembro quello,
oh, come son bello!
Oggi i capelli ritti farò
Tutti quanti sconvolgerò.
Nessuno avrà più il coraggio
di darmi noia fino a maggio.
Che bella idea avuto ho,
SICURAMENTE, MI SALVERO’!!!
Non ho ancora il coraggio di dirlo alla maestra, oggi chiederò aiuto al mio migliore amico.
“Sì, ti aiuterei volentieri… ma non so cosa fare!” risponde Tony.
Decidiamo di coinvolgere Susy, una femmina, chissà!
Insieme costituiamo una “Squadra A-B”, squadra anti-bullo.
Pensiamo di incontrarci di pomeriggio per inventare qualcosa.
Il primo tentativo è quello di affrontare il terribile Frank insieme!
La mattina successiva è quello che facciamo.
Compatti andiamo dal mostro, lo guardiamo negli occhi e con voce alta e decisa gli diciamo: “Basta, Gabriele, non dare più noia a Luca!”
Lui propone una sfida, una partita a calcio a due, se avessi vinto Gabriele mi avrebbe lasciato in pace!
E così giochiamo… ma siamo sempre i soliti illusi. Gabriele bara e torna a sembrare un mostriciattolo… viscido, perché uno che bara così spudoratamente non può considerarsi un bambino. Picchia, tira calci per vincere. Gli amici tentano di fermare il massacro ma si beccano un bello spintone. Naturalmente “The Monster” ha vinto la partita.
Ma davvero avevamo potuto credere nelle sue parole?
Mi fanno davvero male i colpi presi e, un po’ per quello un po’ per rabbia, rientro in classe piangendo.
La maestra mi vede e mi chiede cosa sia successo, io le rispondo che è colpa di Gabriele.
“Ci penso io!” risponde e parte decisa per punirlo. Lo rimprovera e fa una nota a casa, scrivendo che già da tempo si è accorta che Gabriele si comporta male con un compagno.
Naturalmente cosa succede? Il mostro si arrabbia ancora di più e mi aspetta fuori del cancello… per fortuna mi salvo, c’è la mia mamma ad aspettarmi… ma cosa succederà domattina?
Stranamente, dopo questo episodio Susy non mi considera più, mi guarda da lontano e non si avvicina. Mah! Chissà perché?
C’era una volta la signorina Cesira
che, cupamente, suonava la lira.
Aveva lo sguardo buio e torvo
sembrava davvero un nero corvo,
faceva a tutti un effetto strano
nessuno provava a toccarle una mano!
Poi, un giorno, entrò da lei un bambino
tornò fuori ricoperto di chicchi e un giochino!
Dopo una notte insonne, piena di incubi ad occhi aperti, sono di nuovo fermo al bus.
Come al solito fuggo per evitarlo.
Ma, arrivato a scuola…lo vedo, mi guarda male!
Allora mi avvicino a lui: “Perchè fai il bullo?” gli chiedo
Ma il mostro, convinto di non esserlo, non la prende bene, guarda se la maestra lo sta notando e mi tira un calcio!
Questa volta la maestra fa solo finta di non vederci… ma ha osservato tutto!
Richiama Gabriele, gli chiede perché si comporti così. Tutta la classe trattiene il respiro, attendendo la risposta. Gabriele confessa che segue un po’ la tradizione di famiglia, infatti i genitori gli hanno detto che loro non si sono fatti mai mettere i piedi in testa da nessuno e che da piccoli prima di essere attaccati dagli altri, attaccavano loro!
Beh, tutti adesso guardiamo il nostro compagno con altri occhi, anche la maestra. Quest’ultima gli chiede di domandarmi scusa e di cambiare atteggiamento.
Facciamo la pace.
Tutti speriamo che la situazione sia risolta.
Ma qui sbagliamo…purtroppo!
E’ lì per la strada, tutto perfetto
con addosso un elegante giacchetto;
torna a casa con la sua auto
mentre ascolta dolcemente il flauto…
ma in verità è un uomo cattivo,
il suo nome è signor Ivo!
Nella bauliera tiene un coltello
col quale minaccia questo e quello.
L’ho visto con in mano una sigaretta
e l’ha spenta addosso ad una vecchietta!
Non vi fidate di questo signore
che fa il birbone a tutte le ore!
Il giorno dopo arrivo a scuola sorridente.
Guardo Gabriele, subito capisco che niente è cambiato.
Si avvicina e fra i denti mi dice: “Ho un conto in sospeso con te, caccola nana!”
Mi raggelo!
Inizia a seguirmi. Io fuggo e lui dietro di corsa! Acc… tutto come prima!
Poi di nascosto strappa i suoi libri e si mette a piangere. Dice alla maestra che IO, dico IO , gli ho distrutto i libri! Vatti a fidare dei gesti di pace!
Prendo una bella nota, i miei genitori mi puniscono!
Che fortuna ho!
Ma perché se la prende con me, proprio con me? E, soprattutto, perché alcuni dei nostri compagni lo seguono!?
Camminava lì tutto solo con una giacca scura
insospettito sentii addosso dei brividi di paura.
Lo seguii senza che se ne accorgesse
volevo scoprire cosa volesse.
A un cancello colorato bussò
e a una vecchietta un abbraccio donò!
Susy mi evita, ne sono certo! Corre via tutte le volte che mi avvicino.
Poi scopro che si è fidanzata con il mostro!
La seguo e le chiedo perché stia uscendo con lui.
Lei mi dice che in realtà è molto romantico nel profondo del suo cuore.
Questa notizia mi sconvolge abbastanza.
Allora, con l’aiuto dei miei amici, lo invito a casa di pomeriggio e, per convincerlo ad accettare, gli dico che c’è anche Susy.
Siamo a casa! Aspettiamo con ansia che suoni il campanello.
“Din Don!”
Andiamo ad aprire e tutti sorridenti gli tiriamo addosso mille palloncini colorati… PIENI DI TERRA E ACQUA!;-)
Lui è sconvolto, non se lo aspettava!
Allora mi avvicino, mi scuso e gli spiego che non l’ho fatto per cattiveria ma per fargli capire come ci si resta male quando gli altri ci fanno degli spregi.
Mi guarda e fugge via!
Chissà cosa mi aspetterà domattina!
Arrivo a scuola ben imbottito, pronto a prenderne chissà quante!
LO vedo che mi aspetta già con un pugno alzato…invece, invece… mi porta in disparte e mi dice che la lezione gli è servita, che ha parlato dell’accaduto anche con Susy, che lei lo ha aiutato a riflettere.
Mi guarda, mi chiede di perdonarlo dicendo: “ Scusa se ti ho preso in giro e anche per tutte le altre cose che ti ho fatto! Mi sentivo più forte comportandomi così! Ma ho capito come ci si sente! Scusami davvero!”
Mi dà la mano e si allontana.
Secondo me, fra qualche giorno, diventeremo amici!
Ho anche imparato che non bisogna solo subire ma, talvolta, serve contrattaccare in modo simpatico, non per vendetta ma per far imparare la lezione, far capire come ci si sente quando si subisce.
E sai cosa può stupire davvero l’avversario? Spiegargli con calma le proprie ragioni, a voce bassa, senza imprecare; vedrai com’è facile dimostrare che, più della prepotenza, vince l’intelligenza!
Marco, un bel bambino
fa rotolare il pallone in un giardino
di corsa lo va a recuperare
davanti a sé vede un mostro zoppicare,
scappa veloce impaurito
fa un urlo che pare un ruggito.
Ma, il signore, il pallone gli vuol ridare
chiama il bambino e si mette a ridacchiare.
Il piccolo rimane paralizzato
ma il vecchio un sorriso gli ha regalato!
Marco ha imparato la lezione,
non si giudicano, dall’aspetto, le persone!
Ma se qualcuno proprio non ti convince,
parla con babbo e mamma, maestri e parenti
ti ascolteranno curiosi e attenti,
con il loro aiuto, stanne sicuro, sempre si vince!